Capitolo 44.

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Draco's POV

Avevo accompagnato mia madre nella sua stanza per riposare un po'. Ero rimasto tutta la notte in piedi, seduto sulla poltrona davanti la porta della stanza, tentato di sfondare quella maledetta porta e controllare se stesse bene.

Mia madre voleva lasciare che fosse suo zio a dirle tutta la storia, era giusto. Lui era l'unico familiare che le rimaneva, nessun altro poteva rispondere alle domande che l'avevano accompagnata per anni.

La casa era completamente silenziosa, l'unico rumore proveniva dal vento all'esterno. Mi alzai dalla poltrona e mi avvicinai al comodino aprendolo, la collana di Grace era sul fondo del cassetto, la presi.

Grace aveva bisogno di qualcuno, aveva bisogno di mia madre. Non doveva pensare, neanche un momento, che l'avesse abbandonata, che le avesse mentito senza un motivo valido. Sapevo che non appena Grace avesse visto quella collana, si sarebbe ricordata di tutto il bene che le voleva mia madre e viceversa. Così uscì dalla mia stanza e rimasi in piedi davanti la porta di Grace, deglutii sperando che dormisse; non volevo che mi vedesse, non volevo affrontarla solo per trattarla come avevo già fatto.

Appoggiai la mano sulla maniglia e la spinsi giù, era chiusa a chiave. Presi la bacchetta dal mio fianco e la puntai sulla maniglia.

"Alohomora." Sussurrai sentendo poco dopo la serratura scattare. La porta si spalancò e la chiusi alle mie spalle.

Grace dormiva, notai le sue sopracciglia un po' aggrottate, come se si fosse addormentata pensierosa. Aveva lasciato una candela accesa sulla scrivania ma prima di andare a spegnerla, avvicinai la mano al comodino e lasciai la collana su di esso.

Guardai Grace di nuovo, era di una bellezza disarmante. Non gliel'avevo mai detto.

Cercai di reprimere la rabbia che mi aveva accompagnato in quei giorni, avevo cercato di allontanare quei pensieri che mi rendevano nervoso. Per quanto volessi dimenticare, non riuscivo a farlo.

Mi sentivo come se avessi perso, come se avessi fallito nel mio intento. Sarei dovuto rimanere lontano da lei e,probabilmente, per colpa mia si era spinta tra le braccia di Potter senza sapere le sue vere intenzioni.

Sapevo cosa provasse lei nei miei confronti, magari aveva solo cercato di sostituirmi fallendo miseramente. Qualsiasi ragionamento facessi, mi faceva ribollire dalla rabbia. Lui non avrebbe dovuto toccarla, immaginare le sue sporche mani su di lei mi rendere solamente geloso.

Mi avvicinai alla scrivania per spegnerle la candela quando i miei occhi si posarono sopra un foglio di pergamena. Lo presi tra le mani e lo lessi.

Cara Grace

Spero che le tue vacanze stiano andando bene anche se ne dubito in quella casa così... strana.
Comunque, mi dispiace per l'ora ma ho qualcosa da dirti.

Ti andrebbe di passare gli ultimi giorni della vacanze qui con noi alla tana?

Spero di ricevere una risposta positiva, tranquilla prenditi tutto il tempo che vuoi.

Harry Potter

P.s Hermione è qui.

Non appena lèssi quelle parole le mie dita si arricciarono sul foglio stropicciandolo leggermente. Quel mezzosangue non aveva intenzione di mollare, e il fatto che tutti sapessero che Grace fosse la mia sorellastra non aiutava. Potter poteva avere il passaggio libero, senza intoppi. Non avrebbe mai pensato che ci fosse anche il mio interesse in mezzo.

Appoggiai sulla scrivania il foglio e presi a camminare verso la porta prima di fermarmi di colpo per via di un sospiro pesante da parte di Grace. 
Mi voltai e la vidi ancora con gli occhi chiusi, velocemente spensi la candela e uscì dalla sua stanza.

Dovevo assolutamente trovare un modo per tenere lontano Potter da Grace.

Grace's POV

Mi svegliai lentamente, sentii la voce di Narcissa provenire dal piano di sotto. Mi alzai mettendomi seduta e mi strofinai gli occhi per via della luce che penetrava dalle finestre. Dimenticavo sempre di tirare la tenda.

Dopo essermi lavata la faccia e i denti, rientrai nella mia stanza. Cominciai a sistemare la scrivania dai fogli, penne e buste. Misi la lettera di Harry nel primo cassetto della scrivania e andai a rifare il letto. L'occhio mi cadde sul comodino, un oggetto con un colore sgargiante catturò la mia attenzione.

Era la mia collana.

Era il regalo di Narcissa a cui tenevo tantissimo, per anni avevo versato lacrime per averla persa. Non riuscivo a trovarla da nessuna parte e adesso era lì, davanti a me. Nelle mie mani.

Scesi al piano di sotto e vidi Draco e Narcissa seduti a fare colazione.

"Buongiorno." Dissi avvicinandomi piano a Narcissa. Draco teneva lo sguardo sul suo piatto.

"Oh tesoro, come hai dormito?" Mi chiese la donna alzandosi dal suo posto. Ci incontrammo proprio alle spalle di Draco.

"Narcissa, ho trovato questa stamattina sul mio comodino. L'hai messa tu?" Le chiesi a bassa voce, lo sguardo di Narcissa cadde nella mia mano, confuso.

"Mh no tesoro, l'abbiamo cercata per così tanto tempo." Rispose con una mano sul petto. "Forse un elfo domestico..." disse tornando al suo posto a capo tavola, la seguii e mi sedetti di fronte a Draco con la collana ancora nel palmo della mano.

"Beh, l'importante è averla trovata." Le sorrisi. Con la coda dell'occhio vidi Draco storcere la bocca come per nascondere un sorriso.

Qualcosa dentro di me, mi diceva che forse era stato un ragazzo biondo ad aver trovato la collana.

Rimasi tutto il giorno sul divano, fuori la neve cadeva e quell'atmosfera mi faceva stare tranquilla. Avevo sempre amato la neve, soprattutto a Villa Malfoy. L'immenso giardino, ogni anno, si ricopriva di un manto bianco diventando un paradiso per ogni bambino.

"Forse potresti chiedere a Draco di aiutarti, mh?" Narcissa si chinò alla mia altezza e mi accarezzò la testa coperta dal cappello. Guardammo Draco in lontananza costruire un piccolo fortino con la neve.

"Ma lui non vuole giocare mai con me." Le dissi dispiaciuta, Narcissa mi prese le mani coperte dai guanti e mi voltò, i suoi occhi incontrarono i miei.

"E tu insisti, è come se fosse tuo fratello. Vi divertirete insieme." Narcissa mi sorrise e mi voltai a guardare il bambino più biondo che io avessi mai visto. Feci scivolare le manine via da quelle di Narcissa e mi avvicinai saltellando a Draco.

"Che fai?" Gli chiesi guardandolo prendere un po' di neve e spiaccicarla sul fortino.

"Non sono affari tuoi." Rispose senza guardarmi.

"Giochiamo insieme?" Mi piazzai davanti a lui.

"No. Vattene." Urlò.

"Vuoi fare un pupazzo di neve con me?"

Draco senza rispondermi, mise sù uno sguardo arrabbiato e mi spinse dalle spalle. Caddi sulla neve sbattendo la testa sopra una radice di un vecchio albero con tutti i rami spogli.

"Draco!" Urlò Narcissa, lo guardai in malo modo e mi alzai toccandomi l testa. "Grace, Grace, vieni piccola andiamo." Narcissa mi prese in braccio.

Non piansi, avevo solo un broncio e guardavo Draco con tutto il rancore possibile di una bambina di sette anni.

Quel piccolo ricordo mi fece spuntare un sorriso, non avevo mai pianto da bambina, le uniche volte erano state quando Draco mi chiudeva nei sotterranei e quando un paio di anni dopo, mi bloccò sul pavimento e con un pezzo di vetro mi aveva inciso la parola che più odiavo al mondo: bastarda.

Involontariamente alzai la manica del pigiama e passai le dita sulla cicatrice ormai bianca. Rivivere quel momento non era la cosa più intelligente da fare.

Se Narcissa e Lucius fossero stati sinceri fin dall'inizio, quella parola non mi sarebbe stata attribuita ne tanto meno incisa sulla pelle.

La figura di Draco entrò nella mia visuale.

"Che fai?" Mi chiese. Aveva lo sguardo puntato sul mio braccio, nei suoi occhi c'era una scia di dispiacere.

Abbassai la manica e presi il libro che avevo precedentemente appoggiato sul tavolino.

"Niente." Mormorai indifferente.

Il suo comportamento del giorno prima, mi aveva solamente fatto capire che dovevo avere più rispetto per me stessa, che dovevo vivere senza pesi, senza preoccupazioni e soprattutto dovevo vivere libera. Amare una persona non vuol dire sottomettersi ad essa.

"Se avessi saputo prima... io non ti avrei fatto quello-" indicò il braccio.

"Non te l'ho chiesto." Gli sorrisi, lo vidi irrigidirsi.

"Cosa ti prende?" La sua voce cambiò totalmente in pochissimi secondi. Era autoritario, serio e quasi scocciato.

"Niente." Abbassai di nuovo gli occhi sul libro, fingendo di leggere. Lo sentii sospirare.

"Grace-"

"Draco!" Lo bloccai guardandolo. "Non hai da chi andare?" Gli chiesi arricciando le labbra per la noia.

Senza riuscire a capire cosa stesse succedendo, Draco si chinò su di me e mi prese il viso con una mano.

"Lasciami, stronzo." Urlai spingendolo via, indietreggiò di qualche passo e mi alzai per non rimanere incastrata tra lui e il divano.

"Non esagerare, tesoro." Un ghigno crebbe sul suo viso.

"Io non sono il tuo tesoro, non voglio prendere il posto di Pansy." Ridacchiai buttando il libro sul divano, uscii velocemente dalla stanza prima che potesse fermarmi.

Spazio autrice
Buonasera girls. Come state? Come avete passato San Valentino?
Contente di questo piccolo cambiamento di Grace?
Come sempre, spero vi piaccia e ancora grazie per essere qui a leggere la mia storia❤️

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