The night before the end.

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La notte sembrava apparentemente bella. La quiete che placava fuori dalla finestra di quella stanza faceva sembrare quella notte - quell'ultima notte - come tante.

Anche per Ryuzaki - o Ryuga, o Elle - quella sarebbe stata una comunissima notte, dove si sarebbe alzato il giorno dopo sapendo che poi lo avrebbe fatto anche la volta successiva. E ancora, e ancora.

Ma quanto voleva che fosse tutta una messa in scena.
Quanto voleva che si fosse sbagliato su tutto, quanto voleva che Light non fosse ritornato ad essere Kira.
Quanto voleva non avergli tolto le manette e poterlo abbracciare in quel letto che senza di lui era diventato vuoto.

Allungò la mano accanto a lui sul materasso, sempre nella solita posizione accovacciata, con le ginocchia strette al petto, come se volesse abbracciare qualcosa, o qualcuno.

Si toccò il polso, sentendo la mancanza delle manette che per più di tre mesi avevano segnato la vicinanza tra lui e Light, le loro ricerche per il caso Kira, i loro litigi, i loro scherzi le loro risate.

Un giorno litigarono perché Light aveva mangiato la sua torta alla fragola senza permesso e Ryuzaki arrivò a non parlargli per un giorno intero.

Ma si tornava sempre al punto di partenza. La notte aveva spento il portatile e si era messo nel letto con Light, chiedendogli scusa per il suo comportamento infantile.

Forse era l'unica volta in cui era arrivato a solo qualche centimetro di distanza e, se non fosse stato per la sua natura apatica, l'avrebbe anche abbracciato.

Che stupido, ho sprecato un'ottima occasione...

Non aveva mai provato quel sentimento per nessun'altro, soltanto quella volta il suo stomaco sentiva una sensazione di vuoto incolmabile, anche se avesse mangiato tonnellate di dolci.

Forse, il fatto che avesse sempre considerato come ovvia la sua presenza lo faceva stare male, adesso.

Light è morto... il mio Light è morto... ed è stato Kira ad ucciderlo...

Trattenne a stento le lacrime e cercò di coprirsi di più con il plaid, dato che la schiena era esposta al freddo.

<Light...> sussurrò stropicciandosi gli occhi.

Si sedette sul letto - non nella sua solita posizione ma pur sempre tenendo la gobba - e si infilò le scarpe come al suo solito.

Poi si alzò e si sedette accovacciato dietro al portatile, aprendo la raccolta delle immagini e osservandone in particolare una, la prima.

Era il suo logo, la L nera su sfondo bianco che aveva sempre caratterizzato il più famoso e in gamba investigatore del secolo.

Cliccò sulla freccetta sinistra, per scorrere le foto verso la più recente: casi risolti, scene del crimine eccetera. Tutto così, per circa duecento foto. Quando si era deciso a chiudere la cartella, cambiò completamente idea trovando la prima foto riguardante il caso Kira, quella con Lindle L. Tailor che moriva in diretta e in allegato c'era il video ripreso da uno spettatore dal maxischermo di una città del Kanto.

Se lo ricordava bene quell'episodio, quello fu il primo passo per giungere a Kira.

Tante foto di questo caso, della polizia e degli avanzamenti.

Infine ne vide un'altra.
Erano lui e Light alla cerimonia di ammissione all'università di Tokyo, entrambi stavano tenendo il discorso.
Sorrise, rendendosi conto che aveva prima incontrato Kira, poi Light Yagami.

Chiuse il computer, deciso a non piangere quella notte.

Prese la coperta e si ributtò nel letto, con l'intenzione di dormire almeno un'ultima volta nella sua vita.

Presto morirò... presto Kira mi ucciderà come ha ucciso Light.
Ma se invece ci fosse ancora tempo per salvarlo? Se potessi far ritornare il mio migliore amico (se lo posso ancora definire solo un amico) semplicemente dicendogli tutto quel che mi sono tenuto dentro per questi mesi?

Ryuzaki si alzò, una seconda volta. Prese il cuscino ed uscì dalla sua stanza, attraversando un corridoio per entrare in quella nuova di Light.

Erano più o meno le tre di notte e probabilmente sarebbe stato cacciato in malo modo, ma valeva la pena provare.

<Light!> lo chiamò, bussando alla porta.

Con suo grande stupore si accorse, guardando lo spiffero che separava la porta dal pavimento, che la luce era accesa e che quindi il ragazzo non stava dormendo.

L'unica preoccupazione era quella che potesse esserci anche Misa, la ragazza di Light, il cui amore sembrava però essere a senso unico.

<Light!> ritentò, non ricevendo nessuna risposta.

Alla terza volta rimase con il pugno alzato, dato che la porta si spalancò e rivelò la presenza di Light Yagami.

<Ryuzaki!> esclamò il ragazzo sorpreso, invitandolo ad entrare. <Non mi aspettavo di vederti qui, a quest'ora di notte.>

Il ragazzo dai capelli corvini buttò il cuscino sul letto e osservò la stanza: il computer era acceso e Light stava visionando alcuni file, ma di Misa nessuna traccia.

<C'è qualcun altro?> chiese, prima di dirgli la frase decisiva.

<No...> rispose mantenendo il tono sorpreso <Ci sono solo io. Misa è tornata a casa, anche se sono stato liberato dalle manette e quindi possiamo passare del tempo da soli come mi hai consigliato tu stesso non me la sento di spassarmela come se non stesse accadendo nulla. E poi, dovevo finire di sistemare alcune cose e riflettevo sul fatto che dobbiamo ancora catturare il secondo Kira.> spiegò, cercando di arrampicarsi sugli specchi ma mantenendo il suo tono di voce calmo e pacato.

<Non riesco a dormire.> disse Ryuzaki interrompendolo.

Light rimase incredulo: durante quei tre mesi gli chiedeva sempre di andare a dormire perché con la luce del portatile non riusciva ad addormentarsi e adesso gli veniva a dire questo?

<Non credo sia una novità, ho anche dubitato per diverso tempo che tu fossi in grado di dormire. Come mai me lo dici?>

L'investigatore non parlò, si limitò ad abbassare la testa, imbarazzato.

<Non dirmi che è perché non ci sono io!> esclamò Light scherzosamente.

Al contrario delle sue previsioni, Ryuzaki annuì.

Il bruno sbuffò, togliendosi le scarpe ed infilandosi sotto le coperte, aspettando la prossima mossa di Ryuzaki, che invece rimase immobile.

<Che aspetti, vieni.> lo incitò Light, spostandosi più verso la sua destra per indicargli che gli stava facendo spazio.

Il moro si mise sotto le coperte, piegato, mentre scrutava Light che guardava il soffitto con quegli occhi marroni apparentemente stanchi.

<Perché mi stai fissando? Credevo volessi dormire.> lo ammonì, scocciato dal suo sguardo che continuava ad essere fisso su di lui. Dormiva forse con le palpebre aperte?

<Mi manca Light.> disse poi, facendo sviare le teorie del ragazzo accanto a sé, lasciandolo contemporaneamente basito.

<Ma Ryuzaki... io sono Light, per chi mi avevi scambiato?>

<Se tu sei Light, allora dalla morte di Higuchi non sei più tu. Non sei più il ragazzo a cui mi ero affezionato e con cui ho passato tre mesi della mia vita. Perché l'hai ucciso? Che ti aveva fatto di male per meritarselo? Io meritavo di morire molto più di lui, allora perchè l'hai ucciso prima di me? Kira, riportalo indietro... riporta indietro il ragazzo di cui mi sono follemente innamorato...>

A Light mancò il fiato, Ryuzaki aveva detto tutto nel sonno chiudendo pian piano le palpebre. Ed era sicuro che l'ultima frase, quella che gli fece battere il cuore all'impazzata, se l'avesse fatta semplicemente sfuggire. Il corvino sarebbe stato in grado di portarselo nella tomba, quel segreto.

Aveva appena sentito da Elle, il suo peggior nemico, che si era innamorato di lui. Elle provava sentimenti per Kira.

<Ryuzaki...> lo chiamò sottovoce, cercando di non svegliarlo nel caso si fosse addormentato. Non ricevendo alcuna risposta, decise di tentare, anche se il ragazzo stesse solo facendo finta di dormire.

Ma sì tanto, nel peggiore dei casi lui sta mentendo, non stadormendo e andrà a spifferare quello che adesso gli dirò al resto del gruppo. Ma se adesso non glielo dico soffrirò per sempre. Tanto vale essere tormentati fino alla fine dei giorni per fare il Dio?

<Ryuzaki.> ripeté, rendendosi conto che qualche mese prima non avrebbe mai pensato di fare una cosa del genere ma avrebbe preferito mille volte governare un nuovo mondo, <Light non è morto. Light è qui, coesiste con Kira. Kira però, vuole prendere il sopravvento e purtroppo ce la sta mettendo tutta. Ma ti ricordi, Ryuzaki, o Ryuga, o Elle, di quando mi dissi che finché fossimo stati ammanettati i nostri destini non si sarebbero separati? Qualche settimana fa ho pensato ad una cosa: e se quelle manette non fossero altro che la rappresentazione del filo rosso che tiene uniti i nostri destini? Come quella leggenda, te ne ricordi? "Secondo le credenze giapponesi, due persone persone destinate a stare insieme sono uniti da un filo rosso, dalla nascita alla morte, affinché durante la vita si incontrino". E finché tu sarai in vita, Light coesisterà con Kira e lotterà per poterlo sconfiggere. Una volta che Kira ti ucciderà anche Light farà la stessa fine. E non sai quanto mi dispiace non averti detto che ti amo quando ancora ero solo io. Per paura di perderti forse? A quel punto, mi bastava solamente che mi considerassi il tuo più caro amico.>

Dopo quel lungo discorso, fatto ad un Ryuzaki dormiente, Light strinse forte il ragazzo in un abbraccio. Quando si staccò, il corvino sorrideva e dormiva apparentemente come un ghiro. Tuttavia i capelli gli ricadevano sugli occhi e questo avrebbe potuto causargli fastidio. Così Light Yagami glieli spostò, sorridendo alla vista di quell'angelo a cui sarebbe spettato andare in paradiso, una volta morto.

Rimase stupito da una calda lacrima che gli stava solcando il volto e bagnando la profonda occhiaia destra.

<Grazie Light, per avermelo detto.> sentì rispondere.

Il moro si ammonì mentalmente: sei così stupido che alla prima distrazione hai spifferato tutto! Diamine Light, quando imparerai a cucirti la bocca una volta ogni tanto? Questa confessione basta ad Elle per arrestarti, e di sicuro l'ha registrata di nascosto. Emerito idiota... non meriti neanche lontanamente di diventare un Dio se la prima cosa che fai è essere sopraffatto dall'amore come un adolescente!

<Tranquillo, Yagami. Neanche lontanamente sto pensando di farti arrestare.>

Ryuzaki aprì le palpebre e si mise seduto a gambe incrociate, mentre avvolse il plaid sopra la schiena.

<T-tu non stavi dormendo allora?> chiese Light allarmato, mentre le sue gote cominciavano a farsi rosse.

<Non ci riesco con la luce accesa. L'hai dimenticata.> gli fece notare, mentre rideva al colorito assunto dal volto del giovane.

<Tuttavia ti servo io per dormire.>

<Esatto.>

Dopo che Light spense la luce del lumino i due si coricarono sotto le coperte - questa volta ancora più vicini - e continuarono la conversazione precedente.

<Ma quando prima hai detto di esserti innamorato di me, era vero?> chiese Light. Doveva sapere assolutamente se quella fosse la verità oppure una semplice scusa per fargli vuotare il sacco.

<Anche per me, prendermi gioco dei sentimenti di qualcuno è contro la mia morale. Quando te lo proposi qualche settimana fa pensavo che avresti accettato, dato che eri disposto a tutto pur di risolvere il caso. Ma io non potrei mai dirti una cosa del genere per catturarti. Io provo realmente qualcosa per te.>

Anche io!, voleva rispondere Light, ma fu frenato da qualcosa, molto probabilmente Kira.

<Io morirò, non è così?> chiese poi Ryuzaki, dopo che non ricevette alcuna risposta.

Il bruno annuì.
Perché diamine lo stai dicendo, scemo!

<E presumo che Kira non annullerà mai un suo piano.> continuò.

Light scosse la testa, torturando tra l'indice e il pollice l'angolo del lenzuolo.

Ryuzaki si ristese sul materasso, guardando il soffitto.

<Una delle cose che mi ero imposto di fare prima di morire era quella di baciarti...> si lasciò sfuggire, quindi abbassando la voce alla fine della frase; ma Light la sentì comunque ed arrossì ancora di più.

<Ryuzaki... ma che dici...>

<Kira, tu hai detto di essere ancora Light: me lo dimostri?> chiese il ragazzo, mentre il suo cuore tamburellava nel petto. Non poteva crederci... l'aveva detto... e al 65 % dopo qualche secondo avrebbe potuto assaggiare quelle labbra che aveva bramato per mesi.

<Sei entrato in questa stanza per dormire, confermare i tuoi sospetti sull'identità di Kira o per flirtare con me?>

I due risero, senza mai staccare gli occhi dal soffitto.

Il mio Light... quanto vorrei che rimanessi così...

<Avanti Ryuzaki.> disse Light girandosi dalla sua parte e poggiandosi con il gomito.
<Se ci tieni tanto a baciarmi fallo.>

Al corvino gli si illuminarono gli occhi, così anche lui si girò dalla parte di Light.
I loro volti adesso erano ancora più vicini...

Ryuzaki si avvicinò sempre di più fino a quando i loro respiri non si fusero.

<Ma così non tradiresti Misa?> disse l'investigatore, mentre poggiava la fronte sulla sua.

<Ma che me ne frega.> disse Light, prima di unire le loro labbra in un lungo bacio il cui sapore non era definito.
Forse sapeva di fragola, cioccolato, vaniglia o forse di menta.

Anche se non si capiva bene quale fosse la fragranza, era di sicuro qualcosa di dolce, delicato e buono.

Il bruno aumenò l'intensità del bacio stringendo il labbro inferiore dell'altro tra i suoi denti e poi fece unire le loro lingue.

Ryuzaki salì a cavalcioni sopra al ragazzo mentre gli stringeva i sottili ciuffi di capelli con una mano mentre con l'altra gli stringeva la mano.

Poi il ragazzo si staccò, ritornando disteso sul letto a guardare il soffitto, mentre Light si toccava le labbra incredulo e anche un po' deluso che sia finito così presto.

<Ma come, già ti stacchi? Pensavo volessi farlo per bene.> protestò cercando di non far notare il suo tono di voce che rispecchiava le sue emozioni.

Ryuzaki sorrise a quelle innocenti proteste, abbracciando con una forte stretta la vita del ragazzo.

<Domani tutto sarà finito, vero?> chiese chiudendo gli occhi, come se la realtà fosse esattamente davanti a lui e cercasse di evitarla in qualsiasi modo.

Quella domanda fece tacere le lamentele di Light in meno di un secondo, mozzandogli il fiato e dipingendogli un sorriso malinconico sul volto, affondandolo tra i morbidi capelli nero pece dell'investigatore.

<Sei il più grande, eppure ti sta comportando come una bambina piagnucolosa..> gli fece notare il bruno ironicamente, accarezzandogli la testa.

<Light, lo sai che ti amo più di qualsiasi altra cosa? Lo sai che sei solo mio? Hai capito, Kira, che Light è solo mio?>

Stava di nuovo piangendo. Tra poche ore entrambi avrebbero perso l'altro e non potevano fare nulla per impedirlo.

Ryuzaki aumentò la stretta attorno a Light mentre le sue lacrime bagnavano la maglietta rossa che aveva indosso.

<Ryuzaki, calmati... io sono ancora qui...> disse cercando di tenere in piedi un tono rassicurante, che crollò all'ultima parola.

<Io non ti lascio con lui! Non voglio non voglio non voglio non voglio!>

Light non aveva mai visto L in quelle condizioni e oramai tutti i sospetti che lui stesse fingendo si erano sviati: neanche lui avrebbe potuto mettere in scena una performance del genere. L'unica vera opzione era che L lo amava veramente.

"Light è solo mio..."

Arrossì tra i capelli di Ryuzaki, mentre la stretta da koala attorno alla vita non sembrava voler diminuire.

Entrambi poi chiusero gli occhi, ognuno inspirando il dolce profumo dell'altro, e assieme caddero tra le braccia di Morfeo.

_____

La mattina dopo, fu come se nulla fosse successo. Si rivolsero un sorriso malinconico appena svegli, un ultimo abbraccio e Ryuzaki tornò nella sua stanza, avvicinandosi al portatile e notando con il movimento del mouse di averlo lasciato acceso. Avrebbe tanto voluto scrivere ciò che aveva sentito la notte precedente nel fascicolo delle indagini su Kira. Ma l'aveva promesso, non avrebbe fatto parola con nessuno, anche se questo avrebbe comportato la morte di altre centinaia di criminali, la sua, e la vera e propria ascesa della divinità della giustizia.

Diede uno sguardo alla finestra, notando le nuvole scure che oscuravano l'alba del sole.

Che peccato, oggi c'è la luna piena dopo la pioggia. Mi perderò i fenomeni che adoro di più, forse.

Si avvicinò all'armadio e prese una maglietta bianca e dei jeans larghi, come al suo solito.
Prima di chiudere le ante diede un altro sguardo ai suoi vestiti, di cui la maggior parte non aveva mai messo.

Beh, un'altra volta magari.

Si disse sorridendo, anche sapendo che non ci sarebbe stata un'altra volta.

Mentre si avviava al quartier generale si tastò le labbra e si ricordò della notte precedente: il dolce profumo di Light non se ne sarebbe andato facilmente, la menta del dentifricio che usava per lavarsi i denti gli aveva dato alla testa, come tutto di lui.

Io amo Kira... io amo il mio peggior nemico... diamine se sono caduto in basso.

Si diede uno schiaffo sulla fronte, dov'era finita la sua mente razionale?

Là fuori cominciava a piovere.

La pioggia gli piaceva, lo faceva tranquillizzare. Anche il suono delle campane che risuonavano da quando si era alzato, lo facevano essere tranquillo.

Strano però.

Non c'era nessuna chiesa nel raggio di qualche chilometro.
Da dove proveniva quel suono?

Bah.

Sapeva soltanto che gli provocavano un'insolita nostalgia e al contempo tristezza.

Ma non se lo ricordava, era come se avesse rimosso ciò che riguardava le campane e la pioggia.

Cambiò tragitto, invece di andare al quartier generale salì le scale fino al terrazzo, parcheggio dei due elicotteri.

Avvicinandosi al parapetto sentì le gocce di pioggia scorrergli sulla schiena e imprimergli i capelli, scendere sulle guance, bagnargli il viso.

Tutto quello lo faceva essere triste, veramente triste.

Forse quelle campane suonavano per un funerale. Il suo forse?
No, erano troppo reali per essere solo frutto della sua immaginazione.

Se piango nessuno mi vedrà. Tanto sta piovendo e le gocce del cielo maschereranno le mie. Poi qui sono da solo, non sentiranno neanche i miei singhiozzi.

<Scusatemi se non sono forte come credono tutti...> disse, rivolto agli uomini del quartier generale.

Se fosse stato più forte, avrebbe lasciato da parte i sentimenti.
E invece? Era debole, debole, debole...

Il cervello non contava se Kira non aveva un cuore.

Il cuore. Questo cuore mi frena. Perché diamine non riesco a non provare nulla?

Pianse, ancora.

Non c'era Light, questa volta, ad asciugargli le lacrime.

Avrebbe voluto rimanere lì per sempre, a riflettere e ad ascoltare le campane finché non sentì una voce che lo chiamava.

<Ma che cosa stai facendo qui sopra, Ryuzaki?>

La voce del ragazzo lo fece uscire dal suo mondo, quindi si girò dalla sua parte.

Aveva sentito benissimo, ma si portò la mano all'orecchio per farlo avvicinare.

<Ho detto, che cosa stai facendo qui sopra, Ryuzaki?> ripeté Light con voce più alta.

Dato che non si avvicinava riportò la mano all'orecchio.

Light si arrese e, una volta vicino al corvino, richiese: <Che stai facendo, Ryuzaki?>

<Niente. Non sto facendo assolutamente niente di particolare. Ascolto il suono delle campane.> spiegò, portando lo sguardo sulla visuale che si osservava dal palazzo.

<Le campane?>

Light non sapeva assolutamente di cosa stesse parlando.
Era diventato anche pazzo, adesso?

<Già. Devo ammettere che fanno un baccano assordante.>

<Io non sento niente.>

Anche Light si era bagnato da quella fitta pioggia, si portò la mano alla fronte affinché non gli entrassero le gocce d'acqua negli occhi.

<Dici sul serio? Eppure è tutto il giorno che vanno avanti. È impossibile ignorarle. Deve essere una chiesa. Forse c'è un matrimonio, o forse->

Un funerale.

<Ma che stai dicendo, Ryuzaki? Smettila con queste sciocchezze e torna dentro.>

<Scusami. Dico sempre cose senza senso. Non starmi a sentire.>

Light sospirò e, trattenendo un sorriso.

<Hai ragione, Ryuzaki. Tiri sempre cose totalmente prive di senso. Se dovessi dar retta a tutto quello che dici diventerei matto: ormai ti conosco bene.>

L'investigatore rispose al suo sorriso e si girò dalla sua parte, incrociando il suo sguardo.

<Sì, hai proprio ragione, Light. Però lo stesso vale anche per te, giusto?>

Il ragazzo non capì di cosa stesse parlando, l'unica cosa che non faceva era dire cose senza senso. Allora a cosa si riferiva?

<Che cosa vuoi dire?>

<Dimmi una cosa. Dal giorno in cui sei nato, hai mai detto, anche solo una volta, la verità?>

Silenzio.

Le gocce di pioggia che si schiantavano contro il parapetto e per terra non sembravano più arrivare al suo orecchio. Tutto era diventato insonorizzato.

Tutto, tranne lo sguardo di Ryuzaki e la sua voce, non contava più.

<Che stai dicendo, Ryuzaki, eh? Certo, a volte anch'io mento. Del resto, chi, a questo mondo, non ha mai detto una bugia? Non esiste nessuno di tanto perfetto: tutti mentono. Però, io sono sempre stato attento a dire bugie che non ferissero altre persone. Ecco la mia risposta.>

<Immaginavo che avresti risposto così. Torniamo dentro, siamo bagnati fradici.>

Light acconsentì, seguendo il corvino dentro il palazzo.

Gocciolavano a terra, la pioggia non aveva tralasciato nessun punto del loro corpo.

Elle offrì un asciuganano a Light, tenendone un altro sulla sua testa.

Poi accadde.

Light sentì una presa al suo piede sinistro, accorgendovi che l'aveva preso Ryuzaki e che lo stava asciugando.

<Ma che cosa...>

Sentì una stretta allo stomaco.
Cosa diamine gli stava facendo, con quell'unico straccio?

<Lascia che ripari al mio errore. Sono bravo, sai?> gli rispose Ryuzaki, sorridendo.

Infondo, stavano quasi per prendere un malanno, era il minimo, no?

Così potrebbe sentirsi più un Dio. Non era quello il suo scopo?

Ma i suoi capelli gocciolavano sul piede di Light.

Come mai adesso pensa prima a me che a lui...?

<Com'è triste.> riprese poi. <Tra poco dovremmo salutarci.>
Il suo sorriso non accennava a scomparire, quanto il rimbombo delle campane nel suo orecchio.

Ora o mai più.
<Senti, Ryuzaki... riguardo al bacio di ieri notte...>

<Era solo un mio desiderio. Nulla di più. Puoi anche scordarlo, se ti va: non mi importa.>

Light abbassò lo sguardo, deluso.

Come vorrei che mi riprenda le spalle e faccia avvicinare di nuovo i nostri volti come già successo, come vorrei tastare di nuovo il suo dolce gusto di fragola.

E, con un sol momento, dimostrò che non era più forte di Ryuzaki per quanto riguarda il cuore.

Non gliene importava se sarebbe stato un disonore verso la creazione del nuovo mondo.

Non gli importava più niente.

Quando Rem avrebbe capito che L avrebbe in tutti i modi cercato di svalidare la regola dei 13 giorni sarebbe corsa a salvare Misa, scrivendo il nome del detective sul suo Death Note.
E sapeva che sarebbe avvenuto a breve, aveva spiato i suoi movimenti nel mettersi a contatto con gli altri Paesi per l'utilizzo del quaderno.

E mi chiedo, Misa, cosa sarebbe successo se fossi stato più prudente e non ti avessi mai incontrato.
Ma quegli occhi mi servivano, non potevo fare niente per evitarlo.
Tutto mi avrebbe portato ad uccidere Elle. Forse non mi sarei mai accorto di amarlo, senza queste manette.
Maledizione, ritorno sempre al punto di partenza.

Pensiero razionale, razionale, razionale: in quel momento quei due, dell'essere probabilmente i due detective migliori del mondo, non se ne importavano. Era come se fossero tornati entrambi indietro nel tempo, se fossero in un college giapponese ed entrambi stessero per dichiarare i loro sentimenti -questa volta alla luce del sole- dopo tanti mesi a guardarsi nei corridoi, a bramarsi, a volersi.

Che me ne frega di Kira? Tanto avremo una vita per essere un'unica persona. Adesso, può anche serrarsi quella stupida bocca.

Quello fu l'ultimo pensiero prima di prendere la maglietta del corvino e avvicinalo a sé, serrando le loro labbra in un profondo bacio.

Come se fosse il primo, come se quello di quella notte non contasse.

Ryuzaki, però, non ebbe il tempo di rispondere poiché il suo cellulare squillò.

Maledizione, lo tiene sempre spento perché ne odia il rumore e adesso quel coso ci deve rovinare un momento tanto importante?

<Light.> lo chiamò.

<Ci sono novità dal quartier generale. Andiamo.>

Quando Rem lo capirà sarà la fine... la nostra fine...

E fu come se la mente di Light smettesse di funzionare, quando gli occhi rossi dello shinigami si ritrassero nel buio e quando sulle schermate dei computer comparve la scritta "Alla data deletion"

In un primo momento, Elle si agitò. Poi si ricordò di quello che aveva detto a Watari e capì che era giunta la sua ora.

<Ascoltate! Lo shiniga->

Il cucchiaino che aveva in mano scivolò, assieme al suo corpo.

Era per terra, in fin di vita.

Ed è curioso come un eroe sia caduto pronunciando la parola "dei della morte".

No... no... non può essere già arrivato.

Accorse a prendere il corpo di Ryuzaki, tra meno di dieci secondi sarebbe morto.

E fu come se le sentisse anche lui, le campane.

<Light. Avevi promesso che quando fosse morto Ryuzaki saresti morto anche tu. Perciò, abbandonati a me.>

Per lo meno, sarebbero morti assieme.

Finché quel filo rosso sarebbe esistito i loro destini sarebbero rimasti uniti, no?

E in quel momento, ci fu l'ascesa del Dio di un nuovo mondo.

Kira sfoggiò un enorme ghigno sul volto, mentre, pian piano, Light chiuse gli occhi.

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