Capitolo 29 Ω

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Pillow Talk 

Sky arrivò di corsa con le labbra carnose ancora colorate per il rossetto.

Aveva riacquisito il colore degli occhi e dei capelli che amavo tanto. Probabilmente anche lei si preferiva senza tutta quella roba addosso.

Notai con piacere che aveva rindossato la sua collana con le conchiglie. La stessa che non avevo avuto il coraggio di consegnarle personalmente.

Riferimmo alla Coin tutto ciò che era successo alla festa, tralasciando ovviamente le nostre effusioni. Sky sembrò colpita dal risultato della mia missione, ma anche turbata.

Mi aveva raccontato ciò che aveva origliato prima che ci avvinghiassimo l'uno all'altro su quel divano, ammettendo di essere spaventata.

Dal suo sguardo risoluto, capii che qualcosa non le tornava mentre riferiva alla Coin della donna chiamata Egeria. La risposta della presidentessa non doveva averla soddisfatta a pieno.

Pensava realmente che quella donna ci avesse riconosciuto e dato che mi fidavo del suo sesto senso, avrei anche io voluto saperne di più.

La Coin però sembrò voler stroncare la conversazione sul nascere. Mi sembrò un comportamento strano, ma non ci detti troppo peso.

Perso nei miei pensieri, tornai alla realtà quando la presidentessa ci intimò di rimanere nel 13 per svolgere delle nuove mansioni. Sky esplose.

Tentai di sembrare ragionevole nonostante non mi andasse a genio quella decisione, ma lei mi fulminò con rabbia come se l'avessi tradita.

Interpretai però poco dopo quel suo comportamento, intuendo i suoi pensieri.

Esclamò di non voler rimanere con le mani in mano, facendomi capire che non avrebbe mai permesso che mettessero in pericolo il suo mentore. Avrebbe tentato di proteggerlo in ogni modo possibile. Sentivo ancora la gelosia montare quando ripensavo alle parole di Johanna e al modo in cui Sky aveva ballato con Finnick.

Il loro era un rapporto talmente profondo che faceva sparire tutti gli altri intorno a loro.

La implorai con lo sguardo di non ribellarsi perché sarebbe stato tutto inutile e lei si rimise subito seduta rimanendo in silenzio. Ero certo che quella mia richiesta l'avrebbe fatta infuriare ancora di più, ma qualcosa la costrinse a tacere. Aveva sicuramente qualcosa di pericoloso in mente.

Si diresse di corsa fuori dall'aula e io la lasciai andare. Jae la seguì.

Più di una volta mi sarei dovuto alzare per supportarla con la Coin, ma non lo avevo fatto. Saperla nel distretto al sicuro con me, mi faceva stare tranquillo.

Il sapore delle sue labbra e del suo collo sulla mia bocca, mi ronzavano ancora in testa facendomi perdere la lucidità. Quella era stata la prima e ultima occasione in cui avevo potuto toccarla in quel modo.

Non avevo intenzione di rendere le cose tra lei e Jae complicate, ma non riuscivo davvero a starle lontana. Dovevo scusarmi con lui.

Lo vidi rientrare con un'espressione arrabbiata e triste allo stesso tempo. Appena notò che lo stavo guardando, mi lanciò un'occhiata furiosa.

Se lei gli aveva confessato quello che avevamo fatto, dovevo assolutamente scusarmi e prendermi la colpa.

Quando la riunione terminò, mi feci coraggio e gli chiesi di uscire per parlare.

‹‹Jae, io...ti devo chiedere scusa per quello che è successo. So che non mi crederai ma è stata tutta colpa mia. Lei non c'entra niente!››

Lui rimase in silenzio senza guardarmi. Sembrò andarsene, ma all'improvviso si voltò aggredendomi e spingendomi contro il muro.

‹‹Non dovevo baciarla, mi dispiace Jae! Sono un'idiota ma non posso farci nulla›› esclamai non riuscendo a trovare le parole giuste.

Lui sgranò gli occhi mentre mi teneva fermo con un braccio.

‹‹Tu che?›› alzò la voce sconvolto. ‹‹Ti avevo detto di tenere le mani apposto!›› ringhiò.

Lo guardai negli occhi e riconobbi quello sguardo disperato. Era lo stesso che avevo io quando l'avevo vista baciare qualcun altro.

‹‹Davvero non è colpa sua, è solo che...non riesco a starle lontano›› mentre ripetevo le mie giustificazioni, lui mi strattonò per la camicia spingendomi e prima che potessi continuare mi sferrò un pugno sullo zigomo.

Lo incassai finendo a terra e non gli chiesi di fermarsi.

‹‹Fallo, colpiscimi. Me lo merito›› sussurrai mentre lui mi si gettava contro. Mi colpì un'altra volta e poi mi afferrò per la giacca guardandomi con odio. Avrei accettato tutta la sua rabbia.

‹‹Ehi, che diavolo sta succedendo qua?›› Boggs apparve nel corridoio afferrando Jae per il retro della camicia.

‹‹Non succederà più. C'era tanto alcool e fumo. Mi ha già respinto se è quello che ti stai domandando. Lei è innamorata di te, con me si è solo divertita›› continuai a spiegare a Jae mentre un rivolo di sangue mi sporcava la guancia.

Lui soppesò le mie parole. ‹‹Se solo fosse vero! Io sono innamorato...ma lei...tiene a me certo, ma non quanto a te!›› gridò arrabbiato mentre Boggs si faceva da parte.

Quelle parole mi stupirono.

‹‹So di tutte le sere che ha passato nel tuo letto...›› confessò muovendosi a scatti nel corridoio.

‹‹Non è successo niente...›› iniziai mentre mi rialzavo.

‹‹Lo so›› sottolineò lanciandomi un'occhiataccia ‹‹speravo che anche questa sera non sarebbe successo nulla, ma era inevitabile. Sto solo ritardando l'inevitabile›› ripeté a sé stesso più che a me.

‹‹Jae, davvero, è stato solo un momento. Non ci proverò più, stavolta dico davvero. Mi ha respinto. È finita›› conclusi ricordando le parole che mi aveva detto alla fine della festa.

Boggs si tenne a distanza assicurandosi che non ci saltassimo addosso di nuovo.

‹‹Ci siamo lasciati trasportare dai ricordi. Mi ha detto che è stato solo un momento e un errore. Ha ammesso che tra di noi non potrà mai esserci nulla›› conclusi ripetendo le sue parole.

‹‹A me ha chiesto del tempo, Sparkle. Perché avrebbe dovuto farlo se non per stare con te? Ha detto che deve fare delle cose importanti. È innamorata di te, ma per qualche strano motivo non riesce ad ammetterlo a sé stessa! Non vuole dirmelo per non ferirmi, ma ho capito tutto››

Rimasi a bocca aperta senza sapere cosa rispondere.

Dopo quella rivelazione, non sarei più riuscito ad annientare la speranza che gli avesse chiesto del tempo per me. Le fredde parole di Sky però, riecheggiavano nella mente spegnendola come acqua gettata sulla brace.

L'orologio di Boggs si accese iniziando ad emettere il suono di emergenza.

‹‹Ragazzi, è richiesta la vostra presenza nell'aula ovest›› ci ordinò intento ad armeggiare col dispositivo. ‹‹Questo coso si è rotto di nuovo...›› si lamentò picchiettandolo. Newt arrivò di corsa seguito da Thomas e ci fece cenno di seguirli.

Io e Jae eseguimmo senza tornare sull'argomento.

La corrente era saltata in tutta la zona ovest. Non si vedeva ad un palmo dal naso.

Thomas ci lanciò delle torce e iniziammo a perlustrare la zona in cerca di intrusi.

Il rumore dei nostri passi era l'unico suono che percepivo. Mi divisi da Jae che perlustrava il corridoio laterale.

Nei pressi dell'ufficio della Coin, le luci di emergenza tracciavano un percorso leggermente illuminato.

Lo seguii puntando in alto la torcia per controllare che non ci fosse nessuno.

Appena superai lo studio però, una luce attirò la mia attenzione.

Tornai indietro, avvicinandomi per studiare quello strano movimento, ma quando illuminai la porta dell'ufficio, mi specchiai solo nella mia immagine.

Sky non mi era sembrata turbata dal mio aspetto "capitolino", anzi, sembrava soddisfatta del lavoro che aveva fatto con il mio trucco. Ebbi un fremito quando mi toccai le labbra ripensando a quelle calde e morbide di Sky.

Mi allontanai dalla porta e proseguii girando l'angolo.

Tornò la corrente su tutto il piano e mi riunii ai miei compagni. Non c'era stato nessun intruso, solo un falso allarme.

Dopo aver riorganizzato con mio disappunto le nuove squadre di ricerca, ricevetti la nuova routine che mi concedeva un'ora libera a fine turno prima del solito. Forse era il modo di Boggs per concedermi del tempo per andare a cercare Sky. Sapeva che non sarei riuscito a concentrarmi sapendola costretta in quel distretto con me.

Dovevo abbandonare ogni speranza dopo quello che era successo, ma non ci sarei riuscito. Finalmente avevo potuto riavvicinarmi a lei ed era lampante che godesse quanto me della nostra vicinanza. Mi aveva fatto desiderare di averne di più.

Matthew però aveva ragione, potevo solo arrendermi ed andare avanti o non demordere.

Sky mi aveva rifiutato facendomi pensare di dovermi davvero lanciare tra le braccia di Adantia. Purtroppo però lei non mi piaceva.

Non riuscivo a togliermi dalla testa quello sguardo enigmatico.

Era stata troppo fredda e impassibile. Era come se avesse cancellato ogni traccia di umanità da sé stessa per dirmi quelle cose.

Jae aveva riacceso in me la speranza dicendomi che gli aveva chiesto del tempo, ma Finnick rimaneva sempre un'incognita. Poi c'era il ragazzo dell'8.

Era possibile che pensasse a loro?

Avevo studiato con molta attenzione il modo in cui lei guardava il suo mentore e si comportava con lui. Non volevo pensarci.

Tornai in camera mia e mi sdraiai sul letto sedendomi per sbaglio su quel ridicolo papillon.

Quando Sky me lo aveva legato al collo, Thomas e Newt ci avevano definiti una bella coppia, scatenando in lei tutta la sua saccenteria.

Fissai il soffitto di cemento.

Magari pensava che non stessimo affatto bene insieme. Aveva definito tutte le nostre effusioni un "divertimento" ma per me non era mai stato solo quello.

Quando era ancora incosciente in infermeria, le avevo tenuto la mano accarezzandole i capelli. Parlava sempre nel sonno. Chiamava continuamente i nomi di chi era morto nei giochi, più il mio, quello di Tisbe e di Finnick.

Ero rimasto ogni giorno accanto a lei sperando che si svegliasse e mi abbracciasse. Fino a che non mi avevano impedito di vederla e quando si era ripresa, io non ero con lei.

Era normale che volesse una vita senza di me. Due anni in uno stato di incoscienza potevano cambiarti profondamente, per non parlare dell'arena.

Aveva chiarito che era attratta fisicamente da me, ma una volta sveglia, aveva realizzato che ciò che voleva non ero io.

Una melodia malinconica giunse in quel momento da lontano. C'erano delle sere in cui qualcuno suonava uno strumento per allietare i compagni, quindi non ci feci caso.

Pochi minuti dopo però quel rumore divenne più insistente e familiare, e fui costretto a cercarne la provenienza.

Il mio stomaco brontolò appena fuori dalla stanza. Erano successe talmente tante cose che non avevo nemmeno cenato.

Iniziai a seguire quel suono che sembrava provenire proprio dal refettorio.

Quando raggiunsi la fine del corridoio, fui accarezzato da quella voce che avrei riconosciuto ovunque. L'avevo sentita nella sala allenamenti prima dei giochi, quando mi ero nascosto per paura che mi vedesse e smettesse per l'imbarazzo.

Ero rimasto estasiato da quell'armonia, completamente preda della sua voce. Chiunque l'avrebbe ascoltata sarebbe rimasto di stucco.

La canzone che ricordavo però era diversa da quella che stava intonando ed era accompagnata da una chitarra. Forse Sky aveva fatto pace con Jae e lui stava suonando per lei.

Mi fermai. L'ultima cosa di cui avevo bisogno era vedere quei due che si scambiavano smancerie.

Stavo per tornare indietro, quando la curiosità ebbe la meglio.

Tesi l'orecchio e gettai lo sguardo per capire se erano in due, mentre mi avvicinavo di soppiatto.

Era da sola.

Il testo parlava del non essere degna dell'amore di qualcuno che le aveva salvato la vita e che le era stata sempre accanto.

Forse stava pensando a Finnick.

Era stato il suo mentore e l'aveva protetta con ogni mezzo salvandola dall'arena. Stava decisamente parlando di lui.

Mi colpì il ritornello. "Non merito il tuo amore, ma tu me lo doni lo stesso. Non ne ho mai abbastanza, tu sei tutto ciò di cui ho bisogno e quando mi allontano tu corri subito vicino a me. Questo è quello che fai e io non ti merito."

Finnick le era stato accanto nei momenti in cui si sentiva persa. Anche se lui era fidanzato con Annie, era pronto a starle vicino quando ne aveva più bisogno. I loro scambi di sguardi ne erano stati la prova alla festa. Avevo visto il panico negli occhi di Sky quando si era resa conto che la Coin le avrebbe impedito di proteggerlo. Ricordavo l'insistenza con cui Finnick si era rivolto a me per salvarla nell'arena.

Se davvero era innamorata di lui, doveva dirmelo e smetterla di giocare con me prendendomi in giro.

Decisi di affrontarla una volta per tutte, così mi feci coraggio ed entrai nel refettorio.

‹‹Quindi è questo quello che provi?›› lanciai la domanda nel vuoto, spaventandola per la mia entrata improvvisa. ‹‹Se è così smettila di girarci intorno. Dimmelo e basta››

Sapevo già che la risposta avrebbe confermato il suo amore incondizionato per Finnick e che non potendo averlo, si era divertita con me.

Ma lei rimase in silenzio. Mi guardò a lungo e poi si alzò.

Forse non riusciva a trovare altre parole con cui respingermi, visto quelle che mi aveva rivolto alla festa.

‹‹Sparkle...io...ci ho provato ma...non riesco in nessun modo a dimenticare l'arena. Quel giorno in cui siamo quasi morti avvelenati...per questo continuo a ripeterti che se ti avvicini a me finirai per morire! Io...non posso...preferisco starti lontana e vederti felice, piuttosto che essere la causa della tua morte. Tu...Spark, io ti sono troppo grata per avermi salvato la vita e nemmeno dopo mille anni sarei mai degna del tuo amore›› concluse con il fiato rotto dalla disperazione.

Rimasi interdetto.

Non ero convinto di aver capito ciò che aveva detto.

Quella canzone non era né per Finnick, né per Jae né per qualcun altro. Era per me e io non lo avevo capito.

Mi ero talmente convinto che non mi volesse, che non mi ero fermato a riflettere che il suo distacco fosse davvero solo dettato dalla paura.

‹‹Aspetta, quindi tu...è ancora per questo che mi respingi? Te l'ho già detto››

‹‹Sì›› confermò a stento.

‹‹Impossibile›› quella parola mi uscì spontanea.

Non potevo credere che quella fosse ancora l'unica motivazione per cui si tratteneva costringendosi a non provare niente.

Prima che potessi continuare, corse via spingendomi a seguirla.

Eravamo arrivati ad un punto di stallo, dovevo coglierlo al volo.

Volevo essere sicuro di quello che stava cercando di dirmi.

‹‹Ti prego non allontanarti da me!›› le gridai come aveva fatto lei quando me ne ero andato dopo averla vista con Icaro.

Lei però non si fermò, entrò nella sua stanza e si chiuse dentro.

Appoggiai la fronte sulla porta e iniziai a gridare

‹‹Sky, fammi entrare! Ti prego, non lasciarmi fuori›› la supplicai disperato.

‹‹Vattene Sparkle!›› rispose lei dall'altra parte con il mio stesso tono. Non me ne sarei andato per niente al mondo.

‹‹No, non vado da nessuna parte! L'ho già fatto una volta e ogni giorno me ne pento. Questa volta starò qui fino a che non mi parlerai. Tu non ti sei arresa con me e io non lo farò con te. Ti prego apri la porta e fammi entrare›› mentre ricordavo il passato iniziai a singhiozzare senza rendermene conto.

Dovevo conoscere tutti i suoi dubbi. Non potevo sopportare che se li fosse portata dentro senza mai condividerli con me. Mi sentivo uno stupido.

Quando si era presentata alla mia porta con solo la camicia bianca da notte e lo sguardo triste, avevo desiderato di afferrarla per le gambe e spingerla contro la parete per cancellare tutte le sue sofferenze. Purtroppo la mia condizione fisica non me lo aveva permesso. Ogni notte ero migliorato di più, per lei, per poterle restituire tutto l'amore che aveva dato a me.

Quando mi aveva abbracciato nel mio letto, premendo il suo corpo caldo e perfetto contro il mio febbricitante, avevo promesso che avrei fatto qualunque cosa per riconquistare la sua fiducia.

Sentire la sua voce che cantava supplicante quella melodia disperata, mi aveva costretto a ripensare a tutto.

Mi guardava sempre come se fossi un oggetto delicato che temeva di rompere, facendomi infuriare. Avevo riiniziato ad allenarmi per farle capire che sarei stato in grado di proteggerla. Se fossi diventato più forte, forse anche più di Jae, avrebbe capito che non ero fragile, ma una montagna che nessuno poteva spostare.

La sera in cui avevo inveito contro il sacco da box, cercando di scacciare il pensiero di non poterla avere, lei era apparsa come avverando un mio desiderio.

L'avevo sorpresa a guardarmi dalla porta, con quelle guance leggermente arrossate e il labbro inferiore trai suoi denti come a trattenersi.

Il desiderio lampante nei suoi occhi mentre mi fasciava le mani, era talmente forte che per poco non l'avevo spinta contro il pavimento per farla mia. Non potevo credere che provasse solo brama fisica, non dopo che aveva passato le notti insonni ad aiutarmi a disintossicarmi. L'unica droga che continuavo a desiderare, era lei.

Dovevo giocarmi il tutto per tutto. Se l'unica cosa che la frenava era la paura di perdermi, allora io non sarei andato da nessuna parte.

Sarei stato il suo svago personale se era quello di cui aveva bisogno. Pur di avere ancora una volta un suo sguardo dolce accompagnato dal sapore della sua bocca, mi sarei ridotto ad un'ombra di me stesso.

‹‹Sky, non mi importa cosa pensi di te, né se sei innamorata di Jae o Finnick o chi vuoi tu! Posso essere anche solo la tua distrazione se hai bisogno di questo! Posso essere la tua spalla su cui piangere o il tuo divertimento! Se tu volessi solo questo, lo accetterei. Non mi importa›› proposi onestamente alla porta chiusa, poggiandoci la fronte e desiderando che fosse la sua.

‹‹Come puoi pensare che per me saresti solo una distrazione? Come puoi sminuire così te stesso? Hai una così bassa considerazione di te?›› ripose lei aprendo di scatto la porta e facendomi quasi cadere.

I suoi occhi spalancati erano pieni di dolore mentre scandagliavano il mio viso livido. ‹‹No, ma per te sarei disposto ad essere qualunque cosa›› aprii le braccia e alzai le spalle.

‹‹Io voglio solo che tu sia te stesso e che non ti sminuisca mai. Né per me, né per nessun altro›› ribadì guardandomi negli occhi come dopo la festa. Quella volta i suoi occhi non erano glaciali come l'inverno, ma caldi come la fine della primavera.

‹‹Sky, io...›› non sapevo cosa aggiungere alle sue parole ma prima che potessi farlo, mi afferrò per la maglia tirandomi dentro la camera. La porta si richiuse alle mie spalle.

Camminai verso di lei e si accorse dei lividi che avevo in viso.

Avevo meritato la rabbia di Jae, ma non le mani di Sky che mi accarezzavano caute.

‹‹Spark, cosa ti è successo?››

‹‹Niente, me lo meritavo›› dichiarai assaporando il suo profumo. ‹‹Guardami›› la esortai rimanendo immobile.

Stringeva con forza la mia camicia come se avesse paura che lasciandola, me ne sarei andato. Evitava il mio sguardo, ma ormai avevo superato il limite per tornare indietro.

La circondai desiderando che mi confidasse quello che pensava.

‹‹Spark, sono tutti morti per colpa mia e non c'è niente che io possa fare per riportarli in vita...è sempre la stessa storia. Ho anche adesso la prova davanti agli occhi...sei ferito ancora una volta per colpa mia. Le persone che amo finiscono male. Non voglio che succeda anche a te›› confessò singhiozzando.

Era bello sentire che facevo parte delle persone che non voleva perdere.

‹‹Te l'ho detto. Non succederà, so badare a me stesso›› tentai di rincuorarla, ma lei non voleva demordere.

‹‹È colpa mia se ti sei spinto ad assumere la morfamina...potevi morire! Anche quando ti sei buttato nel lago per salvarmi la vita, hai rischiato la morte! Stessa cosa per aver preso parte al piano. Devi smetterla! Se Snow ti catturasse perché sei vicino a me, non potrei sopportarlo! Spark, io ho troppo bisogno di te. Sento che solo la stretta della tua mano, può mantenermi lucida evitando che io vada in pezzi. Non posso permettere che qualcuno ti faccia del male, io compresa››

Le sue parole alternate ai singhiozzi furono un colpo al cuore. L'avevo già vista fragile in passato, ma non in quel modo. Si stava aprendo con me, lasciando che ogni maschera si sgretolasse.

‹‹Niente di tutto ciò è colpa tua. Sono state le mie scelte a portarmi in quella direzione. Sarei disposto a frantumarmi in mille pezzi per aiutarti a ricomporre i tuoi›› le confessai onestamente col cuore in mano.

Quelle parole dovettero colpirla perché senza nemmeno riuscire a guardarmi negli occhi, mi attirò a sè baciandomi e facendomi vedere le stelle.

Quando mi strinse le braccia al collo, la afferrai per i fianchi sollevandola. Lei si ancorò a me con le gambe e io non riuscii più a trattenermi.

La appoggiai al muro facendola gemere. Afferrò la mia maglia con forza e la strappò con un gesto secco. Quella sua improvvisa foga e le sue mani tremanti, mi stupirono. Le detti un morso sul collo mentre il mio cervello impazziva per quei suoi gesti senza freno. Mi stava dando tutto ciò che avevo desiderato negli ultimi anni e non mi importava più quale fosse il motivo.

Le feci a pezzi la canottiera lasciandola nuda davanti a me. La sua pelle sembrava brillare di luce propria sotto i neon. I due anni senza luce del sole, avevano cancellato quasi del tutto la sua caratteristica abbronzatura tipica degli abitanti del 4.

Non sembrava provare nessun imbarazzo, quasi come se avesse bisogno di quel contatto con me.

Il desiderio mi annebbiava talmente tanto la testa che non sapevo più che cosa stavo facendo. Mi stava dando alla testa sia il suo profumo sia il tocco dei suoi capelli, che delle sue ciglia sul mio viso ferito.

La baciai su tutto il corpo, fino a che seduta su di me, mi spinse sul letto bloccandomi.

Tutte le volte che aveva assunto quella posizione, durante un nostro scontro o quando mi aveva dato la pasticca alla fine dei giochi, avevo desiderato che lo facesse perché mi voleva.

Mi arresi alla sua prepotenza. Avrei accettato qualunque cosa avesse voluto farmi.

Sapevo che ricordava anche la sabbia dell'arena.

Mi baciò ripetutamente sul petto con un'espressione quasi triste. Stava ripensando alle ramificazioni, ne ero certo. Aveva detto che non riusciva a togliersi dalla testa quando era quasi morto per via del veleno.

Nemmeno io ci riuscivo. Quando mi ero accorto che aveva smesso di respirare, avevo capito che mi ero irrimediabilmente innamorato di lei. Il modo in cui mi baciava e mi guardava mentre stava sopra di me, mi faceva essere sicuro di ciò che stavo pensando.

Improvvisamente lasciò la presa e mi accarezzò il petto che in quel momento respirava solo per lei.

Mi accarezzò la cicatrice che le avevo confessato di non aver fatto cancellare. L'avevo tenuta per non dimenticare mai i giochi e il modo in cui ne eravamo usciti. Anche a me mancavano molto i ragazzi che avevamo conosciuto. Alcuni di loro mi avevano mostrato gentilezza anche se venivo da un distretto più agiato. Cabiri mi aveva sorpreso e avevo pianto quando era morto. Quel ragazzo, come me, aveva fatto di tutto per proteggere la ragazza che amava anche se lei non lo ricambiava. Si era offerto perfino per lei.

Salii con le mani dalle sue gambe fino ai fianchi, sentendola rabbrividire.

La guardai gioire del nostro contatto e quando mi accarezzò i muscoli della schiena, le sfiorai i capelli. La sentivo tremare tra le mie braccia mentre le scoprivo il collo e quando mi morse il petto, fui costretto a gemere perché non riuscivo a trattenere l'impeto.

Entrambi portavamo ancora i segni di ciò che avevamo passato. Entrambi avevamo le nostre colpe e i nostri meriti, ma non riuscivamo ad andare oltre essi.

Era talmente famelica che pensai ci saremmo divorati a vicenda. Si alzò sui ginocchi mentre le sfilavo i pantaloni. I miei sparirono in un secondo.

La sollevai stendendola sul letto mentre ci scambiavamo di posizione. Era più leggera di come la ricordavo e lei sembrò stupita dalla mia forza.

Doveva aver ripensato a quanto ero deperito a causa della morfamina. Le morsi un braccio per riportare la sua concentrazione su di me, cercando di farle dimenticare il passato.

Lei mi afferrò i capelli facendomi scoprire il collo e quasi mi spaventò il suo sguardo crudele quando me lo morse. Quando si staccò, osservò soddisfatta il suo operato.

In quel momento persi la testa e calai su di lei come l'ombra della notte.

***

Climb on board
We'll go slow and high tempo
Light and dark
Hold me hard and mellow

I'm seeing the pain, seeing the pleasure
Nobody but you, 'body but me
'Body but us, bodies together
I love to hold you close, tonight and always
I love to wake up next to you
I love to hold you close, tonight and always
I love to wake up next to you

So we'll piss off the neighbors
In the place that feels the tears
The place to lose your fears
Yeah, reckless behavior
A place that is so pure, so dirty and raw
In the bed all day, bed all day, bed all day
Fucking and fighting on
It's our paradise and it's our war zone
It's our paradise and it's our war zone

Pillow talk
My enemy, my ally
Prisoners
Then we're free, it's a thin line

I'm seeing the pain, seeing the pleasure
Nobody but you, 'body but me
'Body but us, bodies together
I love to hold you close, tonight and always
I love to wake up next to you

So we'll piss off the neighbors
In the place that feels the tears
The place to lose your fears
Yeah, reckless behavior
A place that is so pure, so dirty and raw
In the bed all day, bed all day, bed all day
Fucking and fighting on
It's our paradise and it's our war zone
It's our paradise and it's our war zone

Paradise, paradise, paradise, paradise
War zone, war zone, war zone, war zone
Paradise, paradise, paradise, paradise
War zone, war zone, war zone, war zone

So we'll piss off the neighbors
In the place that feels the tears
The place to lose your fears
Yeah, reckless behavior
A place that is so pure, so dirty and raw
In the bed all day, bed all day, bed all day
Fucking and fighting on
It's our paradise and it's our war zone
It's our paradise and it's our war zone

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