Capitolo 18.

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Corro sotto la doccia, mi do una sistemata e quando esco sono le undici. Ho mezz'ora.
Ordino prima la sala e poi, indecisa sulla location, anche ma mia stanza.
Mi restano dieci minuti per decidere.
Beh, la sala da pranzo è più adeguata dal punto di vista professionale. È moderna, e non c'è un granello di polvere fuori posto, ma la mia cameretta beh...Resta la mia cameretta!
Al diavolo, per una volta posso anche essere libera di essere me stessa al cento per cento anche di fronte ai giornalisti!
Volo e mi collego.
"Buongiorno Signorina Falconi!" Mi accoglie con un gran sorriso la giornalista. È mora, ha i capelli castano chiaro ondulati, e indossa una giacca nera semplice ma elegante.
"Per favore, mi dia del tu... Ho solo diciotto anni!" Rido.
"Va bene, certo" Sorride prendendo una biro stilografica. "Allora... Come stai?"
"Bene, bene grazie. Lei?"
"Tutto bene grazie" Mi sorride.
"Ottimo!" Rido. "Sono solo un po'frastornata...È l'ultimo anno di scuola, e lo devo fare combaciare con mille progetti!" Esclamo. "È un po'una sfida, che non ho paura di cogliere al balzo però!"
"Bene...Ottimo, anzi! È molto inportante affrontare la vita con quesllo spirito...Che ti caratterizza da qualche anno, tra l'altro!"
"Esattamente" Annuisco sorridente.
Dopo poco, la sua espressione muta. Adesso è più seria, e il suo sguardi trasmette dolcezza e premurosità.
"Ti andrebbe di spiegarci chi era Carola Falconi prima della moda?" Mi domanda con una calma che mi tranquillizza immediatamente.
"In realtà la moda c'è sempre stata nella mia vita, devo essere sincera" Rifletto. "Ho iniziato proprio da piccolina, solo che poi decisi di abbandonare tutto per un... Disguido tecnico, diciamo così" Ridacchio. "E da quel momento ho iniziato ad appassionarmi al mondo della fotografia.
Fotografavo la natura, ma poi, una volta tornata a casa, nella mia cameretta, oltre a condividere i pensieri sul blog, disegnavo bozzetti di abiti" Sorrido sl ricordo. "Però non nascondo che prima di lavorare con Federico sono stata male.
Feci dei provini per un'agenzia, della quale non farò il nome assolutamente, che aveva dei canoni piuttosto rigidi.
Tutto normale direte voi, la moda ha dei canoni da rispettare, ed è giusto che siano inflessibili. Beh, su questo mi permetterei di dirvi Parliamone!" Rido nervosamente. "Perché ancora oggi ci sono fotografi, che prima di scattare con una modella, chiedono le misure.
Perché ancora oggi, viene detto che la carriera del modello o della modella non è per tutti, ma lo intendono dal livello estetico!
Perché non ci soffermiamo sul significato di ciò che essi dovrebbero fare?
Il modello, la modella sono degli esempi da seguire. Perché imporli sul fisico di una persona, se anche avendo quei chili di troppo riesce ad essere in salute?
Questo era il pensiero che mi ossessionava, che mi ha sempre ossessionata.
Carola Falconi è sempre stata una persona, prima di essere diventata poi un personaggio, che non ha paura di niente, che ama e che è costantemente alla ricerca di un dialogo, anche con i tombini se necessario" Ridiamo. "E che è stata tanto male, come tutti. Ma che ha avuto la fortuna di uscirne. E proprio perché se ne ricorda, adesso vuole aiutare gli altri"
"La cosa più bella è che si sente proprio che parli con il cuore, complimenti" Mi sorride commossa.
"Grazie!"Esclamo sorridendo.
"Ripartiamo, ti va?" Annuisco. "Come hai accennato sei stata male.. Posso chiederti di parlarne? Se non te la senti..."
"Ce la faccio, non si preoccupi" Continuo a sorridere. "Io avevo un ragazzo. Siamo stati tanto bene, e per tutti eravamo così felici...Che abbiamo finito per convincere anche noi stessi.
La verità è che io stavo attraversando un brutto momento, tanto brutto, e lui era l'unico che riusciva a calmarmi.
Gli ho fatto passare le pene dell'inferno per via del mio problema, e sono stata addirittura possessiva nei suoi confronti.
Sono rimpianti che credo mi porterò addosso per tutta la vita, e non esagero!" Le lacrime cominciano a rigarmi le guance, ma le scaccio subito. "Scusate..."
"È normale" Mi rassicura. "Va tutto bene" Sorride. "Sicura di voler proseguire? Se vuoi possiamo interrompere anche qui... Di materiale ne abbiamo a sufficienza,  se non te la senti non ti devi forzare..."
"No no, è okay. Continuiamo, certamente!" Rido. "Ci mancherebbe!"
"Oh, figurati! Allora... È stato difficile reinterpretare quella parte?"
Respiro.
"Sicuramente non è stata una passeggiata..." Mi scappa una risatina nervosa. "Scusate... Beh, ho dovuto tornare indietro a quando contavo le calorie di ogni singolo piatto, passavo le giornate chiusa in camera a scrivere i miei pensieri su quanto fossi brutta e mi vedessi sbagliata, e puntualmente seguitavo con l'elenco dei difetti..." Respiro, mentre i ricordi tornano a trafiggermi come lame. "Mi sentivo sbagliata, e costantemente sotto giudizio. L'unica persona che mi faceva stare bene al di fuori della mia famiglia era il mio ex.
Non volevo vedere nemmeno quello che oggi è il mio migliore amico, ma all'epoca non ci conoscevamo nemmeno così bene, quindi penso che questo sia...Normale, per quanto possa esserlo"

"Quindi tu facevi ruotare tutto intorno alla tua famiglia e al tuo ex a quanto ho capito, ma più su quest'ultimo, dico bene?"
"Già..." Sorrido. "Ma avevo fatto tutto da sola!
Lo caricavo, egoisticamente, di una persona in più, e io in cambio cercavo di prendermi cura di lui al meglio, ricambiando tutte le attenzioni che lui dava a me" Se ci ripenso mi si stringe il cuore. "L'ho amato, tanto anche... E forse non è mai passata" Sussurro tra me e me,  ma mi roprendo all'istante. "Scherzavo!" Sorrido agitata come non mai. "È finita... Adesso siamo...Amici!" Esclamo, ma nel guardare la giornalista negli occhi mi rendo conto che non mi crede affatto. "O meglio, ci stiamo conoscendo di nuovo"
"Vi state frequentando ancora?" Domanda sempre più rapita dal discorso.
"Stiamo provando ad avere la normale relazione tra due conoscenti che in realtà non abbiamo mai avuto" Rispondo schiettamente cercando di chiudere questa discussione. Deve averlo notato, perché cambia argomento:"Com'è stato lavorare in un campo diverso dal solito?"
Ci penso.
"Sicuramente posso dire di aver fatto una nuova esperienza, e di questo ne sono felicissima ed enormemente grata verso chi me ne ha dato l'opportunità " Ammetto. "Ho cercato anche, per quanto possibile, di divertirmi, e ci sono riuscita. Girolamo Giordano è un grande regista. Super professionale, esattamente come il suo team, ma sa anche divertirsi e far divertire.
A turno, organizzavamo scherzetti nel backstage idioti, giusto per passare il tempo e ridere un po'. Ricordo quando abbiamo scambiato il cammion che avrebbe dovuto contenere gli abiti di scena con uno che doveva riempire un distributore automatico" Scoppio a ridere. "Poi sia il mio agente, che il costumista che era lì sono molto precisi, ordinati e impeccabili... Vi lascio immaginare!" Ride anche lei.
"Oh mio dio, sarà stato terribile per loro!"
"Già! Volevano fermare tutti i cammion delle aziende che passavano di lì! Quando poi li abbiamo tirati fuori... Non ti dico la faccia! Il mio agente, addirittura, è andato ad abbracciare lo stand degli appendiabiti!"Esclamo ridendo.
"No!" Scoppia a ridere. "Beh, l'hai fatto proprio preoccupare parecchio!"
"Almeno gli abbiamo insegnato che nella vita ci si deve anche prendere una pausa ogni tanto..." Termino con nonchalance guardandomi le unghie.
"Hai ragione, questo senza dubbio!"
"Parlando del vivo delle scene, se è questo che intendevi..." Mi arrendo prima che mi riporti lei sulla strada. "È stato tosto, devo ammetterlo.
Però ho avuto il mio migliore amico e il mio ex ragazzo sempre accanto, e sono stati loro la mia forza... Come sempre poi nella vita di tutti i giorni!" Sorrido.
"La parte più tosta come l'hai definita tu, qual è stata a tuo avviso?"
Ci penso. Penso a come iniziava, con lei chiusa nella sua cameretta.
"Credo sia stata quando Fabiana, il mio personaggio, era appena tornata a casa e si è chiusa nella sua stanza, ha lasciato cadere lo zaino e si è guardata intorno, osservando le fotografie appese sulla bacheca, che  ritraevano dei momenti felici con le persone che ama. Penso sia questa in primis perché il momento del confronto con il passato arriva sempre prima o poi, e sono sempre dolori se non stai bene adesso" Deglutisco. "Lei non stava bene, cercava di annullarsi e scomparire, credendo che nessuno l'amava. Il personaggio di Fabiana, per chi non l'avesse capito, è cresciuto in una famiglia con dei genitori... Non severi, ma seri. Troppo per una ragazzina così euberante e piena di vita come lei! Infatti, lei è affetta dal disturbo bipolare della personalità. Ha picchi di euforia seguiti da malinconia, tristezza e depressione, che però cerca di tenere nascosti, e li riserva solo al suo cuscino. Nessuno l'ha mai saputo, fino a quando non si è ammalata ed è stata costretta a seguire un percorso con una psicologa, che glie lo ha diagnosticato" Faccio una pausa, poi continuo. "Cambiando discorso, le foto che lei ha nella stanza sono vere, sono dei momenti che ho passato realmente io, Carola. Mi è stato chiesto di sceglierne alcune, così ho scelto il matrimonio dei miei genitori, una delle elementari, una delle medie, due con il mio ex in cui eravamo così felici, e una con il mio attuale migliore amico in cui facevao gli stupidi" Mi bagno le labbra, poi riprendo: "È stata dura ricordare quei momenti, specialmente quelli con il mio ex. Di conseguenza, anche le lacrime erano vere!" Sorrido imbarazzata, mentre lei continua a guardarmi. "Mi sono sentita di nuovo bloccata, ed è scoppiata la crisi liberatoria.
Mi aspettavo di rivivere qualcosa, ero preparata al dolore... Ma questo è stato un completo suicidio, che seguendo il filo narrativo si è poi trasformato in una grande rinascita personale" Ammetto ripensando alla fine, quando "Fabiana" ha finalmente chiesto aiuto e al centro l'hanno accolta con tanti fiocchetti lilla.
"Tu sembreresti stare meglio adesso. Motivi le persone e sembri davvero in forma!" Annuisce facendomi imbarazzare.
"Grazie!" Esclamo arrossendo.
"Qual è stato il pensiero che ti ha dato la forza necessaria a rimetterti in carreggiata e continuare?"
Rido al ricordo.
"In realtà...È una cosa buffa, e cattivella allo stesso tempo" Ammetto. "La cosa che più mi piace al mondo, oltre ad aiutare le persone, sono le foto.
All'epoca non avevo il numero di followers che ho oggi, quindi utilizzavo il blog esclusivamente come valvola di sfogo.
Andavo in giro e scattavo, per poi postare tutto ciò che catturava la mia attenzione con tanto di descrizione dettagliata con la motivazione.
Un bel giorno, il mio ex decise di fare un gioco. Io lo avrei voluto uccidere..." Sorrido e lei mi guarda un po' preoccupata. Continuo: "Mi aveva nascosto la macchina fotografica e disse che avrei potuto ricevere degli indizi splo ed esclusivamente se avessi seguito alla lettera la dieta che la mia nutrizionista aveva fatto per me senza sgarrare di un grammo" Respiro intensamente cercando le parole più adatte per esprimere il concetto <<lui mi ha salvata, ma non lo ammetterò mai perché in realtà glie l'ho concesso, quindi è stata una vittoria condivisa>>
"Quindi ho ricominciato a mangiare per amore della fotografia, sottrattami da una mente astuta come quella  di...Del mio ex" Dico infretta prima di pronunciare il suo nome.
"Per oggi le assicuro che questa è l'ultima domanda, non la tratterrò oltre..."Ride, anche se si capisce che ci è rimasta male perché non ho fatto il nome. Mi dispiace, "il mio ex" è mio.
"Se ripensa al suo passato... Come lo descriverebbe in una parola? E perché?"

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