10. Succube

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Entrati in casa di Destiny si poteva percepire un'aria diversa, accattivante per certi versi: aveva l'aspetto di un rifugio che doveva rimanere segreto. Tutto era in perfetto ordine come se non ci abitasse nessuno eppure sul pavimento erano distesi almeno sei sacchi a pelo.
Alex si guardò intorno in cerca di foto di famiglia o altro che raccontasse qualcosa della ragazza, ma non c'era niente di personale. L'ingresso si apriva su un salone luminoso e ben arredato, dove al centro spiccavano un lungo divano ad angolo con dei cuscini colorati, un tavolo con sei sedie, e una libreria molto estesa che conteneva vecchi tomi con le copertine ormai quasi staccate.
Destiny la sorpassò lanciando uno sguardo attento a un libro in particolare, con il disegno di una fiamma sul lato. Alex sentì l'impulso di toccare quel libro, ma la voce della ragazza lo fermò.
-Una spiegazione alla volta- disse, afferrando il corrimano delle scale senza nemmeno girarsi verso di lui. -Devi vedere una cosa.-

Le scale terminavano di fronte a uno stretto corridoio con le pareti lignee, piene di vecchi quadri di stampo rinascimentale. Alex amava l'arte, e amava disegnare; in camera sua teneva nascosti tantissimi fogli con schizzi a matita di cui non era mai soddisfatto. Si ricordava ancora di quando Katherine, la sua ragazza di qualche mese prima, li guardava impressionata.
"Non dovresti sprecare il tuo talento, Alex" gli ripeteva sempre, "è un peccato che questi disegni restino segregati in un cassetto."

Destiny aprì la porta di una camera sulla destra, e Alex si ritrovò davanti a quella che sembrava una murder board della polizia, con delle foto tutte diverse che probabilmente risalivano a decenni prima, ognuna con un post-it con scritta sopra una data e collegate tra di loro con dei fili rossi; c'era una foto più grande delle altre, la più recente a giudicare dalla qualità, che aveva come soggetto un ragazzo che Alex era sicuro di aver già visto: era stato fotografato di nascosto dalla finestra della sua camera.
Il giovane sentì un brivido lungo la schiena.
-Quella foto è la migliore che abbiamo- si vantò Destiny, come se parlasse di trofei. -Guardala bene e vedrai una cosa incredibile.-
Alex si avvicinò a quella foto e osservò che non era stata scattata di nascosto; quel ragazzo stata fissando dritto verso l'obiettivo, ed era fermo in piedi di fronte alla finestra. La cosa che voleva fargli notare Destiny erano i suoi occhi, completamente neri: pupilla, iride e sclera erano avvolti in un unico vortice di pece.
-Ma che...-
-Non è stata modificata- intervenne la ragazza. -Non è bellissimo? Un ghefil così giovane...-
Alex si girò lentamente verso la ragazza, indeciso su cosa dire. Destiny osservava meravigliata quella foto come se fosse un capolavoro.
-Che cos'è un ghefil?- chiese infine, con il sangue che gli pulsava nelle vene.
Destiny gli sorrise, accarezzando la foto. -Una creatura che dobbiamo proteggere da loro, fino a che non sarà pronta a ucciderli uno a uno.-

Alex rabbrividì. Non solo Destiny aveva definito quel ragazzo una 'creatura', ma lo voleva usare per uccidere una serie di persone.
Si passò una mano sugli occhi e li riaprì, pensando di essere in un sogno, ma era la pura e semplice realtà, tangibile e innegabile, e questo iniziava a spaventarlo. Prima quella notte di orrore, poi la misteriosa lettera, la sensazione di essere avvolto dalle fiamme, le minacce... Nel giro di una settimana la sua vita era stata stravolta e si era ritrovato in un mare di oscurità e terrore, dove tutto ciò che prima era razionale aveva lasciato spazio a una nuova realtà che non si sarebbe mai aspettato di poter scoprire.

-E io invece?- le chiese di getto. -Io che cosa sono?-
Destiny sembrò sorpresa da quella domanda. -Non lo so con esattezza, ma posso aiutarti a scoprirlo.-
La voce della ragazza, che di solito suonava così rassicurante alle orecchie di Alex, ora era velata di incertezza.
-Come fai a calmare le fiamme che sento?- domandò ancora. -Ti basta toccarmi...-
-Capirai meglio stasera- tagliò corto Destiny, mentre sistemava dei fili rossi che si erano staccati dalla lavagna. -Tra un po' è ora di pranzo, e devi conoscere gli altri.-
Il ragazzo la seguì con lo sguardo uscire dalla porta, mentre ripensava alle sue inquietanti parole. Sperava che fosse tutto finito, ma era appena cominciata.





Alex avrebbe voluto andarsene, tirarsi fuori da quella brutta situazione, ma ogni volta che questo pensiero balenava nella sua mente sentiva già la sua pelle bruciare. Aveva promesso a Destiny di farle un favore, e questo era il prezzo da pagare: fare tutto ciò che lei chiedeva, senza discutere. Un'unica e semplice condizione che lo
teneva incatenato.

-Quindi sei rimasto- gli fece notare Jonah mentre mangiava un pezzo di pollo arrosto. -Davvero un'ottima idea.-
L'altro ragazzo di prima era seduto lì accanto e continuava a fissare Alex e Destiny come se cercasse di analizzarli. Assomigliava a Jonah, notò Alex, troppo perché fosse una coincidenza. Avevano la stessa forma degli occhi e del naso, anche se Jonah aveva la mascella più squadrata, mentre l'altro aveva dei lineamenti più delicati, e i capelli corti.
-Mi chiamo Jamie- si presentò, notando lo sguardo di Alex su di lui. -Sono il fratello di Jonah- continuò indicando il ragazzo accanto a lui.

Sono loro due quindi, pensò Alex. È già la seconda volta che me li ritrovo davanti.

Appena distolse lo sguardo dai due notò una ragazza seduta a capotavola che lo osservava con inquietante attenzione. A differenza degli altri non stava mangiando: se ne stava appoggiata al tavolo con le braccia conserte e un'espressione di pura frustrazione. Quando finalmente Alex la riconobbe dovette frenarsi dall'urlare il suo nome. Avrebbe dovuto capire subito chi fosse, eppure la sua immagine era leggermente sfocata, come se il ragazzo si fosse dimenticato di mettere gli occhiali... eppure Alex non ne aveva mai avuto bisogno.
Hailey Morris incrociò di nuovo il suo sguardo, come se avesse letto i suoi pensieri. I suoi capelli biondi erano raccolti in due trecce che le scendevano sulle spalle. Sul collo pendeva una corta collana che terminava con un ciondolo a forma di quarto di luna.
Destiny attirò l'attenzione su di sé sbattendo un cucchiaino contro il suo bicchiere. Sorrise compiaciuta e si girò verso Hailey.
-Hailey!- esclamò entusiasta. -Spero tu sia contenta, ho quasi convinto la tua migliore amica a unirsi a noi.-
Hailey sgranò i suoi occhi chiari. -Che cosa?!- Si alzò di scatto dalla sedia. -Non puoi coinvolgerla!-
Destiny rise sarcastica. -Kayla mi piace, sono sicura che sarà un'ottima risorsa- rispose disinvolta. -Anche se è solo un'umana.-
Hailey sembrava sul punto di esplodere di rabbia. -È diverso... Lei non è come Jamie e Jonah- replicò. -Loro sono cacciatori, sanno cosa...-
Destiny tossì di proposito per interromperla. -Sono sicura che sarà in grado di cavarsela, e in ogni caso...- Rivolse lo sguardo al suo piatto e con un schiocco di dita fece apparire un altro pezzo di pollo. Alex sgranò gli occhi alla vista di quella scena. -Non credo che vorrà cambiare idea- continuò Destiny. -È molto leale verso di te.-
Hailey sbatté il pugno sul tavolo e alcune scintille iniziarono a danzare sulla sua mano; questo dettaglio non sfuggì agli occhi arancioni di Destiny, che le rivolse un ghigno divertito.

Aspetta, pensò Alex, ma i suoi occhi non erano verdi?

-Non ti senti meglio a liberare tutta quella energia e non doverla nascondere al tuo stupido ragazzo mezzo vampiro?- la provocò Destiny.

Ragazzo mezzo vampiro? Parla di Elijah?

Hailey scosse la testa. -Fanculo- sussurrò, ma con tono abbastanza alto perché Destiny riuscisse a sentirla dalla parte opposta del tavolo.
Jonah rise sottovoce. -Tiri fuori il peggio delle persone- disse a Destiny.
La ragazza lo ignorò e si sedette a mangiare il pollo che aveva fatto comparire nel suo piatto.
Hailey si avvicinò, fermandosi di fronte a lei. -Se succede qualcosa a Kayla- la minacciò, bloccandole il polso. -Non importa quante persone proveranno a fermarmi, ti prometto che te la farò pagare.-
Destiny si liberò dalla sua presa, sfiorando con la forchetta il dorso della mano della sua interlocutrice. Le rivolse un sorriso colmo di odio. -Non vedo l'ora.-
Hailey lanciò uno sguardo ad Alex e fece un rapido movimento con la testa, come se volesse dirgli qualcosa. Prima che il ragazzo potesse reagire,  lei si diresse verso le scale salendo probabilmente nella camera dove lui era stato con Destiny.

Forse dovrei seguirla, pensò. Vuole che lo faccio.

Si sistemò sulla sedia fissando il pranzo ancora nel suo piatto. Non riusciva a mangiare, non con tutti quegli strani pensieri che frullavano nella sua testa fino a fargli dubitare di tutto ciò che prima credeva di conoscere.

Aspettò circa due minuti, poi si alzò. -Qualcuno può dirmi dov'è il bagno?- domandò, imbarazzato del silenzio che aveva interrotto.
Jonah, che non gli toglieva gli scrupolosi occhi grigi di dosso dall'inizio del pranzo, gli indicò con la testa la direzione in cui si era diretta Hailey. -Sali, è in fondo al corridoio.-
Alex captò qualcosa nel suo sguardo, ma non si soffermò su quel particolare. Mentre le passava dietro, Destiny gli sfiorò il polso per sbaglio mentre tagliava il pollo. Alex salì le scale e si diresse verso la porta in fondo al corridoio, sorpreso da un braccio che lo afferrava e lo trascinava in una stanza.









Kayla riprovò per la decima volta a chiamare Hailey, perfettamente cosciente che fosse un gesto inutile. Cercava di riflettere su come contattare la misteriosa ragazza che secondo Elijah l'aveva "scelta" e che stava radunando un gruppo di ragazzi per combattere il Consiglio, ma la sua mente continuava a vagare. Non era mai stata brava a concentrarsi su qualcosa, soprattutto nell'ultimo periodo; avrebbe preferito sbattere la testa contro il muro che rimanere come un'idiota a non fare niente. Doveva trovare Hailey prima che potesse finire in qualche guaio, ma aspettare un altro messaggio dell'inquietante strega sembrava deprimente e inutile. Kayla aveva letto l'ultimo che le aveva lasciato fino a saperlo a memoria, e aveva radunato quelli precedenti, tutti su Jade... Come se la sua compagna non fosse già abbastanza impressa nella mente di Kayla. Per quanto cercasse di distrarsi, l'immagine di Jade stava diventando sempre più persistente.

-È dura accettarlo, non è così?-
Kayla si sentì mancare il respiro. La penna con cui stava giocherellando le cadde dalle dita tremanti. Deglutì nervosamente, cercando la forza di girarsi.
-Non vedevo l'ora di conoscerti, Kayla.-
Sentì dei passi farsi più vicini alle sue spalle.
-Hailey me lo voleva impedire.-

Sentire il nome della sua migliore amica gli diede il coraggio che le serviva. Si girò con la sedia, sentendo il cuore che ancora le batteva forte per lo spavento. Di fronte a lei c'era una ragazza dall'aria distinta, con i capelli rossi lunghi fino alle spalle. Aveva molti anelli, notò Kayla, e un sorriso terribilmente falso. Se ne stava in piedi con le braccia incrociate, squadrandola con un'espressione soddisfatta.

-Voglio vedere Hailey- le disse.
La ragazza sollevò le sottili sopracciglia. -Davvero? Non mi vuoi fare nessuna domanda prima?-
Kayla si morse le labbra.
La misteriosa ragazza iniziò a camminarle davanti. -Perché ti ho mandato quei messaggi? Perché voglio che partecipi alla mia causa?- Gesticolava molto mentre parlava, ma le sue mani si muovevano in modo lento e quasi studiato, come se stesse tracciando dei disegni nell'aria. -Perché ti ho consigliato di non fidarti di Jade...-
Lasciò la frase in sospeso, perfettamente consapevole di aver attirato l'attenzione di Kayla.
Quest'ultima non si lasciò incantare. -Voglio vedere Hailey- ribadì. -Poi potremo parlare quanto vuoi.-
La ragazza alzò le spalle. -Come desideri, ma cerchiamo di sbrigarci.-
Schioccò le dita rumorosamente e Kayla perse i sensi.










-Cerca di riprenderti, ti ha stregato.-
Alex fissava la ragazza davanti a sé, ma non riusciva a concentrarsi su di lei come avrebbe dovuto. Le sue parole erano ovattate, sembravano provenire dal piano di sotto.
-Non funziona, vero?- disse poi Hailey. -La mia magia non è potente come la sua.-
Alex aggrottò le sopracciglia.

Magia? Questo dovrebbe spiegare ciò che ho visto prima a tavola?

-Perché sei qui, Alex?-
Il ragazzo non sapeva come rispondere a quella domanda. Per suo padre? Per capire cosa gli stesse succedendo? Perché aveva paura?
Forse tutte e tre.
-Voglio fare luce su mio padre, e... su quello che mi è successo.- Cercava di spiegarsi ma era più difficile di quanto sembrasse. -Su cosa sono.-
Hailey sollevò un sopracciglio. -Destiny non te l'ha detto?- domandò sorpresa. -Ci sono troppe cose che ancora non sai.-
Alex scosse la testa, e la sua vista sembrò farsi più chiara. -Che cosa? C'è qualcosa che non vuole dirmi?-
La ragazza stava per rispondergli, quando una voce risuonò dal piano sottostante.
-Hailey!- gridò Destiny. La sua voce distrasse completamente Alex e gli fece dimenticare quello di cui stava parlando con Hailey. -Ho una visita per te.-
La ragazza sgranò gli occhi. -Kayla...- sussurrò.
Prima che Alex potesse chiederle qualcosa, Hailey si precipitò fuori dalla stanza e corse per le scale. Alex la seguì senza rendersene conto e si ritrovò al piano di sotto, con Jamie a fianco. Destiny era di fronte alla porta, Jonah alla sua sinistra... o almeno sembrava lui. Alex non riusciva a vedere in modo vivido, come se si fosse appena svegliato e non riuscisse a mettere a fuoco ciò che si trovava nel suo campo visivo. Jonah stringeva tra le sue braccia una ragazza priva di sensi. Hailey corse verso di lui, osservando la ragazza con molta premura. Destiny seguiva i suoi movimenti con un sorriso malizioso sul volto, senza mai staccare i suoi occhi di puro smeraldo dalla bionda.
Schioccò le dita. -Jonah, falla sedere sul divano.- Fece cenno al ragazzo di muoversi e Hailey seguì attentamente ogni suo passo.
Alex sentì il respiro di Jamie sulla sua spalla. -Non ha funzionato, vero?- gli sussurrò. -Sei ancora succube di quella stronza.-
Alex sbatté le palpebre, ma le figure delle due ragazze erano ancora sfocate. L'unica di cui riusciva a scorgere anche il più piccolo dettaglio era Destiny, come se fosse l'unica che volesse vedere davvero.
Jonah si fermò di fronte a lui e lo fissò con i suoi occhi dal colore molto chiaro; grigio forse?
-Sono davvero curioso di vedere come si libererà di te- disse, passandosi una mano tra i capelli castani in disordine. -Non dire che non ti avevo avvertito.-

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