Capitolo 67.

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theeyeofuniverse mi lasci sempre senza parole!
È un suo disegno FATTO A MANO su come immagina Grace.


Sentii il corpo come se fosse stato trafitto da spade invisibili,caddi all'indietro crollando sul pavimento, sentii la mia bacchetta scivolare dalla mia mano mentre il dolore si propagava nel mio petto, nel mio collo, nella mia pancia. Sentivo il gelo trapassarmi gli strati di pelle fino alle ossa, non riuscivo a muovermi, guardai il soffitto della mia sala comune convinta che fosse l'ultima volta.

Pensai a Narcissa, ricordandomi la sensazione che provavo quando mi stampava un bacio sulla fronte, pensai a Hermione e al suo sorriso, pensai a come fosse stato bello per me aver trovato degli amici. Davvero sarei morta in quel modo, con un incantesimo lanciato dalla persona che amavo?

Il ricordo del sapore dei suoi baci mi accarezzò le labbra, sentivo il calore di essi e mi sentii felice, avevo aperto il mio cuore a Draco nonostante tutto, l'avevo amato con tutta me stessa senza pensare alle conseguenze. Draco era buono, con lui avevo scoperto un lato di me che non credevo potesse esistere e lui l'aveva fatto con me; mi aveva donato il suo cuore e sarei morta senza aver visto un'ultima volta i suoi occhi.

"Grace!" Qualcuno strisciò al mio fianco prendendomi la testa tra le mani, tenevo gli occhi fissi sul soffitto incapace di spostare lo sguardo altro. "Grace, perchè l'hai fatto? Perchè ti sei messa in mezzo?" Le urla mi fecero fischiare le orecchie, non riuscivo a riconoscere quella voce. "Tranquilla, adesso ti porto in infermeria."

"Vulnera Salentum."

Draco's POV

Vidi Grace crollare per terra dopo averla colpita con il mio incantesimo, mi sembrava che il tempo andasse a rilento, rimasi col fiato sospeso e credetti che mi si fosse fermato il cuore.

Il corpo di Grace rimase immobile per terra, tutti restarono a fissarla impietriti, corsi da lei più veloce possibile nonostante mi sentissi le gambe pesanti come mattoni. Era ricoperta di sangue, la sua maglietta era zuppa, i suoi pantaloni completamente tinti di rosso.

"Correte, chiamate qualcuno, chiamate Piton!" Urlò Theo gettando la sua bacchetta da qualche parte, si inginocchiò davanti a me e quindi di fianco a Grace mentre le prendevo la testa tra le mani.

"Grace, perchè l'hai fatto? Perchè ti sei messa in mezzo?" Urlai disperato, sentivo le lacrime traboccare dai miei occhi. Non riuscivo a credere che fossi stato io a ridurla in quello stato.

Non sapevo dove trovassi il coraggio di starle accanto con tutto quel sangue, avevo le mani macchiate e cercai di non svenire. Non riuscivo a immaginare una vita senza quella ragazza, avrei visutto tutta la vita con quel rimpianto, l'avrei raggiunta in poco tempo.

"Che cosa succede?" Piton fece il suo ingresso nella sala comune, guardò tutti gli studenti nella stanza per poi soffermarsi sul corpo di Grace che tenevo tra le braccia. I suoi occhi rimase pochi secondi su di lei prima di correre e inginocchiarsi.

"Io-io ho lanciato un incantesimo.. non volevo, io non volevo." Singhiozzai accarezzando il viso di Grace ormai senza più colore, era fredda come il marmo.

"Vulnera Salentum." Ripetè Piton con le mani sul suo corpo, lentamente vidi il sangue tornare nel corpo di Grace come se si stesse riassorbendo, le sue guance poco dopo presero il loro colorito ma era ancora abbastanza bianca.  "Stupidi, stupidi tutti. Come hai osato? Come?" Piton dopo aver finito si voltò verso di me prendendomi dalla camicia, rimasi fermo ancora scioccato da ciò che era successo. Lo guardai con rammarico, non era mia intenzione fare del male a Grace, volevo solo colpire Theo.

"Portiamola in infermeria!" Fece Theo a Piton, li guardai mentre la prendevano dalle mie braccia e la portavano fuori dalla sala comune. Rimasi inginocchio con lo sguardo perso sulle mie mani sporche di sangue, sentivo il senso di colpa trapassarmi il cuore; cosa mi stava prendendo?

"Draco, vieni, andiamo." Blaise giunse al mio fianco cercando di sollevarmi da un braccio, lo guardai con lo sguardo perduto e mi feci tirare su. "Andiamo, amico." Mi tirò verso il nostro dormitorio mentre inciampavo sui miei stessi passi.

Blaise aprì la nostra porta e mi portò in bagno, mi fece sedere sul piatto doccia aprendo l'acqua e cominciò a pulirmi le mani. Vidi il sangue mischiarsi con l'acqua e scivolare via nello scarico, mi sentivo una merda, mi maledii di essere com'ero. Avrei dovuto proteggere Grace, invece l'avevo quasi uccisa.

"Draco, mi senti? Stai bene?" Blaise mi schiaffeggiò leggermente le guance, le lacrime non avevano smesso di scendere dai miei occhi, sentivo il loro sapore in bocca.

"Grace, ho colpito Grace." Dissi di continuo, Blaise cercò di ripulire tutte le tracce di sangue. I vestiti bagnati mi si appiccicavano addosso.

"Sta bene, non preoccuparti." Mormorò sciacquandomi il collo, mi portai le mani sulle tempie. "Draco, devi pulirti così potrai andare da lei."

"Distruggo ogni cosa bella della mia vita." Alzai la voce guardandolo negli occhi. "Potevo ucciderla, diavolo, ma cosa cazzo mi è passato per la testa?" Non mi accorsi di star singhiozzando come un bambino.

"Non l'hai fatto apposta, non volevi colpire lei." Mi rimproverò il mio amico, mi sentivo a pezzi.

Dovevo proteggerla, dovevo avere cura di lei invece per colpa della mia gelosia, della mia rabbia, le avevo fatto del male. L'amore che provavo per lei superava ogni aspettativa, il mio cuore batteva per lei, era la metà che mi mancava da una vita.

Era notte fonda e non riuscivo a dormire senza sapere le condizioni di Grace. Mi alzai dal mio letto, poggiai i piedi nudi sul pavimento freddo e mi diressi verso l'infermeria, mentre percorrevo quei corridoi vuoti, pensai alla qualsiasi.

Non sapevo cosa avrei potuto dirle, non sapevo come avesse reagito alla mia vista, volevo stringerla tra le mie braccia e dirle che l'amavo.

Arrivai al primo piano e poi davanti la porta dell'infermeria, Madama Pomfrey si era addormentata sulla sua scrivania fuori la grande stanza dove c'era i letti. In punta di piedi entrai e mi guardai intorno, l'unico letto era occupato da lei.

Mi avvicinai con il cuore a mille, ad ogni passo che compivo sentivo le budella contorcersi. Avevo bisogno di guardarla, di toccarla e di sentire il suo profumo. Quando mi avvicinai alla branda, i miei occhi cercarono il suo viso.

Era meravigliosamente dolce mentre riposava, i suoi occhi era leggermente stretti e le sue sopracciglia un po' aggrottate, le sue labbra dolcemente aperte e potevo sentire il suo respiro nell'aria. Mi sedetti accanto al suo lettino e rimasi a guardarla. Amavo come i suoi capelli fosse sparpagliati sul cuscino, vedevo il suo corpo compiere lievi movimenti dovuti al respiro.

"Cosa ti ho fatto, piccola Grace..." Dissi accarezzandole una mano che si trovava accanto al suo viso e sul cuscino, non c'era più traccia dei tagli, sembrava che non le fosse successo nulla ma, vederla in infermeria per colpa mia, mi faceva stare male.

Rimasi ore con lei, piansi nel silenzio per l'odio che provavo nei miei confronti, ero una brutta persona. Non ero poi così tanto diverso da mio padre, anche lui aveva inflitto dolore a Grace.

"Sei con me, sei al sicuro. Io non permetterò che ti venga più fatto del male."

Erano quelle le parole che le avevo detto quella notte. Non l'avevo tenuta al sicuro, ero stato io stesso a ferirla e non era la prima volta, volevo che stesse bene e fosse felice. Mi alzai per avvicinarmi ad un piccolo tavolo, frugai nei cassetti fino a trovare un foglio e dalla scrivania di Madama Pomfrey presi la penna d'oca; mi avvicinai poi ad una finestra e mi sedetti sul davanzale.

Volevo scriverle qualcosa di bello ma non riuscivo a pensare ad una sola parola.

"Che ci fai qui?" Quella voce l'avrei riconosciuta ovunque. Guardai verso la porta dell'infermeria. Theo mi guardava, il suo viso era tornato apposto, non c'era nessun segno dei miei attacchi.

"Potrei farti la stessa domanda." Scesi dal davanzale e posai carta e penna lì sopra.

"Non dovresti essere qui." Notai le sue mani strette in due pugni, distolse lo sguardo da me per guardare Grace dormiente. "Tu non la meriti, lei ancora non l'ha capito, ma lo farà presto." Guardai ogni suo movimento mentre si avvicinava a lei. "Il tuo amore la distruggerà." Arrivò accanto a Grace e le accarezzò il viso, sentii il mio cuore stringersi, la rabbia e la mia gelosia mi avevano portato quasi ad uccidere Grace. Dovevo controllarmi.

"E lo capirà con il tuo aiuto?" Ridacchiai con ironia, si voltò a guardarmi, avrei voluto tanto picchiarlo ancora.

"Può darsi, l'importante è che lo capisca." La guardò un'ultima volta per poi rimettersi in piedi distante davanti a me. "Io ci tengo a Grace, come tenevo a lei..." si fermò, "e non ti permetterò di distruggere ancora."

Ero stanco di lui e delle sue parole, mi avvicinai lentamente mentre pensavo a come reagire.

"Io la amo e lei ama me, mettiti il cuore in pace Nott, tua cugina era una sporca puttana. E non paragonare Grace ad Adaline." Alzai il dito contro il suo viso, feci per andarmene quando la sua voce mi fermò.

"Le hai detto cosa hai fatto a mia cugina?" Il silenzio calò nella stanza, rimasi con gli occhi fissi sul muro davanti a me. "No, vero?" Lo sentii ridere.

"Tua cugina appartiene al mio passato!" Mi voltai.

"Magari hai paura che appena scopra quello che hai fatto ad Adeline, non vorrà rimanere al tuo fianco." Mi provocò.

Io e Adeline ci eravamo fatti del male, lei mi aveva tradito certo, ma la verità era che lei fosse convinta che l'avessi tradita. Tiravamo fuori il peggio l'uno dell'altra, Theo non sapeva tutta la verità, credeva anche lui al mio ipotetico tradimento. Gli ultimi tempi della mia relazione, prima del suo tradimento, trattavo malissimo Adeline fino a farla diventare ciò che non era.

"Io non ho tradito Adeline." Ammisi, non l'avevo mai detto perché non importava più, i miei sentimenti per lei erano scemati già da un po'. "Lei mi ha usato e lo sai anche tu!" Scossi la testa.

"Lei ti amava." Sussurrò. "Non è stata più la stessa da quando ha conosciuto te, sei una sciagura per chiunque ti incontri, in verità non mi sei mai piaciuto." Alzò il tono di voce, mi voltai indietro per controllare Madama Pomfrey.

"È diventata ciò che realmente era, è stata lei a tradire me, tu c'eri, lo hai visto con i tuoi occhi Theo."

"Non so cosa ho visto quel giorno." Voltò la testa di lato staccando lo sguardo da me.

"Certo, il ragazzo problematico passa sempre per quello cattivo." Alzai le sopracciglia leccandomi il labbro inferiore. "Se credi di poterla tenere lontano da me, ti sbagli. Lei è tutto ciò che ho di più bello e non me lo farò portare via da te!"

"Cosa ci fate voi due qui?!" Madama Pomfrey era comparsa davanti la porta ancora assonnata e un po' infuriata. "Tornate ai vostri dormitori. Subito." Ordinò. Io e Theo ci guardammo per qualche secondo prima di tornare nella sala comune.

Grace's POV

Aprii lentamente gli occhi cercando di abituarmi alla luce del giorno, impiegai un po' a capire dove mi trovassi.

"Ah ti sei svegliata." Madama Pomfrey stava sistemando dei fiori in un vaso sul mio comodino. La testa mi faceva male e stavo morendo di sete.

"Potrei avere un po' d'acqua?" Chiesi con voce roca, mi sembrava di aver dormito un'eternità.

"Certo cara." Scomparve dietro le tende, cercai di mettermi seduta, guardai i fiori accanto a me e somigliavano a quelli che mi aveva mandato Draco la prima volta.

Ripensai a quello che era successo tra Draco e Theo, ero stata colpita da un incantesimo per essermi messa in mezzo. Ero stanca di finire in quelle situazioni, volevo rimanere da sola e senza problemi.

L'occhio mi cadde su qualcosa in mezzo a quei fiori, allungai il braccio per capire cosa fosse. Era un biglietto.

Quando starai meglio, ti prego di raggiungermi, ti aspetto nel nostro piccolo posto.

D

Spazio autrice
Buongiorno e buona domenica a tutti.
Molte di voi avevano ragione, il nostro Draco ha colpito proprio Grace. Poverina.
Ricordate il prossimo aggiornamento di domani. Buona giornata.

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