Cap. 2 - Discussione al bar.

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Quando finalmente il sole sorse, Midoriya si sentì esausto e ancora più turbato. Si preparò e uscì dalla sua stanza con un senso di pesantezza, poi, una volta varcata la soglia della scuola, corse verso l'aula senza perdere altro tempo. Tutti erano già seduti ai loro posti e senza un motivo sentì gli occhi di Todoroki su di lui. Non passò inosservato a Uraraka, che gli sedeva accanto.

«Midoriya, stai bene?», chiese preoccupata, notando il suo comportamento insolito.

Midoriya cercò di mantenere la calma, ma sentiva ancora il battito accelerato del cuore.

«S-sì, sto bene, Uraraka. È solo che... ieri l'allenamento è stato... intenso...».

Uraraka lo osservò con sospetto, «Ho visto, ed eri abbastanza distratto...».

Midoriya si passò una mano sulla fronte, cercando di scacciare i pensieri inquietanti che lo tormentavano, «Sì, è stato piuttosto faticoso, ma niente di cui preoccuparsi», disse, sorridendo.

Uraraka non sembrava completamente convinta, e nonostante decise di non insistere ulteriormente, continuò a gettare occhiate preoccupate verso di lui durante tutta la lezione. Midoriya intanto cercò di concentrarsi, ma le sue energie sembravano svanire rapidamente, e il suo pensiero tornava inevitabilmente ai dubbi e alle preoccupazioni che lo angosciavano.

Quando suonò il campanello per la fine della lezione, Midoriya si fermò davanti al suo armadietto, con il braccio teso verso l'interno e un libro saldo tra le mani. Todoroki, appena lo vide, gli si presentò dietro la schiena e toccò leggermente la spalla.

Midoriya si spaventò, «Ah! Chi è?!».

«Scusa se ti ho sorpreso», iniziò Todoroki con tono serio ma pacato, «Ma ricordi il messaggio che ti ho mandato? C'è qualcosa di cui dobbiamo discutere. Riguarda l'allenamento di ieri... e anche... quello che è successo dopo. Il bacio, intendo».

Il volto di Midoriya arrossì immediatamente, «E ne vuoi parlare qui? Forse è meglio altrove...».

«Giusto, hai ragione», confermò Todoroki, «Allora ti va di prendere qualcosa in un bar mentre ne discutiamo con calma?».

Midoriya annuì con la testa, dopodiché i due ragazzi si recarono al bar vicino alla scuola, un luogo tranquillo dove poter parlare senza interruzioni. Una volta entrati, si sistemarono a un tavolo in un angolo appartato. Midoriya ordinò un succo d'arancia, mentre Todoroki optò per un tè verde. Dopo aver preso le loro bevande, si sedettero, e il silenzio tra di loro dominò la scena.

Todoroki prese un sorso dal suo tè e guardò Midoriya con un'espressione pensierosa, «Allora, voglio solo chiarire che non voglio che tu ti senta a disagio. È stato un momento imprevisto per entrambi, e capisco che potrebbe essere stato confuso».

Dopo aver sorseggiato il suo succo, Midoriya finalmente riuscì a parlare, «È vero, è stato un momento davvero inaspettato, ma perché mi hai baciato? Dimmi il motivo».

Todoroki scrollò le spalle, «Non lo so, ti ho visto disattendo durante l'allenamento e quando ti ho bloccato al muro non lo so... mi piaceva vederti agitato, come lo sei sempre... così... carino».

Midoriya sbatté il bicchiere del suo succo ancora mezzo pieno sul tavolo provocando un rumore che fu un miscuglio tra un suono leggero e un frastuono silenzioso.

«Io?! C-carino??!», esclamò.

Todoroki notò la reazione sconvolta di Midoriya e si accigliò, realizzando che le sue parole avevano avuto un impatto più grande di quanto si aspettasse, «Sì, carino,» confermò, con un tono che cercava di essere rassicurante.

«Volevo dire che, vederti vulnerabile e agitato mi ha fatto pensare a quanto tu sia importante per me... scusami allora, non lo avevo previsto, ma in quel momento ho sentito un impulso che non riuscivo a controllare», aggiunse l'eroe coi occhi e capelli bicromati.

Midoriya, ancora scioccato, cercò di assorbire l'informazione, «Ma... ma io non avevo idea che tu mi vedessi in quel modo. Q-quindi io ti piaccio...? N-non capisco!».

Todoroki prese un altro sorso dal suo tè, poi si fermò a osservare Midoriya, «Non è una questione di "piacere". Ho detto che ti trovavo carino, mi spiego meglio: quando ti vedo, specialmente nei momenti di difficoltà o stress, mi ricordo di quanto tu sia determinato e umano, e questo mi colpisce profondamente».

«Tanto da baciarmi in quel modo?!», sbottò Midoriya.

Todoroki inclinò la testa, poi avvicinò il volto a quello di Midoriya, gli intrappolò il mento nella mano destra, fredda come l'inverno, e lo baciò di nuovo. Fortunatamente nessuno lo notò, a parte Midoriya che arrossì subito su tutta la faccia, ma ricambiò il bacio con un morso.

«Intendi così? In questo modo?», provocò Todoroki appena si allontanò.

Midoriya rimase paralizzato per un attimo, con il volto acceso e gli occhi sbarrati per lo stupore.

«W-wow...» riuscì a balbettare, cercando di recuperare il fiato e il controllo.

Todoroki lo guardò con uno sguardo serio e divertito, «Non volevo confonderti ulteriormente. Ma credo che, in un certo senso, mi sono lasciato guidare dall'impulso, come nel primo bacio. Solo che, questa volta, ho cercato di essere più sincero».

Midoriya si passò una mano tra i capelli, «E quindi, che cosa significa tutto questo? Perché continui a baciarmi? Non posso pensare che tu lo faccia solo per un impulso momentaneo».

Todoroki si appoggiò al tavolo, riflettendo. «Forse... forse ultimamente ho iniziato a rendermi conto che le mie emozioni verso di te vanno oltre l'amicizia? Mi piaci, non solo per come sei come eroe o compagno di classe, ma come persona».

«Io... non avevo mai pensato che...», rispose Midoriya, colto alla sprovvista.

Todoroki rise, «Ehi, non ti ho chiesto di sposarmi!».

Midoriya si sciolse leggermente alla battuta di Todoroki, nonostante il tumulto di emozioni che ancora lo attraversava, «Beh, sì... ma sentire queste parole all'improvviso per me è...».

«Lo so», interruppe Todoroki, «E poi non devi preoccuparti, so che ti piace Uraraka, e oggi a lezione l'ho vista con aria dubbiosa e anche poco gelosa. Le hai mai confessato i tuoi sentimenti per lei? So che vi piacete a vicenda, se la risposta è sì, non la prenderò a male, te lo prometto». 

Midoriya rimase sorpreso e si passò una mano tra i capelli, riflettendo su quanto appena sentito, «Non è così semplice», ammise, cercando le parole giuste, «Sì, mi piace Uraraka, ma come amica, non ho mai pensato di voler oltrepassare quel confine...».

«Davvero? Mi era sembrato ci fosse molto di più. Allora posso chiederti cosa hai provato quando ti ho baciato? Adesso e anche ieri?», domandò Todoroki.

Midoriya rimase per un momento in silenzio, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri, poi rispose, «È difficile da spiegare. Quando mi hai baciato ieri, ero scioccato e confuso. Non sapevo come reagire e sentivo una pressione interna che mi ha destabilizzato».

Todoroki ascoltò attentamente, il suo sguardo non lasciava nulla al caso, «E poco fa?».

Midoriya prese un respiro profondo, «Beh, dopo quello che è successo, mi sento ancora più confuso e forse... mi è piaciuto. La tua mano però era fredda e...», si fermò e finì di bere il suo succo in un sorso nervoso, «Le tue labbra sono così morbide e...».

Con uno scatto, Midoriya si avvicinò a Todoroki e gli diede un breve bacetto sulle labbra.

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