Capitolo 29.

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Lucius cercava di appoggiare una mano al muro per reggersi e sbatteva velocemente le palpebre. Guardai Dobby, ricambiò lo sguardo e ci avvicinammo a Lucius.

"Padre, tutto bene?" Gli chiesi toccandogli una spalla, i nostri sguardi si incontrarono. Lo sguardo di Lucius appena si poggiò su di me cambio totalmente, assunse un'espressione di sdegno e rabbia.

"Padrone, le porto qualcosa?" La voce stridula di Dobby risuonò in tutta la stanza, mi sentivo ancora pietrifica per lo sguardo che mi aveva rivolto mio padre.

Lucius guardò Dobby e arricciò le labbra, aggrottò le sopracciglia e avvicinandosi all'elfo lo prese dal vecchio straccio che aveva addosso. "Sparisci dalla mia vista." Urlò alzandolo di qualche centimetro e gettandolo nell'altra stanza. Guardai quella scena con il terrore negli occhi, sprofondai in me stessa e cominciai a piangere.

"No, fermo!" Urlai prendendolo da un braccio, si voltò verso di me e mi feci piccola piccola.

"Tu, osi darmi degli ordini? A me?" La sua voce pesante e paurosa mi fece tremare facendomi, di sequenza, chiudere gli occhi. Non mi aveva mai urlato contro, la maggior parte delle volte non mi rivolgeva la parola.

Quando riaprii gli occhi era già troppo tardi, la mano di Lucius era a pochi centimetri dal mio viso, appena il suo palmo della mano venne a contatto con la pelle della mia guancia, sentii un forte dolore. Mi spostai di qualche centimetro più indietro per il forte impatto, la pelle del viso mi bruciava, sentii le lacrime scendere dai miei occhi. Lo guardai scioccata mentre mi portavo una mano sulla zona appena colpita, era come un toro; le narici dilatate dalla rabbia, gli occhi rossi e sgranati per via della sbornia.
Si avvicinò più a me e mi prese da un braccio.

"Tu non sei nessuno, nessuno!" Sputò, il suo viso era vicinissimo al mio tanto da sentire la puzza di alcol. Non riuscivo a muovere un muscolo, ero completamente inerme. L'occhio mi cadde sulla figura immobile di Dobby, il mio cuore si spezzò a quella scena; mi sentivo malissimo più per lui che per me.

"Per favore, smettila..." mormorai guardandolo, sentii la sua presa farsi più stretta, aprii la bocca per il dolore che mi stava provocando al braccio. "Mi fai male, lasciami." Cercai di dimenarmi, la gola mi bruciava per il pianto e la mia vista non era più  tanto chiara.

"Dovresti ringraziare me se ti trovi qui. Tu non sei mia figlia, io non vorrei mai una figlia come te." Bisbigliò sul mio viso con un ghigno malefico.
Mi sarei aspettata tutto da Lucius, ma non mi sarei mai aspettata che mi facesse tutto quello. Sapevo che non mi considerava 'figlia sua', non ero niente per lui, ma fece lo stesso male sentire quelle parole uscire dalla sua bocca.

"Padre, per favore." Piansi disperatamente sia per il dolore che per la paura. Volevo scomparire. La sua mano si spostò sul mio collo avvolgendolo.

"Io non sono tuo padre." Urlò premendo sul mio collo e scaraventandomi per terra.

Il terrore non mi faceva muovere un muscolo, da quella posizione potevo vedere Lucius fremere di rabbia, aveva il viso paonazzo, l'espressione di disprezzo e piano piano si avvicinava più a me.

"Mi sei capitata tra i piedi, ho dovuto badare a te e per cosa poi?" Si inginocchiò. "Per cosa?" Urlò. La sua mano si piantò sulla mia nuca, tra i capelli, mi alzò leggermente il viso. Il suo sguardo mi faceva tremare, mi ero abbandonata al piano e sentivo ogni parte del corpo indolenzita. "Non ti volevo in casa mia e non ti voglio tutt'ora. Abbiamo avuto solo pietà di quel sudicio di tuo padre."

Le parole di Lucius mi sembravano lontane, avevo la testa in fiamme e sentivo un ronzio. Le mie pulsazioni erano talmente accelerate che temevo che mi uscisse il cuore dal petto, la mia vista diventò ancora più offuscata. Vedevo Lucius muovere le labbra ma non riuscivo a sentire una sola parola per via del forte mal di testa. Poi ci fu un rumore, spostai lo sguardo sulla porta e vidi Draco.
Sul suo viso lo sguardo di terrore mi fece piangere ancora di più, era immobile, Lucius girò la testa tenendomi ancora per i capelli.

"Cosa cazzo stai facendo?" Sibilò Draco incredulo, fece dei piccoli passi verso di noi tenendo lo sguardo su di me. Ero certa che fosse più spaventato per il mio viso, se potevo immaginare il mio aspetto in quel momento, probabilmente avevo il viso completamente viola.
"Cosa le hai fatto?" Continuò a camminare fino ad arrivare alle spalle del padre.

"Vattene, non sono affari tuoi!" Gli rispose Lucius, la sua stretta si fece più forte e io gemetti dal dolore. Improvvisamente Draco assunse un'espressione di disgusto e afferrò Lucius dalle spalle. "Che cazzo le hai fatto?" Urlò gettandolo a terra lontano da me.
La sua voce mi fece chiudere gli occhi mentre la mia testa sbatteva per terra, il dolore era incommensurabile, con la faccia schiacciata sul pavimento vedevo Draco avventarsi sul padre, gli assestò un pugno in pieno viso, poi il secondo. Lucius non si mosse, era sdraiato per terra con le braccia lungo il suo corpo. Cercai di rimanere sveglia, cercai di obbligare il mio corpo ad alzarsi ma senza risultato, ebbi un'altra fitta alla testa e chiusi gli occhi perdendo i sensi.

Io non sono tuo padre.

Non vorrei mai una figlia come te.

Mi sei capitata tra i piedi.

Dicono che le parole fanno più male di uno schiaffo, poteva anche essere vero per qualcuno, le parole fanno male; si insinuano nella testa e non ti fanno pensare. Le senti e le risenti, le pensi, ti uccido dentro, ma non ero del tutto d'accordo con quella frase: gli schiaffi provocano più dolore, non solo fisico, non solo perché sono stati a contatto con la tua pelle e ti hanno lasciato il segno, no. È il dolore mentale che ti scava dentro e ti mangia, è il pensiero di esserti sentita al sicuro con qualcuno ma che in un secondo ti toglie tutto quello in cui credevi. Uno schiaffo ti spoglia di dignità, ti logora di vergogna senza che tu abbia fatto nulla. È la sensazione di come ti senti dopo averlo ricevuto, vuota, imbarazzata, senza parole...

Aprii gli occhi, sentii un fischio acuto che mi obbligò a richiuderli e riaprirli poco dopo, la testa mi pulsava forte, sentii qualcosa di morbido sotto il mio corpo; un'altra fitta alla testa e come se potesse aiutarmi, strofinai il viso su ciò che avevo sotto la testa. Spostai lo sguardo in alto pentendomene subito dopo, mi facevano male persino gli occhi. Qualcosa di caldo venne a contatto con la mia pelle, ignorando il dolore alzai gli occhi ancora una volta e vidi Draco. Era semi seduto sul letto, appena i nostri sguardi si incontrarono mi accennò un sorriso, cercai di ricambiarlo senza pensare che potesse venire fuori più una smorfia che un sorriso.

"Ti sei svegliata!" Mormorò, chiusi gli occhi e mi lasciai andare a quel tocco caldo sulla pelle della mia guancia, mi sentii rilassata e al sicuro proprio come quando  stavo tra le braccia di Draco.

La mia mente ripercorse gli avvenimenti: Lucius era tornato a casa ubriaco e aveva picchiato Dobby.
Dobby. La paura si fece spazio in me facendomi alzare di scatto, mi maledii per il fortissimo dolore che provavo dalla testa ai piedi.

"Ei piano, non alzarti così." La voce di Draco era calma ma allo stesso tempo il suo tono sembrava preoccupato. Mi appoggiò due mani sulle spalle e si fece più vicino a me.

"Dobby? Dov'è Dobby?" Mi sentii la gola a fuoco, avevo la voce rauca. Mi guardai intorno e capii che ci trovavamo nella mia stanza, spostai lo sguardo sulla finestra e il buio incombeva.

"Grace, non devi agitarti. Dobby sta bene!" Mi rassicurò Draco, la sua mano si spostò sulla mia testa e l'accompagnò sul suo petto, stringendola.

Cominciai a piangere facendo aumentare le fitte alla testa, ricordavo a malapena cosa fosse successo dopo la prima botta. I frammenti di quella sera non mi aiutavano a ricostruire il tutto, cercai di ricomporre le parole di Lucius ma non era facile con i dolori lancinanti che provavo.

"Grace, è finita. Sei al sicuro." Draco aveva cominciato a dondolarsi leggermente tenendomi la testa sul petto. Dopo un po' mi aiutò a sdraiarmi e fece lo stesso anche lui, mi appoggiò dolcemente il capo sul cuscino e si mise distese difronte a me. Lo guardai e notai che aveva un livido violaceo sotto l'occhio sinistro, lentamente alzai la mano e gli passai sopra un dito, distorse le labbra per il dolore e non disse niente. Aveva i capelli tutti spettinati, mi guardava con dolcezza e al contempo con tristezza. Probabilmente avevo un aspetto davvero terribile.

"Draco..." non ero sicura che la voce mi fosse uscita, mi prese la mano e se la portò alle labbra, lo vidi chiudere gli occhi e baciarmi le nocche, capii da quel gesto che mi aveva sentita. Più lo guardavo più combattevo con la voglia di chiudere gli occhi e dormire, volevo rimanere con lui, non volevo che andasse via. "Non andare..." bisbigliai prima di chiudere gli occhi e vedere completamente nero.

Spazio autrice:
Ho letto che avevate molte teorie sulla fine del capitolo precedente, beh che ne dite? Vi ho lasciato a bocca aperta?
Ci tengo a questo capitolo poiché lo sento un po' personale, un po' mio ecco.
Avevo pensato di andare un po' più sul leggero con ciò che ha fatto Lucius ma non avrebbe più avuto il senso che volevo dare a questo capitolo. Comunque, spero vi piaccia e vi ricordo di aggiungere la storia all'elenco di lettura in modo da rimanere aggiornati ad ogni nuovo capitolo.

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