Capitolo dieci: Misteri, parte quattro 謎

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𝕴 𝖘𝖊𝖌𝖗𝖊𝖙𝖎 𝖉𝖎 𝕱𝖚𝖒𝖎𝖐𝖔 𝖊 𝕷𝖎𝖆𝖓𝖌 𝖅𝖚𝖐𝖔

Non ci voleva, non ci voleva, rimuginava Liang.
Non dopo la morte di Ino, non prima del nuovo trasferimento.
Fumiko, nelle settimane che seguirono, non si dava mai pace: era sempre cortese e gentile, ma a volte scoppiava in pianti atroci, soprattutto quando vedeva bambini piccoli in braccio alle loro madri.
Non avrebbe mai potuto coronare il suo sogno, pensava sempre lei. Adottare un bambino era difficile, le procedure burocratiche erano lunghe e spesso non portavano a nulla.
Era a questo che stava pensando circa tre giorni prima del trasferimento in Cina, mentre stirava dei panni, quando fecero la loro comparsa in casa degli uomini eleganti e ben vestiti.
Liang alzò gli occhi dal giornale che stava leggendo e chiese ai due signori come mai fossero da loro. Fumiko, con orrore, comprese che erano dei servizi sociali.
Uno di loro, pelato e con degli occhiali scuri a celargli il volto, si fece avanti:
-Abbiamo scartabellato alcuni vostri dati quando abbiamo cercato alcune giovani coppie formatesi di recente e abbiamo scoperto che non avete figli.
Fumiko abbassò la testa, sospirando.
-Cosa volete?
-Darvi l'opportunità di avere un bambino.
-Adottare un bambino è rischioso, in questo momento. - ribatté Liang. -Soprattutto perché ora avremmo intenzione di trasferirci in Cina.
L'altro uomo, che stava esaminando la casa, si appuntò quest'ultimo dato su un block-notes.
-Penso dobbiate stare tranquilli riguardo il trasferimento. Siete una bella coppia con sufficienti mezzi economici. Ci siamo permessi di analizzare il vostro status socio-economico per capire se la bambina avrebbe potuto vivere con voi.
Fumiko spalancò gli occhi verdi, lasciando cadere il ferro da stiro.
-Q-quale bambina?
Si fece avanti, questa volta, una donna. Dai capelli castani legati in una coda bassa e dall'uniforme ben stirata, aveva un fare molto più amichevole rispetto agli altri due.
Aveva un fagotto fra le braccia.
Alzò quello che sembrava essere un cappuccio di una tutina e quello che videro Liang e Fumiko li fece sbalordire.
Era una bambina bellissima. Aveva la pelle candida e, dai pochi capelli sparsi sulla sua testa, si poteva capire che erano biondi, un biondo naturale così raro in Giappone.
La bambina schiuse gli occhi leggermente a mandorla, sorridendo, e nel farlo rivelò due occhi neri profondi e penetranti, ma che non sembravano incutere paura, ma al contrario davano un senso di calma a chi li osservava.
Liang era senza parole mentre Fumiko aveva le lacrime agli occhi. Si guardarono complici e annuirono in segno di intesa.
-Sì, la adottiamo.
Liang seguì un uomo per firmare delle carte mentre Fumiko rimase sola con la donna.
-Io mi chiamo Yu. -disse lei.
-Io sono Fumiko, vi ringraziamo per averci dato questa possibilità. Sa, io sono sterile e non potrò mai avere dei figli miei. -sorrise tristemente l'altra.
Yu le consegnò la bambina in braccio.
-Dai, la tenga!
Fumiko la prese tremante e la coccolò. Aveva un'aria così beata e tranquilla.
Anche Liang la raggiunse e si mise accanto a lei, sfiorando con un dito la testa della bimba.
-Benissimo, il nostro lavoro qui è concluso. -disse l'omone dagli occhiali scuri.
-Per favore, non fate pazzie con questa bambina. È un compito importante quello che vi stiamo affidando. Suo padre si aggira qui a Tokyo ed è un essere poco raccomandabile. Penso voi abbiate sentito parlare di Ray Dark. -disse l'altro uomo.
Fumiko annuì incredula, scioccata dal fatto che quella povera bambina così bella potesse essere figlia di un uomo così crudele.
-Bene, ha ucciso sua moglie e per fortuna siamo arrivati in tempo per salvare la piccola e darle un futuro decente. Ovviamente, non dovrete mai farli incontrare, o sarà il caos.
Liang, consapevole della sua nuova missione, promise a se stesso di fare di tutto come non aveva fatto per sua sorella. Diedero a lui anche uno scatolone con alcuni suoi effetti personali.
-Andremo in Cina, lì sarà al sicuro.
Prima di andarsene, Yu si girò e disse:
-Ah, dimenticavo. La piccola ha sei mesi e il suo nome è Lya.

Dopo essersi trasferiti in Cina, i due coniugi andarono all'anagrafe e cambiarono il nome di Lya Dark in Inolya Zuko.
Avevano aggiunto il nome della sorellina defunta di Liang al nome effettivo della piccola.
Liang era felice e anche Fumiko: finalmente avrebbero potuto crescere una bambina tutta loro, ma allo stesso tempo dovevano anche sopportare il fardello di allevarla nella menzogna e di proteggerla da quel mostro del padre.
Inolya crebbe bella e dolcissima e non diede mai problemi ai suoi genitori.
Eppure, mentre cresceva Inolya, diventa bava anche più grande l'ansia di Fumiko, che divenne sempre più paranoica in quanto Inolya non era sua figlia veramente e non voleva, in cuor suo, che si separasse da lei.

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