Capitolo 25 - House Of Cards

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Rottemberg aveva lo sguardo fisso nel vuoto, come se stesse osservando un film bellissimo all'interno della sua testa. Non c'era modo di staccare la spina da quel momento terribile della sua vita. La sindrome da stress post traumatico lo stava colpendo pesantemente, tanto che si trovava spesso a viaggiare con la mente altrove.


A distoglierlo dai suoi pensieri fu River, che spalancò la porta del suo ufficio senza un minimo di riguardo. Al suo seguito vide Anita, sprezzante.


«Che ci fate qui?» bofonchiò Rottemberg, alzandosi dalla comoda poltrona in pelle nera e passandosi una mano sulla fronte. La stanchezza si stava facendo strada sul suo viso, rendendolo improvvisamente vecchio.


«Anita ha trovato una pista», asserì River, lanciando un'occhiata di sottecchi alla sua coinquilina.


«Devi chiamare Ivor e Gus. Ci servono tutti», aggiunse Anita, cercando di evitare discussioni.
Lo sguardo scuro di Rottemberg trafisse River, facendogli capire quanto il suo tradimento lo stesse infastidendo.


«Non chiamo nessuno. Prima ditemi che cosa avete trovato».


Anita sospirò, stanca di quel continuo muro che Rottemberg le parava davanti.


«Posso capire qual è il problema, Rott?»
«Non c'è nessun problema», affermò lui, falsamente.
«Allora spiegami per quale motivo sono passata dall'essere trattata come una figlia a essere una perfetta sconosciuta»
«Ho solo capito che affezionarmi ai miei colleghi non porta nient'altro che dolore e lacrime durante i loro funerali. Ora grazie e sparisci».


Anita si trattenne dal mandare a quel paese il suo capo e rivolse un'occhiata complice a River.
«Siamo tutti sconvolti per Brick, ma dobbiamo trovare una soluzione proprio per lui», comunicò l'ex poliziotto, deciso.


Rottemberg scosse la testa, come se stesse per spiegare un concetto ovvio.


«Voi non capite. Non è solo per Brick. Quello che ti è successo anni fa, Anita, non sarebbe dovuto succedere. Ed è solo colpa mia».


Anita sentì il cuore sprofondare.


«Che vuoi dire?»
«Avrei dovuto proteggerti. Avrei dovuto fermarti, quando ho capito che il tuo piano ti stava portando in posti dove non saresti dovuta andare», borbottò lui, fissando il pavimento. «Ma non l'ho fatto... volevo che tu continuassi, perché sapevo che avresti avuto successo. Era sempre stato così»
«Ma non quella volta», concluse Anita, al posto del suo capo. «Ed è per questo che mi stavi trattando da bambina in questo periodo?»


Rottemberg annuì, mortificato, ma sollevato di essersi tolto un peso dal cuore. Anita rise amaramente.


«Rott... anche se all'epoca mi avessi fermata sarei andata avanti ugualmente per conto mio. Esattamente come sto facendo ora»
Rottemberg sospirò, tra l'irato e lo stanco.


«Lo so, però da quel momento sono stato diverso con te», sussurrò lui, poggiando una mano sulla spalla di Anita. «Mi dispiace molto».


«Accetto le scuse, ma ora dobbiamo agire».

Rottemberg propagò l'ordine di formare una pattuglia, capeggiata da Gus, per andare a prelevare Alexander Restev dal Mountain Top, ed emise un mandato per far visionare ad Anita il contenuto della cassetta di sicurezza di Brick.

Anita lo ringraziò, ma non aveva ancora chiesto tutto. C'era un pensiero che le ronzava nella testa da giorni ormai, e finalmente aveva ritrovato la sufficiente fiducia nei suoi colleghi per poterla esternare.


River e Rottemberg stavano già stilando documenti e carte ufficiali da mostrare a Restev, ma Anita li interruppe bruscamente.


«Fino a ora ho avuto un collaboratore segreto nelle indagini», ammise Anita. River riabbassò subito la testa, ben conscio di cosa lei stesse per dire. «Gufo mi ha aiutato. Vorrei assumerlo come collaboratore ufficiale per questa indagine».


Rottemberg rimase allibito, sapeva solo che la rabbia che provava sembrava essere finalmente scemata, e che, dopo quella rivelazione, stava di nuovo ribollendo, come lava.


«Cioè, mi vuoi far assumere un criminale che ti ha rapita due volte e ti ha trasformata in un mostro?»


Anita annuì. Non lo contraddisse neanche, perché sapeva bene che aveva tutte le ragioni di pensare che Gufo fosse il male incarnato. Lei stessa ancora ne era convinta.


«Non ti ho detto di darmi la benedizione per sposarci. Mi sta aiutando a catturare Jep»
«Ha dei modi particolari di aiutare, non trovi?» berciò Rottemberg, indicando la figura di Anita con un gesto stanco.


«Rott, ti prego...»
River non aveva detto una parola, ma Anita era sicura che lo avrebbe fatto a casa. Non voleva di certo che il caposquadra scoprisse quanto poteva essere geloso di lei.


Rottemberg annuì, sconfitto, e afferrò una pila di nuove scartoffie da firmare.


«Se fa una sola mossa falsa finisce dentro immediatamente».


Il coinvolgimento di un Diverso comportava molta meno burocrazia per riuscire a vincere un viaggio gratuito in prigione. Gufo era sempre stato una eccezione. Difficilissimo da catturare, e protetto da Jep Tucci, che non aveva mai neanche svelato il suo nome al pubblico.


«Magari è proprio quello che voglio», ammise Anita, svelando un brandello del suo piano. «Jep non è niente senza Gufo che gli fa il lavoro sporco. Se eliminiamo lui, Jep è un castello di carte in mezzo a una tempesta».

Anita rientrò nel suo appartamento, seguita a ruota da River. Alexander Restev sarebbe stato fermato l'indomani, e Rottemberg aveva acconsentito a far tenere l'interrogatorio ad Anita. Le cose non potevano andare meglio di così.



«Hai qualche idea su come risolvere la tua situazione?» chiese River, distogliendola dai suoi pensieri.
«Intendi la mia Diversità?» schernì Anita, mimando il gesto delle virgolette con le dita. Sembrava molto allegra a riguardo. River annuì senza rispondere. Non capiva come potesse scherzare in quel modo a riguardo. Lui ne sarebbe stato devastato.

Sapeva perfettamente che se Anita fosse rimasta Diversa, quello sarebbe stato l'ultimo caso a cui avrebbero lavorato insieme. I Diversi erano destinati a vivere nel Distretto Dritch, lontani da tutto e tutti.


«Mentre lavorerò insieme a Gufo cercherò di sfilargli quante più informazioni possibili, prima di incastrarlo e farlo mettere dentro».


River annuì di nuovo, più calmo, anche se era perfettamente a conoscenza del fatto che i Diversi non avessero mai inventato un antidoto.
Non disse niente ad Anita, però, non ne aveva ancora il cuore.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro