Capitolo 65.

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Ecco un altro disegno di theeyeofuniverse . Non è bellissimo? Sono senza parole.

Questo invece è di @sonounfuckingclow
Disegnato a mano. Adoro.

Vi lascio il mio profilo Instagram ❤️
HarryPottahpovss

Raggiunsi le scale per scendere dalla torre di astronomia, mi sentivo gli occhi bruciare e la gola secca. Riuscii a scendere ogni scalino, continuavo a tirare su col naso mentre mi incamminavo verso la mia sala comune, volevo immediatamente raggiungere il mio letto e starci giorni interi.

Draco aveva deciso che di lasciarmi, diceva che voleva fare pace col suo passato; perché?
Sembrava così convinto di stare con me, mi aveva raccontato tutto quello che gli aveva fatto più male. Pensare che quella ragazza, Adeline, lo avesse ridotto in quel modo mi rendeva ancora più triste.

Superai la Sala Grande molto velocemente, non avevo nessuna intenzione di farmi vedere dai miei amici in quelle condizioni.

"Grace!" Una voce mi fece fermare di colpo prima che voltassi l'angolo per imboccare un corridoio. "Grace, dove vai?" I passi si avvicinarono lentamente. Mi voltai indietro.

"A dormire." Tenevo gli occhi bassi.

"Non mangi?" Harry mi guardò con sospetto.

"No." Risposi secca.

"Perché? Che succede?" Si avvicinò di più cercando di guardare il mio viso.

"Mi stai interrogando per caso? Lasciami in pace." Sputai alzando il viso, il viso di Harry cadde nell'incredulità, mi guardava a bocca aperta e fece per accarezzarmi il viso con la mano, mi spostai velocemente guardando di lato.

"Che cosa è successo, Grace?" I suoi lineamenti si indurirono, la sua mascella si scolpì e negli occhi aveva un bagliore di severità.

"Niente." Risposi riprendendo a camminare, sentii la sua voce riecheggiare nei corridoi chiamare il mio nome, non mi voltai.

Raggiunsi velocemente la sala comune chiudendo la porta alle mie spalle, non c'era nessuno, mi diressi verso la mia stanza e mi spogliai velocemente entrando poi in doccia.

Non mi guardai allo specchio, avevo paura di vedere il mio riflesso. L'espressione di Harry mi aveva già dato la certezza del mio viso martoriato dal pianto.

Se pensavo a Draco scoppiavo a piangere, provavo rabbia, delusione e soprattutto odio; e quest'ultimo sentimento lo provavo per me stessa. Se solo fossi stata più forte, avrei potuto evitare di legarmi così tanto a lui. Dovevo assolutamente aspettarmi una cosa del genere, Draco non era predisposto alle relazioni lunghe e soprattutto serie; era sempre stato un ragazzo sbarazzino, a cui importava solamente di se stesso.

Come aveva potuto abbandonarmi in quel modo?

Era l'unica domanda che mi ronzava in testa e a cui non sapevo dare una risposta.

Dopo la doccia mi infilai sotto le coperte, ricominciai a piangere immaginando il tocco di Draco sulla mia pelle, erano passate un paio d'ore e già mi mancava come l'aria. Mi addormentai con la faccia sul cuscino imbevuto delle mie lacrime.

Stavo percorrendo le sponde del Lago Nero, il sole non era ancora sorto e l'aria gelida del mattino mi solleticava la pelle del viso e del collo. Indossavo un vestito lungo nero e mi accorsi di essere senza scarpe, mi guardai intorno confusa e notai sulle rocce, poco più in là, due figure.

Mi avvicinai a loro in silenzio mentre i miei piedi schiacciavano l'erba fredda provocandomi brividi di freddo. Arrivai davanti un albero, mi nascosi dietro di esso e guardai le figure; piano piano presero forma.

Era Draco con una ragazza.

Cercai di sforzare la vista per guardare bene lei ma la sua forma era strana, come sbiadita, dovetti avvicinarmi ancora di più. Finalmente riuscii a guardarla meglio.

Era una ragazza poco più alta di me, quasi arrivava all'altezza di Draco. Aveva i capelli che le arrivavano sopra le spalle ed erano di un biondo, leggermente più scuri di quelli del ragazzo.

Erano seduti l'uno accanto all'altra, le loro mani intrecciate e poste sulle gambe di Draco. Lei aveva un bellissimo sorriso stampato sul viso e guardava Draco con gli occhi dell'amore; lui invece sembrava assente, perso nei suoi pensieri. Aveva gli occhi su di lei ma non la guardava, vidi lei appoggiare la testa sulla spalla di Draco.

"Non lasciarmi mai." Disse lei, la sua voce era leggera e soave. Draco non rispose, fissava il vuoto dietro le spalle di lei. "Draco, ti prego, promettimelo." Lei alzò la testa e guardò lui con le lacrime agli occhi.

Non capivo perché vedessi quel momento, che fosse un sogno?

"Adeline, non ti amo più." Rimasi pietrificata sentendo la voce di Draco, essa gli uscì dalla bocca con un tono rauco è stanco. Quella era lei, la ragazza che aveva spezzato il cuore di Draco.

Mi avvicinai per sentire meglio, posai i piedi in un punto che fecero piegare dei bastoncini. Guardai i due che voltarono la testa verso di me, Draco sembrava essere tornato sé stesso, lo sguardo assente che gli aveva dipinto il viso fino a quel momento scomparve.

"Grace." Il mio nome uscii come un mormorio dalle labbra di lui, come se fosse contento di vedermi. "Che ci fai qui?" La ragazza guardò Draco e poi me, alzandosi e liberando la sua mano da quella di Draco.

"Io-io non lo so." Risposi arrossendo. Adeline, l'ex ragazza di Draco cominciò ad avanzare verso di me ma prima che potesse arrivare a pochi passi dalla mia postazione, tutto sparì.

Mi alzai dal letto con il fiatone, mi sentii completamente sudata e appiccicosa.

Che cosa voleva significare quel sogno? E perché avevo sognato Adeline?

Infilai le pantofole e uscii dalla stanza in silenzio, Gemma e Lily dormivano a profondamente. Mi avviai verso la sala comune senza sapere che ore fossero. Non appena entrai, vidi qualcuno seduto sul divano in pelle verde, continuai a camminare, avevo bisogno d'aria, mi mancava il respiro in quei sotterranei.

"Grace?" Una voce mi fece fermare. Possibile che non potevo avere un attimo di tranquillità e soprattutto di solitudine?

Mi voltai e vidi Theo alzarsi dal divano, sospirai lievemente per la frustrazione e mi avvicinai a lui. "Dove vai a quest'ora?" Mi chiese curioso.

"Ho fatto un incubo, ho bisogno d'aria." Risposi sbarazzina, sul viso di Theo apparve un sorriso.

"Posso venire con te?" Alzai le spalle indifferente e cominciammo ad uscire dalla sala comune e poi dai sotterranei.

L'aria non era fredda come quella del mio sogno, ormai i mesi invernali stavano passando e le vacanze di Pasqua si avvicinavano. Mi sentii un vuoto nello stomaco quando pensai di dover passare le vacanze a casa, ma forse potevo usare una scusa per rimanere al castello, potevo dire a Narcissa di voler rimanere qui per passare un po' di tempo con Piton. Sì, avrei detto in quel modo.

"Sei molto taciturna, quell'incubo deve averti turbata parecchio." La voce di Theo fece disperdere tutti i miei pensieri, mi voltai verso di lui rendendomi conto di aver appena superato l'ingresso del castello.

"Puoi dirlo forte!" Risposi scuotendo la testa. "Tu cosa ci facevi a notte fonda in sala comune?"

"Ti ricordi di quella festa dei Corvonero? Ero appena tornato." Disse passandosi una mano sul suo ciuffo, storse le labbra e annuii. "Se vuoi parlare del tuo incubo, io sono qui." Continuò.

'Io sono qui.'

Erano le parole che avrei voluto sentire uscire dalla bocca di Draco, era l'unica persona che volessi al mio fianco in quei momenti. Era incredibile la facilità con cui mi faceva dimenticare quei sogni, mi sentii morire mentre pensavo che probabilmente non sarebbe più stato accanto a me per cacciarli via.

"Mh, non ne ho voglia, in realtà vorrei dimenticarlo." Ridacchiai nervosamente, pensare a quel sogno e a quella ragazza mi si contorcevano le budella.

"Allora io posso aiutarti, almeno in questo, che ne dici?" Un sorriso enorme si dipinse sul suo viso, dovevo ammettere che quel ragazzo era davvero attraente. Lo guardai con un piccolo sorriso e aggrottai le sopracciglia, come poteva aiutarmi?

"In che senso? Che hai in mente?" Chiesi.

"Te lo dirò ma prima dobbiamo andare via di qui, se ci becca Gazza è la fine." Theo lentamente avvicinò la sua mano alla mia, le nostre dita si intrecciarono provocandomi un calore fortissimo nel petto. Guardai le nostre mani immaginando che ci fosse quella di Draco a stringere la mia. "Vuoi fare una pazzia?" L'espressione eccitata di Theo mi fece sorridere, si morse il labbro nell'attesa di una mia risposta che non tardò ad arrivare.

"Sì!" Dissi, non appena quella piccola parole uscì dalla mia bocca, Theo prese a correre trascinandomi dietro di lui. "Aspetta-"

"Corri, Grace." Alzò la voce, corremmo velocissimo, il petto mi bruciava e una fitta di dolore si espanse nel mio fianco; ma non ci pensai. Quei dolori non erano niente a confronto di quello che Draco mi aveva lasciato con la sua assenza.

Corremmo verso il campo di Quiddich, il cielo era ricoperto di stelle e mi sentivo il sudore sulla fronte. Theo si voltava indietro, verso di me, per assicurarsi che fossi ancora lì.

"Ma dove stiamo andando?"Chiesi urlando e ridendo, mi sentivo la faccia paralizzata dal vento che si scagliava contro di essa nella corsa.

"Aspetta e vedrai." Rise stringendo di più la mia mano.

Mi sentivo libera, per un po' i miei pensieri lasciarono la mia mente. Theo, era come se fosse una boccata d'aria a tutto il dolore che sentivo, era un amico ideale, proprio quello che mi serviva per spostare l'attenzione da Draco.

Arrivammo col fiatone davanti al varco che portava al campo, Theo rideva mentre mi guardava, mi sentivo le gambe indolenzite dalla corsa e il petto continuava a bruciarmi.

"Vieni." Mi tirò verso lo sgabuzzino dove avevo riposto il baule con le palle insieme ad Oliver, uscì la bacchetta dalla tasca della sua toga e la punto verso la serratura. "Alohomora." sussurrò, sentii la serratura scattare e la porta si aprii da sola. Theo si voltò a guardarmi con un sorriso.

"Theo, cosa stai facendo? Non possiamo entrare qui." Sussurrai tirandogli il braccio, mi guardai intorno spaventata. L'ultima cosa di cui avevo bisogno era di una punizione, Piton sarebbe andato fuori di testa.

"Qui tengono le vecchie scope per gli allenamenti, ne prendiamo due in prestito, tranquilla!" Mi tirò dentro con la mano, lo sgabuzzino era illuminato da un paio di torce poste al muro, c'erano un paio di vecchie divise e il baule delle palle era riposto in un angolo. Attaccate ad una parte c'erano un paio di scope tutte rovinate, Theo si avvicino a loro e ne prese due dai ganci.

"Io non ci salgo su quella cosa, chissà da quanto tempo è qui." Indietreggiai andando a sbattere contro un armadietto in legno. Theo sospirò.

"Andiamo, Grace, pensa a divertirti per una volta!" Il suo tono era annoiato, Theo aveva ragione, dovevo divertirmi, per anni ero rimasta chiusa in camera mia mentre gli altri studenti si divertivano alle feste o alle partite.

"Oh, al diavolo, dammi questa scopa." Allungai la mano verso di lui.

"Questa è la mia ragazza." Si passò la lingua sul labbro inferiore alzando le sopracciglia verso di me, si avvicinò e presi il manico di scopa dalle sue mani.

Uscimmo dallo sgabuzzino ed entrammo in campo, l'immenso prato mi dava un senso di sicurezza, avevo sempre desiderato giocare lì, volare in mezzo alla gente seduta nelle tribune, sentire urlare il mio nome. Essere apprezzata per qualcosa.

"Sei pronta, principessa?" Mi chiese mettendosi sulla sua scopa, feci lo stesso e senza rispondere alla sua domanda mi alzai in volo. Il vento mi scompigliò tutti i capelli, mi ricordai di essere ancora in pigiama ma pensai 'chi se ne frega?'.

Theo mi raggiunse, rimasi ferma in volo davanti a lui mentre sul viso di entrambi affiorava un sorriso divertito.

"È così bello stare sulla scopa, volare..." Dissi lasciando il manico della scopa e aprendo le braccia.

Ed era vero, le sensazioni che mi dava il volo non riuscivo ad averle da nessun'altra cosa o persona. Fin da piccola, da quando Narcissa mi aveva regalato il mio primo manico di scopa, adoravo salirci e volare; spesso Cissy si metteva ad urlare mentre volteggiavo su me stessa e arrivavo fino alla punta della grande quercia della Villa.

Ricordo che Draco cercava continuamente di buttarmi dalla scopa, ma ahimè, non ci era mai riuscito. Ero troppo veloce per lui, avevo completamente rimosso quel ricordo.

Draco spesso si metteva a piangere e correva da suo padre che, ovviamente, rovinava tutto il mio divertimento e rinchiudeva la mia scopa nei sotterranei; così Narcissa, ogni volta che suo marito partiva per lavoro, mi lasciava usare la scopa.

"Già, amo volare." Disse Theo spostando una gamba dall'altra parte del manico di scopa e mettendosi seduto con i piedi penzolanti, proprio come se fosse seduto sopra un muretto.

"Spero che tu mi abbia portata qui per vedere le mie capacità in volo." Mi avvicinai a lui girandogli intorno, Theo mi guardò sorridendo.

"Beh, onestamente pensavo di divertirmi ma se sei così sicura delle tue capacità."

In un batter d'occhio si sistemò sulla sua scopa, sfrecciò lontano da me e volò verso i pali posti ai lati del campo.

"Prendimi se ne sei capace." Urlò dall'altra parte del campo, mi chinai un po' di più sul manico per darmi più velocità, sfrecciai verso di lui raggiungendolo. Quella scopa era troppo vecchia e lenta, ma sicuramente ai suoi tempi andava più che bene.

Quando raggiunsi Theo si spostò molto velocemente entrando nel cerchio più in alto e scendendo verso quello più piccolo, seguii i suoi movimenti rimanendo attaccata alla coda della sua scopa.

Era incredibile come riuscissi a non pensare a niente in volo, era la cura a tutto quello che mi faceva stare male. Sarei potuta rimanere su quella scopa tutta la vita.

Allungai la mano verso Theo quando mi ritrovai al suo fianco cominciò a scendere verso il prato. Rimasi alle sue costole per tutto il tempo.

"Sei un osso duro, principessa." Urlò mentre la sua scopa volava a pochi metri da terra, mi avvicinai ancora di più a lui tirandolo per la manica della toga, improvvisamente le nostre scope si scontrarono aggrovigliandosi tra di loro, fummo scaraventati per terra. Sentii la terra del campo entrarmi in bocca e negli occhi, un piccolo dolore si propagò nel mio polso e quando smisi di rotolare mi sdraiai a pancia in su, rimasi a guardare il cielo e scoppiai a ridere.

Mi sentivo l'adrenalina scorrere nelle vene, mi sentivo viva. Non volevo più tornare alla vita nel castello, volevo vivere in quel modo: senza preoccupazioni e capace di cadere e rialzarmi da sola.

Theo corse verso di me scivolando sulla terra con le ginocchia.

"Grace, Grace, stai bene?" Mi chiese preoccupato, continuai a guardare il cielo e poco dopo spostai lo sguardo su di lui.

"Sto alla grande!" Scoppiammo a ridere entrambi, Theo dovette buttarsi per terra per via delle risate, io piegai le gambe e strinsi il mio stomaco.

Era quella la vita che volevo, volevo le risate e i bei momenti. Giurai a me stessa che niente e nessuno poteva portarmi via il mio sorriso, neanche l'amore.

Spazio autrice
Buonasera ragazze mie, purtroppo in questo capitolo non è presente il nostro Draco spero che vi piaccia lo stesso. Comunque in questi giorni ho il computer del mio ragazzo, quindi adesso scriverò un altro capitolo o magari altri due.
Prossimo venerdì.

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