Capitolo 56

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Attenzione
Lo scrivo in qui sopra dato che non sempre viene letto lo spazio autrice.
Allora chiariamo una cosa, la storia è spinta, ha scene di sesso, violenza, parolacce. Io ho avvertito fin dall'inizio ecco perché sto usando il bollino rosso, quindi se le scene sono troppo forti per voi, andate avanti o non leggete la storia, è semplice.
Non siete obbligate a leggerle, detto questo, non voglio sembrare antipatica ma vi dovete decidere; o vi leggete la storia spicy o vi leggete storie più leggete.
Non cercate quello che non siete in grado di sopportare😉

~

Incontrai Hermione davanti l'aula di Incantesimi, nel tragitto avevo sentito alcune ragazze Serpeverde che parlavano di Pansy che era finita in infermeria per la seconda volta.

"Ei, ma dov'eri finita? Pensavo di vederti a colazione stamattina." Parlò a bassa voce, stringeva un libro,dall'aspetto pensate, sul petto mentre facevamo il nostro ingresso in aula.

Inaspettatamente la notte precedente e le immagini di quella mattina mi passarono davanti facendomi deglutire.

"Non avevo tanta fame, tu come stai?" Le chiesi riportandole alla memoria la notte della festa.

"Oh, beh, meglio... sai non sono abituata a bere." Rispose imbarazzata. Mi avvicinai più a lei mentre prendevamo posto.

"Sai, Ron si è arrabbiato tantissimo con i suoi fratelli." Alzai un sopracciglio guardandola, lei alzò gli occhi al cielo senza dire una parola. "Secondo me gli piaci." Ridacchiai aprendo il libro di Incantesimi.

"Smettila, non è vero. Siamo... amici." Vidi le sue guance cambiare colorito, la spinsi leggermente con la spalla e aspettammo l'arrivo del professore Vitious.

"A proposito, hai sentito? Pansy Parkinson è finita in infermeria, qualcuno le ha rotto il naso." Disse scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

"Se l'è meritato, fa la stronza con tutti." Dissi visibilmente infastidita. Hermione mi lanciò un'occhiata confusa mentre il professore entrava in aula.

Il mese di Marzo era alle porte, si assaporava un leggero sole che riscaldava l'aria ancora un po' fredda. Avevamo un'ora libera, io, Hermione, Ron ed Harry eravamo insieme a Fred e George in uno dei cortili del castello; le piante che si arrampicavano sulle mura avevano dei piccoli boccioli pronti a sbocciare.

"Dovreste passare l'estate alla tana quest'anno." Disse George mente vendeva ad un ragazzino del primo anno un masticante che ti faceva uscire il fumo dalle orecchie. Il sole ci riscaldava le schiene mentre eravamo seduti.

"Ha ragione, potremmo divertirci." Continuò Fred prendendo i soldi dal fratello e mettendoli in tasca.

Deglutii nervosamente al pensiero della reazione di Draco se fossi andata con loro, probabilmente sarebbe venuto a portarmi via.

"Avete visto il compito che ci ha dato Piton? È fuori di testa, io non ricordo neanche di aver mai letto quelle cose." Si lamentò Ron al mio fianco.

Sorrisi sotto i baffi, se Ron avesse saputo che Piton era mio zio, probabilmente gli sarebbe venuto un infarto.

"Solo perché non ti degni di studiare, Ronald." Hermione parlò con voce sprezzante e mi guardò come per scusarsi da parte di Ron.

"Sta' zitta, se continui a stare col muso sui libri finirai per essere zitella a vita." Ronald rise della sua stella battuta, i suoi fratelli lo guardarono come a dire 'serio?', Hermione abbassò gli occhi per terra ed Harry scosse la testa. "Che c'è? Che ho detto?" Aggrottò le sopracciglia confuso della reazione degli altri.

"Ma ti sembra il caso?" Fred gli mormorò all'orecchio spingendolo leggermente.

Una testa bionda semi nascosta dietro ad un pilastro attirò la mia attenzione, Draco mi guardò e mi fece segno di seguirlo, lo vidi cominciare a camminare. Guardai gli altri che erano impegnati a sentire Ron scusarsi con Hermione.

"Io devo andare, ci vediamo più tardi?" Guardai Hermione e le accarezzai la spalla. I ragazzi annuirono e presi lo zaino, seguii il percorso di Draco che era scomparso in uno dei tanti corridoi. Rimasi ferma cercando di capire dove potesse essere andato.

Una presa sul braccio mi tirò in un angolo nascosto del corridoio, mi voltai col cuore in gola ritrovandomi con la schiena sul muro.

"Eccoti." Draco mi guardò con un sorriso. Mi alzai sulle punte lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra. "Mi sei mancata, non mi piace vederti in mezzo a quelli." Sussurrò accarezzandomi la guancia. Le farfalle nel mio stomaco presero a svolazzare.

"Sei geloso?" Draco mi fissò seriamente per qualche secondo prima di annuire in silenzio.

"Vieni, voglio farti vedere una cosa." Mi prese per mano, uscimmo dal nostro nascondiglio e notai che si guardava intorno per vedere se ci fosse qualcuno. Sentii come un pugno allo stomaco per ciò che aveva fatto, sapevo che ancora nessuno conosceva la verità sulla mia famiglia, ma da qualche parte dovevamo cominciare, no?

"Dove stiamo andando?" Gli chiesi dopo aver percorso tre corridoi, una rampa di scale ed essere saliti al quinto piano.

"Vedrai, ti piacerà." Disse continuando a camminare. 

Arrivammo davanti una porta di legno ben nascosta in un angolo, Draco si mise al mio fianco e lo guardai confusa.

"Aspetta," disse prima che potessi aprire la porta, si sciolse la cravatta e mi bendò gli occhi in modo che non vedessi. Il cuore mi batteva forte, amavo quella parte di Draco. "È una sorpresa." Mormorò alle spalle nel mio orecchio, un brivido mi percorse la schiena fino alla radice dei capelli.

"Draco..." respirai più pesantemente quando dalle mie spalle mise le mani sui fianchi facendomi camminare, sentii il tonfo della porta che veniva aperta e mi fermai.

"Tranquilla, ti guido io!" Bisbigliò dolcemente, misi un piede avanti con riluttanza e sentii un rumore di ferro sotto di esso.

"Draco, cos'è?" Mi tirai indietro andando a sbattere contro il suo petto, non rispose e mi spronò a camminare. Mi fece fermare dopo pochi passi e drizzai le orecchie sentendo il cigolio della porta e nuovamente quel tonfo, segno che era stata richiusa.

Le mani di Draco sfiorarono i miei capelli e sciolse il nodo della cravatta dietro la mia testa, ansiosa portai le mie mani su di essa togliendola.

I miei occhi si abituarono alla luce che entrava dalle finestre, era una specie di stanza con grande vetrate, dei rami provenienti da delle piante si arrampicavano sui muri, c'erano fiori ovunque. Era come una piccola serra.

"Ti piace?" Mi avvolse le braccia intorno alla vita, appoggiai la testa sul suo petto e sorrisi.

"È bellissimo!" Parlai, mi accorsi che sul pavimento c'era una tovaglia distesa con un cestino di mele, ciocco rane e altri dolciumi.

"Vieni." Mi spostò verso la tovaglia, Draco si sedette con eleganza, i pantaloni si strinsero sulle sue gambe per via della posizione, lo guardai sbottonarsi la toga e togliersela di dosso. "Finito di ammirare?" Un ghigno si fece strada sul suo viso, mi sedetti di fronte a lui e prese una ciocco rana.

"Grazie." Sussurrai con un sorriso.

"Allora ricordavo bene." Sorrise scuotendo la testa.

"Cosa?" Chiesi dando un morso al cioccolato.

"Che vai matta per il cioccolato." Rispose, il cuore mi saltò in gola.

Era vero, da bambina mangiavo quantità industriali di cioccolato, capitava che scendessi in cucina nel cuore della notte solo per mangiarne un po'.

"Comunque, ho sentito che Pansy è di nuovo in infermeria, devo pensare che sia opera tua?" Mi chiese divertito mentre mordeva una mela. Alzai gli occhi al cielo.

"Beh non ha ancora capito che deve lasciarmi in pace." Draco sembrava divertito da tutta quella situazione.

"Sei pazza, piccola Grace." Mi prese una mano tirandomi più vicino a lui, mi fece sedere tra le sue gambe. La sua colonia mi portò a strofinare il viso contro il suo collo, mi sistemai meglio e le sue braccia avvolsero il mio corpo.

"Lo sai che Piton mi ha detto il mio vero cognome?" Gli chiesi giocherellando con la spilla che avevo attaccata sulla toga.

"Ah sì?" Mi guardò incantato, io annuii con un sorriso.

"Cadogan, Grace Cadogan." Dissi fiera, un sorriso si fece strada sul suo viso facendomi battere il cuore.

"Mh, mi piace come suona." Disse inclinando la testa. Gli lasciai un bacio sul collo, la sua mano si posò sulla mia coscia nuda accarezzandola dolcemente.

Mi sentivo al sicuro, come se lui fosse il mio posto nel mondo, avevo sofferto così tanto che non credevo fosse possibile trovare la mia pace interiore; invece eccola lì. Draco aveva quella naturalezza che mi faceva stare bene, era difficile dirlo se lo si conosceva da poco tempo, ma in fondo era come Narcissa: buono e gentile.

"Sono contento che tu abbia scoperto chi sei." Mormorò contro la mia fronte, mi baciò dolcemente.

Non volevo trovarmi in nessun altro posto, le sue braccia erano la mia casa, ero contenta di essere rimasta accanto a lui nonostante tutto. Draco mi faceva bene, era l'altra metà di me, del mio cuore.

"Così, sei bravo a scrivere lettere, Malfoy." Lo presi in giro dandogli un buffetto sulla guancia, Draco alzò gli occhi.

"Sono bravo anche in altro." Disse cambiando discorso, ridacchiai e mi strinsi più a lui.

"Hai aperto il mio regalo?" Mi chiese guardandomi il collo. Avevo completamente dimenticato quella scatola e un senso di colpa si fece spazio nel mio petto.

"Veramente no..." dissi alzandomi e prendendo lo zaino, l'avevo messa lì dentro per trovare l'occasione di aprirla. Frugai dentro lo zaino e la tirai fuori tornando tra le gambe di Draco, appoggiai la schiena contro il suo petto e lui appoggiò il mento sulla mia spalla.

Aprii la scatola e mi sentii un nodo alla gola, era una collana con un pendente a forma di cuore, aprii il ciondolo e trovai un pezzo di pergamene con scritto 'tu.' Confusa mi voltai a guardarlo.

"Cosa vuol dire 'tu'?" Gli chiesi mordicchiandomi l'intendo guancia, Draco prese le mie mani.

"Tu con i tuoi grandi occhi azzurri, tu con la forza di amare questo essere buio e vile," mi baciò le mani, "tu con il sorriso più bello. Tu, sempre e solo tu." Disse guardandomi, non riuscii a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, mi sentivo la gola secca e il cuore pomparmi più forte che mai nel petto.

Era la mia fortuna.

Appoggiai la fronte sulla sua chiudendo gli occhi per impedirmi di piangere, le mie mani lasciarono le sue e raggiunsero il suo viso. "Ti amo, Draco!" Dissi con la voce spezzata. Avvolse le braccia intorno alle mie spalle portandomi tra le sue gambe.

"Sei il mio sole, piccola Grace."

Spazio autrice
Volevo farvi gli auguri anche qui❤️
Oggi ero in vena di 'dolcezza'.
Quanto mi piacerebbe essere al posto di Grace :(

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