Io credo nei miracoli

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:- respiri profondamente, brava, così, regina Historia, così!- mi sfuggì un acuto grido di dolore mentre un'altra stilettata mi attraversava il corpo, ero sdraiata, madida di sudore, su quel cazzo di lettino d'ospedale, circondata da dottori ed infermiere; le loro espressioni pallide e contrite mi davano sui nervi, da più di sei ore, le pareti biancastre mi ferivano gli occhi, mentre il mio cervello iniziava ad andarsene per conto suo, troppo stordito per restare con me
:- Y-Ymir... dove sei Ymir...?- singhiozzai debolmente, i miei occhi lacrimavano, poi, ad un certo punto, il paesaggio davanti ad essi venne sostituito.
___

Il biancore delle pareti fu presto sostituito da un intenso blu notte, punteggiato di bianco; le cicale frinivano in quella calda notte di mezza estate, l'erba frusciava nei dintorni del campo di addestramento reclute, capitava spesso in quel periodo che io ed Ymir sgattaiolassimo fuori dal dormitorio delle ragazze, lei diceva che era per prendere aria e non sentire Sasha russare, ma spesso mi dava l'impressione di voler solo passare del tempo da sole
:- senti, Christa.. tu credi nei miracoli?- mi aveva chiesto quella sera, la schiena distesa sul legno del tetto, le braccia incrociate dietro alla nuca e lo sguardo rivolto verso l'alto; il suo sguardo era assorto; come quando dopo essersi svegliati da un incubo se ne prende la consapevolezza.
:- uhm... non so, dovrei?- chiesi, in effetti non capivo il motivo di quella parola... "miracolo"... non ne conoscevo il vero significato, mia madre mi aveva insegnato che non esistevano, anzi, solo le maledizioni, come me, si avveravano.

Ymir mi guardò, uno sguardo che sembrava dirmi che il miracolo ero io; sorrisi istintivamente.

:- secondo me sì, ed alcuni grossi credo di averli anche vissuti; anche se... potrei dire che in se... tutto è un miracolo, lo sono io, lo sei tu...- storse il naso- e lo è anche quel cretino di Connie- cercai di non ridere, lei e Connie erano soliti lanciarsi sempre frecciatine di vario tipo; ma quasi sempre bonarie da parte della prima.
:- anche questo è un miracolo- si alzò sui gomiti e, senza darmi il tempo di reagire mi schioccò un bacio sulle labbra; un bacio molto delicato, tanto dolce che da lei non ci e lo sarebbe mai aspettato; per noi era diventata ormai routine darci almeno un bacio la notte; quando non ci vedevano ed eravamo solo noi a giudicare le nostre azioni; il mio viso divenne paonazzo...
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Perché proprio ora mi tornava in mente un momento simile?

Di altri mille giorni.
Di altre mille notti.
Di altri miliardi di momenti.

Proprio ciò che per me era più doloroso, anche quando aveva avuto la stupida trovata si dirmi "ehi! Se morirò prima di sposarti allora voglio diventare tua figlia!" Anche quello mi faceva un male cane.

Lanciai un altro urlo; era buffo: nell'apice del mio dolore fisico raggiungevo anche l'apice del mio dolore emotivo.

Così, mentre gridavo, piangevo ed urlavo in preda alle fitte di dolore che mi causava spingere, come mi incitavano a fare i medici, mi lasciai andare a quel vortice di ricordi, tanto probabilmente sarei morta lo stesso a quel punto, rividi Ymir:

Ymir che rideva
Ymir che parlava
Ymir che litigava con Connie
Ymir che mi chiedeva se credevo nei miracoli
Ymir che mi chiedeva di vivere la mia vita a pieno
Ymir che mi baciava
Ymir
Ymir
Ymir

Ymir...

E rividi anche molti degli amici che avevo perso:
Marco, Jean, Mina, Sasha, il generale Erwin, Berthold...

Con un ultimo grido sentii anche un'altro pianto, più acuto rispetto al mio
:- ed eccola qui! Una femminuccia in piena salute!- boccheggiai per qualche secondo prima di parlare
:- fatemela... vedere...- me la diedero poco dopo, pulita ed avvolta in una coperta calda, sussultai nel vederla: quella pelle olivastra, i capelli scuri, il taglio degli occhi...

Ymir, tu mi avevi chiesto se credessi nei miracoli...

:- come vuole chiamarla?- beh, da lì cominciai a crederci

:- Ymir...- perché sei tornata indietro, di testa tua come sempre, ma hai fatto proprio come avevi detto... piansi.

Piansi di gioia mista a malinconia, stringendo quel fagotto urlante

:- Ymir...- tirai su con il naso
:- io credo nei miracoli-

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