Capitolo 9.

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Finalmente questa giornata di scuola è finita. (Mamma mia, sembrava infinita!)

In compenso, sembra che la sottoscritta abbia trovato una nuova amica! Che bello!

Stella sembra una ragazzina molto sensibile... E' vero, su Internet esistono anche i profili fasulli, però non penso che questo sia un caso di quelli... Sembra troppo vera, e troppo sofferta per essere inventata. 

Guardo l'orologio e segna le quattordici e ventidue.

<<Ehy, uscita da scuola?


Le mando. Mi piacerebbe incontrarla!

>>Da un'ora e mezza! :p

<<Wow!

Senti... Che ne diresti di incontrarci un giorno di questi?

Oppure anche fare una semplice videochiamata!

Ci stai?

Le propongo direttamente.

>>Ti ho fatto una così bella impressione? XD

Comunque mi vanno bene entrambe le cose... Decidi tu!

Risponde mezz'ora dopo.

Leggo mentre imbocco una forchettata di spaghetti cacio e pepe.

<<Videochiamata?

Entra online.

Visualizzato

Sta scrivendo...

>>Ci sto!
Va bene adesso?

<<Ehm... Se non ti da fastidio vedermi mangiare va bene ahahah

>>No, tranquilla ahaha

<<Ottimo allora!

Faccio partire la videochiamata.

E' una ragazzina con i capelli lunghi come i miei, castani scuri e ha gli occhi verdi.

"Ciao!" La saluto sorridendo.

"Ciao!" Esclama facendo lo stesso imbarazzata almeno quanto me. Indossa un felpone bianco.

"Che cosa stavi facendo?" Le domando.

"Oh mio dio non ci credo... Sono in videochiamata con te!" Continua a ridere. "Aspe, posso fare uno screen?"

"Certo!" Sorrido mettendomi in posa con la forchetta ben in vista prima di mandare giù.

"Comunque scusami..." Sorride. "Stavo ascoltando la musica"

Mando giù in fretta.

"Che genere ascolti?"

"Rap. Amo Emis Killa... E' il mio fidanzato segreto" Ride.

"Bella scelta!" Annuisco. "Il mio non era un cantante, ma un attore... Però ero ancora più piccola di te"

"Chi era?" Si sporge incuriosita, guardandomi con quegli occhioni grandi.

"Se ti dicessi... Io e Te..."

"Tre Metri Sopra Il Cielo! Oddio Riccardo Scamarcio!" Scoppia a ridere. "Da quanto tempo che non vedo quel film..."

"Sì?" La guardo stupita. "Cioè, piace ance a te?" 

"Sono molto romantica sotto sotto..."

"E io molto gelosa... Anche sopra sopra" Scherzo.

"Per fortuna che non sei la sua ragazza allora!" Scoppia a ridere nuovamente.

"Ah grazie!" Esclamo sorpresa e divertita.

"Senti, come stai? Davvero" Chiedo poi. "Oggi com'è andata?"

"Stella Cadente... Rischia di cadere sul serio tra poco!" Sorride amareggiata.

"Stella Splendente, invece, sa che mentre cade sprigionerà una luce così intensa che verrà vista da miliardi di persone, che l'ammireranno nella speranza di poterla vedere una volta cresciuta e tornata in perfetta forma" Le sorrido.

"Perché hai così tanta fiducia in noi?" Domanda a bruciapelo.

"Perché so cosa significa non averne in me... Ma so anche che passa tutto. E so bene anche che sembra la solita frase, ma ricorda questo: passa tutto, passa anche l'Inferno. Tu intanto sforzati di oltrepassarlo a testa alta, che hai tutti gli elementi per farlo"

Abbassa la testa.

"Sono sincera, lo sai?" La guardo cercando di attirare la sua attenzione, e così lei fa capitolare i suoi occhi nei miei.

Annuisce.

"Ti vorrei abbracciare..." Sussurra.

"Anche io tesoro, non sai quanto! Un giorno lo faremo. Tu intanto non preoccuparti di nulla se non di studiare, chiaro?

Anche le materie più noiose servono... A proposito, se vuoi sono qui!" Si illumina.

"Cioè... Vorresti farmi da insegnante privata?" Mi guarda incredula.

"Le modelle non hanno solo un bel visino!" Le faccio l'occhiolino.

"Io... Davvero, non saprei seriamente come sdebitarmi poi..." Si passa le mani tra i capelli, scoprendo una cicatrice sull'avambraccio.

Forse qualcosa ci sarebbe...

"Con una promessa"  

Mi guarda. Guarda la parte scoperta e capisce.

"Io..."

"Vuoi una mano? E' quella che ti sto offrendo... Prendere o lasciare..." La provoco.

"Sii più esplicita" Ci prova.

"Buttale via, tutte. Sai di cosa parlo"

Abbassa la testa.

"Gli artigli del gatto" Sorride ironica.

"Gli artigli del gatto..." Ripeto. "Vanno tagliati, loro. Perché fanno male senza un motivo, e poi restano le cicatrici... E quelle per davvero non se ne vanno. Ti servirà di lezione, per capire che non potrai permetterti di tornare indietro, però al momento non lo capisci... Perché?" La guardo dritta negli occhi.

Si ritrae.

"Sono troppo diretta, perdonami" Sorrido imbarazzatissima.

"Figurati, fai bene invece..." Rimanda una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Non lo voglio capire perché poi non so a chi altri addossare le colpe di ciò che sta succedendo"

"Nessuno ha colpe. Le cose accadono tesoro..."

"No, tutto ha un motivo..." Si passa nervosamente le mani nei capelli.

"No" Ripeto. "Tutto ha un equilibrio. Il ché significa che in futuro, non appena capirai come uscire da questo brutto periodo, ne passerai uno bello che durerà quando quello tremendo"

"Non so se ci credo, eh?" Accenna a un altro sorriso guardando in basso.

"La luce in fondo al tunnel c'è sempre, e la vedrai proprio quando smetterai di crederci. Tu comportati bene con te stessa e con gli altri, vedrai che arriva... Non ci credevo nemmeno io, figurati!" Alzo le spalle. "La sai la mia storia, no?"

Annuisce. 

"Ho letto qualche intervista in giro su Internet..." Alza le spalle fingendo di fare la vaga.

"...E fu così che si scoprì la mia più grande stalker..." La prendo in giro. Ridiamo. 

"Mi sento bene adesso, sai?" Dice dopo qualche istante di silenzio.

"Sono contenta!" Sorrido. "E com'è?" 

"Strano!" Si imbarazza. "Perché non mi sento giudicata come avviene sempre..." Fa una pausa. "Ed è bello, eh? Meraviglioso. L'ho sempre desiderato... "

"E non credi che sia la realtà" Scoppio a ridere. "Mi ricordo la sensazione..." Abbasso la testa. 

"Non so se dirti mi dispiace o sono contenta! " Esclama scoppiando a ridere.

Le risate nervose incontrollabili...

"Nel dubbio, grazie per entrambi!" Rido anch'io.

Ridiamo.

Passiamo gran parte della chiamata a ridere, sì. E' giusto che si sfoghi un po'.  

Abbasso la testa.

"C'è stato un momento della mia vita in cui mi sono sentita persa" Inizio. "E sola. Credevo di aver perso tutto, e ho pensato che il problema fossi io" La guardo negli occhi. "Per tanti motivi, ma diedi la colpa al fatto che ero grassa, che a quindici anni pesavo... Cinquantadue chili. Poi non sono tutta questa grande altezza, quindi capirai..."  Sorrido. "Sognavo la favola, e mi sono ritrovata a vivere il peggior incubo di tutta la mia vita, dal quale dovevo risvegliarmi. Non pensai di chiedere aiuto credendo erroneamente che non mi avrebbero capita, quindi cercai di di fare da sola...  Il risultato? Mi ritrovai in un letto di ospedale con la flebo attaccata a entrambe le braccia, e la testa che girava in continuazione! Non penso tu voglia lo stesso..."  La guardo da sotto le ciglia, e lei si intimorisce, ma dopo poco scuote il capo.

"E allora reagisci!" Esclamo. "E' più facile di quanto pensi, sai?" Sorrido bevendo un sorso d'acqua. "Basta mettersi di fronte allo specchio e dire: questa sono io! Ripartiamo da me!" Poso il bicchiere sotto i suoi occhi pietrificati. "Fidati, è più facile di quanto sembri... E sono certa che al momento giusto ce la farai" 

"Hai imparato anche che non bisogna forzarsi?" Mi guarda ridendo.

Annuisco.

"Esattamente!" Mangio un'altra forchettata. "Ma soprattutto... Ho imparato quanto è buono il cibo! Mmh..." Gusto le mie ultime forchettate di pasta. 

"E'..."

"Cacio e pepe" Rispondo.

"Un piatto da quasi seicento calorie stavo per dire" Si morde il labbro.

"Le vale tutte, credimi! E' così buono il suo gusto..." La provoco.

Mi guarda sempre più incuriosita.

"Senti... Se chiedessi a mia mamma di cucinarmela dici che farei bene? Sarà da due anni che non la mangio!" Sorride.

"Faresti più che bene! E come hai fatto a vivere senza mangiarla?!" Esclamo per farla ridere.

Ci riesco.

Alza le spalle continuando a sorridere, poi guarda l'orologio.

"Io ora devo andare... "

"Non c'è problema, vai pure... Faremo lezione un'altra volta se vorrai!"

"Certamente!" Annuisce, poi mi saluta con la mano e chiude la chiamata. 

Lavo i piatti e scatto una foto alla tavola ancora imbandita (per modo di dire! C'è una stuoia storta con il bicchiere a metà e una bottiglietta schiacciata, la sedia spostata e un mandarino - per non farci mancare nulla! - ) poi la posto.

"Un pranzo così buono...  Grazie Dio (o ciò in cui credete) per aver inventato i sapori!

Mangiate, mangiate... Cresceremo grandi e forti come ci dicevano da piccoli! ;)

Il vostro piatto preferito?"

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