CHAPTER 6

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Link's pov

...

Per interrompere questo inseguimento senza fine, tento di far precipitare il mostro giù dal versante più vicino con una finta caduta aggrappandomi ad una roccia, ma il piano non funziona; nel mentre mi affetto a risalire sulla montagna innevata, escogito un'altra strategia per sbarazzarmi della creatura.
Correndo verso il castello finalmente vedo qualcosa di utile: il volatile che mi aveva sorretto e portato fin qua sù in precedenza; ora volava libero vicino al lago ghiacciato.
Se solo potessi salirci sopra e domarlo per guidare la creatura giù dal precipizio...
Continuo la corsa sulla superficie ghiacciata seguendo la direzione dell'uccello e, mentre l'animale alle mie spalle si prepara ad assalirmi facendo un grande balzo, io in uno scatto mi aggrappo alle zampe dell'uccellaccio di fronte prendendo il volo.
Il mostro frena di botto vedendomi volare ed ecco che succede quello che avevo immaginato: il lago inizia a creparsi sempre di più finché non si rompe esattamente al centro facendo sprofondare l'essere squamoso  nell'acqua gelida sistemandolo una volta per tutte.
È morto, ghiacciato come un ghiacciolo.

Sospiro sollevato vedendo la scena e il pericolo scampato, poi ricordo di trovarmi in aria appeso alle zampe di un grande pennuto; Lui stride nervoso e cerca di farmi cadere giù, ma io ne prendo il controllo montandogli in groppa e guidandolo con le sue stesse penne.
Dopo qualche minuto apprendo la tecnica e raggiungo il castello facilmente, atterrando davanti il portone.
Con un sorriso felice sul volto accarezzo l'uccello prima di dileguarmi nell'avanzata verso la dimora principesca a salvare Delilah, sperando che il suo non fosse un addio; Il volatile si inchina come segno di resa e fedeltà, poi torna a volare tra le nuvole libero.

Dopodiché entro dal portone in legno d'acero a passo svelto, dirigendomi all'ingresso della stanza dove tutto è iniziato.
La principessa non è più lì, e nemmeno Zayk. Confuso mi guardo intorno, cercando di capire dove o cosa avessi sbagliato, ma effettivamente non ero io il problema, si sono solo spostati: li vedo avanzare verso di me sorridenti, la ragazza è di nuovo sana e splendente, mentre Zayk ringhia scherzosamente prima di saltarmi sopra. «Ben fatto Link!» mi dice leccandomi il viso dopo avermi gettato con una spinta sul pavimento.
Con le ultime forze rimanenti mi rialzo accarezzando il capo del lupo, poi mi avvicino alla principessa che precedendomi dice: «Grazie, mi ha salvato, per questo voglio donarti una cosa,» - a passi lenti e maestosi si abbassa dapprima il cappuccio che nascondeva il suo volto completo sottile e carino, poi riprende a conversare porgendomi una guaina in cuoio - «la spada è tua, puoi tenerla. Questa è la sua federa, l'ho cucita io e desidero tanto che tu l'accettassi» conclude facendo un piccolo inchino prima che io l'afferrassi tra le mani. È semplice ma bella, con una copertura di stoffa azzurrina cucita sul cuoio.

Ricambio l'inchino prima di mettere la spada dentro essa, poi porgo la guaina sul fianco della tunica alpina che indosso, sorridendo di rimando alla ragazza.
«Sveglia Link, dobbiamo andare!» dice Zayk interrompendo quel silenzio quasi imbarazzante. Delilah ridacchia e annuisce suggerendomi di poter andare tranquillamente.
«Prima di rimettervi in viaggio potete sostare al villaggio di Gandlar e riposarvi» dice ella sorridendo lievemente, mentre già procedevo verso l'uscita.
Io e Zayk ci congediamo dal castello e scendiamo dal versante meno ripido, arrivando in poco tempo nel paesino di Gandlar.

È piccolo, armonioso e tranquillo, con tante casette dai tetti a punta e le finestre opache, la gente che passeggia per le stradine, i bambini che giocano nella neve, pupazzi e ornamenti di ghiaccio da tutte le parti... Un posto carino e indipendente.
Gironzolo qua e là per i sentieri innevati con Zayk al mio fianco, e stranamente le persone non si spaventano; forse mi sono preoccupato un po' troppo.
Nonostante il poco affollamento è un normale villaggio, e come prima cosa mi reco in un pub per riprendere le giuste energie.
È esiguo e stretto come tutte le case nei paraggi, con finestroni grandi e muri di pietra, tavoli e bancone in legno di pino, sedie foderate in pelle scamosciata, e una grande scalinata - in legno anch'essa - che dà vita a questa locanda; l'occhio però, mi cade sul lampadario centrale, ampio e luminoso, dalla forma arrotondata e i paralumi vetrati che scendono come gocce d'acqua, ciascuno contenente candele profumate.
Lo ammiro stupefatto, tanto che per poco non inciampo su un ometto piuttosto basso che dice irritato: «Giovanotto, stai attento a dove metti i piedi!» mi spinge bruscamente prima di tornare a sedersi al bancone bevendo una strana bevanda calda.
«Ah, questi giovani d'oggi,» - borbotta una vecchietta seduta poco più in là - «hanno la testa sempre fra le nuvole!» conclude afferrando un bicchiere contenente un liquido scuro e cubetti di ghiaccio.
«Sono d'accordo con te Shalin, vuoi?» dice il barista alla donna, porgendole la bottiglia.

Zayk mi risveglia da quello stato di trance nel quale mi trovavo mordendomi la caviglia destra, dopodiché avanzo vicino al bancone: «cosa vuoi fanciullo?» mi domanda il banchiere dai baffi a manubrio e la testa calva, mentre asciugava una tazza con uno straccio.
Nemmeno il tempo di rispondere che, dal mio sguardo rivolto sulla bottiglia dietro l'uomo, esso capisce al volo: «La mia zuppa di pesce ti incuriosisce eh? Una scodella sono dieci rupie» arriva al dunque porgendomi una mano in attesa del denaro.
Un po' insicuro prendo dieci rupie che avevo in un sacchetto dentro una tasca, e dopo avergliele consegnate aspetto la mia zuppa.
Il barista afferra il sacco e si dirige nelle cucine, e tre minuti esatti dopo ritorna con la mia "bevanda": «Ecco a te giovanotto, puoi sederti anche al piano superiore se vuoi» dice con un sorrisetto indicandomi la scala; annuisco e procedo verso il soppalco con la mia scodella calda.
«Non sono poi così indesiderati i ragazzotti di oggi eh» - borbotta la vecchia con un sorrisino furbo - «Shalin...» la riprende l'uomo con una risatina, mentre asciugava le varie stoviglie.
Zayk mi attende sulla soglia dell'ingresso, ed io, una volta salita la scalinata, seggo ad un tavolo libero bevendo la mia zuppa di trota dal retrogusto di carote in un sorso; Crollo nel sonno.

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