Capitolo 0

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Warning: Quinta-Sesta stagione/Manga riferimenti


«Un giorno me ne dovrai parlare, lo sai?»

Hawks non aveva mai apprezzato il fatto di non essere obbligato a  parlare quanto in quel momento.
Sapeva che lo sguardo di Jeanist non era rivolto verso di lui bensì verso la strada, ma qualcosa gli suggeriva che l'Hero numero tre aveva anche degli occhi laterali oltre ad una fissa indecifrabile per i jeans.

Il ragazzo prese in mano il telefono pronto a digitare ciò che moriva dalla voglia di dire ma all'ultimo ci ripensò e lo depose sul cruscotto dell'auto. Perché avrebbe dovuto dare vita ai suoi pensieri e alle sue emozioni attraverso un apparecchio elettronico piuttosto che con la sua, anche se rauca*, voce?
Il rumore provocato dall'appoggio del cellulare  al mezzo di trasporto gli riportò alla mente un episodio simile avvenuto solamente pochi mesi prima.
Solo che, in quel caso, lo sguardo del conducente era ben piantato verso di lui ed aveva un che di... Scottante.

Jeanist accostò l'auto in un parcheggio lì vicino a spense i motori. Emise un sospiro e aggiustò lo specchietto della macchina in modo tale che lo riflettesse e si diede una sistemata ai capelli. Mentre passava il pettinino tra i suoi preziosi e setosi capelli lanciò un'occhiata al passeggero accanto a lui, che in quel momento aveva lo sguardo spento puntato su non altro che nel vuoto.

Ricordi eh? pensò ritornando a guardare nello specchietto.
Difficile indovinare a quale momento stesse pensando il più giovane, ma più facile capire a chi stesse pensando.

Una volta finito di ritoccarsi, Jeanist aprì la portiera della macchina e appoggiò i piedi sulla ghiaia della destinazione.
Hawks lo imitò titubante, e una volta sgranchitosi le gambe si diede un'occhiata intorno.

Campi di grano si estendevano infiniti sotto ai suoi occhi, alternando i colori scuri delle spighe vicino a lui con altri più chiari man mano che estendeva lo sguardo. Il sole sembrava trovare riparo proprio dietro ai campi tramontando lentamente, stanco di quella giornata.

Come lo era Hawks del resto.

Trovava difficile che un paesaggio cosi bello ma semplice allo stesso tempo fosse riuscito a sopravvivere al chaos che oramai regnava libero nel Paese.
Per un momento si chiese persino se non fosse strano che l'ambiente intorno a lui fosse così calmo, e il dubbio che Jeanist l'avesse portato lì con sè per dare la caccia a qualcuno della Lega si materializzò nella sua testa.

Il pensiero scomparve veloce come era arrivato, rendendosi conto che se avessero dovuto arrestare qualcuno o anche solo indagare su dei criminali così pericolosi non l'avrebbero fatto con l'automobile così in vista e con più discretezza.

O forse no, ma in quel momento nella testa del Number Two regnava la confusione più totale e non sarebbe stato in grado di rielaborare le probabilità neanche volendo.

Strabuzzò gli occhi come a mettere a tacere quei pensieri e gettò un altro sguardo al panorama. Le sue iridi misero a fuoco un sentiero  che si faceva largo aldilà di un ponticello a pochi passi da loro.
Il biondo si chiese come avesse fatto a non notarlo prima.

Quasi come a leggerlo nel pensiero, Jeanist mormorò
«C'è un boschetto alla fine del sentiero. Non ci vorrà molto, giusto il tempo di fare mente pulita dopo tutta questa situazione» aggiunse affiancando Hawks.

Il più basso lo guardò con aria interrogativa.

«Ciò che sto cercando di dire—» disse iniziando a camminare  «—è che con  gli ultimi avvenimenti non hai avuto il tempo di sfogarti, ed io ora sono qui per questo.»
Lanciò una breve occhiata al collo del compagno.
«Le tue corde vocali si stanno rimettendo quindi non vedo perchè non potremmo parlare.»

«Potrai dire solo quello che ti senti, senza pressioni nè altro. Sentiti libero di dirmi tutto ciò che ti è passato in quella tua zucca dura nel tempo in cui mi sono assentato, perché sono sicuro che di robe a cui pensare ne hai avute parecchie.»

Oltrepassarono il ponte mentre Jeanist continuava con il suo discorso ormai agli sgoccioli.

Il sentiero di fronte loro terminò in meno tempo del previsto, e il bosco di cui aveva parlato il più grande poco prima non tardò a farsi vedere.

«Quindi» e si avventurarono tra gli alberi «Parla.»


[Autrice]

Hey!
Come avrete già intuito dal capitolo questa storia prende luogo tra la quinta stagione e i capitoli attuali del manga.
Questo 'capitolo zero' non è altro che una breve introduzione di tutto ciò che succederà, perché la trama vera e propria inizierà da quando a  Hawks verrà incaricato di infiltrarsi nella LOV.
Premetto che la maggior parte dei dialoghi  e delle scene che saranno presenti saranno di mia pura fantasia: nel manga non hanno fatto vedere molto del lavoro di Hawks se non quando era con Endeavor, e un po' per questo e un po' perché la fanfiction appunto riguarda due personaggi che non hanno una relazione canon molte cose saranno inventate.

Vi chiedo come unica cosa di portare pazienza durante il corso di questa storia. Ho intenzione di approfondire per bene la relazione tra Dabi e Hawks, e in quanto non sono proprio dei personaggi semplicissimi da scrivere le cose andranno un po' lentine per quanto riguarda lo sviluppo.

Oh, e ovviamente contiene spoiler dalla quarta stagione in poi 🙈.

Note:
-*la voce di Hawks è rauca in quanto [SPOILER] alla fine del War Arc le sue corde vocali erano completamente andate e poteva parlare solo attraverso lo speaker del telefono; qui è ambientato un po' di giorni dopo l'ospedale proprio per far in modo che  Hawks potesse parlare con la sua voce.

Penso di aver detto tutto!
A presto❤

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