Tra il Cielo e il Mare

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«Ci siamo persi in un bicchiere d'acqua

e poi ci siamo ritrovati in mare»

La Banalità del Mare - Pinguini Tattici Nucleari

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La Croce di Malta¹ era caduta tra il cielo e il mare.

Era caduta dietro all'orizzonte, sotto al manto rosso di una coperta di nuvole. Una parete tinta di sangue e oro, che colava via dal firmamento e dipingeva i contorni di un pezzo di terra quieta e solenne.

Malta non era mai stata così silenziosa come quel giorno.

Nicolò si raccolse i capelli lunghi in una frettolosa coda bassa, e Joe gli sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ammirando nei suoi occhi chiari le luci del tramonto che si confondevano col celeste di quelle iridi immortali. Sue, solo sue, di nessun altro. Le guardava e si immergeva in mondi lontani, in passati ormai andati e in futuri ancora incerti, ma che era certo avrebbero speso insieme.

«Tutto muore», diceva Nicky, qualche volta, soprattutto quando la luna spariva dietro alle montagne e prometteva di tornare a splendere il giorno seguente. Non era una certezza, ma più una speranza e, anche quell'amore che li scaldava nella pancia e nel cuore, era tale. Il tempo non aveva mutato quelle vibrazioni nella schiena nemmeno una volta. Non le aveva mai fermate, semmai intensificate. Le aveva rese elettriche, sempre più avvolgenti e sconosciute.

Lo amava così tanto che a volte si chiedeva se, un giorno, sarebbe stato proprio quell'amore ad ucciderli.

La collina sulla quale si erano adagiati sembrava un tappeto nero di velluto, da quando il sole era sparito e aveva ceduto il passo alla grande e immensa ombra della notte, eppure quella luna, gigante e luminosa, disegnava il profilo di Nicolò e accentuava quel sorriso leggero, capace di strappargli via l'anima. Joe si perdeva a contare i frammenti spezzati che volavano via dalla propria pelle, ogni volta che erano così vicini da assuefarsi del suo profumo di mare.

«Hayeti²», lo chiamò Nicolò; un filo di voce a sovrastare il rumore del dolore. Della morte. Della vita. Catturò tutta la sua attenzione nelle mani che gli strinse; disteso su quel prato, con una coperta di buchi di luce che chiamavano stelle. «Ci vuole tutta la vita per imparare a morire.»

«E se non lo faremo mai, omri³?», disse, ed era un interrogativo di cui sapeva già la risposta. Nicolò alzò gli occhi verso il cielo e posò la mano libera sul proprio petto, all'altezza del cuore. A Joe parve volesse sentirne ogni battito, con la speranza che questi non cessassero mai di cantare.

«Tutto muore, amore», intervenne. Non lo guardava mai, quando lo diceva, solo per paura di spezzare qualcosa. Era così, Joe sapeva che era così, perché in qualche modo era il suo stesso timore. «La vita è un battito incantevole, ma unico.»

«Da cui noi torniamo sempre.»

«Non ce ne andiamo mai davvero.»

Joe si avvicinò di più a lui. Si sdraiò sulla pancia e puntellò i gomiti sull'erba bagnata e fresca, che a ogni folata di vento cantava l'amore, ma invidioso del loro. Una condanna, quel privilegio... bersaglio delle ire di chi non capiva e delle malelingue di chi non li accettava. Sarebbe venuto il giorno in cui un bacio scambiato tra la folla gremita non avrebbe destato il livore dei mortali. Un giorno che pareva lontano, ma avrebbe avuto i suoi natali. Magari in Italia, nella terra romantica da cui veniva il suo amore. Magari altrove, dove la gente non aveva pregiudizi. Magari proprio lì, a Malta, ora ostaggio inerme di stranieri pretenziosi.

«E se ce ne andremo davvero?», chiese Joe, chino sul viso niveo del suo unico amante. Ostaggio come Malta, ma di occhi colore del ghiaccio.

Nicolò tornò a guardarlo. Gli carezzò la punta del naso col suo, poi sbuffò via una risata e riemerse dal mare dell'oblio. Rassicurante, come ogni volta, il ritorno nella sua anima.

«Lo faremo insieme e anche altrove ci terremo per mano.»

Joe rispose al sorriso, macchiato del peccato di odiare quella prospettiva. Alla terra che li ospitava da troppi anni – forse non abbastanza, gli era grato. Temeva l'ignoto e il buio della vera morte, perché quando qualcosa li uccideva, Joe non ricordava cosa vedeva al di là. Era nero, vuoto, l'oblio e l'assenza di tutto. L'assenza di Nicky. L'assenza di loro.

Rabbrividì quando il vento si alzò più forte e gli carezzò la pelle nuda delle braccia, ma trovò calore in un bacio che, come ogni volta, aveva il sapore del primo amore. Nicolò era il primo, e sarebbe stato l'ultimo. Questa era l'unica certezza che aveva e che gli dava il coraggio di aver paura del dopo. Valeva la pena vivere per un obiettivo; l'immortalità gliene aveva dato uno solo, e lo teneva sotto di sé come il tesoro più prezioso del mondo.

«Domani il mondo cambia ancora», sentenziò Joe, quando a malincuore si divise da quel contatto incantevole e Nicolò annuì debolmente. Fu certo che, qualunque cosa fosse accaduta, loro non avrebbero perso ciò che avevano trovato. E se lo impresse nella carne, mentre diventavano un solo corpo e una sola anima, su quel letto di erba e fiori selvatici.

La libertà era a un palmo dal mare. Il sole sarebbe sorto su Malta, e l'avrebbe resa luminosa e prosperosa ancora una volta. E i due amanti – i due immortali, avrebbero preso parte a quella rivolta⁵, pronti a difendersi a vicenda a spada tratta e, seppur benedetti dalla vita eterna, nessuno dei due avrebbe permesso a nessuno di dividerli, anche solo per un istante, privandoli della vita che gli veniva restituita ogni volta, nella speranza che non fosse mai l'ultima.

Tutto muore, diceva sempre Nicolò.

Ma la speranza non muore mai, rispondeva sempre Joe e, di questo, era convinto nel profondo della sua anima: la cosa più mortale che possedeva e, insieme a Nicolò, la più preziosa.


Fine


¹ Napoleone ha il compito di conquistare l'Egitto e di occupare Malta durante quella campagna militare, cosa che avvenne nel 1798, ponendo fine a quasi 300 anni di governo della Croce di Malta.

² «mia esistenza» in arabo

³ «vita mia» in arabo

⁴ Ho presupposto che stiano parlando in inglese e che ora, Nicky, abbia usato solo la parola amore in italiano. (E SONO CERTA CHE NICKY CHIAMI JOE "AMO'" COME NELLA MIGLIORE TRADIZIONE ROMANESCA.

⁵ Il governo francese su Malta durò però solamente due anni, perché i maltesi si ribellarono, con un assedio della città di Valletta che terminò con la liberazione dei francesi da parte degli inglesi.

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