Epilogo

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Roma, Italia, presente

Gabriella stava tornando a casa in bicicletta come faceva ogni giorno dopo la scuola. Percorreva il lungo Tevere per un quasi un chilometro, per poi addentrarsi fra le stradine della capitale fino a quell'appartamento di tre piani, situato sopra un negozio di antichità religiose.

E come ogni giorno da un anno a quella parte, non faceva che pensare a quel ragazzo dai capelli baciati dal sole, da poco divenuto il suo ragazzo.

Simone.

Quando era arrivato nella sua classe l'anno precedente, Gabriella lo aveva notato subito. Era bello e misterioso, sempre molto taciturno e riservato, e questo l'aveva affascinata ancora di più.

E quando un giorno lui le si era avvicinato per chiederle di dividere il banco, la ragazza aveva faticato a crederci.

Il ragazzo più bello e intrigante che avesse mai conosciuto aveva deciso di prendere posto accanto a lei, una ragazza cicciottella dai capelli scuri e la pelle diafana.

Eppure quello era stato solo l'inizio della loro conoscenza, poco alla volta trasformatasi in una vera e propria storia d'amore.

Mentre quel giorno tornava a casa, però, Gabriella non ripensò a quel primo contatto, bensì all'incontro tra Simone e la sua famiglia che sarebbe avvenuto da lì a poche ore.

Lei aveva diciassette anni e i suoi genitori avevano insistito per conoscere questo misterioso ventenne che frequentava.

A Gabriella non era rimasta altra alternativa se non acconsentire.

Così, quando entrò in casa, non fu sorpresa di essere investita da un appetitoso profumino proveniente dalla cucina, dove certamente sua madre era intenta a preparare un dolce per accompagnare le presentazioni di quel pomeriggio.

Ci vollero ancora due ore prima che il cuore di Gabriella facesse una capriola al suono del citofono.

Era sicuramente Simone. Il momento fatidico era arrivato.

La ragazza corse ad aprirgli prima il portone, poi la porta di casa, e lo invitò ad accomodarsi.

Lo baciò fugacemente su una guancia, intimidita da quella situazione ai suoi occhi fin troppo imbarazzante.

«Ciao Gabby» la salutò lui con il suo solito sorriso timido.

Ma lei non fece in tempo a contraccambiare, che i suoi genitori li interruppero facendo il loro ingresso.

«Tu devi essere il famoso Simone» esordì garbata la madre di Gabriella, porgendo la mano al ragazzo, che prontamente ricambiò la stretta.

«Salve signora Arcudi, sì, sono Simone Foti. È un piacere conoscervi.»

Al solo udire quel nome, i sorrisi sulle labbra dei due adulti morirono in un battito di ciglia.

L'uomo era incredulo, non riusciva a capacitarsi di come quella dannata coincidenza avesse potuto realizzarsi.

Percependo un certo disagio, Gabriella provò ad intervenire per risollevare la situazione.

«Allora, non dite nulla? Ci vogliamo accomodare?» disse facendo un gesto di invito verso il soggiorno.

Ma suo padre pose bruscamente fine a ogni cordialità.

«Te ne devi andare, all'istante!» ordinò a Simone, che incredulo teneva ancora il braccio teso nella sua direzione, in attesa che l'uomo ricambiasse la stretta di mano.

Gabriella rimase a bocca aperta, stupefatta.

«Papà sei impazzito? Cosa ti prende?» chiese incredula.

«Ora non è il momento di spiegarti, ma il ragazzo deve andare via, ora!» ribadì sua madre in tono perentorio.

Simone, ormai totalmente sbalordito e a disagio, posò una mano sulla spalla di Gabriella, nel tentativo di rassicurarla.

«Tranquilla Gabby, evidentemente non era la giornata giusta per questo incontro. Tornerò un'altra volta» disse lui, cercando di abbozzare un sorriso.

E quando cinque minuti dopo Gabriella e i suoi genitori furono rimasti soli, lei pretese una spiegazione.

«Si può sapere cosa vi è preso?! Perché lo avete cacciato in quel modo? Cosa vi ha fatto?!» chiese la ragazza, incredula e disperata.

I genitori si guardarono per un lungo momento, indecisi sul da farsi. Poi fecero un muto cenno di assenso e sua madre cominciò a parlare.

«Gabriella, ci sono tante cose che tu non sai e che avremmo voluto dirti più in là. Ma a questo punto credo che sia arrivato il momento per te di sapere la verità sulla nostra famiglia, e su quella di Simone.»

«Cosa centra Simone con la nostra famiglia?» chiese la ragazza sempre più confusa.

L'uomo, senza parlare, la prese per mano, la guidò nella camera matrimoniale e da sotto il letto estrasse un baule.

«In questo baule è raccolta la storia della nostra famiglia, gli Arcudi, discendenti di Paride, uno dei due gemelli della profezia di Pizia. L'altra gemella, Elena, è la capostipite della dinastia dei Foti, la famiglia di Simone.»

Gabriella guardò suo padre sbigottita, senza riuscire a capire cosa stesse dicendo.

«So che ti sembrerà tutto assurdo ma, non appena avrai letto, capirai» intervenne sua madre.

La ragazza, impaziente di sapere, si avvicinò al baule e lo aprì. Dentro vi erano molti diari, alcuni dall'aspetto molto antico, e poi una pergamena.

Gabriella la srotolò con delicatezza e vide che riportava un testo scritto in greco antico.

Così si voltò verso suo padre, che cominciò a recitare:

«Due gemelli hai partorito,

posso sentirne già il vagito.

Lui è Paride, lei è Elena,

e per non far soffrire lor la pena,

ai due dovrai rinunciare

e lontani li dovrai mandare.

Il corso della storia cambierà

se la stirpe loro fiorirà.

Ma se insieme cresceranno,

con l'innamorarsi finiranno;

e ogni volta che questo accadrà,

la sciagura su loro si abbatterà.

Tieni separata la discendenza

ed evitar potrai la sentenza.»


E fu così che Gabriella seppe della profezia che, più di duemilaseicento anni prima aveva colpito la sua famiglia.

I diari contenevano la storia di tutti i suoi antenati, delle imprese grandiose che avevano compiuto e che avevano cambiato il corso della storia. Ma le parti più interessanti erano sicuramente i racconti di quelli di loro che, per un caso o forse per opera del destino, avevano incrociato il cammino dei discendenti di Elena, andando così incontro ad una sorte sciagurata.

Gabriella lesse la storia di Linsey e Ian, di Celina e Jair, e di tante altre coppie che, come loro, avevano finito col soffrire a causa di quell'incontro sfortunato.

E fu allora che realizzò: stando a quella profezia, lei e il ragazzo che amava non avrebbero avuto futuro.

Gabriella lasciò tutti i diari sparsi sul pavimento della stanza, per precipitarsi da Simone e raccontagli l'accaduto.

In fondo non le importava niente di un pezzo di pergamena vecchio più di duemila anni. L'unica cosa che contava era che loro si amavano, il resto erano un mucchio di superstizioni.

Corse a perdifiato attraverso la città affollata, ormai avvolta nella luce del crepuscolo. Quando fu sotto casa di Simone, citofonò e gli chiese di scendere.

Non appena lo ebbe dinanzi, si gettò tra le sue braccia, desiderosa di sentire il contatto con la sua pelle, il calore delle sue guance e il profumo dei suoi capelli color del grano.

«Ehi piccola, cos'è successo? È per quello che è accaduto con i tuoi?» chiese Simone, ricambiando l'abbraccio.

Gabriella stava per raccontargli tutto, per confessargli di quella scoperta assurda della quale a lei non importava nulla, purché lui fosse rimasto al suo fianco e avesse continuato ad amarla.

Ma rimasero solo pensieri sospesi nell'etere, interrotti da una macchina che, fuori controllo, finì sul marciapiede e li colpì in pieno. Gabriella e Simone atterrarono alcuni metri più avanti a causa dell'impatto violento con l'auto, due ammassi di carne e ossa sbalzati come fossero pupazzi di pezza al vento.

Gabriella, a malapena cosciente, vide Simone poco lontano da lei, attraverso il rivolo di sangue che le colava dalla fronte e le ricadeva sugli occhi.

Lo vide immobile, il corpo in una posizione innaturale, quasi sicuramente privo di vita.

Fu allora che Gabriella capì che era tutto vero. Aveva provato a sfidare le parole dell'oracolo e il tragico risultato era dinanzi a lei.

Il ragazzo che amava se n'era andato per sempre.

La profezia si era compiuta.

Ancora una volta.

Senza avere la forza di piangere, Gabriella chiuse piano gli occhi, abbandonandosi così al lento respiro della morte.

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Grazie infinite per avermi seguita in quest'altra avventura, grazie

Spero la storia vi sia piaciuta e come sempre ogni commento/suggerimento/critica costruttiva è ben accetto ❤ 

A presto con la prossima avventura ❤ 

Vostra, Valentina ❤ 

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