Capitolo 5.

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Sospiro.

"Facciamo così: prima parliamone con lei" Butto lì.

"Mi piace come idea... Cosa le diciamo?"

Ma allora tu vuoi complicarmi la vita, dillo!

"Ci pensiamo insieme?" Propongo facendolo ridere.

"Va bene, pensiamoci insieme"

"Più avanti. Uno shock alla volta per favore!" Esclamo ridendo.

Ride anche lui, ma subito mi porta alla realtà: "Ti ricordo che però è suo figlio..." Come a dire:se non ci crede lasciala stare, non insistere.

"Lo so" Mi chiudo a riccio guardando fuori dal finestrino.

Partiamo per tornare a casa, e ci fermiamo a un semaforo a causa della coda davanti al rosso.

"Secondo te sono una brutta persona? Voglio dire, non ho alcun diritto di fare ciò che sto facendo! Ho già progettato una serie di bugie soltanto..."

"Per la tua migliore amica, che vedi spenta da quando ha perso il figlio" M'interrompe. "Sì, sei una persona tremenda!" Fa ironico.

"Imbecille!" Rido.

"No, io... Io glie lo devo dire! Deve sapere che è vivo, che sta bene... " Lo guardo negli occhi e mi decido. La chiamo.

"Amo, disturbo?"

"No tesoro, dimmi... Ah, a proposito: ma dove sei finita?! Sei strana! Mi ha chiamato tua madre oggi, è passata da casa tua ma non ti trova da qualche giorno... E' preoccupata anche lei"

Cavolo, dovevo chiamarla!

"Sì, ehm, aspetta un attimo, fammi parlare per favore"

"Dimmi!"

"Il giorno che ti dirò, segui alla lettera le mie istruzioni. Avremo poco tempo, per cui dovremo correre... Ma ne varrà la pena, fidati"

"Amo, ma che stai facendo? Così mi preoccupi... Non è niente di illegale, vero?"

Rido.

Credo di no!

"Tu fidati di me" Mi limito a dire sotto lo sguardo incredulo di Federico, che sussurra <<pazza!>>.

"Va bene, mi fido"

"Ottimo. Besitos bebe"

"Besitos"

Chiude, e io ripongo il telefono nella tasca.

"Tu sei completamente fuori di testa! Non che prima ne avessi qualche dubbio, sia chiaro!" Sbotta ridendo.

"L'ho fatto perché sono certa di riuscire" Gli spiego.

"Ah sì?"

"Dal momento in cui non ci sono altre opzioni!"

Sosipira.

"Proprio per questo non dovevi dirglielo. Ora siamo ancora più sotto pressione, c'è l'aspettativa che non va assolutamente mandata a puttane... " Scuote il capo.

"Ehy, basta iperpensare!" Lo rimprovero. "Sappiamo quello che dobbiamo fare, facciamolo. Niente problemi inutili che si aggiungono"

"E come li caccio?"

"Meditazione!" Alzo le spalle, ottenendo l'ennesima occhiataccia.

"Ti sembro un tipo da meditazione?"

"Mi sembravi anche un ragazzo sexy prima di sentirti elencare il secondo problema che avremmo riscontrato entrando lì dentro, quindi..." Ammetto sincera, spiazzandolo.

"Ti ricordo che..."

"Sei fidanzato? Non lo sapevo!" Mi giustifico.

Scoppia a ridere, e io con lui.

Continuiamo a ridere come due idioti, lui accende anche la musica per non far calare il silenzio imbarazzante che potrebbe venire a crearsi. Alla radio parte "Ipernova" di Mr Rain, e noi iniziamo a cantare.

"Oh, è stupenda!" Commenta.

"Già!" Annuisco io.

"E' come se ci stessimo aspettando da sempre!

Quante canzoni serviranno per scordarmi di te,

Siamo cento miliardi di persone, ma tu hai scelto me

Comunque vada, anche se sarà finita,

Sarai sempre la colonna sonora della mia vita!"

Cantiamo all'unisono, anche ridendo.

Inizio a sentirmi un po' più leggera, e a pensare che forse possiamo farcela veramente.

Sorrido.

Sì, sarà così.

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Mi riaccompagna a casa, io entro e quando chiudo il portone del palazzo, lui riparte facendomi un cenno con la mano, che ricambio sorridendo.

Che carino!

No, è fidanzato. Smettila, devi pensare a Gaetano.

Dopo qualche minuto suonano alla porta. Mi tolgo la giacca, la lancio a casaccio sil divano e vado ad aprire. È Federico.

"Ciao! Scusa, ti disturbo?" Domanda imbarazzato notando che stavo giusto mettendo le ciabatte prima di andare ad aprire.

"No no! Entra pure, prego!" Sorrido.

"Permesso" Varca la soglia con una falcata decisa e pacata delle sue, che per un momento mi fa sospirare.

No. Gaetano è l'unico motivo per cui lui è qui adesso. Ricordatelo.

"Avanti!"

Lo guardo aspettando che parli, e con il suo solito fare sicuro di sé domanda: "Avresti dello zucchero?"

Zucchero? Ma dice sul serio?!

"Oh ehm...Sì, certo" Mi appresto al mobile, dal quale prendo un bicchiere e un coperchio. "Quanto te ne serve?" Faccio cordiale.

Lui mi squadra, e solo dopo qualche minuto risponde impacciato: "Poco... Ehm...Meno di un quarto di quel bicchiere"

"Arriva!" Scherzo facendolo arrossire un poco. Fingo di non badarci, poi domando: "Va bene così?"

"Benissimo. Grazie" Prende il bicchiere e ci guardiamo negli occhi. Le nostre mani si sfiorano, e lui serra la mascella per un istante.

Sospiro cercando di restare calma, e inizio a respirare in maniera affaticata. Lui sembra stia cercando di trattenere il respiro.

Sospira.

"Ti ringrazio" Sorride cordiale prima di uscire. "Buona giornata!"

"Anche a te!" Esclamo dopo un attimo, ma ha già richiuso la porta.

Grande! Che stupida che sono...

Faccio lo stesso, ma resto appoggiata alla porta, guardando il bancone della cucina con la confezione di zucchero ancora aperta.

Zucchero...

Sorridendo, vado a mettere a posto per poi andare a studiare.

Mezz'ora più tardi, suonano nuovamente alla porta.

"Il bicchiere" Me lo porge, come sempre sicuro di sé.

Sorrido.

"Grazie"

"Oh...Stavi... Disturbo? Stavi studiando?" Mormora guardando alle mie spalle i libri sparsi a terra.

"Come fai a sapere che studio per terra?' Lo guardo sorpresa.

"Lo facevo anch'io " Ride. "È più comodo! Non devi preoccuparti ogni due per tre di mantenere la schiena dritta,e poi non hai gambe da alternare mentre sei seduto o non ti devi alzare se devi fare ginnastica perché sei già steso!" Scherza, facendomi ridere.

"Già!" Annuisco. "No comunque, nessun disturbo! Prego, entra!" Mi scosto.

"Grazie"

Sembra agitato.

"Tutto bene?"

"Mi ha chiamato la Direttrice, non ricordo bene come si chiama adesso... "

"Wonder" Risopondo sull'attenti.

"Lei. Beh, mi ha chiamato e ha detto che le carte sono pronte. Possiamo andare a firmarle martedì alle sedici"

Il mio cuore si ferma.

"Per Gaetano?"

Le lacrime iniziano ad emergere.

"Non farti strane idee. Non è ancora detta l'ultima parola. Deve parlare con la psicologa, dobbiamo fare un percorso prima, e saremo vigilati ventiquattro ore su ventiquattro. Credo che a qualcuno sia venuto il sospetto non fossimo lì per caso..."

"Ma il punto qual è?" Domando. "Ce la possiamo fare,  no?" Lo guardo speranzosa. A questo punto si tira indietro.

"Leva quello sguardo. Lo detesto. Non farmi promettere cose che non so"

"Non ti sto chiedendo di promettere, ti sto chiedendo come stanno le cose" Faccio risoluta.

"Le cose stanno che le carte sono pronte, martedì andiamo a firmarle e poi iniziamo il percorso. Ho già cambiato i documenti, quindi io e te siamo sposati. Ricordatelo. Nove dicembre duemilaquindici"

"Io sposata con te? Ah!" Inizio a ridere.

"Spero finisca presto anch'io, non temere! Così posso tornare dalla mia vera moglie e Gaetano sarà in un posto sicuro con noi che sappiamo come e dove sta"

"Grande!" Esclamo.

"Perfetto!" Fa lui.

Cala il silenzio.

"Io vado"

"Ciao" Lo saluto accompagnandolo alla porta.

Lui esce, Fatima pure. Dall'ascensore di fronte al corridoio dove siamo. Ci vede, e mi guarda con gli occhi sbarrati.

"Io..." Inizio a dire per giustificare la cosa.

"Noi..." Fa lui in contemporanea.

"Ero passata per..."

"Lo zucchero!" Diciamo in coro.

"Lo zucchero!" Ripete lei. "Ma certo!"

Sorridiamo imbarazzatissimi, e lei continua.

"E...Dove sarebbe? Materialmente, intendo"

"Non ne ha" Faccio schietta, e lui mi guarda sorpreso.

"Simpatica" Sussurra.

"Puoi stupirmi?" Ribatto.

"Ehy, ehy... Se proprio dovete fare queste cose, tenetevelo per voi!" Si porta una mano sullo stomaco. "Io vado a farmi un giro..."

Esce la ragazza del mio vicino.

"E...Quali cose dovreste fare voi due?" Guarda il suo fidanzato.

Oh dio mio.

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