CHAPTER 4

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Link's pov

...

Una giovane donna dai capelli lisci, lunghissimi, bianchi come la neve, la carnagione pallida, gli occhi di un grigio pietrificante, le labbra sottili, il nasino arrossato e il corpo minuto ricoperto da una veste nivea anch'essa, decorato da un orlo di pizzo sul corpetto e le maniche dell'abito, con un mantello di velluto nero che arriva ai suoi piedi in scarpette di cristallo e un cappuccio che posa sul suo capo, apre l'enorme portone principale del castello.
Mi guarda, la guardo, anche Zayk la guarda, e per dieci secondi buoni restiamo tutti e tre in silenzio, scambiandoci solo sguardi.

Mi limito ad accennare un sorriso a quella bellissima sconosciuta che però, non ricambia, e rimane lì, sulla soglia della porta, a studiarmi mentre io mi perdo nei suoi occhi stupendi, sperando che anche ella faccia lo stesso nei miei.
È il lupetto a rovinare tutto, avanzando vicino alla giovane, e quest'ultima stranamente lo lascia entrare nel castello; Anche io mi avvicino arrivando ad una distanza minima, i nostri corpi quasi si sfiorano, il mio respiro incombe sulla sua graziosa testa, e il suo profumo mi è ora più chiaro.
Lei si allontana timidamente restando fredda e distaccata al mio cospetto, e una volta dentro anch'io chiude il portone d'acero alle mie spalle.

«Benvenuto al castello sul ghiacciaio,» dice finalmente la ragazza con una voce soffice e delicata «piacere di conoscerti Link, sono Delilah, la principessa di Gandlar» continua sorridendomi.
Fino a ieri mi sarei chiesto come facesse a sapere il mio nome, ma dopo tutto quello che ho visto fin'ora, non mi stupisco più di tanto.
«Link! Non fare il maleducato con questa bellissima principessa e dì qualcosa!» ringhia Zayk gironzolandomi intorno.
Delilah mi precede: «Tranquillo Link, so bene che sei un bravo ragazzo» dice con una calma infinita mentre accarezza il lupetto che scodinzola in risposta.
Quanto vorrei essere al posto di quel lup- no cioè, stavo dicendo?

Ah già, la principessa mi fa strada verso una stanza ignota e fredda del castello, e tutto ad un tratto ella si incupisce e il suo sorriso svanisce diventando una linea retta più netta dell'orizzonte; Anche i suoi occhi smettono di brillare, la sua pelle impallidisce più di quanto non lo fosse già, e i suoi capelli diventano grigiastri: «L-link... Ti prego, non c'è t-tempo...» dice con la voce soffocata accasciandosi lentamente sul pavimento. Zayk le si avvicina mettendosi dietro alle sue spalle per riscaldarla e nel mentre mi suggerisce di entrare nella stanza e risolvere il problema probabilmente collegato allo svenimento della principessa.
Volevo buttarmi in soccorso della ragazza, ma evidentemente avrei aiutato di più affrontando quella camera misteriosa, da cui proveniva un freddo glaciale e un silenzio rimbombante.

Mi affretto ad aprire quella porta, ma appena tocco la maniglia congelata ritraggo la mano come se l'avessi messa sul fuoco, che strano... Riprovo e avanzo in quella stanza vuota, larga, fredda, senza finestre o altre porte, dal pavimento scivoloso a scacchiera, il soffitto specchiato e lucente, e un grande diamante giallo al centro.
Non c'è traccia di pericoli vari però si gela; mi stringo nelle spalle e riscaldo le mani soffiandoci sopra del calore prima di avvicinarmi all'unico ornamento della sala.
Tic, tic, tic...
Tic, tic, tic...
Tic, tic, tic...
All'improvviso sento questo tintinnare proveniente dal soffitto, come se si stesse sciogliendo e quelle fossero delle gocce d'acqua, ma non era acqua quella che cadeva...
Tic, tic, tic...
Tic, tic, tic...
Tic, tic, tic...
Quel rumore diventa frastornante e sempre più forte, guardo in giro, in alto, alle spalle, ma niente, non capisco cosa sta succedendo.
Tic, Tic, Tic...
tic, Tic, Tic...
TIC, TIC, TIC...

Inizio ad avere mal di testa tanto che porto le mani sulle orecchie per far smettere quell'inferno e trovare una soluzione; Non c'è niente nella stanza se non quell'insolito diamante, così mi avvicino per osservarlo meglio ed ecco che vedo qualcosa: una sagoma informe, completamente nera, appesa al soffitto, e che si rispecchia nel cristallo.
Mi volto ma non vedo nulla.
Probabilmente quella "cosa" è invisibile e posso vederla solo tramite il cristallo giallo... Ma il suo canto tintinnante mi confonde e non riesco a ragionare.
TIC, TIC, TIC...
TIC, TIC, TIC...
TIC, TIC, TIC...

Le palpebre iniziano a calare e la vista si offusca, quel suono mi rimbomba nelle orecchie e mi accascio sul pavimento.
Vedo un altro riflesso su quella scacchiera lucente, tipo un'arma, una spada, che arriva diritta nella mia direzione: con gli ultimi sforzi mi sposto e la lama affilata si conficca nel terreno, proprio vicino al mio viso,  sfiorando le mie ciocche dorate.
In un movimento veloce afferro la spada e la estraggo dal buco che aveva formato con la sua caduta, poi mi alzo e aiutandomi con il riflesso del diamante inizio a colpire quella creatura invisibile.
La vedo spostarsi per tutto il soffitto, finché con un paio di mosse cade a terra morta; Le tiro un ultimo colpo di grazia e, come il suo cuore anche il suo stridulo lamento si ferma.
Il cristallo si accende in un fascio di luce cambiando colore, e da un oro giallo diventa di un blu zaffiro.
Ipnotizzato dalla bellezza di quella pietra preziosa, non mi rendo conto di quel che sta succedendo alle mie spalle: la creatura inizia a perdere un liquido simile al sangue ma color argento dai riflessi trasparenti, e che mi ricorda le goccioline "d'acqua" che cadevano dal soffitto appena entrato nella camera.

Quel sangue però, inizia a crepare il pavimento facendolo sciogliere, e lentamente tutta la stanza inizia a crollare con il cristallo compreso.
Io allora, procedo verso la porta per uscire prima che fosse troppo tardi, ma la maniglia scotta ed inizia a congelarsi sempre di più.
Istintivamente tiro fuori il piccone della tuta aggrappandomi al muro, aspettando che il pavimento crolli del tutto per capire cosa si cela al di sotto prima di fare qualsiasi altra cosa.

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