"L'incontro Con Tempia"

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Si svegliò di buon mattino, i raggi del sole entravano nelle fessure di quella catapecchia riscaldando il suo viso ancora insonnecchiato.

Si alzò, una sistematina ai capelli e uscì fuori, guardò se vi era qualcuno in giro e non notando alcuna figura continuò alla ricerca di Tempia.

Quella città era immensa, non finiva mai ma in lontananza vide una collinetta e una figura.

Non riusciva a capire di chi si trattasse, i raggi del sole già alti abbagliavano la sua veduta.

Allungò il passo e si diresse verso quella figura. Più gli si avvicina e più andava capendo che si trattava della bellissima Dea.

I raggi del sole rendevano omaggio a cotanta bellezza.

Arrivò a qualche metro da Tempia.

Tempia lo sentì arrivare, ma non si girò, il suo sguardo era rivolto oltre le mura della sua città, guardava oltre l'orizzonte.

"Ti ho sentito arrivare disse Tempia, ti aspettavo e so che vuoi delle risposte Clark".

Clark non ebbe neanche il tempo di fare la sua domanda, già ella aveva risposto.

Zittito si avvicinò a lei, alla sua destra e volse lo sguardo nella sua stessa direzione.

Da quella collinetta si vedeva tanto, le nuvole, i cavalli alati volteggiavano in lungo e in largo, le nuvole sembravano prendere forme sempre diverse.

"Sai Clark, disse Tempia, il mondo in cui appartieni tu, la terra, non è pronta ancora ad aprirsi a nuovi mondi, ve ne sono parecchi nello spazio infinito ed ogni mondo ha le sue origini e la sua storia.

La terra da dove tu provieni non riuscirebbe a concepire ciò che tu nel tuo bellissimo viaggio hai visto, ciò che hai attraversato e ciò che adesso stai vivendo.

I tuoi simili non lascerebbero le cose come le vedi tu, andrebbero subito a rompere quell'armonia che da millenni accarezza la nostra realtà."

Clark stupefatto da quelle parole capì all'istante che quel nuovo mondo scoperto da lui stesso doveva rimanere segreto alle menti altrui, ma una domanda la volle fare a Tempia.

"Tempia, mia Dea, ma perchè allora io ho avuto il privilegio di andare oltre il mio mondo? Perchè io e non qualcun altro?"

La Dea lo guardò con ammirazione, gli accarezzò la guancia e con voce calda rispose: " Clark, sei qui perchè non sei stato il primo".

Clark non capiva, non riusciva a comprendere il senso di quella frase.

                                                  ...continua

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