64 - Normalità

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Distese fiorite e colorate, l'erba azzurra interrotta da alberi qua e là i cui rami ospitavano volatili variopinti, il sole caldo e rassicurante ad accarezzare le ali grige degli Yarix ad Eathevyr, oppure i campi incolti e aridi del Regno Assoluto, le case dalle finestre serrate per il freddo, l'erba cupa e gli alberi spogli a sferzare il vento.

Era tornato tutto alla normalità come se nulla fosse mai accaduto; non vi erano minimamente tracce dei Divoratori, né del disastro causato da Distruzione da nessuna parte. Il viola era stato ovunque poco prima della fine, e nel momento esatto in cui la luna, in entrambi i Mondi, aveva oscurato il sole era apparsa una luce abbagliante. Non fosse stato per l'incantesimo in grado di far addormentare lanciato dai Demoni Supremi probabilmente molte Creature sarebbero rimaste accecate, per non parlare della paura di fronte alla fine dei Mondi, la devastazione.

Fortunatamente Nissa, Nath e Cassandra furono portati via da Lilith e Damon nella solita nube nera poco prima che ciò potesse accadere loro. E sicuramente, per Sheera e Kyra da poco uscite dalla casa della Custode, non fu esattamente un piacere trovare Creature magiche che non fossero dell'Eden e degli Abissi Infernali ad attendere un segnale nell'Infinitus.

– Ero ad un passo dal vedere i vostri Mondi!– si lamentò Nissa buttando il volto nel cuscino del divano della casa di Nath, la sua curiosità che non era stata soddisfatta.

– Non ti deve interessare.– la riprese freddamente la Dea Nera seduta alla finestra dietro di lei con le braccia al seno e uno sguardo rimproveratore rivolto verso i suoi demoni dall'altra parte del salotto, accanto al camino acceso.

– Potevamo sempre lasciarli morire.– fece spallucce Damon. Non era sicuramente nell'indole dei demoni quella di salvare da una fine disastrosa qualcuno, normalmente avrebbero lasciato correre; peccato che, in quella situazione precisa, poi avrebbero dovuto affrontare due Dee per niente contente di aver lasciato morire dei Salir quando il destino non lo aveva pianificato per loro. Senza contare il fatto del legame di amicizia che vi era tra loro.

– Avete detto che casa vostra è lo specchio della vostra anima. Ho paura di sapere come siano gli Abissi Infernali in effetti.– continuò Nissa alzando il volto e portandosi le mani al mento sorreggendosi sui gomiti e guardando davanti a sé con occhi già tra fantasie.

– Perché scusa?– domandò accigliata la corvina quasi offesa.

– Beh, tu uccidi, polverizzi, porti caos. Immagino un luogo desolato con scheletri e anime mostruose che vagano.– rabbrividì alla sua stessa immagine.

– Non è esattamente così per quanto se lo possa aspettare.– ridacchiò Kyra apparsa in una lieve luce poco distante da Sheera, la quale per poco non dovette corpirsi gli occhi per quanto fosse radiosa il suo opposto.

– Direi che è più intrigante e inaspettato.– aggiunse prima che la ragazza dai boccoli biondi non la travolgesse in un abbraccio rischiando di cadere dal divano. Non aveva potuto farlo nell'Infinitus molte ore prima poiché, a detta delle Dee, i loro corpi sprigionavano ancora troppa magia per essere retta dai Salir. Un solo tocco e si poteva morire o impazzire. E poi, la Creatrice aveva cominciato a sentire la stanchezza addosso, la mancanza di luce si era fatta ancora sentire. Per quel motivo aveva raggiunto subito l'Eden per poter tornare finalmente sé stessa.

Nel frattempo, la Dea Nera era stata in un certo senso obbligata a spiegare ciò che gli altri avevano ignorato, non saputo per volontà di quest'ultima: non era nuova la notizia del rapimento della chiara ma non della seconda dove tutti pensavano che stesse bene nel suo Mondo luminoso. 

Il piano di Tharius era iniziato anni e anni prima assieme al suo mentore, nonché il Demone; a differenza di esso però, l'idea dell'ibrido non era stata di fondere i due poteri Supremi in sé bensì controllare le loro personificazioni, renderli come burattini. Il mezzo Salir non se la cavava benissimo per quanto riguardava la magia, tuttavia era un abile pensatore e stratega oltre che cavarsela con pozioni e intrugli, riuscendo nell'ombra a dare vita ad un piano silenzioso e complesso da individuare nell'immediato.

La prima mossa era stata distrarre e al contempo avvisare di un pericolo cercando di accedere all'Oblio tramite qualche passaggio che Shedan doveva avergli comunicato, e grazie al quale, nonostante potesse permetterne l'accesso una sola volta, era riuscito a trovare l'anima di una sua amica alleata.

In seguito si era impossessato di due energie opposte rilasciate millenni prima da delle Dee, informazione che sempre e solo il Demone poteva aver fornito: il misterioso masso custodito da qualche generazione di Yarix ne era stata la chiave. Una volta raccolto le piccole scintille di potere, aveva dato priorità nello sfruttare quella negativa e da lì Sheera aveva sentito da Gray, una volta vuotato il sacco, che era stato incaricato di farlo bere alla Dea Bianca, anche se alla fine si era ritrovato costretto a fare in altri modi. Perciò aveva di proposito bagnato il braccio della chiara alla festa a Stavira settimane prima.

Il processo era stato più lento, eppure l'energia negativa aveva lentamente iniziato a rendere instabile la Creatrice indebolendo la propria forza concentrata a combattere qualcosa di insolito e fuori posto. Il primo rapimento, secondo l'idea di Tharius, era solo stato un modo per testare la facilità con cui Kyra sarebbe riuscita a scappare e anche per capire su quali debolezze puntare di più, come sfruttarle ed aveva dato vita a quelle catene magiche che la chiara definì oltre alle torture tipiche degli Abissi Infernali. A quelle parole, quando Sheera le sentì, non potè che nascondere un sorrisetto di chi nascondeva ancora molto all'altra per quel che riguardava quell'argomento.

Infine, al mezzo demone era bastato aspettare che il corpo di Kyra impazzisse, imprigionandola nuovamente e bloccandola nel buio per giorni in modo da sfamare quella piccola ma devastante scintilla di energia negativa. Quando era parso abbastanza aveva lasciato che l'anima della demone alleata, Kerrell, si liberasse e si impadronisse della Dea. Era una pratica che ormai era stata bandita dagli Abissi Infernali da parecchio dopo svariati avvenimenti ma, fin dagli inizi, le Creature Oscure erano in grado di impossessarsi dei corpi altrui rendendoli propri per il tempo che bastava.

Quando Sheera se ne era accorta aveva provato a risvegliare la Kyra dormiente che era rimasta in un angolo abbandonata a sfamarsi della sua stessa energia, e avrebbe potuto anche funzionare se Tharius non si fosse accorto di niente, se Kerrell-Kyra non avesse iniziato ad esporre i dubbi davanti ai suoi occhi.

Era stato per via di quello squilibrio che i Divoratori erano apparsi, il Bianco non dovrebbe possedere il Nero in sé così come il Nero non dovrebbe possedere il Bianco, solo l'una l'ombra dell'altra. Essi avevano provato anche a rimediare da soli in un certo senso quando avevano attaccato per la prima volta la Dea Nera volendo invertire l'ordine: trasformare la Distruttrice in Creatrice e la Creatrice in Distruttrice. Ma, anche quello, avrebbe portato presto ad una catastrofe. Perciò, alla corvina non era rimasto che rimanere sotto forma di Salir il più possibile per poi rintanarsi nel suo Mondo e studiare bene come sfruttare la propria essenza.

Aveva inoltre scoperto, anche se non ne fu per niente sorpresa, che i tre Salir che avevano accompagnato il suo percorso non erano stati informati sui minimi dettagli del piano, ciò non faceva di loro degli innocenti. Forse il mezzo demone non si era fidato di loro totalmente, e non c'era da biasimarlo visto la vita che aveva condotto prima dell'arrivo di Shedan. Rinchiuso, legato, torturato, incolpato solo per essere di una natura differente.

– Non pensavo che il mio Mondo di appartenenza potesse cambiare così tanto!– esclamò Cassandra ancora tra loro meravigliata a distrarre tutti. La ragazza dall'aspetto giovane se ne stava seduta su una poltroncina, i suoi occhi pervinca fissi su una fetta di torta tra le mani tenuta come ad essere una reliquia.

– Non avevamo tutti questi sapori una volta, è davvero stupefacente!– continuò. Era da quando aveva messo piede in casa del panettiere che non finiva di guardarsi attorno i numerosi strumenti a letto nuovi eppure così banali per gli altri come poteva essere un semplice cammino, oppure osservava il paesaggio modificato dal tempo fuori dalla finestra. Le sembrava di stare in un altro Mondo totalmente sconosciuto. C'era da aspettarselo dopo più di tre mila anni passati tra dei fiori variopinti e chiusa in mura di cristalli.

– Lei dev'essere la Custode che dicevi, giusto?– domandò Kyra alla corvina al suo fianco una volta libera dall'abbraccio di Nissa.

– Già, e al momento non ne vuole sapere di tornarsene a casa.–

Cassandra la guardò come ferita e stupita bloccandosi con l'ultimo pezzo di torta a mezz'aria.

– Sono stata scelta per proteggere voi due, sono stata strappata dalla mia famiglia, dalla mia gente e dalle mie radici per questo. Se sto qui per un po' non penso di fare male a nessuno.– disse la sua. Poco dopo poi si fece preoccupata come se avesse voluto scusarsi per quanto detto.

– Oh, ma sono stata comunque felice del mio destino, è stato un onore senza dubbio, ho anche incontrato Devi quindi non ero totalmente sola. A volte la mia gente era incomprensibile mentre lei è diversa, sarà perché è una specie di spirito. E poi...–

Sheera sbuffò massaggiandosi le meningi già stanca delle sue chiacchere che sarebbero continuate per parecchio, Kyra e Nath che notarono la sua reazione e ridacchiarono, Nissa rapita dalle parole della Custode. L'affascinava evidentemente, Cassandra era una Salir risalente ai primissimi tempi della loro storia, cosa avrebbe potuto raccontarle? Che potesse scrivere un nuovo libro di come all'inizio dei tempi di vivesse?

– Dimenticavo, tieni.– sussurrò all'orecchio la Dea Nera al suo opposto distraendola dal discorso della ragazza dai capelli viola, porgendole una piccola fiala al cui interno vi era un liquido bianco senza dare troppo nell'occhio. Neppure a Lilith e Damon ancora dall'altra parte della stanza.

– Cos'è?– domandò Kyra prendendo l'oggetto e rigirandosela tra le dita. Era energia positiva, o si stava sbagliando? 

– La teneva Tharius in tasca quando l'ho preso, avrebbe dovuto introdurla nel mio corpo secondo i suoi progetti.–

– Ha a che fare con la pietra ad Eathevyr immagino. A proposito, che fine ha fatto lui?–

Sheera fece spallucce mettendosi le mani in tasca, da quel gesto la chiara capì che avrebbe combinato qualche cosa; d'altro canto, la circonda non poteva e voleva dirle molto riguardo all'ibrido. Quando era tornata con i suoi due demoni più fidati ad Eathevyr, nel luogo in cui si era quasi scatenata la catastrofe, avevano trovato i corpi inermi dei traditori e questo aveva facilitato loro il compito di portarli nel loro Mondo e dargli il giusto posto.

– Diciamo che è diventato una cavia.–

– Lasci che i tuoi demoni facciano esperimenti su di lui?–

La cosa disgustò Kyra, oltre che far sentire un peso nel suo petto quale il dolore. Nonostante non le fosse nuovo il mondo del male non l'avrebbe mai compreso. Lei probabilmente avrebbe ceduto al perdono cadendo di nuovo nella trappola, ma questo era uno dei difetti dell'essere il Bene.

– No, loro controllano che non faccia niente di avventato e basta nella sua prigionia. Per il resto me ne occupo personalmente.–

Il tono di indifferenza con cui Sheera lo disse la fece rabbrividire. Nemmeno un briciolo di pietà parve essere presente.

– Ma era ciò che gli era capitato prima di esser per un certo senso salvato dal Demone.–

– Esatto, era ciò che più odiava. Ho il compito di far pagare per i propri peccati in quanto il Nero, sbaglio?–

La Dea Bianca scosse la testa dopo quelle parole, non aveva torto. Era stato lui ad aver fatto in modo di meritare tutto quello, lui aveva intrapreso quel percorso. Anche se sapeva che Sheera ci sarebbe andata parecchio pesante con la sua punizione, la sua tortura più che con qualunque altra anima o essere degli Abissi Infernali, e solo perché lui aveva fatto del male a chi amava.

– Ti va di andare a vedere le stelle?– le chiese poi di punto in bianco. Sheera le rivolse uno sguardo curioso e perplesso; cosa aveva in mente? Perché di punto in bianco voleva andarsene?

Non fece in tempo ad aprir bocca che fu avvolta dalla nube chiara del suo opposto facendole svanire senza neppure avvisare gli altri. Non che fosse un problema essendo tutti impegnati a parlare, persino i due Demoni Supremi si erano aggiunti ai discorsi di Cassandra non così tanto concordanti.

– Perché volevi venire proprio qui?– domandò Sheera poco dopo riconoscendo il luogo in cui erano apparse: un campo lontano dai villaggi luminosi, uno dei pochi luoghi in cui i Salir non aveva messo così tanto piede, dove l'erba fredda solliticava loro i piedi e il vento raffreddava la pelle. Il cielo della notte si stava facendo spazio assieme alle sue stelle sopra le loro teste, non vi era traccia di nuvole minacciose.

Kyra sorrise e si voltò a guardarla, un sorriso caldo e rassicurante come il suo sguardo violaceo. Come poteva non rimanerne affascinata ogni volta che sprizzavano così tanta energia? Rivederli era un sollievo.

– Così, non c'è una ragione precisa.– le rispose. Non la convinse ugualmente, ma la corvina lasciò correre osservando il cielo e ridacchiando.

– Per sei anni non hai mai visto né saputo cosa fosse effettivamente la notte perché la evitavi e ora invece la cerchi. Sei sempre strana tu.– la prese lievemente in giro dandole una leggera spallata.

– Ti ricordo che per quei sei anni c'era un divieto come tanti altri che hai infranto.– disse la chiara di tutta risposta seria ma dagli occhi che indicavano tutt'altro.

– Devi ammettere che è un bel lavoraccio cercare di mettercela tutta per infrangerli.–

Kyra scosse la testa, non sapeva se essere innervosita o meno dal modo in cui si quasi vantava delle sue disfatte. E la corvina non avrebbe demorso mai, avrebbe sempre continuato a dirle che non avrebbe cambiato mai niente di quello che aveva fatto.

La distrasse il suo tocco freddo delle dita a prenderle delicatamente il polso per avvicinarla al corpo della Dea Nera, nuovamente pochi centimetri a dividerle. Fu la Dea Bianca ad azzerare la distanza, la sua mano calda sulla guancia cadaverica in una carezza ad accompagnare quel lento e dolce bacio. Peccato che sfruttò la vicinanza per prenderla lei per mano con nuove intenzioni.

– Scordatelo.– provò a bloccarla Sheera nel momento in cui Kyra la trascinò con sé a seguire delle note di musica lontana di qualche villaggio. Voleva coinvolgerla in un ballo, e lei non sopportava ballare. La chiara lo sapeva bene.

– So che in realtà non te la cavi niente male, sai?– continuò a stuzzicarla l'altra. La normalità non poteva che essere rassicurante.

– Te lo sarai sognata.–

– Non penso proprio, ricordo di una certa personificazione muoversi in maniera talmente ammaliante da aver ipnotizzato un'intera locanda.– giocò la sua carta con un sorrisetto furbo. Sheera fece per aprir bocca ma non riuscì a ribattere in quel momento e ciò fece ridere la chiara mentre le si avvicinava e coinvolgente nella sua spensieratezza come tempo addietro.

Non ci furono altre parole tra loro, solo sguardi ad incatenarsi, capirsi, rincorrersi, passi tra l'erba a risvegliare i pochi e piccoli insetti luminosi rintanati tra le foglie e a rischiarare i loro volti, le risate a mischiarsi tra loro insieme a ricordi lontani e altri più vicini, una nuova notte di un'eterna vita.

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Ehilà! Buon natale a tutti! Ho pensato di farvi un regalino in questa bella giornata.

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