17 - La Valle del Sangue

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Tornare in mezzo alla luce di Eathevyr fu avvolgente, Kyra sarebbe rimasta lì per giorni pur di sentire la sensazione che i raggi le lasciavano sulla pelle, il suo corpo che si nutriva di essi fino a saziare la sua anima. Era incredibile quanta differenza potesse esserci tra i due mondi: il Regno Assoluto, anche nella stagione calda, non l'aveva mai fatta sentire così bene, non era mai stata così incuriosita da quel mondo fino in fondo; Eathevyr, invece, sprigionava vitalità anche quando vi era il gelo più tagliente e quello sì che l'aveva meravigliata. Forse tutto era dato dal fatto che nel mondo degli Yarix ci fosse meno energia negativa, meno anime macchiate di sangue essendo un popolo pacifico. Non era stato un caso che la Dea Nera in passato fosse sempre andata tra i Salir a creare più caos del solito, lei che avrebbe raso al suolo tutta quella radura di colori sgargianti che si estendeva nella sua immensità di fronte a sé.

– Quando mai vi ho seguito...– si lamentò portandosi una mano a ripararsi gli occhi con una smorfia disgustata.

– Sei proprio incontentabile.– le disse Nissa scioccata dalla sua totale indifferenza dalla bellezza che vedevano.

– Conosco tutto di questi Mondi, e a meno che non ci sia qualcosa di interessante per me è una tortura dover sopportare il sole, biondina.– ribatté la corvina dandole un'occhiataccia, Nissa che alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.

– In ogni caso, è la prima volta che vediamo Noria, vero Nath? Già da qui sembra fantastica!– esclamò battendo le mani come una bambina, il ragazzo che ridacchiò e le avvolse un braccio sulle spalle.

– Solitamente Evelyn ci aspettava al portale che per noi era più vicino a Stavira ma che per lei è dall'altra parte di Eathevyr rispetto a dove abita.– spiegò a Kyra che per un attimo era rimasta un attimo confusa sapendo che la sua amica avesse girovagato in quel mondo svariate volte. Evidentemente, a causa dei suoi studi, la ragazza dai capelli biondi era rimasta spesso a casa sua dai suoi genitori e in parte capì che il fatto fosse legato alla grande quantità di documenti, libri, pergamene e mappe che sia suo padre che Andreas possedevano, oggetti con cui Nissa doveva aver per forza comunicato.

– Eathevyr è piuttosto monotona per quanto riguarda l'ambiente. I luoghi sono simili a parte per delle eccezioni in cui i colori cambiano ma, fondamentalmente, è uguale.– disse Sheera guardandosi intorno, e in effetti aveva ragione: stessi alberi dai mille colori, l'erba azzurrognola, cielo dalle sfumature rosa date dal sorgere del sole, qualche nuvola bianca a creare forme disparate. A lei aveva sempre annoiato quella monotonia.

– Punti di vista.– fece spallucce Nissa iniziando a camminare contenta verso la corteccia bianca di un albero lì vicino le cui foglie erano di un blu intenso quasi come il cielo notturno. Kyra la raggiunse e sorrise quando alcuni rami carichi di strani frutti ovali e dorati si mossero nella sua direzione. Ne prese un paio delicatamente e ringraziò per quel gesto, voltandosi verso Nissa e Nath porgendo a loro i frutti. Li guardarono confusi, cosa avrebbero dovuto farci?

– Eathevyr è piena di raccolti come i vostri ma ci sono anche specie che possono vivere solo in questo mondo, tra cui questi frutti. Da acerbi sono grigi, quasi argento mentre diventano sempre più oro quando maturi, e hanno la particolarità di essere molto dolci e dare un senso di felicità.– spiegò la Dea vedendo i loro occhi farsi affascinati. Evidentemente Evelyn non aveva mostrato molte cose, anche perché i portali che collegavano i due mondi non rimanevano aperti per molto tempo.

– Uh, sono già maturati?– sentirono dalla voce femminile proprio della Yarix dai capelli rossi che era appena atterrata accanto a loro, le sue ali grigie che chiuse sulla schiena.

– Sono in anticipo quest'anno.– aggiunse ancora osservando ciò che i due Salir avevano in mano e che sembravano cercar di capire come si dovessero mangiare. Così glielo mostrò tranquillamente, togliendo quella sottile buccia dorata che lasciarono spazio a degli spicchi bluastri proprio come le foglie dell'albero, lasciando i due incantati. A Nath ricordò un'arancia, solo piccola la metà o anche più ma per il colore era diverso. Ma non solo quello: appena prese tra le dita uno spicchio che la rosse gli porse, studiandolo un pochino e sentendo già dal profumo inebriante quanto potesse essere dolce, lo assaggiò venendo colpito da una fragranza mai sentita.

– Come ho fatto a vivere senza questo?– esclamò più che euforico.

– Sembra essere troppo dolce all'apparenza ma in realtà non lo è affatto, per non parlare della sua freschezza, dei colori, e poi...–

– Puoi semplicemente dire che ti è piaciuto.– lo interruppe Sheera prima che il ragazzo potesse iniziare a rompere con le sue idee da figlio di un panettiere sempre voglioso di sperimentare sui gusti, e solo allora la Yarix si rese conto della presenza delle Dee con loro.

– Oh, ci siete anche voi. Scusate, non ci avevo fatto caso.– salutò dunque con un sorriso timido, Kyra che ricambiò tranquillizzandola, un po' meno la corvina che la studiò da capo a piedi annoiata, come suo solito. Nulla di inusuale. Quella ragazza non era cambiata per niente, anzi, il suo aspetto era così già da millenni grazie alla benedizione di cui il suo popolo usufruiva. L'unica nota che la differenziava da loro quattro erano gli abiti: colorati, semplici stoffe messe insieme a ricami e fiori alle spalle, alla vita, tra i capelli rossi raccolti in una lunga treccia elaborata ed elegante. Sembrava irreale, e in effetti ciò che gli Yarix indossavano non erano semplici stoffe che fabbricavano.

Essendo un popolo che rispettava la natura e il ciclo vitale di ogni cosa, la loro magia era in grado di manipolare molto di più gli elementi rispetto ai Salir. Non facevano muovere l'acqua a proprio piacimento, né accendere un fuoco tra le mani, bensì modificarli e trasformarli in altro. Tutto ciò che sembrava non poter avere più vita propria la raccattavano e, attraverso incantesimi che già i più piccoli apprendevano, i rami spezzati, le piume degli uccelli trovate tra i fiori secchi o morenti, mutavano aspetto al fine di poter essere usati dagli Yarix. Vesti, coperte, collane e molto altro venivano così creati.

– Quindi oggi che si fa?– domandò Nissa elettrizzata riportando la Dea Nera con i piedi per terra essendosi persa nel ripensare a quanto, in passato, non avesse trascorso così tanto tempo a portare un po' di caos in quel mondo, e che forse avrebbe potuto rimediare un po' già che era lì e che si stava annoiando.

– Penso che vi porterò alla Valle del Sangue, passeremo da Noria al ritorno e potrete fermarvi qui per la notte.– propose Evelyn vedendo subito i due Salir inclinare la testa, Nissa scettica.

– Valle del sangue? Ho sentito bene?– chiese per l'appunto.

– Ehm, il nome non mi intriga.– ammise il ragazzo vedendo poi la Yarix ridacchiare appena.

– Oh, non è niente di pericoloso. Si chiama così solo per una leggenda.– li tranquillizzò, Kyra che nel frattempo si fece penseriosa passandosi una mano tra i capelli candidi. Valle del Sangue eh?

– Voi Yarix vivete di leggende se è per questo.–

– In effetti, come darti torto?– concordò prima di aggiungere altro.

– Comunque, si chiama così poiché si dice che lì la Dea Nera avesse ucciso centinaia di persone e il sangue versato fu talmente tanto che intrise la natura, trasformando l'acqua cristallina in un profondo rosso, così come le piante circostanti che erano state toccate dai cadaveri.–

Tutti si voltarono verso Sheera all'istante, la ragazza che li guardò truce odiando l'essere fissata.

– Che c'è?– borbottò.

– Ha detto che è colpa tua.– fece spallucce Nath.

– Innanzitutto, non tutte le leggende degli Yarix sono vere. E poi, perché mai dovrei uccidere una tale quantità di persone ad Eathevyr?– si difese portandosi le braccia al seno come infastidita.

– Mh, combattere la noia?– ipotizzò la bionda, seguita dagli altri due.

– Magari avevi fame.–

– O per divertimento.–

– Non male la visione che avete di me, continuate pure.– li interruppe la corvina a metà tra l'infastidita e il divertita.

– Io direi per farmi dannare. Farmi sistemare ogni tuo casino per ripicca due volte a settimana come minimo era d'obbligo.– sbuffò invece la Dea Bianca e facendo spuntare al suo opposto un sorrisetto maligno, il suo sguardo scuro magnetico.

– Sì, quello non era male. Almeno ti tenevo impegnata anche se avrei preferito farlo in altri modi.–

Kyra cercò di non darle retta prima che potesse finire male, bastava veramente poco a farla tornare caotica e ringraziava il fatto che la sua aura positiva la calmasse.

– A pensarci però non ricordo luoghi rossi come dici.– disse poi voltandosi verso Evelyn nel mentre che si misero in cammino, l'erba colorata e i fiori a sfiorare loro le gambe.

– Nemmeno io.– concordò il suo opposto, entrambe che si guardavano intorno alla ricerca di qualche ricordo nelle loro menti che era sfuggito, ma niente. In più, a Sheera non sembrava aver mai ucciso centinaia e centinaia di persone in quel mondo magico, sempre che non l'avesse fatto fuori controllo. Però, in quel caso, la sua energia opposta l'avrebbe sicuramente visto.

Poterono solo seguire la Yarix che raccontò un po' come stesse andando la sua vita e quella della sua famiglia, il suo villaggio, quanto fosse stato difficile tornare alla vita di un tempo. In effetti, dopo millenni rinchiusi in un luogo tetro e intriso delle più disparate paure che prendevano forma in esseri mostruosi come torturatori, vedere di nuovo la luce doveva parere un sogno. Per non parlare degli incubi scaturiti dalla paura di poter esser presi di mira di nuovo, Sheera e i suoi demoni si erano nutriti a bizzeffe in quei quattro anni da lontano negli Abissi Infernali.

Fortunatamente ci aveva pensato la Dea Bianca a rimediare alla grande quantità di energia negativa com'era giusto che fosse, cercando di mandare più Creature Chiare possibili a calmare gli animi come solo loro potevano fare.

– Wow!– esclamarono i due Salir appena arrivarono ad un dirupo completamente estasiati. Sotto l'altopiano in cui erano, una vastissima valle si espandeva fino all'orizzonte, ed era proprio come aveva descritto Evelyn: prati di un rosso acceso e non cupo come il sangue come si erano aspettati, poi alberi dalle foglie dello stesso colore che nascondevano quei pochi dalla chioma verdastra, cespugli pieni di frutti simili a fragole invitanti, persino alcune nuvole nel cielo azzurro sembravano esser state macchiate di quel colore. E in mezzo a ciò un lago lungo e stretto faceva da specchio al cielo rendendo il tutto ancora più spettacolare per la sua acqua rosata.

– Questa sarebbe la Valle del Sangue?– cominciò a ridacchiare Sheera senza malizia, solo divertita e suscitando curiosità nel suo amico. A cosa stava pensando per poter essere in quel modo, così tranquilla e lasciandosi sfuggire un mezzo sorriso.

– Esatto.– annuì Evelyn inclinando la testa notando come la Dea volse subito lo sguardo verso Kyra che la guardò quasi truce e con le braccia al seno. La situazione tra le due sembrava essersi invertita.

– Non una parola al riguardo, o te ne pentirai.– la minacciò addirittura.

– Paura di rovinare la tua reputazione?– la stuzzicò l'altra all'orecchio, portando la chiara a spingerla lontana da sé oltre il dirupo. Sarebbe caduta e basta, non si sarebbe fatta nemmeno un graffio essendo una Dea. Peccato che, con una velocità impressionante, le prese il braccio trascinandola con sé.

– Ma sei scema!?– esclamò Kyra quando riapparirono entrambe con i piedi per terra in quella valle grazie alla nube scura della corvina invocata a metà caduta. Peccato che la chiara si ritrovò stesa a terra con l'altra sopra di sé a farla sua prigioniera, i polsi tenuti dalle sue mani ghiacciate ai lati della testa.

– Non è una novità, e sei stata tu a volermi buttare di sotto.–

– Non ti ho detto di mettere in mezzo anche me!–

Sheera ridacchiò e la liberò, aiutandola a rialzarsi.

– Vuoi da bere per caso? Così ti sentirai più a tuo agio qui magari.– aggiunse guardandola di nuovo con malizia, Kyra che sospirò frustrata.

– Mi dovresti un favore dato che mi sto assumendo una tua colpa.– continuò.

– No, la colpa è stata tua che mi hai dato chissà che cosa quella volta e non mi hai fermata.– ribatté subito la chiara. Sapevano entrambe perché, quel luogo, che un tempo era stato come Noria di aspetto, si fosse trasformato: la Dea Bianca aveva colorato con la magia tutta la vegetazione in preda ad un potente allucinogeno molto tempo addietro, e la Distruttrice era rimasta a guardare godendosi lo spettacolo.

– Sono una cattiva influenza, non dimenticarlo dolcezza.– le prese il volto Sheera ridacchiando ancora nel vederla imbronciata come una bambina.

– Eccovi!– sentirono dagli altri che le avevano raggiunte, Evelyn doveva aver fatto vedere loro una scorciatoia per arrivare lì così in fretta.

– Visto che siete qui potete aiutarmi a raccogliere quei frutti che vedete laggiù, serviranno per stasera a mia sorella.– disse Evelyn indicando i svariati cespugli rossastri. Ovviamente, Nissa con la sua curiosità, non poté rifiutare, tutto pur di scoprire cose nuove e la sua euforia spesso metteva di buon umore. Kyra però, guardandola mentre saltellava da una parte all'altra indicando piante e fiori mai viste a lei ed Evelyn per poter sapere la loro storia, sapeva che si celava molto altro. Faceva tutto quello per distrarsi perché sì, avrebbe potuto sposare Nath, viaggiare per i mondi, ma la salute di suo padre la preoccupava insieme al fatto che avrebbe dovuto a breve prendere il suo posto. Per ogni cosa ci sarò...

  

"Lampadari maestosi, pavimenti in pietra eleganti e lucidi su cui ci si poteva specchiare, alte finestre, luci calde e accoglienti. Poi le persone in vesti elaborati, precisi, raffinati, i calici in mano tenuti con aria a tratti giudicante. Tornare in mezzo ai ranghi più alti del Regno Assoluto non era stato di certo uno dei suoi sogni e aspirazioni, specialmente dopo esser tornata in possesso di tutta la sua magia di Dea che il suo corpo aveva trattenuto fino a qualche anno addietro e ciò significava che vedeva come fossero davvero le persone, le loro auree. In più, tutti gli sguardi che le rivolgevano per il suo aspetto e per la sua falsa identità non li aveva dimenticati.

– Ma chi si vede.– sentì dire dalla donna davanti a sé di una rigida compostezza, fredda. Chi poteva essere se non Vivian, la matrigna del padre di Nissa che la fissava con occhi quasi disgustati.

– Buongiorno anche a voi. Anzi, buonasera ormai.– salutò cordialmente Kyra affiancando la sua amica che molto probabilmente la ringraziò mentalmente per essere arrivata a salvarla almeno un minimo dalla sua famiglia e i suoi disaccordi. Difatti, la Dea, aveva visto da lontano appena aveva messo piedi in casa loro che c'erano state delle strane auree contrastanti, i loro animi non molto in pace. Ma non era una novità, ad Imìr non era quasi mai piaciuta Vivian anche se non l'aveva mai dato a vedere. E fu proprio lei a mostrarle un sorriso sorpreso e caloroso, abbracciando in maniera decorosa la chiara che ricambiò.

– Kyra, che piacere riaverti qui! È passato così tanto dall'ultima volta, fatti vedere.–

Quella donna era così sincera e di gran cuore, lei l'aveva sempre visto. Era suo marito quello più simile ad una roccia impossibile da scalfire, però era solo apparenza poiché sapeva anche ammorbidirsi. E, da quanto aveva sentito dire da Nissa, in quegli ultimi mesi era capitato sempre più spesso ed probabilmente era dovuto al suo malessere.

– Cara, ti trovo bene. Andreas non mi aveva informato della tua presenza.– le disse prendendole la mano delicatamente per farle un baciamano delicato come dettavano le regole dell'alta società, e lei lo lasciò fare nonstante si conoscessero da anni.

– In realtà non lo sapevano, è una sorpresa.– disse Nissa sorridendo ed evitando lo sguardo di sua nonna. Sembrava non essere d'accordo su qualche cosa e a Kyra bastò poco per entrare nelle loro menti: secondo la donna, sua nipote avrebbe dovuto fare molto di più che scrivere un semplice manuale che si sarebbe andato a confondere con molti altri dopo pochi mesi. Voleva la grandezza ma non per il suo bene, o la Dea l'avrebbe visto. Era tutta una questioni di nomi di famiglia, come sempre lì a Stavira. Per quello era meglio non parlare dell'argomento.

– Vi dispiace se parlo un po' con la mia amica? Non la vedo da così tanto.– disse Kyra infatti vedendo, inizialmente, Vivian aprir bocca per dire la sua ma fu fermata dall'uomo che sorrise appena.

– Ma certamente, avrete molto di cui parlare sicuramente, voi donne non potete vivere senza parlarvi.–

Lo disse quasi in modo giocoso, Imìr da parte sua lo guardò quasi offesa e poi obbligò l'uomo a sedersi per risparmiare le forze. Fu inutile per lui rifiutare nonostante avesse affermato di stare bene e di essere pieno di energie tutto all'improvviso. Quello fece capire a Nissa che la sua amica aveva usato la magia quando le loro mani si erano toccate per il baciamano.

– Mia madre ultimamente non lo lascia un secondo e lui si lamenta per questo. Dice che gli sembra di essere un bambino.– ridacchiò cercando di scacciare la preoccupazione nel mentre che si allontanavano e raggiungevano un angolo appartato. Però, lo sguardo di Kyra quando si fermarono l'uno di fronte all'altra non le piacque.

– Non so come dirtelo...– le iniziò a dire cercando le parole. Kyra in effetti tentennò un po' a rivelare cosa aveva sentito.

– È peggio di quel che credevo.– sospirò alla fine, la bionda che non capì cosa volesse dire e incitandola a continuare, a spiegarsi.

– Quando mi hai detto di come stava, mi è dispiaciuto e volevo davvero aiutarlo ma mi è impossibile.– iniziò così prendendole le mani calde nelle sue. La guardò negli occhi di smeraldo, le dispiaceva talmente tanto di vederli agitati come quando aveva dovuto incontrare schifosi pretendenti in passato, ma non voleva mentirle.

– Non dovrei rivelarti il futuro perciò non dovrai dirlo a nessuno.– ribadì seria vedendola annuire, probabilmente la stava anche spaventando.

– La mia energia gli ha dato forze ma non lo può curare e questo accade solo quando il destino ha già scelto la sua strada. Non potrò mai guarirlo perché la sua anima ormai è troppo vicina alla morte.–

Nissa rimase per un attimo silenziosa, poi sembrò ritornare con i piedi per terra.

– Niente? Zero assoluto? Ma sei la Vita, non puoi, che ne so, fare un'incantesimo? E la benedizione dell'immortalità?–

– Non è infinita come la mia, serve per forza un inizio e una fine. E no, non posso forzare in questo modo gli eventi, si creerebbe uno squilibrio tra me e Sheera. Non deve esserci.–

– Ma tu sei una Dea, ci dev'essere qualcosa che...–

Non le piaceva proprio per niente farla stare male, ma non poteva nemmeno prometterle l'impossibile.

– Lo so, ma è proprio perché lo sono che non posso.–

Nissa sospirò e alla fine ricambiò l'abbraccio che Kyra provò a darle nella speranza di confortarla un minimo per quanto fosse difficile. Sarebbe stato difficile da accettare, e ancora di più distrarla dai pensieri."

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Ehilà! Sorpresina, alla fine sono riuscita a pubblicare oggi. Quindi questa settimana siate felici di aver letto tre capitoli gne gne :)

Alla prossima!

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