Capitolo 53.

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Dovevo assolutamente dire a Draco quello che sapevo: Pansy aveva scoperto di noi.

Non sapevo quanto tempo avevo a disposizione per pianificare qualcosa, anzi, non sapevo proprio cosa fare. Draco era dentro questa storia tanto quanto me.

Bussai alla porta della sua stanza sperando che fosse lì, non l'avevo più visto dopo quello che era successo con Harry.

La porta si aprì rivelando Blaise.

"Ciao, c'è Draco?"

Blaise guardò dentro la stanza e poco dopo si voltò verso di me allontanandosi dalla porta. Entrai e vidi Draco seduto sul suo letto con le gambe aperte e i gomiti sulle ginocchia, aveva una mano sotto il mente e guardava il vuoto.

"Se riesci tu a farlo rinsavire, te ne sarei grato." Disse indicando Draco, sembrava perso nel suo mondo di rabbia, non aveva dato neanche un cenno da quando ero entrata nella stanza. Blaise silenziosamente uscì dalla camera lasciandoci da soli.

"Draco." Mi sedetti accanto a lui, sentivo il suo respiro farsi sempre più pesante. "Dobbiamo parlare." Mormorai alzando una mano per appoggiarla sulla sua spalla ma prima che potessi toccarlo, si scansò rudemente.

"Per quanto ancora continuerai a fare il bambino?" Sbuffai rumorosamente.

"Io sarei il bambino?" Si alzò di scatto con un'espressione arrabbiata. "Tu, permetti, a quell'essere di toccarti e ti aspetti che mi stia bene? No, Grace. Sono letteralmente disgustato." Alzò la voce accompagnata da gesti della mano. Lo guardai con la bocca aperta.

"Calmati!" Dissi a bassa voce, il suo petto si alzava e si abbassava velocemente. Ridacchiò nervosamente sfregandosi il palmo della mano contro la fronte.

"Calmarmi?" Bisbigliò tra una risata, chiuse gli occhi passandosi la lingua nell'interno guancia. "Sai cosa? Non me ne frega, per quanto mi riguarda puoi farti fottere da chiunque tu voglia. Non sei poi così diversa dalle altre." Parlò guardandomi dritto negli occhi. Quelle parole furono, per me, come un pugno allo stomaco. Nonostante sapessi che fosse la sua rabbia a parlare, mi sentii ferita.

"Davvero pensi questo, Draco?" Mi alzai mettendomi davanti a lui. Riuscii a non farmi dominare dall'emozioni così cercai di rimanere più indifferente possibile. "Non ti importa neanche sapere che Pansy ci ha visti sulla torre? È stata lei a mandarci quei biglietti." Lo informai, il suo viso cadde nell'incredulità.

"Cazzo!" Si coprì la bocca con una mano, rimasi in silenzio. "Dovevo immaginarlo." Si ripeté a se stesso, cominciò a camminare dentro la sua stanza.

"Direi che Harry dovrebbe essere l'ultima delle tue preoccupazioni."

Draco si mosse velocemente e mi prese il viso tra le mani stringendolo. La paura mi scavò un buco nel petto.

"Non me ne frega un cazzo se quella cagna sa di noi, l'unica cosa che mi fa impazzire è Potter che ti sfiora. La rabbia mi ribolle dentro, vorrei spaccare quella sua faccia da idiota. Perciò sta' zitta!" Parlò lentamente e rabbioso, rimasi in mobile sconcertata dal suo completamente.

Era come se per una frazione di secondo, avessi davanti Lucius che mi urlava contro. La parte del mio cervello che aveva accantonato quel ricordo, tornò lucida e mi trasmesse paura e dolore.

"Giuro sulla mia cazzo di vita che se sbaglia nuovamente, di lui resteranno solo le ceneri." Ringhiò contro il mio viso.

Mi sentivo paralizzata dalla sua furia e al contempo arrabbiata con lui, non riuscivo a credere che mi stesse trattando proprio come mesi prima.

"Forse è meglio chiudere qui." Gli dissi a bassa voce, sentivo un forte formicolio nella zona che aveva stretto con le mani. Non appena assimilò le mie parole i suoi occhi ebbero un leggero tremolio.

"Mi stai lasciando?" Rise scuotendo la testa.

"Draco, noi non stiamo neanche insieme, non abbiamo mai parlato di... questo." Indicai me e lui. "Tu mi ami?" Gli chiesi, il suo viso tornò serio, le sue labbra si aprirono leggermente e aggrottò la fronte.

Rimasi in silenzio ad ascoltare una sua risposta che non arrivò mai.

"Bene... in fondo, siamo troppo diversi. Me ne vado." Mi sentii le guance bagnate dalle lacrime, il cuore mi batteva forte in petto e lentamente mi avvicinai alla porta. Sperai con tutta me stessa che mi fermasse e si scusasse.

"Grace, aspetta." Mi voltai senza guardarlo. "Io, insomma, perché dobbiamo parlare di questo ora, cioè già litighiamo senza averne parlato, figuriamoci-"

"Hai ragione, per favore, lasciami stare Draco." Uscii dalla sua stanza e poi dalla sala comune senza sapere dove sarei potuto andare.

Draco's POV

"Tu mi ami?"

Pensai a quelle tre parole, avrei mai potuto dare una risposta a quella domanda?

Sapevo di amare Grace, ma quel sentimento non era facile da esternare per me, ero cresciuto con mio padre, da cui avevo imparato a non dire mai come ci si sente.

Avevo dieci anni, io e mio padre stavamo camminando per un sentiero tra gli alberi, facevamo la nostra passeggiata quotidiana.

"Qualsiasi siano i tuoi sentimenti, figliolo. Nascondili, nascondili sempre." Disse guardando davanti a sé con il suo solito bastone nella mano.

"Perché padre?"

"Perché i sentimenti uccidono più te che la persona per cui li provi." Aveva spiegato fermandosi.

Non riuscivo a capire perché dovessi nascondere una cosa che mi faceva stare bene.

"Soprattutto l'amore, non esporre per niente al mondo la tua debolezza, finirebbe per cambiarti in qualcosa che non sei." Disse riprendendo a camminare.

"Continuo a non capire perché non dovrei dire a qualcuno che lo amo." Pensai ad alta voce, mio padre si fermò di nuovo e si abbassò alla mia altezza.

"Arriverà il momento in cui il tuo cuore amerà così tanto una persona da non poterti dare la possibilità di dormire ma, a quel punto, darai l'opportunità ad essa di ferirti, distruggerti, renderti debole. Tu vuoi essere debole, Draco?" Mi chiese.

Scossi la testa. "No, padre, voglio essere forte."

"E lo sarai, sei un Malfoy, la debolezza non fa parte del nostro essere. Non farti rendere schiavo, sii uomo e nascondi ciò che il tuo cuore desidera, solo così non soffrirai." Mi toccò con un dito il petto.

"Ma sarò infelice così."

"Preferisci infelice o debole?" Si alzò in piedi e mi guardò da sopra.

Pensai bene alla mia risposta.

Infelice senza ciò che amavo di più o debole dando così la possibilità di giocare con il mio cuore?

"Infelice, non voglio che nessuno mi spezzi il cuore." Risposi facendo sorridere soddisfatto mio padre.

"Nessuno ti spezzerà il cuore, figlio mio. Siamo Malfoy." Mi appoggiò una mano sulla schiena spingendomi leggermente in avanti e riprendendo a camminare.

Era quello l'insegnamento che mio padre mi aveva dato sull'amore, era l'unico che conoscevo.

Per quanto potessi amare Grace, non avrei sopportato di farmi spezza il cuore, lei non lo sapeva ma aveva quella possibilità. Chi poteva assicurarmi che non l'avrebbe fatto?

"Tu mi ami?"

Le avrei potuto rispondere che l'amavo, le avrei potuto dire che per la prima volta, provavo qualcosa che non fosse odio, ma sarei stato debole.

Dare a qualcuno la possibilità di ucciderti dentro alimentava solo la paura, ed io ero terrorizzato a morte da quell'idea. Sapevo che Grace voleva sentirsi dire un 'sì' secco, sincero, ma non potevo; non dovevo permetterle di rendermi debole.

Grace's POV

Il giorno dopo, mi ritrovai a lezione di Babbanologia con i Grifondoro. Ero rimasta sveglia tutta la notte e ciò non mi aveva aiutata a scrollarmi di dosso le parole di Draco.

Hermione era seduta accanto a me ed era come se sentisse il dolore che provavo in quel momento. Non aveva provato a parlarne, rimaneva al mio fianco senza dire una parola ed era il miglior supporto che io potessi chiedere.

Il giorno della festa organizzata dai Grifondoro era arrivato, Harry si era rimesso e insieme a Ron avevano unito i nostri banchi per parlarne.

"Vi prego, lasciate Neville nella sua stanza." Si lamentò Ron.

Draco era seduto proprio sopra i noi con Blaise e sicuramente stava ascoltando la nostra conversazione.

"Poveretto, vuole solo degli amici." Gli dissi a bassa voce facendogli alzare gli occhi al cielo.

"Ronald, sei davvero insensibile." Hermione aveva uno sguardo severo sul viso.

"Stasera alle 23:00 al solito posto." Bisbigliò Harry.

Hermione si era lamentata della paura di essere scoperti mentre Ron ad ogni parola della ragazza alzava gli occhi al cielo.

Quei due erano davvero incompatibili.

Dopo le lezioni, rimasi nel tavolo della Sala Grande con loro. Fred e George non facevano altro che dire quanto la loro festa avrebbe spaccato.

"Sicuro ragazzi, sarà fantastica!" Gli sorrisi.

Hermione mi era rimasta attaccata tutto il tempo, anche mentre andavo in bagno. Diceva che sapeva che stessi male e voleva rimanere accanto a me.

"Sto bene, è solamente un momento no.." le avevo detto cercando di farla stare tranquilla.

Con la sera, all'orario stabilito, mi presentai nella sala comune di Grifondoro, questa volta era Hermione che mi aspettava fuori dal grande dipinto.

Entrammo nella piccola saletta e la musica era già abbastanza alta.

Avevo pensato di non andare a quella festa, mi sentivo davvero male per ciò che era successo con Draco, pensavo continuamente a lui e alle sue parole.

"Eccoti!" Harry si palesò davanti a me guidandomi verso George che si occupava della musica. Notai che c'erano ragazzi che non avevo visto l'ultima volta, erano quasi tutti dei Tassorosso.

"Chi sono quelli?" Mi avvicinai all'orecchio di Harry urlando per sovrastare la musica, gli feci cenno verso quei ragazzi che sembravano totalmente a loro agio.

"Oh, miei amici." Rispose alzando le spalle. Si avvicinò a George dicendogli qualcosa nell'orecchio poi si voltò verso di me e mi fece cenno di raggiungerlo.

"Cosa succede?" Gli chiesi a voce alta, George si fece da parte e la mano di Harry raggiunse la mia.

"Cantiamo!" Sorrise divertito.

"Assolutamente no!" Urlai sorridendo.

"Avanti, Grace. Sarà divertente."

Se solo avessi avuto la voglia di divertirmi...

Harry prese la sua bacchetta e la punto al mio collo. "Avanti, canta!"

Quasi tutti guardavano noi due, mi sentii in imbarazzo e non volevo sembrare antipatica, mi dedicai al canto insieme ad Harry. Gli studenti andavano a tempo con le mani, vedevo Hermione ridere come un pazza e Ron indicarmi mentre parlava con un ragazzo.

Finimmo di sgolarci e tornammo dagli altri. Nonostante la nuvola nera di malumore che mi aveva accompagnata per tutto il giorno, mi ero divertita.

A fine serata, Harry si offrì di accompagnarmi fin ai sotterranei, Hermione era già crollata da un'ora e Ron inveniva contro i due fratelli per averla fatta bere.

"Andiamo dai, si è fatto tardi!" Mi disse Harry appoggiandomi una mano sulla schiena, cominciammo ad incamminarci.

"Grace, so che non posso cancellare quello che è successo... però, davvero sono dispiaciuto per essere stato troppo invadente..." girammo un angolo per sbucare in un altro corridoio.

"Lo so, Harry. Non preoccuparti, so che non l'hai fatto con cattive intenzioni." Gli assicurai toccandogli il braccio.

Poco dopo arrivammo davanti la porta della mia sala comune e se ne andò solo quando entrai completamente dentro. Mi sentiva stanca e morivo dal sonno, mi avviai verso il dormitorio femminile e vidi una busta per le lettere sul mio cuscino con un piccolo pacco nero accanto.

Spazio autrice
Mi dispiace per l'attesa, non sapevo proprio cosa scrivere. Ho cercato di allungarlo il più possibile quindi scusate se fa 💩.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro