Capitolo nove: David, Ben e Nadhìa

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

David's point of view.
La pausa pranzo stava per finire.
David tirò per il polso Ben e lo condusse dietro un angolo della mensa.
-Allora? - fece il primo a braccia incrociate, appoggiato al muro.
-Allora cosa? -ribatté Ben, grattandosi la nuca.
-Sai benissimo di cosa sto parlando. Credi che non mi sia reso conto di come hai trattato male la biondina?
-Chi biondina? Inolya? E tu come la conosci?-chiese esterrefatto.
In effetti le bionde naturali erano rare in Giappone, ancor meno nella loro scuola.
-Sono affari miei. Prova un'altra volta-
-Lo dirò al comandante. Non puoi parlare con gli altri. - replicò Ben, interrompendolo.
Ben, in un moto di gelosia, aveva a sua volta minacciato David, di gran lunga più influente di lui nella squadra. Forse l'invidia che provava nei suoi confronti più la gelosa per Inolya, sempre che si trattasse di quello, giocavano a suo favore.
David corrugò le labbra e ghignò, lasciandolo solo. Non poteva permettersi di perdere tutto per un ragazzino.
A parer suo, invece, Ben pensava che forse si poteva disobbedire agli ordini del comandante. Aveva però troppa buona fede per poterci provare.

Inolya's point of view.
Finì l'orario pomeridiano e, dopo la lezione di storia dell'arte giapponese, Inolya infilò le scarpe, prese le sue cose e si avviò verso casa, da sola, come era sempre stata.
La sua però era una solitudine positiva, in quanto per natura Inolya tendeva ad isolarsi dagli altri. Inolya, almeno secondo i precetti degli antichi manoscritti giapponesi, avrebbe potuto benissimo incarnare il prototipo di moglie e donna perfetta richiesto dalla loro cultura: silenziosa e pudica.
Mentre camminava verso il suo quartiere, pensava continuamente allo sguardo che David le aveva lanciato. Provava emozioni del tutto nuove quando si trovava ad avere a che fare con lui, diverse da quelle che aveva provato ad esempio con Ben. Ben per lei era un amico, anzi, si corresse mentalmente, era stato un amico.
Ritornò alla realtà per un secondo e fece un sospiro di sollievo, dato che la madre finalmente non la accompagnava e non la veniva più a riprendere a scuola come aveva sempre fatto.
Adorava la madre, ma a volte le stava troppo con il fiato sul collo.
Immersa in questi pensieri, non si rese conto di essere andata a scontrarsi con una persona, precisamente ad una ragazza, che doveva avere circa la sua età.
-Guarda dove vai! -fece quella sgarbatamente, sistemandosi i boccoli di un bellissimo colore rosa. La sua espressione divenne ancora più ostile quando notò il simbolo della Royal Academy cucito sulla divisa della bionda.
-S-scusami..non ti avevo visto.
La ragazza dai boccoli rosa, con velati riflessi cipria e ramati che si distribuivano sulla sua chioma, sbuffò e nel farlo allargò due limpidissimi occhioni azzurri, grossi per essere a mandorla.
Era una ragazza molto carina, non fosse stato per i brufoletti di troppo saggiamente coperti dalla frangetta.
Intuì subito che quella ragazza fosse a sua volta molto popolare. Non era infatti la prima volta che la vedeva.
-Nadhìa, vieni!
-Arrivo, Nelly.
La ragazza, che doveva appunto chiamarsi Nadhìa, la guardò per un'ultima volta e nel farlo Inolya scorse nei suoi occhi, che erano molto diversi dai propri, una tristezza senza fine.
Come se non volesse darlo a vedere, Nadhìa recuperò subito la sua aria saccente e se ne andò via elegantemente. Inolya rimase a fissare la grande automobile nera che portò con via con sé quelle che dovevano essere due sorelle. Aveva un sesto senso molto preciso, che la portò a pensare che si sarebbero riviste ancora. ***
Riprese a camminare e nel farlo passò di nuovo vicino al campetto al fiume. Lì, vide dei ragazzi che si stavano allenando. Sembravano felici e complici, non misteriosi e tenebrosi come quelli della sua scuola. Avevano una divisa diversa dalla sua, sembravano della Raimon Junior High.
Inolya, riprendendo la via di casa, si accorse che anche un altro ragazzo stava osservando con rimpianto gli altri giocare.
Quel ragazzo era proprio Ben.
-B-Ben! - disse timidamente Inolya, oltrepassandolo.
Ben sobbalzò e si guardò intorno per poi rivolgere la sua attenzione alla ragazza, invitandola a fermarsi.
-Senti Inolya, scusami..non avrei dovuto trattarti così, ma purtroppo..
-Cosa? - domandò lei, divenendo curiosa per il rossore che vedeva sulle guance del ragazzino.
-Non posso dirtelo, magari può dirtelo David.-rispose lui, in un improvviso scatto di gelosia.
-D-David? Non ci conosciamo bene..
Ben ridacchiò amaramente e la prese per un polso, suscitando un sobbalzo della bionda.
-Siamo alla fine di ottobre, tra poco inizierà il Football Frontier. Ti consiglio di non parlarci, sai, è un tipo violento e per la mia stessa ragione non può parlare con nessuno.
Aveva mentito: David non era propriamente un tipo violento, era l'influenza dei suoi compagni a farlo comportarsi così.
Si era reso conto però, guardando gli occhi neri della fanciulla, di amarla. Forse amare era una parola grossa, ma Ben non aveva mai conosciuto una ragazza così timida e impacciata, qualità che gliela rendevano molto più aggraziata rispetto alle altre ragazze che conosceva. Perciò voleva che la smettesse di frequentare, almeno per quel poco che faceva, David, dato che la voleva tutta per sé. Aveva deciso di disobbedire agli ordini del comandante: Ray Dark non se ne sarebbe accorto.
D'altra parte, Inolya era arrossita al nome di David: ciò gli fece capire che doveva guadagnare tutta l'attenzione della ragazza.
-Senti, ti va di venire con me ad una festa che si terrà tra poco?
Si diede dello stupido: non le sembrava affatto una tipa festaiola.
Eppure, con stupore, udì la risposta di Inolya:
-Ci penserò. Ora però devo andare.
Lo salutò e Ben si allontanò felice.
Arrivata a casa, Inolya si stese sul suo letto e pensò a David. Davvero quel ragazzo era violento? Forse non avrebbe dovuto ascoltare Ben. O forse sì, dato che era il suo unico amico?
Lei sospirò, non sapeva davvero cosa fare.
Aprì la finestra ed uscì fuori, quando il trillo del suo cellulare la riscosse e rientrò.
Inolya lo prese. Non era l'ultimo modello, era vecchio forse di due anni, ma Inolya non lo usava molto, ci teneva semplicemente i contatti dei suoi genitori e dei più stretti parenti e il numero di Ben, che si era segnata sull'agenda il primo giorno che si erano visti a scuola.
Era un messaggio che proveniva da un numero sconosciuto.
Preoccupata, lo aprì:
Da Sconosciuto:
Inolya, sono David. Qualsiasi cosa succeda, non ascoltare ciò che Ben ti dice su di me.
Inolya non seppe mai come David si era procurata il suo numero.
A David:
Va bene.

*** 𝔮𝔲𝔢𝔰𝔱𝔬 è 𝔲𝔫𝔬 𝔰𝔭𝔦𝔫-𝔬𝔣𝔣 𝔡𝔢𝔩𝔩𝔞 𝔰𝔞𝔤𝔞 ℜ𝔞𝔦𝔪𝔬𝔫. 𝔦 𝔡𝔲𝔢 𝔳𝔬𝔩𝔲𝔪𝔦 𝔭𝔯𝔦𝔫𝔠𝔦𝔭𝔞𝔩𝔦 𝔰𝔬𝔫𝔬 𝔑𝔞𝔡𝔥ì𝔞 1 𝔢 2, 𝔠𝔥𝔢 𝔱𝔯𝔬𝔳𝔞𝔱𝔢 𝔰𝔲𝔩𝔩𝔞 𝔪𝔦𝔞 𝔟𝔞𝔠𝔥𝔢𝔠𝔞

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro