44 - Cristalli misteriosi

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Era ormai da molto che camminava attraverso la nebbia bianca incessante, non aveva modo di capire quanto tempo fosse passato. Il finto cielo stellato che si rifletteva sul pavimento simile al vetro più trasparente che esistesse non possedeva un sole o una luna che si alternavano, era tutto privo dello scorrere delle ore e dei minuti. E ancora non aveva sentito o percepito niente intorno a sé, né uno spostamento d'aria né un singolo suono, rumore. Silenzio totale. Non che per lei fosse un problema, a dirla tutta se ne stava beando completamente, finalmente del vero silenzio assordante come le piaceva. Neppure i suoi passi producevano scricchiolii, o i suoi respiri lenti. 

Era curioso, lì dentro si attutiva tutto. L'unica cosa negativa era il fatto di non sapere dove stesse andando né quanta strada ci fosse ancora, poteva solo camminare totalmente a caso affidandosi interamente al proprio istinto. Non a caso si chiama Infinitus. Perché non mi è mai venuta in mente l'idea di scoprire di più su questo posto in passato non lo so.

Poi, nella sua mente, apparve un'immagine e si bloccò senza accorgersi che dalla nebbia iniziarono ad apparire piccole scintille bluastre: Kyra arrabbiata che le sembrava gridare qualcosa inorridita come ad avercela con lei a terra tra delle radici. Ricordava cosa fosse accaduto, lì la Dea Bianca l'aveva vista per la prima volta fuori controllo. L'aveva vista uccidere degli innocenti e i suoi occhi viola chiaro le erano rimasti impressi nella mente per quanto orrore avesse visto. Ma erano cambiate le cose, avevano risolto, giusto?

In seguito il dolore, quello che aveva sentito quando aveva trafitto con la Spada della Morte Kyra tentando disperatamente di fermare il Demone una volta per tutte, molto simile ma più debole rispetto a quello provato molto tempo addietro, le prime vere lacrime che la Dea Nera avesse mai versato di fronte alla chiara quasi scomparsa sotto forma incorporea.

Oltrepassa disguidi e dolori... le tornò alla mente la cantilena, chiuse gli occhi subito dopo, le immagini che svanirono. La nebbia, era a causa sua se stava rivivendo ricordi spiacevoli, se lo sentiva. Che fosse una sorta di prova o qualcosa per farla tornare indietro? Da quanto aveva capito, se fosse rimasta lì, ogni singolo spiacevole e doloroso ricordo sarebbe riaffiorato. L'aveva capito. Come fare? Dopo il Male c'è sempre il Bene, è l'ordine delle cose. Possibile che dovrei pensare a cose... positive?

Fece una smorfia disgustata e infastidita ma se significava davvero trovare qualcosa doveva farlo, purtroppo ne andava dei Mondi. Fossi io a distruggerli sarebbe divertente ma non mi piace che qualcuno prenda a fare il mio lavoro!

Sospirò e riaprì gli occhi riprendendo a camminare e ignorando quelli che parevano ricordi. Le fu semplice per così dire ignorarli, iniziò anche a pensare che per davvero, anche tra le Dee, c'era stato e c'era un ordine ben specifico: ogni volta che una delle due aveva sofferto era tornata l'armonia. Ad ogni avvenimento negativo ne seguiva uno positivo e così via dicendo. Aveva sofferto in tutte quelle occasioni ma ne era uscita anche felice dopo. Erano state insieme successivamente, ogni singola volta che era successo qualcosa di grave. Sorrise e si portò le dita alle labbra, ricordando la prima volta che si erano baciate dimenticandosi di Katrin.

– Quanto sei fredda! Divertiti un pò!– sentì facendola voltare appena per guardare un ricordo, quello legato al loro primo bacio. Era stata Kyra a dirglielo, e lei in piedi su un masso, spinta dal vento, le era caduta addosso. Era stato un momento in cui persino lei, la Dea Nera, era stata colpita da energia positiva.

Ricordava perfettamente di averla guardata ammaliata, aveva anche pensato che fosse la cosa più meravigliosa che avesse visto, cosa che però l'aveva destabilizzata in seguito, certo. E ricordava ancora alla perfezione quello che aveva provato in quel momento, il cuore di energia negativa aveva preso a pulsare dentro come mai prima di allora, non era riuscita a togliersi dalla testa quegli occhi viola chiaro che l'avevano fissata. Subito dopo però, la negatività era tornata, la corvina se l'era presa con l'altra per una semplice frase che per lei era stata fastidiosa. Ma dopo il Bene ritorna sempre il Male, un circolo vizioso impossibile da infrangere... 

In effetti, avevano trovato un modo entrambe per potersi amare senza problemi, separando il lavoro da ciò che provavano l'una per l'altra. Tuttavia, la Distruttrice rimaneva la Distruttrice, e la Creatrice rimaneva la Creatrice, sempre. Gli alleati di Shedan se vogliono manovrarci non resisteranno mai, manderanno in rovina qualsiasi cosa, la voglia di potere è incredibilmente accecante! Non possono capire cosa significhi essere noi!

Strinse le mani a pugno nervosa, essere potente come nessun altro era una condanna ancor prima della propria esistenza. I poteri Supremi, sia come sfere di energia sia come persone pensanti, non potevano mai e poi permettersi una vera e propria tregua dal proprio lavoro. Persino quando dormivano la propria energia non smetteva di alimentare i Mondi. Rispetto al passato si occupavano meno delle faccende di persona, era vero, però avevano capito come fare. I Salir e gli Yarix non avevano la minima idea di quanto ci fosse dietro alle proprie di vite.

Fu un rumore improvviso a distrarla all'istante e riportarla nell'Infinitus, rimase per un attimo stordita e confusa quando si ritrovò di fronte... una caverna. Era comparsa e sbucata dal nulla letteralmente, non vi era alcuna parete rocciosa intorno. Era buia e si stupì del fatto che lei, una Creatura Oscura, non riuscisse a vedere cosa ci fosse oltre al velo nero. Questo la intrigò terribilmente, alimentò la sua voglia di scoprire il perché e cosa si celasse dietro.

- Non fermarti nel buio. Forse lì dovrò camminare continuamente? Chissà cosa accadrebbe se non lo facessi!– ridacchiò maliziosa ma si diede una botta in testa per riprendersi. Non era per niente il momento di fare scoperte azzardate, non ne aveva il tempo. Un vero peccato. Ma come era apparsa quella caverna lì? Prima non l'aveva minimamente vista.

– A meno che... Cerca il male nel bene, o il bene nel male...–

Aveva superato ricordi dolorosi pensando a come nero e bianco si alternassero, a cosa lei aveva imparato da Kyra e cosa Kyra aveva imparato da lei. Possibile che era stato quello a modificare l'Infinitus?

– Non mi piace quando è tutto così semplice!– sbuffò scompigliandosi i capello corvini ed entrando nella caverna senza alcuna preoccupazione. Camminava totalmente alla cieca e le fece uno strano effetto non vedere nel buio per la prima volta nella sua intera esistenza, non sapeva dove andava e la cosa la infastidiva ma incuriosiva al tempo stesso. Era quello che provavano tutti? La Dea Bianca, i Salir, gli Yarix? Perché ne erano così spaventati, pieni di paura? Lei non ne aveva nemmeno un briciolo, come averne per qualcosa che le apparteneva? C'è da dire che non ho una mente a posto, farò bene a ricordarmelo! Quando le sarebbe capitato di nuovo?

Kyra non ci entrerebbe mai qui dentro. Subito dopo quel pensiero sospirò. Già, Kyra... Si morse il labbro, non aveva pensato in presenza di Damon al dolore schiacciante provato, alle preoccupazioni legate alla Creatrice. La sua voglia di sapere dove fosse, di come stesse, di cosa le stessero facendo ricominciò a colpirla.

Scosse la testa poco dopo, doveva fare una cosa alla volta o sarebbe impazzita. Doveva andarci piano in presenza dei Divoratori, doveva calcolare ogni singola cosa. E poi, Kyra era una Dea esattamente come lei, possedevano la stessa quantità di forza e potere, la differenza stava nel come la utilizzavano.

Una lievissima luce violacea cominciò a sprigionarsi dalla sua collana e dal suo braccio sinistro, dai ghirigori abituata a vedere ogni giorno. Non si scompose di fronte a ciò, non era la prima volta che accadeva. Però si guardò attorno rimanendo, nell'istante dopo, stupita e al tempo stesso confusa da ciò che vide: l'interno della grotta divenne più definito finalmente, fredde pareti di roccia dove vi erano incastonati decine e decine di cristalli variopinti, tutti che riflettevano la luce violacea della collana e del braccio illuminando ancora di più l'ambiente e rendendolo magico.

– Ma questa è... Acqua?–

Grazie al suo udito fino percepì chiaramente ciò che in lontananza le sembrava di percepire la presenza di un rigolo d'acqua che si tramutava in cascata. Era possibile? Ricominciò a camminare tranquilla toccando di tanto in tanto qualche cristallo incuriosita, erano molto simili se non identici a quelli della sua collana, mai nella vita era riuscita a trovare un materiale che gli si avvicinasse. Quando si era svegliata sotto forma incorporea l'aveva già avuta al collo, non aveva mai saputo da dove provenisse, solo che fosse importante per sé.

– Nei tuoi occhi cristalli, intendeva questo evidentemente la cantilena, se non è così non saprei a cosa pensare.– si disse andando avanti. Per la prima volta capiva quelle frasi che aveva canticchiato innumerevoli volte, ad ogni passo i cristalli sembravano illuminarsi di più oltre che guidarla attraverso quella strana caverna sperduta. Era come se le stessero dicendo dove andare. Poi, davanti a lei, si estesero stalattiti e stalagmiti e anche quelli non parevano normali di primo impatto, come tutto in quel luogo del resto, caratterizzato da una sfumatura violacea.

Passò attraverso essi mentre cominciava a sentire nell'aria una lieve umidità e il rumore dell'acqua scorrere sempre più vicino a sé. Aumentò il passo e poco dopo trovò un piccolo corso che sbucava dalla parete rocciosa alla sua destra diventando sempre più grande e continuando il suo percorso senza ostacoli.

Lo affiancò per un po' ammirando quei pesci dorati che nuotavano liberi, a volte facendo piccoli salti schizzando con piccole gocce la roccia fredda sotto i suoi piedi. Come potevano esserci animali nell'Infinitus? Se per quello, non aveva mai saputo dell'esistenza di quel luogo, quindi era meglio non stupirsi troppo ormai.

La Dea si accucciò e toccò quel liquido trasparente che pareva violaceo per i vari cristalli che tappezzavano la grotta; non era un sogno, tutto era reale, l'acqua fredda che bevve dalle sue mani non aveva niente di diverso da quella degli altri Mondi, anzi, ne approfittò per rinfrescarsi passandosi le mani sul collo. Certo, il posto era sicuramente meglio di Eathevyr ma ancora caldo per lei.

Si voltò verso sinistra quando notò che quel torrente stava per finire in una cascata nel vuoto proprio come aveva percepito, davanti non c'era più nulla se non il buio assoluto, niente più cristalli e roccia. Con pochi passi fu già alla fine sia del terreno su cui stava camminando sia dell'acqua.

Guardò giù, buio, buio e buio pesto, di nuovo. Voleva andare a scoprire cosa ci fosse ma poteva essere pericoloso non volare dato che sentiva che non avrebbe potuto farlo per qualche strana ragione. Il suo istinto glielo stava dicendo. C'era da fidarsi? Non sentiva odore d'inganno però. Non mi è mai interessato quanto potesse essere pericoloso il buio e non lo farò di certo oggi!

Fece un passo indietro guardando oltre le sue spalle, poi si buttò giù decisa. Dopo qualche secondo entrò in contatto con altra acqua fredda, i pesci che le nuotavano attorno senza essersi spaventati minimamente dalla sua presenza. Notò che la sua pelle non si era bagnata stranamente neppure sott'acqua.

Tornò in superficie e trovò subito una riva poco distante da sé che raggiunse senza problemi guardando il proprio corpo e le vesti intatte. Non devo nemmeno usare la magia per asciugarmi, interessante la cosa. Si chiedeva se ci fosse qualche incantesimo nel lago accanto a sé per questo motivo, non le sarebbe piaciuto indagare di più. Guardò poi sotto i suoi piedi dove si estendeva un terreno pieno zeppo di fiori variopinti: bianchi, dorati, viola, neri qualcuno rosso. Era tutto sempre all'interno della strana grotta o era finita chissà dove?

– Raggiungimi nel mondo d'incanto,

nel giardino ormai dimenticato.– sussurrò pensierosa. La cantilena era finita, era giunta alla sua meta? Ma dove sono capitata? Per fortuna non c'è la luce solare! Anche se mi domando da dove provenga... Si guardò attorno come a voler imprimere per bene nella sua mente ciò che vedeva come il grande bacino d'acqua da cui era appena uscita, poi l'alta cascata, intorno fiori e fiori di cui avrebbe fatto volentieri a meno con tutta la vita che lasciavano trasparire, disgustosa. A quanto vedeva era in una specie di stanza naturale davvero enorme, ci sarebbe potuto stare benissimo il drago che c'era negli Abissi Infernali lì dentro.

Osservò le pareti e anche lì vi erano incastonati moltissimi cristalli e facevano luce di vita propria, il soffitto svaniva nel buio invece. Si voltò per dare un'occhiata a ciò che aveva alle spalle e per poco non rimase paralizzata per ciò che vide, occhi sgranati. Ma quello è...

Non ci poteva credere, era lì davanti a lei con maestosa grandezza: linee blu notte che sembrava un cielo stellato a formare due ragazze racchiuse in un cerchio. Al centro due gemme, una chiara e l'altra scura, quelle incisioni nella roccia familiari viste nelle sue visioni notte dopo notte, poi quando aveva toccato la pietra ad Eathevyr ed infine gli appunti dello Yarix, i suoi schizzi. Provò un senso di sollievo in un certo senso, non era impazzita allora, e anche un senso di inquietudine la colpì. Cosa significava quell'immagine gigantesca che riempiva un'intera parete rocciosa rosata alta quanto venti uomini almeno?

Sotto ad essa, poi, notò altro che la mise sulla difensiva: sul terreno coperto di fiori colorati, a dormire tranquilla, una ragazza mai vista le saltò all'occhio. Forse la fissò immobile a lungo, talmente tanto da svegliarla e rivolgerle uno sguardo appena si mise seduta.

– Chi sei?–

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