Twenty-nine

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Stavamo correndo in aeroporto,eravamo riusciti a prendere i biglietti per l aereo di mezzanotte,era l unico altrimeti se ne parlava il 27 e io non avevo alcuna intenzione di perdere tempo. Avevamo da fare 12 lunghe ore di viaggio per atterrare a Cordoba più un altra ora di pullman, per le 13 saremmo arrivati da Paulo.
Fecimo velocemente il check in e salimmo sull' aereo, il pensiero che tra poco sarei stata tra le sue braccia,mi riempiva di gioia, mi é mancato.
A:"Sono felice che sei riuscito a perdonarlo"
P:"Era ora non vi sopportavo più tutti pieni di orgoglio, mentre dentro di voi urlavate di voler stare insieme"
Io:"Ho fatto un sacco di cazzate..."
A:"Si può sempre rimediare"
Io:"Ero molto confusa... ho capito di tenerci a lui nel momento in cui quando ho sentito il suo audio volevo correre da lui, e mi sentivo male, non riuscivo a dormire volevo sapere come stava, cosa faceva.Poi però ritornavano i ricordi e non riuscivo a perdonarlo. "
P:"Ahh chissà quante belle ragazze ci saranno, in Argentina"
Esclamò Paul facendoci capire che non stava proprio ascoltando, con la sua anima da sognatore
A:"Sei un caso perso Paul"
La nostra chiacchiera é interrotta dall' arrivare della hostess  e dall' improvviso atteggiamento da gentiluomini dei due nei suoi confronti, Paul incomincio addirittura a filtrare con lei.
Poco dopo richiamata dal pilota va via schioccando un bacio sulle labbra a Paul che ha sempre più un aria da sognatore.
P:"Ahh che donna, tutta da scoprire!"
A:"Qualcuno ha fatto colpo haha"
P:"Gli ho lasciato il mio numero di telefono non si sa mai"
Tra una risata e l altra gli occhi si apppensantiscono e mi addormento.
Mi sveglio al momento dell atterraggio e scendiamo all' aereoporto di Cordoba.
Io:"É la mia prima volta che vengo in Argentina voi? "
A e P:"Anche per noi"
Cordoba é una bella cittadina semplice, ci sono molte case e palazzi, parchi e bambini che giocano per le strade affollate da gente che fanno ultimi acquisti natalizi.Approfittiamo di fare un giro dato che sono le 10 e tra 2 ore abbiamo il pullman, facciamo un giro all'Evita Fine Arts Mi sei mai, al Sarmiento Park, alla cattedrale e al Paseo del Buen Pastor dove poi abbiamo preso l autobus.
Mi siedo affianco ad Alvaro metto le cuffiette lasciandomi trasportare dalla musica.
Mi ritorna alla mente il giorno in cui Paulo mi chiese di perdonarlo e io rifiutai riempiendolo di offese, le lacrime cominciarono a scendere senza mai fermarsi, soffoco i singhiozzi cercando di non farmi vedere da Alvaro invano.
A:"Ehi Faby stai piangendo? "
Io:"No sto bene" Tirai su con il naso e girai la faccia verso il finestrino.
A:"Lo so che in questo momento c'è Paulo nella tua testa."
Cerco il contatto visivo e mi accarezzo il volto.
A:"Qual' é la causa di queste lacrime?"
Io:"Ho paura Alvaro... Paulo si droga per colpa mia, perché la testa mi diceva di fargli passare tutto quello che avevo passato io, sono una persona così schifosa e crudele, invece di perdonarlo, di provare a ricominciare io gli ho scavato una fossa incitandolo a mettersi dentro, mi vergogno della persona che sono diventata"singhiozzaii, sentivo un peso al petto, vorrei ritornare indietro con il tempo a quando stavamo insieme o quando ero ancora una bambina innocente dove bastava una caramella per rendermi felice.
A:"Non sei una persona cattiva , sei una ragazza d'oro, sei molto dolce, simpatica, carina proprio per questo Paulo non vuole perderti."
Nascondo il volto sul petto di Alvaro piangendo a dirotto sporcandogli di trucco e bagnandoli la maglietta.
Io:"Ho paura che non riesca più a smettere, eh che possa sentirsi male e io non posso fare nulla per evitarlo"
A:"Non succederà nulla di cio fidati!Ora vai da lui digli quanto lo ami, fagli sentire che gli starai sempre vicino e non lo abbandonerai più e vedi che si riprenderà, ci vorrà del tempo ma tornerà come prima"
Io:"Grazie Alvaro per esserci sempre, ti voglio bene" Resto tra le sue braccia mentre mi accarezza i capelli fino a quando arriviamo a Laguna Larga.Mentre Paul filtra con una tipa é la terza in un giorno che caso disperato.

Paul:"Ah trovarla la casa di Paulo ora"Dice appena usciamo dall' autobus
A:"Eh non ci siamo mai fatti dire nemmeno indirizzo...direi di chiamarlo."
X:"Ma casa di Paulo Dybala?" dice la biondona(cosi la descrive alvaro) con la quale aveva filtrato fino a pochi secondi fa Paul
P:"Si lui mia dolcezza"
X:"Seguitemi sono sua cugina devo andare a trovarli, come Paulo io lavoro all' estero precisamente in Francia a Parigi la città dell' amouur"
P:"Ehh Parigi Parigi "
X:"Ci sei mai stato? "
P:"Non segui molto il calcio fiorellino vero " Oddio non sarei mai stata ragazza di Paul che fegato sopportarsi tutti i suoi nomignoli
X:"Per niente é uno sport stupido e stupidi sono quelli che lo praticano, come mio cugino appunto"
P:"Wow mi hai appena dato dello stupido, io sono Paul Pogba calciatore della Juventus e della nazionale Francese, non che compagno di squadra di tuo cugino"
X:"Ohh cucciolo scusami ma tu sei un eccezione, nessuno avrebbe il coraggio di darti dello stupido"
Io:"In realtà lui é lo stupido del gruppo haha"
X:"Ecco appunto voi siete stupidi e date dello stupido all' unico intelligente semplice no?"
Che mente contorta...
A:"Be invece di fare ragionamenti contorti per persone contorte, che ne dite di andare a casa di Paulo dato che qui qualcuno ha da compiere la sua missione amorosa."
X:"Lei sarebbe la ragazza di Paulo?  O dio come é caduto in basso quel ragazzo."
Io:"Eh cosa avrei di tanto scandaloso da far cadere in basso Paulo sentiamo?"
X:"Beh sei bassa ecco, hai i capelli marroni, sei una tipa normale, classico atteggiamento da sfigatella.Ora capisco la frase "gli opposti si attraggono ma amano i propri simili" hahaha"
Io:"Meglio sfigatella che BBS"
X:"BB che? "
A:"BBS ovvero Bella Bionda Senzacervello"Diedi il 5 ad Alvaro ma mancai allora lui prese la mia mano e la fece sbattere sulla sua"
X:"Ti dobbiamo mettere anche gli occhiali haha ma come hai fatto a mancare hahaha manco se fossi una bambina di 2 anni"
Abbassai lo sguardo lo so faceva schifo anche a me essere cieca, non riuscivo nemmeno più a battere il 5 a un amico.
A:"É cieca...hai già rotto abbastanza accompagnaci da Paulo é levati dalle palle"
Sbuffò quella gatta morta e prese per mano Paul.
X:"Andiamo caro altrimeti il ritardato e l handicappata si mettono a piangere"
Alvaro stava per ribattere si era davvero innervosito lo sentii stringere i pugni,ma lo anticipo Paul.
P:"Cara puoi essere così bella e Attraente ma qui quella che ha i vuoti mentali sei tu, se vuoi le mie attenzioni devi sapere che per me vengono sempre prima gli amici, soprattutto se si tratta di Alvaro, Faby e Paulo, quindi vedi di finirla e portarci da Paulo.
La gatta morta obbedì e non disse più una parola conducendoci a casa di Paulo, suonó e aprì Alicia, mancava poco oramai per finire stretta tra le sue braccia, ed ero in un ansia pazzesca. La madre di Paulo accolse la gatta morta in casa riempiendola di domande sull' anno passato in Francia, poi accolse anche noi, si sentiva che era turbata ma appena vide che c'ero anche io capi tutto e la sentii piu sollevata e felice.
Ali:"Cara, come stai? "
Io:"Bene, grazie la nostra chiacchierata mi ha fatto riflettere molto mi ha fatto capire chi amavo veramente e chi  invece era solo pura attrazione, tuttavia non mi sentivo ancora pronta per affrontare le vecchie ferite e perdonare, ma dopo la lettera di suo figlio, ho capito che non serve essere orgogliosi perché alla fine soffriamo entrambi..."
Ali:"perche voi due state bene insieme!"Parlavo con Alycia c'erano i due fratelli Mariano che avevo già avuto il piacere di conoscere e Gustavo sono due bravi ragazzi la madre li ha cresciuti molto bene, ancora non avevo sentito la voce di Paulo, avevo capito che non era presente nella stanza.Dove poteva essere mai? Cosa starà facendo?
Io:"Alycia ma Paulo non è qui in stanza?".
Ali:"No cara, ieri lo abbaimo trovato ubriaco e drogato,e sta mattina aveva la febbre alta, poco fa sono andata a vedere come stava é in camera sua e non.fa altro che dormire,é senza forze, volevo portarlo in ospedale ma ha detto che non ne ha bisogno, vai da lui so che gli farai molto bene, vieni che ti accompagno.
Prendo il bastone e la mano di Alycia e mi porta in camera di Paulo.
Ali:"Vi lascio soli vado dagli altri." Annuisco e cerco di capire dove si trovi il letto.Fa molto caldo in questa stanza ,si sente un odore misto tra il suo profumo e alcol anche se quest' ultimo in quantità minori.
Sento il suo respiro affannoso...cerco di fare piano non voglio svegliarlo, non sta bene meglio se dorme.
Sono vicino al suo letto mi siedo facendo attenzione e lo cerco,poggio la mano sul suo petto sotto la coperta, il suo battito é regolare,tranquillo, tocco le sue mani calde e soffici per poi salire fino alle braccia cerco di capire dove si trova il suo tatuaggio che amo tanto e poi disegno la sua forma con il dito sul suo braccio , sento i brividi sulla sua pelle avrà sicuramente freddo,con cautela senza farlo svegliare rimbocco le coperte fino al collo e cerco la sua fronte. É sudato ma la sua pelle é sempre liscia, sento le ossa, gli zigomi e le orbite degli occhi, ha delle occhiaie assurde ed é dimagrito tantissimo,sposto il ciuffo e gli do un bacio sulla fronte ma non resisto e scendo fino alle sue labbra, le accarezzo prima di scontrarle con le mie,lo sento tremare per il freddo,cerco di riscardarlo e poco dopo ritorna a dormire tranquillo,lo stringo forte e gioco un po' con i suoi capelli. Mi mancava questo contatto sebbene minimo con lui, mi faceva sentire bene, so che questa febbre é provocata metà dalle sostanze che assume e metà dal suo malessere provocato dalla mia lontananza e che non é affatto un influenza.
Poco dopo lo sento muoversi,credo si sia svegliato.
P:"Faby... cazzo ho le allucinazioni"La sua voce sa di una pioggia triste, due paia di occhi rivolti al cielo e un debole sussurro.
Io:"Non sono allucinazioni Paulo, sono qui con te"
P:"Faby... "Disse stringendomi forte la mano
P:"Ti prego non te ne andare"
No... Non me ne sarei mai più andata senza di lui...
Io:"Non potrei andarmene nemmeno se potessi perché qualcosa continua a tirarmi verso di te, dal primo momento che ci siamo amati, dal primo momento in cui ci siamo toccati"
Lo sentii sorridere, era da tanto tempo che non lo faceva d' istinto sorrisi anche io accarezzandolo.Lo sentii piu caldo di prima...
P:"Sento freddo" disse con un filo di voce, capii che gli stava salendo la febbre dato che nemmeno quella montagna di coperte riusciva a riscardarlo.
Io:"Tieni misura la febbre" Gli diedi il termometro che infiló sotto il braccio aspettando che suonasse.
Non mollava mai la mia mano aveva il terrore di perdermi di nuovo, aveva paura di vedermi andar via di nuovo.
P:"Sai Faby io vorrei essere qualsiasi cosa che ti faccia stare bene, non voglio vederti ne piangere ne soffrire per me."
Io:"Io non voglio più che assumi sostanze stupefacenti o quant' altro, per me poi che ti ho trattato malissimo."
P:"Non é vero non é colpa tua non mi hai trattato malissimo"
Il nostro discorso venne interrotto dal suonare del termometro di Paulo,glielo tolsi e mi disse  la temperatura.
39.5
É alta devo fargliela abbassare.
Io:"É alta 39.5 ti prendo qualcosa per abbassarla"
P:"Sul comodino c'é l aspirina,fai un quarto di giro poi ti guido io" La trovai in poco tempo. Presi un altro cuscino e lo sistemai meglio dato che incominciava ad avere mal di schiena, gli aggiunsi qualche coperta e accesi la stufa, lo aiutai ad alzarsi a mezzobusto e gli feci sorseggiare piano l aspirina, riempiendolo di carezze.
P:"Grazie...che ti occupi di me non dovresti"
Io:"Si invece, mi sono comportata in modo meschino e orgoglioso, mentre tu mi chiedevi un semplice perdono."
P:"Sono un disastro, faccio schifo, mentre tu beh sei un opera d'arte ti meriti di meglio non avevi tutti i torti"
Io:"Io ho scelto te. Ho scelto i tuoi sorrisi.Le tue incazzature.Le tue braccia che mi stringono ogni momento.Ho scelto te anche perché a volte sei un disastro. Anche se magari non sei perfetto. Scelgo i tuoi occhi che ridono, quelli che ho imparato a leggere.Scelgo quel profumo che amo tanto.Scelgo i tuoi pensieri che corrono veloci, le tue mille idee.Scelgo i battiti del tuo cuore.Scelgo le risate con te.Scelgo i nostri abbracci, i nostri ti amo sussurrati. Scelgo te perché ne varrà la pena, perché comunque andrà non me ne pentirò mai."
Sorrise stanco, la febbre gli stava togliendo ogni minima forza,tramava di freddo ma non mi diceva nulla.
Mi misi accanto a lui che mi strinse forte.
P:"Vieni sotto le coperte con me?"
Non finì di dire nemmeno la domanda che ero già li con lui, misi le mani sotto la sua maglietta e gli feci i grattini sulla pancia, si stava rilassando socchiuse gli occhi.
P:"Ti amo..." disse con un filo di voce. Non parlai mi limitai a portare le mie labbra sulle sue.
Sicuramente in quel momento qualcosa stava veramente cambiando.Lui sorrideva ed io non ero più in me. Il mondo ad un tratto era meno pesante, era tutto più leggero.Era lui che mi metteva serenità, lui é la mia felicità, in quegli attimi, la vita era davvero bella.
Ma la felicità non durà per sempre, eh la mia è durata troppo poco...

Sappiate che vi amo hahaha.






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