Cap. 39 - Vi ho beccati!!

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Arrivati al ristorante di sushi scelto da Bakugo, lui e Kirishima trovarono un posto tranquillo e accogliente, poi si sedettero al tavolo e iniziarono a ordinare.

«Vogliamo prendere una selezione abbondante?», disse Kirishima con entusiasmo, «Un po' di tutto? Nigiri, sashimi, rolls, e magari anche qualche piatto caldo?».

Bakugo annuì, mostrando un sorriso deciso, «Sì, facciamo il pieno. Prendiamo anche delle tempura e una buona porzione di edamame, proviamo questo sushi. E non dimenticare il wasabi, se vuoi che ti faccia vedere cosa significa "esplosivo"».

Il cameriere prese l'ordinazione e, poco dopo, il tavolo si riempì di piatti appetitosi. I due amici iniziarono a mangiare, godendosi ogni boccone e apprezzando la varietà del cibo.

Quando finirono di mangiare, si sentirono soddisfatti. Kirishima si appoggiò allo schienale della sedia e osservò Bakugo con uno sguardo riflessivo, «È stato davvero un ottimo pasto. Mi ha fatto bene staccare un po' dalla routine. E dimmi, vuoi ordinare la seconda comanda? O ti sei finalmente riempito il tuo stomaco senza fondo?».

Bakugo guardò il tavolo ora quasi vuoto, «Non credo di avere ancora fame, ma non è detto che non possa fare un altro giro. Il cibo qui è troppo buono per non approfittarne. Però, se non hai più fame, posso anche pensare di lasciarlo così».

Kirishima scosse la testa, divertito, «Direi, non ho mai mangiato così tanto in vita mia!».

Bakugo lo guardò, «Bene, è ora di pagare adesso».

I due i alzarono e si avviarono verso la cassa e Bakugo pagò il conto senza fare storie. Kirishima tentò di protestare, ma Bakugo non glielo permise, sistemando il pagamento con decisione.

Uscirono dal ristorante e, mentre si dirigevano verso i dormitori, l'atmosfera rimase serena.

Quando poi tornarono al dormitorio, trovarono Todoroki che li stava aspettando vicino alla porta d'ingresso, «Ah, vi ho beccati! Lo sapevo che voi uscivate insieme, e che altro?».

Bakugo, sorpreso, balzò dallo stupore, «E tu che ci fai qui?».

«Provare a me stesso che anche voi due avete una relazione. Ho aspettato, Bakugo, come hai fatto tu fuori dalla palestra il giorno in cui mi hai visto baciare... Deku».

Bakugo e Kirishima rimasero sbalorditi dalle parole di Todoroki. Bakugo fece un passo in avanti, cercando di mantenere la calma nonostante la sorpresa, «Cosa stai cercando di dire?».

Todoroki, con un'espressione seria, incrociò le braccia, «Semplicemente che, dopo quello che è successo tra di noi, volevo capire cosa stesse succedendo anche con voi. Vedo che ci sono delle dinamiche qui che non avevo considerato. Quindi, che altro mi volete dire?».

«Beh...», iniziò Kirishima, arrossendo, «Forse la vostra relazione ha fatto avvicinare anche noi».

Todoroki ridacchiò, «Curioso, divertente e anche frustante, soprattutto adesso che io e Deku ci siamo allontanati. È come se vedessi quel che è successo con lui, i baci, le notti passate insieme, e ora Uraraka è tra le sue braccia».

Bakugo sbuffò, «Va bene. Ti voglio dire un segreto su Deku, ma che rimanga tra noi tre».

«Non lo dirò a nessuno», rispose Todoroki.

«Ricordi quando giocammo a verità o sfida? La cotta di cui Deku parlava, era Uraraka. L'anno scorso mi confessò di essere poco interessato a lei come più di un'amica, ma poi dopo due settimane non me ne ha parlato più», spiegò il biondo.

Todoroki alzò un sopracciglio, cercando di elaborare le informazioni appena ricevute, «Quindi Deku ha sempre avuto una specie di interesse per Uraraka, ma non era mai del tutto sicuro?».

Kirishima, ancora leggermente arrossito dall'ammissione precedente, annuì lentamente. «Sì, sembrava quasi confuso all'inizio. Come se non sapesse come gestire i suoi sentimenti. Ma credo che Uraraka sia riuscita a farsi spazio nel suo cuore con il tempo».

Bakugo incrociò le braccia, scrutando Todoroki con uno sguardo più tagliente, «E tu? Come pensavi di gestire la cosa? Se Deku si è avvicinato a Uraraka, devi accettarlo. Sei ancora incastrato nella tua stessa testa, Todoroki».

Todoroki abbassò lo sguardo per un istante, prima di tornare a guardare Bakugo dritto negli occhi, «Forse hai ragione, Bakugo. Ma non posso fare a meno di pensare che se solo fossi stato più chiaro con lui, se avessi capito meglio i miei sentimenti prima... magari ora le cose sarebbero diverse».

«Non puoi cambiare il passato, Todoroki», rispose Kirishima con tono rassicurante, «Ma puoi fare qualcosa riguardo al futuro. Magari è tempo di parlarne seriamente con Midoriya? Che dici? Te lo stiamo dicendo da ieri...».

Todoroki sembrava riflettere sulle parole di Kirishima, poi annuì lentamente, «Devo trovare il coraggio... almeno per chiudere questa storia senza lasciare rancori».

Bakugo si rilassò leggermente, lo sguardo sempre vigile ma meno teso, «Fai quello che devi fare, ma sappi che non sarà facile. Se ti aspetti che tutto torni come prima, ti stai illudendo. Le persone cambiano».

Todoroki si voltò verso l'uscita del dormitorio, come se già stesse considerando di agire subito. «Grazie, ragazzi. Parlerò con Deku, anche se sarà difficile, ma devo farlo!».

Detto questo, si allontanò con un cenno di saluto, lasciando Bakugo e Kirishima da soli all'ingresso del dormitorio. Kirishima si avvicinò a Bakugo, osservando l'orizzonte che si stava tingendo di arancio con il tramonto.

«Pensi che Todoroki ce la farà?», chiese Kirishima, rompendo il silenzio.

Bakugo sbuffò, incrociando le braccia dietro la testa, «Non lo so. Todoroki è uno tosto, ma quando si tratta di sentimenti, sembra sempre incasinato. Vedremo...».

Kirishima sorrise, spostando lo sguardo su Bakugo, «Sai, è divertente come le cose cambiano, vero? Un anno fa non avrei mai immaginato che tu saresti stato così... aperto».

Bakugo si girò verso di lui, fingendo una smorfia di disappunto, «Non montarti la testa, testone. Sono solo più bravo a gestire la mia merda, tutto qui».

Kirishima rise, dandogli una leggera pacca sulla schiena, «Sì, certo, ma sai che è più di questo. E va bene così, Katsuki. Siamo cresciuti, ed è bello vedere che anche tu lo hai fatto».

Bakugo guardò Kirishima per un momento, «Sì, forse hai ragione».

I due restarono in silenzio, godendosi l'atmosfera tranquilla del tramonto, sapendo che, qualunque cosa accadesse, sarebbero sempre stati lì l'uno per l'altro.

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