25. Dietro la maschera - Parte 2

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Per Kevin non era certo una novità sentire il meccanismo di apertura della porta scattare, dato che, da quando aveva ripreso conoscenza, ogni singola ora del suo tempo era stata scandita dall'incessante andirivieni di scienziati e Mew Mew, che si presentavano nella sua stanza per tempestarlo di domande più o meno irritanti o controllare le sue condizioni psico-fisiche. Iniziava a pensare che quel gruppo mal assortito di ragazzine avesse deciso di continuare a battere il chiodo sugli stessi argomenti fino a condurlo allo sfinimento.

– Se siete qui per offrirmi ancora protezione in cambio della mia collaborazione, potete anche fare dietro-front, perché la mia risposta è sempre la stes- – fece per biascicare con voce annoiata. Tuttavia non riuscì nemmeno a concludere la frase che un brusco spostamento d'aria si fece strada dalla porta fino al suo letto.

– L'offerta è scaduta, temo.

Nel riconoscere quella voce, così simile e, al tempo stesso, diversa rispetto a come ricordava, fece per voltarsi. Tuttavia, la sensazione della gelida lama di un sai premuta contro il collo lo costrinse a desistere.

Il sorriso beffardo che aveva minacciato di affiorargli alle labbra nel momento in cui aveva riconosciuto l'odore di Luana, morì sul nascere non appena si rese conto che quest'ultima si era mossa con tale rapidità da non dargli nemmeno il tempo di prendere un respiro. – Mi chiedevo quando saresti venuta a trovarmi. – commentò, cercando di ignorare la sensazione di crescente disagio che sentiva propagarsi sottopelle.

– Ti direi che è un piacere rivederti, ma sappiamo entrambi che sarebbe una bugia. – replicò quella, in tono mellifluo.

– Quindi a che cosa devo l'onore, visto che la mia presenza ti causa così tanta repulsione?

– Semplice: visto che la gentilezza con te sembra non funzionare, io e Zakuro abbiamo deciso di cambiare metodo.

Nell'udire quelle parole pronunciate in tono atono, Kevin non riuscì a trattenere una risata sarcastica, incurante del fatto che a ogni singulto la lama del Sai gli graffiasse la pelle, facendo stillare piccole gocce di sangue. – Oh... quindi vorreste torturarmi?

– Se ti rifiutassi di dirmi dove i tuoi compagni tengono prigionieri Pai e Taruto, arriveremmo anche a questo.

L'alieno si lasciò sfuggire un'altra risatina, tutt'altro che spaventato. I metodi di tortura delle ragazze Mew sarebbero stati acqua fresca, rispetto a quelli che era stato costretto a sopportare fino a quel momento per mano dei suoi superiori.

Proprio mentre stava per dare voce al suo scherno, tuttavia, la giovane riprese a parlare in tono duro. – So che credi di avere il coltello dalla parte del manico perché sai che i nostri metodi di tortura non potranno mai eguagliare quelli dei tuoi compagni alieni – la sentì sibilare. – Sei convinto di poterci controllare, perché pensi di non avere più nulla da perdere.

– Ed è così – le fece notare, puntando lo sguardo verso il soffitto.

– È quello che ci vuoi far credere – controbatté la ragazza, avvicinandosi a lui e chinandosi leggermente, fino a permettergli di guardarla negli occhi. – Ma io so che è una bugia.

L'impassibile vuoto che lesse in quello sguardo non gli piacque per niente. Erano occhi che conosceva alla perfezione: gli occhi di qualcuno disposto a atti estremi pur di ottenere quello che voleva.

– Credevi di essere l'unico in grado di giocare a questo gioco? Beh, mi dispiace deluderti, ma a forza di venire seviziata e perseguitata da te, ho imparato qualcosa. E, a differenza tua, non ho neanche avuto bisogno di poteri per sapere che cosa si cela nel tuo animo. – la gelida certezza con cui Luana pronunciò quelle parole gli provocò un lungo brivido che, nonostante tutti i suoi sforzi, non riuscì a celare.

– Non ti è rimasto nulla, tranne la paura del dolore. Hai tentato diverse volte di toglierti la vita, poi ci hai chiesto di ucciderti. Se lo hai fatto, è proprio perché temi quello che potrebbe accadere se restassi ancora in vita. Hai paura che i tuoi superiori riescano a trovarti, perché, anche se decidessero di ucciderti, di sicuro non lo farebbero in modo pietoso, ma assicurandosi di assaporare ogni secondo della tua agonia.

L'alieno avvertì un lampo di feroce irritazione impadronirsi di lui nell'udire quelle insinuazioni, tuttavia, si sforzò di mascherarlo dietro a un'espressione beffarda. La giovane aveva colto nel segno, ma avrebbe preferito tagliarsi la lingua, piuttosto che darle la soddisfazione di ammetterlo. – Ai miei superiori non importa che io sia vivo o morto. Non mi cercheranno finché non interferirò con i loro piani.

Purtroppo per lui, Luana raccolse più che volentieri la sua sfida. – Stai solo facendo il finto tonto, oppure i sedativi ti hanno reso stupido? – cantilenò, premendo più a fondo la lama del sai contro il suo collo. – Tu hai già interferito con i loro piani. Quando anziché uccidermi subito, come avresti dovuto fare, hai deciso di divertirti con me, disobbedendo ai loro ordini. Mi sbaglio, forse?

Come sempre, l'interlocutore si guardò bene dal lasciare trapelare il benché minimo indizio, trincerandosi dietro l'unica protezione che ancora gli rimaneva: ovvero un ostinato mutismo.

Tuttavia, la Mew alien dovette leggere un'implicita conferma dietro quell'improvvisa e totale assenza di emozioni, perché continuò con più convinzione. – Quindi, che cosa pensi accadrebbe se qualcuno dovesse rivelargli che hai preferito perdere tempo a violentare una ragazzina, piuttosto che portare a termine il tuo lavoro? Dubito che sarebbero clementi con te. Chissà quali terribili torture escogiterebbero prima di ucciderti...

Se fino a quel momento Kevin era stato quasi certo che la Mew alien stesse bluffando, nell'udire quelle minacce pronunciate in tono tanto carezzevole, la sua incrollabile certezza iniziò a sgretolarsi come un castello di sabbia, mentre la sottile paura che fino a quel momento era riuscito a tenere a bada iniziava ad artigliargli il petto al pari di un veleno mortale.

Non poteva essere davvero capace di un atto di crudeltà simile! Oppure lo era? L'aveva forse sottovalutata?

Luana rimase a guardarlo con espressione soddisfatta, come assaporando ogni grammo di sofferenza che riusciva ad estrarre da lui, prima di riprendere a parlare. – Dimmi dove sono Pai e Taruto, altrimenti non mi farò problemi a rivelare ai tuoi superiori che sei stato tu a fare fallire i loro piani. Anche a costo di rischiare la vita per farlo.

– Non ti dirò proprio niente. Stai solo cercando di ingannarmi, non avresti mai il coraggio di fare una cosa simile! Non riusciresti mai a ferire qualcuno intenzionalmente. – tentò di stroncarla lui, facendo leva sulle sue debolezze, come era già riuscito a fare in passato.

Tuttavia, quelle parole suonarono deboli perfino alle sue stesse orecchie, e la ragazza non diede alcun segno di cedimento, limitandosi a trapassarlo con quei suoi dannati occhi grigi. Non vi era nessuna compassione né rimorso in quello sguardo, solo rabbia. Una rabbia fredda e ineluttabile che minacciava di abbattersi su di lui al pari di una punizione divina.

– Forse la Luana che conoscevi non lo avrebbe mai fatto. Ma nel frattempo sono successe molte cose. Hai abusato della mia bontà in ogni istante, hai ferito le persone a cui tengo, minacciato la mia famiglia, mi hai insegnato quanto la vita potesse essere crudele, mi hai umiliata nel peggior modo possibile. E ora ti stupisci del fatto che io sia cambiata? – gli domandò Luana, mentre la sua voce si faceva bassa e gutturale, tinta di inequivocabile rancore. – Sei stato tu a rendermi così. Tu hai fatto a pezzi la mia bontà. E ora pagherai le conseguenze delle tue azioni. Se prima non sarei stata disposta a rischiare pur di fartela pagare, ora lo sono. E giuro sulla mia vita che, se dovesse succedere qualcosa a Pai o Taruto, ti trascinerò all'inferno con me, troverò il modo per farti soffrire delle pene così atroci da farti implorare la morte. Una morte che non ti concederei mai, perché sarebbe un atto di gentilezza che un bastardo come te non merita!

In quell'istante Kevin avvertì il fiato bloccarglisi nei polmoni, soffocato da una stretta invisibile che gli premeva sul petto con la forza di un macigno. Boccheggiò, mentre un dolore bruciante gli invadeva le tempie e lampi di colore gli esplodevano davanti agli occhi, come se avesse appena ricevuto un forte colpo in testa.

Capì che la giovane doveva avere appena utilizzato i poteri ereditati dal traditore Alain su di lui, ma non fece in tempo a stupirsi della cosa, perché proprio in quel momento la tortura cessò, e lui si ritrovò ad annaspare per riprendere aria, scosso dai colpi di tosse.

– Pensavi che il nostro gruppo non potesse essere abbastanza potente da battere i tuoi superiori? Che mi dici di questo? – stavolta fu la Mew Mew che accompagnava la mezzosangue a rompere il silenzio, avvicinandosi a lui con espressione, se possibile, ancora più feroce rispetto a quella della sua compagna. – Luana ha gli stessi poteri di Alain. Possiamo non solo battere i tuoi superiori, ma anche rendere la tua vita un inferno se non ci dirai dove si trovano i nostri alleati. – sibilò, fissandolo come se non fosse stato altro che un fastidioso insetto posto sul suo cammino.

– E che ne è stato della vostra morale contro le torture? Avete deciso di buttarla al vento? O forse la ragazzina vi fa troppa paura e non osate contraddirla?

Zakuro non si lasciò neppure scalfire da quelle parole, limitandosi a scrollare le spalle. – Non ti tortureremo personalmente, ma di certo dopo tutto quello che hai fatto non siamo tenute a salvarti. – argomentò, con un'indifferenza tale da lasciarlo ammutolito. – In fin dei conti, Luana non è parte del nostro gruppo, quindi se lei decidesse che la soluzione migliore è quella di riconsegnarti ai tuoi compagni e condannarti a una vita di torture, avrebbe tutto il diritto di farlo. È lei la parte lesa in questa storia.

– È così... dunque. – tossì l'alieno, trapassandole entrambe con uno sguardo colmo di astio e disperazione. – Vi proclamate eroine ma la vostra morale è piuttosto flessibile.

– Fare leva sui sensi di colpa non funzionerà con noi, Kevin. Non questa volta. – si inserì Luana, la quale nel frattempo sembrava aver ritrovato la sua ferrea imperturbabilità. – Ti sei sempre nascosto dietro ai tuoi superiori, facendo quasi pensare che le tue terribili azioni fossero dovute ai loro ordini piuttosto che alla tua volontà...

– Il fatto che stessi eseguendo degli ordini è- – fece per difendersi l'alieno, tuttavia quella lo interruppe con un gesto imperioso della mano.

– Era forse un ordine dei tuoi superiori, quello di violentarmi?! – tuonò, gli occhi fiammeggianti che lo trapassarono da parte a parte. – Non ci sono giustificazioni per quello che hai fatto. E dopo tutto ciò, ti permetti anche di giudicarci?

La sua aura si fece così intimidatoria e soffocante che al giovane per un attimo mancò di nuovo il fiato, sebbene fosse certo che quest'ultima non stesse più utilizzando i propri poteri.

– Dicci dove sono Pai e Taruto, adesso. O ti ripeto che, la prossima volta che i tuoi compagni attaccheranno, ti trascinerò personalmente davanti a loro e mi assicurerò che ti facciano patire le pene dell'inferno.

In quell'istante Kevin capì di essere stato incastrato. Tuttavia, contro ogni previsione, ancora più della rabbia per essere stato colto in fallo, in lui prevalse lo stupore: possibile che una mezzosangue come lei, un essere banale e insignificante che non sarebbe mai dovuto venire al mondo, avesse sviluppato una volontà tale da sopraffarlo?

Fino a dove avrebbero potuto spingersi i suoi poteri?

Era un paradosso, ma quell'incognita, che avrebbe dovuto spaventarlo a morte, gli aprì davanti agli occhi un ventaglio di nuove possibilità.

Nel percepire le ondate di rabbia e potere che si dipanavano sempre più violente dal corpo di Luana, si riscoprì a sperare in una risoluzione inedita di quello scontro.

Se esisteva davvero una minima possibilità di vedere il generale Kashii, la ragione di tutti i suoi tormenti, prostrato davanti a lei, sarebbe stato da stupidi non provare a cogliere l'occasione.

"Se devo essere comunque uno strumento nelle mani di qualcuno, tanto vale cercare di ricavarne il più possibile."

Si ritrovò ad arricciare le labbra in un impercettibile sorriso, soddisfatto al pensiero che, se avesse giocato bene le sue carte, forse avrebbe potuto essere di nuovo libero.

– Va bene, hai vinto – cedette, infine, con un sospiro di sollievo. – Ti dirò dove si trovano i tuoi compagni di squadra. 

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Angolo autrice:

Rieccomi, come promesso, dopo una settimana esatta! 
Cosa ne pensate di questo risvolto? Vi aspettavate che Luana riuscisse a essere così cazzuta? Pensate che sia cambiata veramente oppure, secondo voi, si è solo forzata ad essere "cattiva" per riuscire a liberare i suoi compagni? 
Magari sarà una via di mezzo? 
E invece Kevin? Che impressione vi ha fatto? Speravate di vederlo disperarsi di più? Anche io, forse, ma purtroppo la sua mente è molto flessibile, riesce sempre a escogitare nuovi piani per trarre vantaggio dalle situazioni. Chissà se riuscirà  nel suo intento. 
Per scoprirlo, non vi resta che leggere!

Se tutto va bene ci vedremo di nuovo tra qualche settimana!
Grazie a tutti, come sempre, per il supporto! Se il capitolo vi è piaciuto lasciate pure qualche voto e commento per farmi sapere cosa ne pensate!

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