Capitolo 29

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Crimini

Jae mi cercò con lo sguardo appena saliti sull'hovercraft.

Tentai di nascondere il dolore che provavo per aver mentito a Sparkle. Si era seduto in disparte con un'espressione afflitta che mi pugnalava il cuore come un coltello.

‹‹Com'è andata?›› mi chiese Jae continuando a guidare.

‹‹Bene›› risposi io sbrigativa mentre lo abbracciavo senza guardarlo. Avrebbe notato subito le mie bugie ‹‹speriamo siano davvero dalla nostra parte››

Mi sedetti vicino a lui e mi prese subito la mano. Gli sorrisi cordiale senza aggiungere altro.

Percepivo gli occhi di smeraldo su di me come il sole cocente d'estate.

Mi voltai verso il finestrino prima che il mio sguardo mi tradisse.

Gli alberi avevano ricominciato a scorrere veloci sotto di noi. Chiusi gli occhi fingendo di dormire per la stanchezza della festa.

Volevo evitare qualunque tipo di conversazione in quel momento.

Se avessi dato anche solo un'occhiata a quel ragazzo biondo, sarei scoppiata in lacrime.

Appena atterrammo, scansai un tentativo di bacio di Jae mentre Sparkle se ne andava.

Le mie labbra avevano ancora il sapore della sua pelle.

‹‹Sky, parla con me. Hai di nuovo tutto il peso del mondo sulle tue spalle? Sai che non devi portarlo da sola›› iniziò gentilmente Jae, ma io non riuscivo a pensare.

‹‹No, sto bene non preoccuparti. Sono solo stanca, davvero. C'era troppa gente a quella festa›› liquidai in fretta la sua domanda uscendo dall'hovercraft.

L'aria fresca aveva ripulito il mio corpo, ma quel fuoco rovente ardeva ancora in me come un vulcano.

Newt mi informò che la Coin ci voleva vedere immediatamente.

Quella era l'occasione giusta per chiedere di più su Egeria. Scoprire la verità mi avrebbe distratto da tutto il resto.

Mi cambiai velocemente togliendomi tutta quella roba di dosso e lasciandola in un angolo della stanza. Afferrai la mia collana con le conchiglie. Avevo decisamente bisogno del suo conforto, nonostante mi ricordasse Sparkle.

Ero ancora leggermente intontita, ma cercai di recuperare un po' di lucidità bevendo dell'acqua. Sapevo che comunque non sarebbe bastato. Le pareti di cemento del 13 erano diventate improvvisamente più luminose.

La Coin si mostrò interessata ad ogni singolo dettaglio della missione.

Sparkle aveva fatto un ottimo lavoro: all'apparenza praticamente tutti i vincitori erano dalla nostra parte.

Colsi l'occasione di intervenire quando ci fu un attimo di silenzio.

‹‹Forse non è rilevante, però potrei aver origliato una conversazione...›› esordii fingendo poco interesse. Sentii lo sguardo di Sparkle scattare su di me.

‹‹Prego, continua›› mi esortò la Coin interessata.

‹‹C'era una donna di nome Egeria che discuteva con un'altra riguardo a qualcuno che era sicura di aver visto›› a quelle parole la presidentessa ebbe un'incertezza nel suo sguardo, che però mascherò subito con la solita freddezza.

‹‹Hai sentito qualcos'altro?›› mi incalzò.

‹‹Si, ripeteva che era stato infranto un accordo e che doveva uccidere per salvare la sua posizione...›› ero sicura che quella donna avesse un ruolo molto importante nella capitale.

‹‹Sono certa che non fosse rilevante. Ti ringrazio per avermelo riferito›› stroncò il discorso senza ulteriori domande.

‹‹Ma presidentessa...›› mi lamentai io, ma lei non mi lasciò proseguire.

‹‹Avete svolto il vostro compito egregiamente. Adesso è il momento che vi facciate da parte per lasciarci agire›› ci liquidò con la mano.

Non ci voleva più tra i piedi. Una volta sparito Plutarch, lei non era più costretta ad interpellarmi.

‹‹Cosa intende dire?›› ribattei conoscendo già la risposta.

‹‹Stiamo per dare il via alla parte più pericolosa del piano. Nel 13 sarete al sicuro. Da ora in poi sono annullate tutte le vostre missioni››

‹‹Presidentessa...›› mi stupì la reazione improvvisa di Sparkle.

Forse anche lui non voleva essere rinchiuso come un topo in trappola.

La Coin non avrebbe permesso a nessuno di metterle i bastoni tra le ruote. Lo silenziò di nuovo con un gesto della mano.

‹‹Vi assegneremo una nuova routine e continuerete con le vostre nuove mansioni›› sottolineò lei autoritaria.

Sparkle sembrò colpito da quelle parole ma non ribatté.

‹‹Certo presidentessa, capiamo benissimo...›› la assecondò lui, ma io lo interruppi.

‹‹No che non capiamo!›› esclamai alzandomi ‹‹Non ho intenzione di essere rinchiusa in una stanza a non fare niente. Ho contribuito anche io alla realizzazione dell'arena!››

‹‹E ne sono felice. Ma non ho detto che rimarrete qua senza fare niente. Ognuno nel distretto ha il suo lavoro da portare a termine. Sarete riassegnati››

Guardai Sparkle con aria contrariata per quella improvvisa arresa. Lui mi rivolse uno sguardo implorante e mi rimisi a sedere senza proferire altro.

Nemmeno se avessi voluto, la Coin mi avrebbe mai permesso di andare a Capitol. Avevo goduto delle ultime ore d'aria.

Quell'imposizione riaccese in me uno spirito guerriero. Se ero decisa ad andarmene, dovevo trovare un altro modo.

Anche la sua improvvisa perdita di interesse per quello che le avevo riferito, mi fece sorgere dei dubbi. Decisi di rimanere in silenzio e non ribellarmi oltre.

Dovevo ricavare più informazioni da sola e finalmente ne avevo le conoscenze e l'abilità per farlo.

Quando la Coin ci congedò, finsi di urtare Boggs mentre uscivo e gli rubai il tesserino.

Lui sicuramente possedeva l'autorizzazione per accedere alle informazioni riservate della presidentessa.

‹‹Conosco quello sguardo. So che stai per fare qualcosa...›› Jae mi fermò appena fuori afferrandomi un braccio.

Temendo che mi avesse scoperta, nascosi la placca nella manica destra. ‹‹È successo qualcosa alla festa? Sei troppo strana perché non sia successo niente. Puoi dirmelo, non me la prenderò››

‹‹Sono solo arrabbiata con la Coin, tutto qui›› mi rivoltai stringendo i pugni.

‹‹Capisco›› concluse lui con lo sguardo spezzato dal dolore.

Ero dispiaciuta per averlo tradito, ma alla fine non avevo mai reso ufficiale la nostra relazione. Nel mio cuore c'era sempre e stato solo Sparkle.

Gli ultimi avvenimenti mi avevano fatto capire che avrei ferito tutti quanti.

Forse era inevitabile.

‹‹Jae, io...ho bisogno di tempo. Devo fare delle cose importanti, da sola›› riuscii solo a dire. ‹‹Mi dispiace, davvero. Non hai idea di quanto mi dispaccia›› conclusi allontanandomi da lui e ignorando il suo sguardo atterrito.

Era un ragazzo troppo buono e gentile per finire nelle mie grinfie.

Avrei dovuto spiegarmi meglio ed essere totalmente onesta perché se lo meritava, ma in quel momento ero totalmente concentrata sull'atteggiamento sospetto della Coin.

Non c'era motivo perché mi facesse desistere dal sapere chi era quella donna.

Mi precipitai nell'ala ovest.

Considerando che la riunione era quasi finita, avevo poco tempo per ottenere le informazioni che cercavo.

Dovevo entrare nel suo ufficio.

Plutarch se ne era andato e Hope sarebbe partita di lì a poco per raggiungerlo a Capitol. Mancava poco all'estrazione dei tributi e io non volevo essere più inutile e impotente.

Qualcosa si era davvero riacceso in me.

Il pericolo imminente per i miei amici, i segreti e lo strapotere erano tutte cose che mi infondevano rabbia, e forza.

Era il momento di smetterla di piangersi addosso, riprendere le redini del mio cervello, mettere da parte le mie paure e fare qualcosa di concreto. Dovevo architettare un piano ben congegnato.

Toccai la collana di Lily e la mia di conchiglie. Forse Sparkle l'aveva notata. No, dovevo concentrarmi.

Se mi avessero scoperto non solo mi avrebbe fermato, ma mi avrebbe rinchiuso definitivamente nella mia stanza per evitare ulteriori problemi. Dovevo fare molta attenzione.

Mi appostai ad un angolo. Il corridoio era sorvegliato da delle guardie che facevano il giro a ritmi regolari.

Calcolai il tempo e al momento giusto, entrai dentro un armadietto alto e stretto e rimasi in ascolto. Tutte le sostanze che avevo in circolo non aiutavano la mia concentrazione, ma dovevo rimanere vigile.

Le luci erano troppo forti e le guardie troppo numerose.

Non potevo semplicemente evitarle sgattaiolandogli davanti. Dovevo trovare un diversivo.

La mia schiena si appoggiò contro qualcosa di pungente costringendomi a voltare.

Era il contatore dell'energia del piano.

Mi girai nello stretto cunicolo cercando si scostare leggermente l'anta col gomito.

C'era poca luce, ma riuscii comunque a trovare le levette di quel piano.

Appena calò il buio, scivolai fuori senza fare rumore.

Sentii le guardie allarmarsi per capire cosa fosse successo e grazie alla mia capacità di muovermi nell'ombra, raggiunsi la porta senza difficoltà.

Tirai fuori il tesserino di Boggs scusandomi mentalmente lo appoggiai al muro. Saltai di gioia quando ci fu uno scatto.

Le luci blu di emergenza lampeggiavano ad intermittenza ai lati della stanza.

Richiusi la porta dietro di me mentre mi assicuravo che non ci fosse nessuno.

Scrutai la stanza in cerca della scrivania centrale e quando non sentii nessun rumore, scivolai sotto una scrivania verso la scatola di metallo che luccicava nel buio.

Cliccai velocemente il bottone verde sperando che da fuori nessuno notasse l'improvviso bagliore.

La schermata che mi si parò davanti, mi fece battere un pugno sul tavolo. Naturalmente serviva la password. Dannazione!

La Coin era il tipo di persona che avrebbe messo combinazioni di numeri lettere e simboli per evitare che qualcuno accedesse. Ero nella merda. Avevo dimenticato di cercare la cosa più importante.

Uno scalpiccio alla porta, mi costrinse a buttarmi giù per nascondermi.

Prima che potessi spegnere il computer, la luce nella stanza si accese improvvisamente accecandomi.

Il panico mi bloccò fino a che non vidi spuntare la testa di Hope da dietro lo schermo.

‹‹Chi c'è?›› la sua voce femminile familiare mi rincuorò.

‹‹Dio, Hope, mi hai fatto prendere un infarto!›› esclamai ricominciando a respirare.

‹‹Si può sapere cosa ci fai qui? Quando sei tornata? È scattato l'allarme energetico! A me è venuto un infarto! Ho visto da fuori una luce! Poteva essere un attacco nemico! Come sei entrata? Oh, non voglio saperlo›› sbuffò chiudendo la porta dietro di sé.

‹‹Stavo...ehm...cercando di entrare nel computer della Coin. Credo che nasconda qualcosa...›› spiegai colpevole guardando il pc sconfitta.

‹‹Certo, perché no? Hackeriamo il suo PC mentre c'è un'emergenza! Ottima idea!›› esclamò portando due dita alla fronte.

‹‹Diciamo che anche quello potrebbe essere colpa mia...›› confessai alzandomi.

‹‹Sky! Dannazione! Spostati, ci penso io›› fece lei abbandonando le sue scartoffie sulla scrivania e fulminandomi.

Mi raggiunse e iniziò a battere velocemente sulla tastiera. Conoscendo la password, in pochi secondi ebbe accesso alla schermata home.

‹‹Cosa ti serve?›› mi chiese dubbiosa.

Le raccontai rapidamente della conversazione che avevo origliato.

‹‹Egeria è il ministro dell'interno di Capitol e fa parte della cerchia ristretta di Snow. Scrive i suoi discorsi, fa eseguire le sue decisioni, cose così...›› spiegò senza pensarci mentre cercava tra le cartelle criptate da password. ‹‹Ma tu non potevi saperlo visto che ignori ogni singolo aspetto della politica...aspetta un attimo. C'è qualcosa di strano qui...››

‹‹Ovvero?›› domandai avvicinandomi e poggiando le mani alla scrivania.

‹‹Sembra che siano stati cancellati dal sistema alcuni dati... tra cui quelli della tua terapia criogenica. Strano...nel cestino naturalmente non ci sono›› continuò pensierosa.

‹‹Forse è stato Sebastian quando mi ha rapito...›› riflettei.

‹‹Non è possibile, non aveva accesso a quei file. Serve una password che quasi nessuno possiede›› rispose concentrata.

‹‹A cosa stai pensando?›› studiai la sua espressione corrucciata.

‹‹Qualcuno ha cercato di nascondere qualcosa...›› continuò digitando velocemente.

‹‹Beh, Adantia è a capo del reparto di ricerca. Forse lei aveva accesso e la Coin le ha chiesto...›› avanzai alzando gli occhi al cielo

‹‹Che cos'è questa?›› mi interruppe appena si aprì una serie di cartelle dai file illeggibili. Erano lettere.

‹‹Puoi provare a risalire all'indirizzo IP?›› suggerii mentre quelle si aprivano e chiudevano velocemente.

‹‹Aspetta...eccolo! Dannazione›› fece allontanandosi dal computer ‹‹questo...è Capitol!›› alzò le mani scandalizzata.

‹‹Che cosa?›› scioccata quanto lei mi avvicinai al monitor, poi riflettei. ‹‹Potrebbe essere l'indirizzo di Plutarch?››

‹‹No assolutamente. Lo conosco a memoria›› scosse la testa indicando lo schermo. ‹‹Poi guarda la data. Lui era già nel 13 in questo periodo››

‹‹Questo è davvero molto strano...›› rimuginai.

Prima che Hope potesse continuare, dei forti rumori riecheggiarono fuori dalla porta. Venivano nella nostra direzione.

‹‹Sky, spengi le luci›› mi ordinò indicando l'interruttore.

Io ubbidii immediatamente, impugnai Emeraude e mi accucciai dietro l'armadio.

Qualcuno stava ispezionando il corridoio con una torcia.

Vidi la luce proiettata verso di noi. Sarei scattata se la mano di Hope non mi avesse fermata, facendomi cenno di aspettare.

Appena la persona ci superò, sgattaiolammo fuori prima che si potesse voltare.

Iniziammo a correre e quando ci fermammo, tirai un sospiro di sollievo.

‹‹Dannazione! Non avremo un'altra occasione per controllare quei file!›› esclamai sconfitta. Eravamo davvero vicine ad ottenere qualcosa.

‹‹Ringrazia che giro sempre con una USB in tasca›› estrasse la chiavetta argentata che scintillò vittoriosa. Le saltai al collo per abbracciarla.

‹‹Molti di quei file però non solo visionabili, a meno che...›› cominciò sospirando.

‹‹A meno che?›› domandai curiosa.

‹‹A meno che non andiamo dove si trova la rete di cui fa parte quell'indirizzo›› suggerì riferendosi a Capitol. ‹‹Sai che sto per partire e potrei farlo da sola, ma se tu venissi con me, potresti aiutarmi...››

‹‹Hope, no, non posso chiedertelo! Sarebbe troppo pericoloso...e poi la Coin mi ha proibito di uscire dal 13›› dichiarai sconfitta.

‹‹Come se un ordine della Coin potesse fermarti...›› fece lei strizzando l'occhio. ‹‹Per pura informazione, l'hovercraft partirà domani mattina presto. Tu fatti trovare lì e io farò in modo di chiudere un occhio se ci fosse un passeggero in più...hai ancora la parrucca rosa?››

Io sorrisi e annuii. Avevo cercato disperatamente una via d'uscita e forse l'avevo finalmente trovata.

Con poche parole mi aveva ridato la speranza di fare davvero qualcosa di concreto. Oltre ad aiutare Plutarch e i miei amici, avrei risolto quel mistero che sembrava molto importante. Sarebbe stata la nostra missione segreta e avrei finalmente trovato la libertà da quel distretto fantasma. Pensai di chiarire velocemente con Sparkle e Jae, ma non c'era tempo.

Poi avevo definitivamente chiuso con i sentimenti.

Salutai Hope correndo verso la mia camera.

Continuavo a chiedermi perché la Coin avesse tentato di coprire la mia riabilitazione parlandone con qualcuno nella capitale.

Quello era il suo computer, quindi poteva essere stata solo lei.

Certo, aveva infiltrato alcuni dei suoi a Capitol, ma perché aveva nascosto quelle lettere?

Niente sembrava avere un senso, ma promisi a me stessa che avrei sciolto quel mistero.

***

You know you're really something, yeah
How we get here so damn fast?
Only you could tell me that
Baby, 'cause you know I'm coming back
You're making me forget my past
Never thought I'd feel like that again
I came to peace with my path
Now you got me off track

I've never been this scared before
Feelings I just can't ignore
Don't know if I should fight or fly
But I don't mind

Tripping, falling with no safety net
Boy, it must be something that you said
Is it real this time or is it in my head?
Got me tripping, falling with no safety net

Let your guard down, girl
You know we came too far now, girl
It's time for you to play your part now
You know, we hit that jewelry store and we gon' ball out
Ups and downs, we had some fall outs
Get some ice on you girl, let it thaw out
Girl, you're mine, it's safe to say
At the end of the day

I've never been this scared before
Feelings I just can't ignore
Don't know if I should fight or fly
But I don't mind

Tripping, falling with no safety net
Boy, it must be something that you said
Is it real this time or is it in my head?
Got me tripping, falling with no safety net

Every time you feel some way, feel the way
Never let me run away, run away
Baby, every time you feel some way, feel the way
Never let me run away, run away

Girl you got me tripping, falling with no safety net (baby)
Boy, it must be something that you said
Is it real this time or is it in my head? (Is it all in my head)
Got me tripping, falling with no safety net

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