Cap. 9 - Nella stanza di Izuku.

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Qualche minuto dopo, ci fu un bussare alla porta. Midoriya aprì con un'espressione tesa e non appena Todoroki mise piede nella stanza, Midoriya lo afferrò per il braccio e lo trascinò all'interno, chiudendo la porta dietro di sé.

«La doccia? Sei serio? Non potevi trovare un altro momento per fare una cosa del genere?».

Todoroki, visibilmente sorpreso, si lasciò trascinare sul letto senza opporre resistenza. «Calmati, Izuku. Non è successo nulla di grave», rispose con una calma disinvolta, cercando di prendere la situazione alla leggera.

Midoriya, con il volto teso e le mani tremanti, continuò, «Eravamo a un passo dal farci scoprire!».

«No, eravamo a punto di fare...».

Midoriya coprì la bocca di Todoroki, «Non... dirlo».

Todoroki si limitò a guardarlo con un'espressione divertita, «Va bene», mormorò con la voce soffocata sotto la mano di Midoriya, «Mi sono comportato in modo impulsivo, lo ammetto».

Midoriya, mentre rimuoveva lentamente la mano, cercò di recuperare il suo equilibrio emotivo, «Non puoi semplicemente agire così, Shoto. Dobbiamo essere più attenti. Stavamo rischiando di farci scoprire davanti a tutti».

«E non ti è piaciuta la mia visita sotto la doccia?», stuzzicò Todoroki.

«Shoto, non è il momento per scherzare», rispose Midoriya, colto di sorpresa.

«Ma davvero? Mi dici cosa hai provato quando mi hai... sentito dietro di te? Sotto l'acqua?», chiese Todoroki con tono più serio.

Midoriya abbassò lo sguardo, «Non è facile da spiegare... Sentirti così vicino... era come paura, ma anche desiderio. Mi sono sentito così vulnerabile e... attratto da te...».

Ci fu un momento di silenzio, poi Midoriya rise, «Inoltre, è stato improvviso, ma anche... divertente. Ti ho sentito attaccato a me in quel modo, volevo solo toccarti, Shoto...».

«Capisco, e forse volevi anche che facessi... un piccolo ingresso?», provocò Todoroki.

«SHOTOOOOO!», esplose Midoriya, col volto rosso che cercava di coprire con le mani.

Todoroki rise, divertito, «Ok, ok, basta così. Non volevo davvero metterti in imbarazzo. Solo un po' di scherzo per alleggerire la situazione».

«Non basta, Shoto, non basta!», lamentò Midoriya.

«E forse sì... lo volevo...», ammise dopo un veloce silenzio.

Todoroki sorrise, «Lo sapevo».

Poi, senza preavviso, Todoroki avvicinò le sue labbra a quelle di Midoriya. Il bacio inizialmente dolce e leggero si trasformò presto in un'intensa espressione di passione. Le mani di Todoroki si posarono sul suo viso, mentre quest'ultimo rispose con fervore, stringendogli il collo.

Dopo il bacio, Todoroki, con un respiro affannoso, disse, «Ora hai cominciato tu».

«Sì, perché voglio e lo faccio. Sento le tue mani fredde e calde su di me, il sapore delle tue labbra...», rispose Midoriya, ansimando e con le labbra che sfioravano le altre.

Todoroki, con voce rotta dal desiderio, sussurrò, «Le mie metà... come voleva mio padre...».

«Non ci pensare», replicò Midoriya.

Il momento si fece più intimo, e quando i loro corpi si avvicinarono e le mani di Todoroki iniziarono a spogliare Midoriya della maglietta, costui lo fermò, «Ehi, ma non esageriamo».

«Perdonami», si scusò Todoroki.

Midoriya cominciò a ridere, «Kacchan ha ragione, siamo sempre stati pieni di problemi, noi due».

Todoroki si fermò, imbarazzato, «Forse sì, a volte ci lasciamo trasportare dalle emozioni».

Midoriya, ancora sorridendo, fece un gesto rassicurante, «Non è un problema, Shoto. È solo che dobbiamo ricordare di andare al nostro ritmo e di non forzare nulla».

Todoroki si avvicinò di nuovo, costringendo Midoriya a fare un passo indietro, e continuò ad avanzare finché Midoriya non si trovò con la schiena contro la parete, bloccato dalla sua presenza imponente, «Ti piace proprio inchiodarmi al muro?».

«Sì, Izuku,» rispose Todoroki.

Midoriya arrossì intensamente, «Ancora col mio nome! Mi chiami per nome!».

«Certo, ormai la nostra confidenza fa sì che io ti chiami così, perché?», chiese Todoroki, inclinando leggermente la testa.

«Perché mi innervosisce ancora», ammise Midoriya, il volto rosso e lo sguardo abbassato.

Todoroki rise piano, «Non ci credo, siamo migliori amici» disse, avvicinandosi ancora di più e posando una mano accanto alla testa di Midoriya.

«Ora non siamo più... siamo più che migliori amici...», borbottò Midoriya.

«Dai, ammettilo, ti piace quando ti chiamo per nome, Izuku.»

«Forse un po'...», balbettò Midoriya.

«Lo sapevo», disse Todoroki, con un sorriso soddisfatto, mentre i loro volti erano a pochi centimetri di distanza. Improvvisamente, prese le mani di Midoriya e le mise sui suoi fianchi, avvicinandosi ancora di più.

«Vedi? Ti ho solo baciato due giorni fa e siamo qui... a discutere di una voglia reciproca di fare... quella cosa nella doccia. Allora anche io ti sono sempre piaciuto? Oppure il bacio ha svegliato qualcosa in te?».

«Oppure la tua per me è solo semplice attrazione?», domandò Midoriya, incerto.

Todoroki lo guardò intensamente, «Non è solo attrazione, Izuku. È qualcosa di più profondo. Non ho mai sentito questo per nessuno prima d'ora.

Improvvisamente, sentirono bussare alla porta. Entrambi sobbalzarono, separandosi in fretta. 

«Deku! Todoroki! Smettetela di fare casino! Voglio dormire!», urlò Bakugo dall'altra parte della porta. Midoriya allora fece cenno a Todoroki di stare zitto e si avvicinò, aprendo solo una fessura. «Kacchan, calmati. Todoroki non è qui», disse, cercando di sembrare convincente.

Bakugo sbuffò, il suo sguardo era sospettoso, «Non ci credo nemmeno per un secondo. Apri completamente la porta».

Midoriya si sforzò di mantenere la calma, «Sul serio, Kacchan. Stavo solo sistemando alcune cose prima di andare a letto».

Bakugo incrociò le braccia sul petto, non convinto, «Smettila di mentire, Deku. So che è qui. Cosa state combinando?».

«Stavamo solo parlando di alcune strategie per l'allenamento di domani. Niente di più».

Bakugo alzò un sopracciglio, «Allora non ti dispiacerà se do un'occhiata».

Sentendo il pericolo imminente, Midoriya allungò una mano verso Todoroki e lo spinse, nascosto dietro la porta, «Kacchan, non c'è bisogno. Vai a dormire, ok?».

Bakugo fece un passo avanti, forzando un po' la porta, «Deku...».

«Ok, va bene!», esclamò infine Midoriya, alzando le mani in segno di resa, «Shoto è qui, ma stavamo solo parlando, davvero».

Bakugo sbuffò ancora una volta, «Parlando, eh? Fai in modo che sia vero, o domani ti farò pentire di avermi mentito».

Midoriya annuì rapidamente, «Capito, capito. Ora vai a dormire, Kacchan».

Bakugo fece un ultimo sguardo sospettoso prima di allontanarsi. Midoriya chiuse la porta con un sospiro di sollievo e si voltò verso Todoroki, che lo guardava con un sorriso divertito.

«Sei un pessimo bugiardo, Izuku,» disse Todoroki, trattenendo una risata.

«Lo so, lo so, ma almeno siamo riusciti a non farci scoprire... per ora», rispose Midoriya, ridendo.

«Ora va', muoviti!» disse ancora, spingendolo, ma Todoroki fece un passo indietro veloce, avvicinandosi di nuovo per dargli un bacio a stampo, «Buonanotte, Izuku».

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