16 - Sun and Gold

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Alla Sicilia avevano riservato ben dieci giorni, dal 29 luglio al 7 agosto: oltre a Catania e Palermo, avevano intenzione di visitare i reperti archeologici di Taormina, Siracusa, Segesta e Agrigento. Il 29 luglio Sara, Will e Jem avevano trascorso un intero giorno a Catania dove avevano fatto la loro presentazione e l'indomani avevano visitato Taormina e il suo teatro greco, scoprendo preziosi e pittoreschi frammenti di mare e sicilianità.

Era il 31 luglio, giorno dedicato a Siracusa.

«Hai pubblicato l'aforisma del giorno?» chiese Will a Sara mentre varcavano l'ingresso del Parco archeologico della Neapolis.

«Deduco che non hai ancora acceso il telefono stamattina» disse Sara con una nota di disappunto, sistemandosi lo zainetto in spalla.

«Sì che l'ho acceso ma ho silenziato il mondo: non voglio che squilli ogni due secondi» spiegò seccato Will con Jem che annuiva al suo fianco.

«Capisco. Comunque, sì: l'ho pubblicato» sbuffò Sara in direzione dei due. «Come fareste senza di me? Dove sareste a quest'ora?»

«Di sicuro non qui» constatò Jem lanciandole un'occhiata ruffiana.

«Allora, quest'aforisma?» insisté Will.

«Ah, sì» fece Sara, fermandosi in prossimità di un cartellone con la mappa del parco e voltandosi verso gli amici. «"Con il denaro puoi visitare luoghi indimenticabili. Con la mente puoi crearli."»

«E questa l'avresti detta tu? Ma quando mai?» la provocò subito Will beccandosi una linguaccia. «Non mi ricordo quando, ma stai sicuro che è farina del mio sacco. Figa, meno male che abbiamo fatto quel quadernetto degli aforismi: è stato provvidenziale!» dichiarò Sara voltandosi a studiare il percorso tracciato sulla mappa.

«E quando finiranno le scorte? È vero che abbiamo raccolto anni e anni di aforismi, ma continuando di questo passo...» fece notare Will riferendosi ai quotidiani aggiornamenti di Sara sui social.

«Quando finiranno, al loro posto Sara pubblicherà foto di Will. Che ne pensate? Ci scervelliamo meno noi e facciamo più felici i follower» propose Jem con la sua faccia da gatto malefico.

«Mmm, quasi quasi...» rifletté Sara squadrando Will dalla testa ai piedi. Quest'ultimo li fulminò entrambi con lo sguardo. «Non se ne parla proprio!» Sara e Jem si guardarono e scoppiarono a ridere, ricordando a Will che, in qualità di loro instaboy, doveva mettere la sua naturale avvenenza a disposizione della loro buona causa, senza se e senza ma. Will si oppose, minacciandoli di lasciare il gruppo se avessero osato strumentalizzare la sua immagine.

«Allora vedi di sfornare qualche aforisma alla svelta, bello mio» lo esortò Sara in tono pratico.

«Ehi, non mettermi pressione! In fondo, cos'è l'arte se non espressione di libertà?»

«Oooh, visto? Non è stato poi così difficile» fece Sara allargando soddisfatta le braccia. «Conosco i miei polli...» aggiunse poi con un ghigno diabolico.

«Sei un pericolo ambulante» brontolò Will facendo il finto offeso mentre Jem se la rideva alle loro spalle.

«Ah ah, lo so. Ma ora bando alle ciance! La Magna Grecia ci attende. Siete pronti? Faccio partire la diretta» annunciò Sara inquadrando tutti e tre con la camera dello smartphone.

«Buongiorno, Dreamers d'Italia!» esordì l'allegra donzella avviando la sua diretta Facebook. «Oggi siamo al Parco archeologico della Neapolis. Vi porteremo con noi alla scoperta dei suoi tesori.»

«Purtroppo la stagione degli spettacoli è finita a luglio e non abbiamo potuto vedere le tragedie greche. Ma abbiamo altra roba in programma» spiegò un ammiccante Will.

«Ben detto! E ora cominciamo con il nostro giro» proclamò Sara entusiasta «guidati dal nostro Alberto Angela» aggiunse sottovoce facendo l'occhiolino all'obiettivo e spostando l'inquadratura su Jem, il quale non nascose una smorfia rassegnata. Tra un commento e l'altro, il trio percorse il sentiero che costeggiava l'Ara di Ierone II, l'Anfiteatro romano e la Grotta dei Cordari.

«E questo è il cosiddetto Orecchio di Dionisio» annunciò Sara quando giunsero davanti a un'imponente apertura scavata nella roccia chiara. «Perché è chiamato così?»

«Caravaggio lo chiamò così quando, nel 1608, si recò a Siracusa per la sua forma che ricorda, appunto, quella di un orecchio. La sua caratteristica forma a "S" con le pareti che convergono verso l'alto consente un'amplificazione dei suoni fino a sedici volte.»

«Wow!» esclamò Will ammirando quell'opera straordinaria che aveva destato l'interesse di innumerevoli viaggiatori nel corso dei secoli.

«Secondo la leggenda, il tiranno Dionisio vi imprigionava i nemici e, non visto, ne ascoltava i discorsi amplificati dall'eco. Lo storico Eliano scrisse che Dionisio vi avrebbe rinchiuso il poeta Filosseno, colpevole di non aver apprezzato le opere del tiranno.»

«Accidenti! I poeti del passato non dovevano aver avuto vita semplice» constatò Will.

«Già,» confermò Jem «ma pare che durante quella reclusione Filosseno compose il suo capolavoro: il Ciclope

«Oh, ma quante cose sai? Un'enciclopedia!»

«Si dice anche che la grotta fungesse da cassa di risonanza per le vicine rappresentazioni teatrali» proseguì Jem imperterrito. «Comunque, la sua particolare forma è dovuta al fatto che gli scavi cominciarono dall'alto, seguendo l'andamento dell'acquedotto che passava sopra.»

«Che fortuna, eh, ragazzi? Pure la guida gratis! E che guida...» confidò Sara al suo pubblico mentre si addentravano in quella caratteristica grotta artificiale e ne testavano l'acustica. Il giro si concluse al Teatro greco, sede durante l'anno di rappresentazioni classiche a cui assistevano decine di migliaia di spettatori, tra cui anche molti studenti.

«Ok, Dreamers, concludiamo il nostro tour con questo sfondo unico. Saluti dal Teatro greco di Siracusa! Alla prossima» concluse Sara inquadrando dall'alto il teatro e salutando con la mano i follower affiancata dai due amici.



Il trio si ritrovò la mattina del 7 agosto per la colazione a buffet servita all'hotel di Scopello in cui alloggiavano il loro ultimo giorno in Sicilia. Dopo un giro alla ricca tavola imbandita, Will raggiunse gli altri due al tavolino sulla terrazza con vista su mare, tonnara e faraglioni.

«Bella la vita, eh?» dichiarò raggiante posando due piatti traboccanti di croissant, biscotti, paste di mandorle e confetture varie, guadagnandosi occhiate divertite da parte di Jem e Sara.

«Minchia!» esclamò convinta Sara, sistemandosi gli occhiali da sole dalle lenti tonde tra i capelli raccolti e circondati da una fascia colorata. «Non potevamo concludere meglio il nostro tour in Sicilia. Peccato che domani si rientra» dichiarò poi con un sospiro nostalgico. «Ehi, non hai preso le brioche!» fece notare a Will esaminando insoddisfatta il contenuto dei piatti.

«Oh, dammi il tempo! Ho ancora due mani» sbuffò questi sollevando un sopracciglio. «E comunque qualcosa per cominciare ce l'abbiamo, non credi?» aggiunse sedendosi e avvicinando a sé un bicchiere di granita al limone. «Avete visto gli agenti stamattina?»

«No, ma mi hanno scritto che uscivano presto. Andavano a farsi un giro.»

«Quei due non me la raccontano giusta...»

«Beh, trattandosi di Paolo e Francesca, oserei dire che il loro destino è già stato scritto.»

«Non so se sia un bene o un male per loro, considerata la fine che fanno...»

«Ah ah, in effetti» ammise Sara volgendo lo sguardo al suggestivo scorcio marino su cui si affacciava la terrazza dell'hotel. «Lo sapevate che giù alla tonnara di Scopello hanno girato l'ultima scena del film Ocean's Twelve? Quello con Brad Pitt e Catherine Zeta-Jones.»

«Ah, sì? Sei pure cinefila ora?» le domandò Will, ammirando rapito quel paesaggio da cartolina.

«Fan di Brad, prego» puntualizzò lei. «Ah ah, scherzo, me l'ha detto il receptionist... quello carino! Abbiamo fatto amicizia, sai?» sogghignò servendosi compiaciuta la colazione.

«Ti pareva. Come fai a fare sempre amicizia con tutti?»

«Boh. Forse percepiscono la mia vena "social"» dichiarò Sara divertita con un'alzata di spalle. «Ma non preoccupatevi, la tessera di Golden Friends l'avete solo voi due» li rassicurò versando lo zucchero nel suo cappuccino.

«Ah, ecco. Possiamo dormire sonni tranquilli allora» commentò Will sfoderando il suo golden smile. Con quella t-shirt chiara, la pelle abbronzata, le piccole lentiggini sotto agli occhi color miele e i capelli castano chiaro mossi da una leggera tramontana era uno schianto. Brad Pitt poteva pure essere Achille, ma lui era Apollo.

«Ragazzi, credo che non dimenticherò mai la magia del teatro di Segesta al tramonto. Ascoltare i classici in un luogo così suggestivo... Che fortuna che hanno i siciliani» disse Sara rievocando con aria sognante la sera del primo agosto, quando avevano assistito allo spettacolo Odissea – Un racconto mediterraneo in programma alle Dionisiache 2018. «Per non parlare dell'ultima presentazione a Palermo. Mi sono divertita un sacco! E poi, la città: il quartiere arabo-normanno, il barocco siciliano... che sfarzo, che maestosità!»

«Concordo. È stato un soggiorno davvero emozionante» ammiccò Will sollevando il bicchiere a mo' di brindisi. «Che stai leggendo?» chiese poi curioso a Jem, il quale non aveva ancora proferito parola da quando si erano seduti al tavolo. Stava sfogliando la prima di un mucchio di riviste poggiate sulla sedia a fianco dal titolo «Donna in Carriera».

«Articoli su di noi. Me ne sono perso qualcuno e mio padre ritiene che "debba tenermi al passo, nonostante tutto lo sbatti di queste settimane". Così ha pensato bene di sguinzagliare i suoi segugi e di farmi recapitare questa robaccia in hotel» sbuffò Jem sollevando seccato la rivista.

«Un pensiero gentile, no?» azzardò Will gustandosi comodamente la sua granita.

«Hai voglia! Erano anni che non faceva un gesto così altruista...» disse sarcastico Jem.

«E non sei contento? Si preoccupa per te.»

Jem gli rivolse un'occhiata scettica, piegando gli angoli della bocca verso il basso. «L'unica cosa di cui si preoccupa mio padre è il fatturato aziendale.»

«Da bravo milanese imbruttito» commentò Sara in tono ironico.

«Perché gli adulti sembrano dimenticare cosa significhi essere giovani? Sono sempre presi dai loro impegni, entrano ed escono dalla routine lavorativa a testa bassa senza voltarsi indietro e finendo per scornarsi tra loro.»

«Ti faccio presente che lavorano anche per noi» disse Sara sorseggiando il suo cappuccino.

«Ah sì? E dove sono stati in questi ultimi mesi, quando avevamo più bisogno di loro? Non dico che non debbano lavorare, ma loro esagerano! È diventata una priorità più che un bisogno. A che serve accumulare ricchezze se non hai una famiglia con cui condividerle?»

«Oh, Jem, ma tu hai noi! Noi siamo la tua famiglia. Con noi puoi condividere tutto, lo sai» gli disse Sara in tono affabile poggiandogli una mano sul braccio.

«Sì, lo so. Meno male» sospirò Jem rivolgendole un sorriso malinconico. «È solo che... se crescere significa perdere di vista le cose che realmente contano nella vita, la possibilità di condividere i propri sogni con le persone a cui tieni... beh, allora non sono più così impaziente di diventare maggiorenne. Peccato non dipenda da noi. Tempus fugit

«Lo diceva il nostro Wordsworth che, entrato nell'età adulta, l'uomo si corrompe e perde la purezza d'animo del fanciullo. Solo guardando il mondo con gli occhi di un bambino un poeta può sperimentare appieno il senso di stupore di fronte alla bellezza che ci circonda.»

«Amen! Se non altro gli sforzi paterni hanno centrato l'obiettivo?» s'informò Sara allungando il collo in direzione delle riviste.

«Se l'obiettivo era farmi perdere l'appetito, sì» brontolò Jem individuando un punto preciso della pagina, schiarendosi la voce e cominciando a leggere.

«Nei prossimi numeri approfondiremo con voi la conoscenza dei "The Dreamers", tre giovani milanesi le cui poesie d'ispirazione romantica stanno facendo il giro del Paese. Ma chi sono Sara, William e Geremia? Oggi dedicheremo il nostro articolo a Geremia Casiraghi, alias il "Lord Byron" del trio. Oltre a scrivere poesie sin dalla tenera età, Geremia (Jem per gli amici) suona il pianoforte da quando aveva cinque anni: un vero enfant prodige! I suoi compositori preferiti sono Beethoven, Mozart e Chopin. Ascolta musica di ogni genere e, da artista eclettico qual è, compone lui stesso brani per piano. A parte i poeti romantici, ama leggere i classici inglesi e americani dell'Ottocento e del Novecento tra cui Wilde, Poe, Orwell e Fitzgerald.»

«E quindi? Fin qui non ci trovo niente di strano» lo interruppe Sara allungando la mano in direzione di un biscotto al cacao.

«Aspetta» disse Jem proseguendo la sua lettura. «La sua passione artistica e musicale è ormai nota al grande pubblico. Ma cosa sappiamo della sua vita privata? Quanti di voi sanno che G. è il figlio unico di una delle famiglie più in vista dell'alta borghesia milanese? Con un padre AD di una importante multinazionale di telecomunicazioni e la madre manager in un'azienda che produce energia da fonti rinnovabili, non è difficile immaginare che l'infanzia di G. sia stata ricca di stimoli ma anche di grandi assenze. I genitori, infatti, sono spesso all'estero per lavoro e questo avrà certamente influito sulla sua visione pessimistica del mondo. I toni drammatici e le atmosfere cupe presenti nelle sue poesie potrebbero essere spia della solitudine e del disagio interiore vissuti dal giovane talento...»

«Oddio, perché sto pensando a un incrocio tra Giacomo Leopardi e Christian Grey?» domandò Sara con gli occhi sgranati e il biscotto a mezz'aria.

«Non sono sicuro di volerlo sapere» si affrettò a replicare Jem corrugando la fronte e facendo scorrere lo sguardo sulla pagina successiva.

«Un tantino inquietante, non trovate? Senza offesa» ironizzò Will addentando un croissant ripieno di crema al pistacchio.

«E non è mica finita: Genio e sregolatezza sono i suoi tratti distintivi. Il suo temperamento sfuggente e il carattere irriverente gli sono valsi il titolo di "bel tenebroso" della nuova generazione. Le nostre lettrici potranno gioire alla notizia che il nostro intrigante rampollo non risulta al momento impegnato sentimentalmente...»

«Genio e sregolatezza?» ripeté Sara a metà tra l'incredulo e il divertito. «Oh, andiamo, Jeremy! Qual è stata la cosa più trasgressiva che hai fatto nella tua vita? Un tatuaggio?» Jem le rispose lanciandole una delle sue occhiate pungenti.

«Signore e signori, la corsa allo scapolo d'oro è ufficialmente aperta!» annunciò Will allargando le braccia. «Denaro, talento e mistero: un mix irresistibile» osservò divertito puntando un dolcino alla mandorla mentre Jem mormorava qualcosa di inudibile.

«Rampollo... Rampollo! Avete sentito? Mi hanno definito "rampollo"! La parola che forse odio di più al mondo dopo... radical chic» sbottò indispettito Jem piegando la rivista e gettandola bruscamente di lato. «Ha importanza ciò che faccio e dico se, alla fine, è questo che sono per il mondo? Un borioso adolescente alto borghese. Tanto valeva etichettarmi direttamente come "pollo da spennare"!» aggiunse infine in tono sprezzante.

«Sara, cosa c'era nel caffè di Jem?» s'informò allarmato Will.

«Non ne ho idea. E, comunque, non l'ha ancora bevuto.»

«Figa, meglio che non lo bevi allora se parti già così sclerato! Ti va una granita?» propose cauto Will a Jem. Ma Jem era troppo impegnato a rimuginare tra sé e sé per badare alla colazione. «Lo prenderò per un sì» si rispose da solo Will alzandosi e tornando al tavolo del buffet.

«Su, non te la prendere. Lo sai che montano sempre le cose. Non farne un dramma» fece Sara abbassando il tono e avvicinandosi a lui con la sedia.

«Ah, no?» fece Jem sarcastico, gli occhi ridotti a due fessure. «Ne riparliamo quando ti daranno della ninfomane perché leggi Saffo e scriveranno che Will è gay perché non cede alle lusinghe delle schiere di signorine che cadono ai suoi piedi.»

«Esagerato!»

«Vedrai,» la rassicurò Jem convinto del fatto suo «guarda me: sono già stato bollato come il re dei sociopatici. Perché la gente si ostina a etichettare sempre tutto e tutti? Che poi si aspettano pure che ti comporti secondo le etichette che ti hanno affibbiato» aggiunse amareggiato. Sara fece una smorfia dispiaciuta e gli strinse il braccio con fare rassicurante. Sapeva quanto a Jem dessero fastidio le opinioni preconfezionate sul suo conto. «Senti, forse dovremmo fargli presente che non sei un recluso e che, semplicemente, trascorri la maggior parte del tempo in nostra compagnia.»

«Per carità! Così ci daranno tutti e tre in pasto alle migliori lingue biforcute del Paese» sbottò Jem avvicinandosi finalmente la tazzina di caffè alle labbra.

«Ok, allora senti questa: magari potresti sdrammatizzare questa storia del "passero solitario" pubblicando qualche foto di te con Napoleone. Le ragazze vanno pazze per gli amanti degli animali, fanno subito tipo affettuoso e socievole...» gli propose con un sorrisino a fior di labbra. A Jem andò di traverso il caffè.

«Scusa?» fece tossicchiando e guardandola tra lo stupito e l'incredulo. «Cosa ti fa pensare che voglia farmi fotografare col mio gatto per soddisfare le fantasie di un branco di adolescenti in calore? E comunque, in tal caso, dovresti chiedere a Will di posare per te» tagliò corto Jem. «Più animalista di lui?»

«Ho sentito il mio nome o sbaglio?» chiese Will di ritorno, poggiando sul tavolo una granita e un piatto di brioche.

«Sbagli» rispose Jem laconico.

«Bingo: fate un calendario insieme! Vedrete come aumentano le visualizzazioni e le vendite» concluse Sara battendo euforica le mani e ridendo di gusto.

«Oddio, siamo alla frutta!» esclamò avvilito Jem poggiando i gomiti sul tavolo e coprendosi il volto con le mani.

«Ma che succede qui? Sara, si può sapere che hai sognato stanotte?»

«Ignorala, ti prego,» lo supplicò Jem «vuole usarci come cavie per incrementare visualizzazioni e follower.» Dopodiché si rivolse direttamente a Sara. «Non so se sei più svitata tu o le giornaliste di gossip. E poi, perché dovremmo apparire più "social" di quanto realmente siamo? Tutti con queste manie di protagonismo... È una malattia contagiosa e io voglio starne alla larga. Ci tengo alla mia salute mentale. La nostra personalità non dovrebbe cambiare con il numero di visualizzazioni e like. Non desidero altro che essere me stesso, a prescindere da quel che diranno e scriveranno di me. Come diceva Oscar Wilde: "Be yourself; everyone else is already taken"» affermò abbandonandosi pigramente sullo schienale della sedia.

«In effetti Jem ha ragione: il passo da artista dotato di buoni propositi a personaggio pubblico senza più privacy né amor proprio è breve» commentò Will grattandosi pensieroso la nuca.

«Oooh, allora non sono proprio un genio incompreso!»

«Sì, beh, concordo con voi» ci tenne a precisare Sara. «So quanto ci teniate a mantenere un basso profilo, per quanto possibile. Anzi, vi chiedo scusa se ultimamente mi sono fatta un po' prendere la mano... con i follower, le foto e tutto il resto. Forse è a questo che si riferiscono quando dicono che il successo cambia la gente.»

«E noi non vogliamo che ci cambi, giusto?» domandò Jem fissando con apprensione i due amici.

«Assolutamente!» confermò decisa Sara gonfiandosi d'orgoglio.

«BROT3?» fece Will allungando la mano al centro del tavolo.

«BROT3!» confermarono all'unisono Jem e Sara aggiungendo le loro mani alla sua e scambiandosi uno sguardo complice. Era un po' che non rinnovavano il loro voto di amicizia e, in effetti, era servito a risollevargli il morale.

«Ok, ora sbrighiamoci però: il mare ci aspetta» li spronò Sara impaziente, inforcando gli occhiali da sole e pregustando un bagno fresco nelle acque chiare di Scopello. «Non riempitevi troppo, mi raccomando. Dobbiamo tuffarci dai faraglioni.»

«Oh, adesso sì che mi sento meglio» fece Jem sarcastico. «Visto l'inizio di giornata, gettarmi da una rupe è proprio quello che mi ci vuole!»

«Non andiamo da nessuna parte se prima non fate fuori quelle brioche!» li ammonì perentorio Will.

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