"L'Anziano Delle Alte Montagne"

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Il quattordicenne obbediente ed educato si trovava seduto davanti ad un anziano il quale intento a passarsi la pipa da una mano ad un'altra lo guardava pure quasi con insistenza.

Ma più che insistenza era un voler scrutare dentro l'animo del ragazzo. Clark per quella sua anormalità si sentiva agitato e ansioso.

Ma Clark non abbassò lo sguardo più di tanto, i suoi a sua volta cercarono di studiarlo e perchè fosse lì ancora era un mistero.

L'anziano era un signore di media statura, magrolino, sembrava un mezzo indiano, un pellerossa con i capelli lunghi raccolti in due trecce ed attorno alla testa aveva una grande fascia dipinta con dei simboli sicuramente appartenenti a quel suo mondo. Una grande penna di aquila gli usciva dalla fascia, luccicante di colore ramato.

Era vestito con pantaloni e gilet di cuoio ed una maglia bucherellata qua e la.
I lineamenti del suo viso erano abbastanza scolpiti e possenti rughe come solchi gli attraversano il viso, quel viso caratterizzato da uno sguardo di ghiaccio come il colore dei suoi occhi.

Clark notò inoltre che accanto a lui aveva un lungo bastone adagiato sull'erba e anche quello era particolarmente caratterizzato da strani simboli.

Nonostante L'ometto veniva fissato dall' anziano o per meglio dire dal pellerossa Clark ebbe l'apparente sensazione di potersi fidare di esso.

Quel loro silenzio attorno al fuocherello rotto a tratti soltanto dal suo scoppiettare emanava in quell'angolo di pianura una pace al di fuori dalla normale quotidianità.

Passarono secondi e lunghi minuti e il silenzio era solo il terzo compagno di quel duetto taciturno.

Ogni tanto, l'anziano alimentava il fuocherello buttandogli sopra piccoli rametti di legna che sicuramente aveva raccolto prima, ma la sua posizione era impassibile, fermo e deciso.

Niente, Clark non volle ne pensare ne fare domande, volle solo seguire con lo sguardo le gesta e i movimenti che il pellerossa di tanto in tanto lasciava andare.

La luna era alta e luminosa in quel cielo nero e Clark spesso uno sguardo in alto lo buttava, un pò per timidezza un pò per quell'agitazione emanata dagli occhi di ghiaccio dell'anziano che non proferiva parola alcuna.

Istintivamente aprì il fardello e prese l'arpa e come se avesse sempre suonato Clark fece scivolare le sue bianche dita tra le cordicine di quell'arpa d'orata facendo fuoriuscire una melodia degna di quel silenzio.

Meravigliato dal suo stesso istinto Clark continuò a suonare con l'arpa e alzando lo sguardo dinanzi a lui vide che finalmente anche l'anziano aveva alzato la testa e lo guardava con ammirazione.

                                                   ...continua

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