Clark spingeva il suo corpo ma non andava oltre, quella barriera invisibile continuava imperterrita a respingerlo.

Dopo varie forzate si stancò e si sedette ai piedi di un cavallo alato.

Alzò gli occhi e lo guardò con devozione, tanta bellezza in un cavallo non poteva proprio immaginarla.

Fiero, stupendo e forte e quelle due ali immense non vedevano l'ora di alzarsi in volo per poter cavalcare le nuvole bianche alte nel cielo.

Clark immagina tutto ciò per quei due bei cavalli, peccato che erano solo due statue.

Si alzò perché voleva riprovare ad entrare nel Tempio.

Rifece per entrare ma ahimé sempre la stessa storia, quella dannataccia barriera invisibile ostacolava il suo percorso.

Clark si infuriò, prese alcuni sassi e li buttò verso la barriera ma niente, questi venivano respinti.

Passò delle ore così,  con i sassi, con bastoni, tastò tutto il perimetro di quell'entrata ma niente; non vi era neanche un misero spiraglio bucato.

Era stremato, stanco ma non per questo si dette per vinto.

Lentamente a passi lenti indietreggiava dinanzi l'entrata del Tempio, magari avrebbe avuto qualche altra idea.

Era arrivato a distare circa una quindicina di metri quando notò ai lati del Tempio proprio sopra i due cavalli alati delle scritte.

Aguzzò la vista e non erano nient'altro che i nomi degli alati " Pegaso e Perseo".

E meno male che per Clark erano solo due nomi comuni, ma quei due nomi comuni detti a voce alta dal piccolo avventuriero hanno fatto il loro dovere.

La barriera era andata giù, si era volatilizzata, sparita, la risposta c'era e Clark doveva solo trovarla ed infatti fu così.

Gioioso per quella trovata, incominciò a salterellare e cantare, ma la sua canzoncina era solo di due parole "Pegaso e Perseo, Pergaso e Perseo".

La novità era passata, ma adesso che si trovava davanti la realtá ovvero dover entrare lì dentro quasi quasi se ne era un pò pentito, quell'entrata semplice ma tenebrosa gli incuteva un pò di timore.

                                                   ...continua