Capitolo 60: Condivisioni

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Chiesi ad Edoardo se, anche in quella occasione, avremmo dovuto giungere al luogo prestabilito bendandomi.

In realtà, si trattava di una mezza battuta. Lo chiesi ridendo, ma non stavo poi tanto scherzando. Edoardo mi tranquillizzò, per andare dove ci stavamo dirigendo, non avrei avuto bisogno di celare lo sguardo.

Erano da poco passate le cinque del mattino, ma il sole già sovrastava il cielo.
Era il bello dell'estate, faceva giorno davvero presto e la sera il buio accarezzava le menti solo nel momento in cui era tempo di andare a dormire.

Edoardo guidava concentrato lungo le vie di paese, mi resi conto del fatto che iniziasse ad essere stanco.
Svoltò ad un paio di incroci, cambiò diverse strade.
In breve mi resi conto di dove stessimo andando.

Parcheggiamo l'auto poco distante dai cancelli del cimitero.

《Se non ti va, possiamo sempre evitare. 》mi preoccupai del fatto che si stesse forzando.

《No, l'ho voluto io. È molto tempo che non vengo. Mi fa piacere averti portata con me. Vorrei entrassi.》

Il guardiano giunse in orario per aprire i sigilli.
Tolse i lucchetti, ci salutò con un cenno e ci lasciò con il permesso per entrare.

Fu Edoardo a fare strada.
Ero stata spesso al cimitero in quel periodo, ma solo per portare un saluto a mio padre.
Il quel caso stavamo per porgere un saluto alla mamma di Edoardo, insieme, come non era mai successo prima.

《Di solito vengo spesso, ma da quando sono in Canada mi manca passare da qui. Sono appena tornato e già me ne devo andare, ma non posso farlo senza presentarti alla mamma. 》

Mi accorsi del fatto che ci tenesse molto, sopratutto per via della mia presenza. Capii che Edoardo volesse presentarmi alla madre, per rispetto, come lei fosse ancora viva.

Il luogo era soffocato dal silenzio, se non per il rumore prodotto dai nostri passi sull'erba fresca.

《Non sono mai stato qui con Elisabetta, sai?》

Mi sorprese. La trovai una cosa inusuale. Quale moglie, per rispetto del marito, sceglierebbe comunque di evitare una cosa tanto cara all'amato?

《Per quale motivo?》

《Non lo so. Non le ho mai chiesto di venire e lei non si è mai esposta per farlo. Credo che nessuno dei due ci tenesse, tutto qui. 》

Smettemmo di parlare per un momento.
Edoardo si fermò davanti ad una lapide bianca, non troppo diversa dalle altre.

《Mamma, ti presento Mary. Sono sicuro ti sarebbe piaciuta un sacco. 》

Edoardo si baciò un palmo e lo posò sul viso della donna ritratta in foto.
Era venuta a mancare davvero parecchio giovane. In vita era stata una bellissima donna, così simile ad Edoardo.

Mi trovai imbarazzata.
Era un'abitudine per me parlare a mio padre, ma in quella circostanza non ero da sola. Non mi venne spontaneo salutare a mia volta.

《Non ho nemmeno un fiore per te, oggi. Sono stato sbadato, non credevo nemmeno sarei venuto a trovarti. 》

Edoardo era un uomo diverso in quella circostanza. Aveva lasciato l'arroganza, l'orgoglio, fuori dai cancelli del luogo sacro.

Mi ricordai del mazzo di rose che Edoardo mi aveva regalato nel parcheggio del ristorante.
Durante il viaggio di ritorno verso casa, avevo afferrato un fiore dal bouquet e l'avevo odorato stando alla guida.
Invece di lasciarlo in auto insieme agli altri, non seppi per quale motivo, lo misi in tasca del cappotto leggero.
Era una rosa piccola, a gambo corto, non ancora sbocciata.

Pensai che rinchiusa nella tasca si fosse sgualcita.
La afferrai, nella speranza di non averla rovinata troppo.
La rosa era praticamente intatta, richiusa in sé stessa, ancora profumata.

Mi avvicinai senza parlare alla lapide e posai il fiore accanto ad un altro vaso, il tutto sotto gli occhi di Edoardo.

《Da dove l'hai tirata fuori quella?》 indicò il bocciolo che avevo da poco adagiato sul terreno.

《Magari te lo spiego dopo.》

Tornai a concentrarmi sul vero motivo della nostra visita.
Restai in silenzio, chiusi gli occhi.
Edoardo al mio fianco fece lo stesso.

Non ero credente, non avrei pregato.
Il mio silenzio era solo sintomo del rispetto che portavo a quella donna che non avrei mai avuto il piacere, l'onore di conoscere.

《Le saresti piaciuta davvero. Mia madre era una donna dolcissima, ma anche una vera guerriera. Tu per certi versi le somigli molto. Ne hai passate tante, Mary. Nell'ultimo anno e mezzo ne sono davvero capitate di ogni. L'incidente, la morte di tuo padre. Ti sei separata. Non di meno, io ho fatto il mio per renderti triste, ma anche la persona che sei diventata. 》

Gli afferrai una mano e gliela strinsi.
Edoardo aveva ragione, era stato un anno molto difficile.
Eppure eravamo tornati di nuovo insieme, ne avevamo passate tante e chissà quante ancora ne avremmo dovute passare.

《Non sono pentita di ciò che ho fatto. Compresa la morte prematura di mio padre, tutte le cose successe mi sono servite per arrivare quì, oggi. La perdita del mio caro papà è l'unica cosa che cambierei, ma è anche l'unica a cui non posso porre rimedio. 》

Osservai la lapide della madre di Edoardo e fui certa mi stesse capendo.

《Passiamo un secondo anche da lui per un saluto. 》

Seguii di nuovo Edoardo sino al luogo dove riposava mio padre.
Riproponemmo due parole di circostanza in sua memoria e solo allora ci rendemmo conto che si era fatto il tempo di tornare a casa.
Avevamo fatto tutto, quella notte. Avevamo gioito, eravamo stati riflessivi, avevamo messo in discussione rapporti famigliari e in ultima battuta, salutato le persone che erano state importanti nelle nostre vite.

Ad Edoardo restava poco tempo, doveva preparare alcune cose prima di ripartire, nel primo pomeriggio.

《Ti resta un minuto per un caffè prima di andare? Filippo non è a casa, è da Marco. Mia madre è tornata in pianta stabile nella villetta di famiglia. 》

Ogni più blando secondo a nostra disposizione si palesava sempre come fosse l'ultimo regalo, per entrambi.

《Ho davvero poco tempo, ma mi farebbe piacere salire un attimo. Dopo una nottata del genere, non posso rifiutare un caffè caldo. 》

Mi posò la mano, quella che prima teneva sul cambio, sulla coscia.
Me la strinse appena.
Continuò a guidare così, alternando la mano tra il volante, la leva del cambio e il mio corpo.
Sembrò desiderasse toccare la mia pelle ogni volta avesse potuto, in vista di un periodo in cui non avrebbe avuto modo di farlo.

《In appena dodici ore, abbiamo vissuto quello che una coppia normale farebbe in almeno un anno. 》

Risi, effettivamente aveva ragione. In così poche ore avevamo vissuto esperienze ed emozioni pressoché irripetibili.

《Noi però non siamo una coppia normale, sbaglio?》

Non mi rispose.
Spense il motore e mi baciò sulle labbra.
Senza nemmeno rendercene conto eravamo già arrivati a casa, a pochi metri dall'entrata del mio palazzo.















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