Capitolo 23 "Ritrovarsi per perdersi di nuovo"

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TYLER

Sono due giorni che Veronica è sparita e non si sa nulla di lei. La polizia non l'ha ancora trovata. Hanno provato a localizzare il suo telefono ma è rimasto nell'appartamento di Michael.

Sto impazzendo, non dormo la notte, e quando chiudo occhio faccio incubi su di lei.

Ho sbagliato a trattarla cosi, ho sbagliato a ferirla in quel modo. Avrei dovuto starle vicino così da poterla proteggere, invece sono stato un coglione e ora lei è nei guai per causa mia. Se dovesse succederle qualcosa non me lo perdonerei mai.

Ad un tratto il telefono squilla. Rispondo pensando fossero i poliziotti, ma chi mi parla dall'altro capo del telefono so benissimo chi è.

<<Te l'avevo detto che ci saremmo risentiti. Sai è stato più facile del previsto trovarla. Quel coglione del tuo amico l'ha lasciata a casa sua da sola. È davvero molto bella Tyler quasi quasi invece che ucciderla potrei portarla a Cuba con me. >> dice ridendo

<<É una cosa tra me e te, lei non c'entra nulla. Lasciala andare. >>

<<Sarebbe troppo facile per te così, mi dispiace per lei, ma chi ti ama ne paga le conseguenze. Ti avevo avvisato anni fa. >>

<<Voglio vederla, dimmi dov'è >>

<<Non ancora, la terrò qui con me ancora per un po', ha un bel caratterino ed è divertente vedere come si dimena quando la picchi >> dice chiudendo la telefonata.

Tiro un pugno sul tavolo ferendomi la mano. Se continua così impazzirò.

JOHN

Ho spiegato in azienda la situazione pericolosa in cui Veronica si trova. Ovviamente dovevo giustificare la sua assenza.

Entro in ufficio controllando per la 20esima volta il telefono, nessuna chiamata.

Ad un tratto però vedo il display illuminarsi.

<< Il signor Santos ha ricevuto una chiamata sospetta, era come pensavamo. L'abbiamo localizzata, stiamo andando sul posto. Ci raggiunga in centrale. >>

Chiamo la segretaria e libero l'agenda di oggi. Corro in centrale e quando arrivo Tyler e Michael sono già dentro un'auto della polizia. Salgo anche io mettendomi davanti.

<<Signori per favore, non agite in modo irresponsabile. State in macchina fino al nostro cenno poi potrete prendervi cura della ragazza. Intesi? >>

Annuiamo tutti e 3.

Arriviamo davanti ad un capannone abbandonato in piena campagna. Era l'unico stabilimento nel raggio di 20 km, un ottimo posto dove nascondere qualcuno.

La polizia circonda lo stabile, sfondano la porta. Passa qualche minuto, ma sono sembrati anni, ed escono con 6 uomini in manette.

Fanno cenno di andare e io mi metto a correre verso Veronica.

La abbraccio. Ha un'aria distrutta. Il suo viso è pieno lividi e qualche graffio, ha i polsi segnati da lividi viola, evidentemente dati dalle corde che la stringevano. È pallida, sembra che non mangi e non beva da molto.

Tyler mi strappa Veronica dalle braccia, come se le appartenesse e questo gesto mi ferisce come una coltellata. Vorrei fosse mia.

VERONICA

Tyler mi stringe a sé ma io lo respingo. Mi guarda confuso, quasi terrorizzato.

<<Stammi lontano >>

<<Veronica non farmi questo, per favore. Perdonami per ciò che ti ho detto. Perdonami per ciò che è successo, se avessi saputo che saresti stata in pericolo non avrei mai permesso che accadesse. >>

Sto per rispondere quando un poliziotto mi accompagna in macchina e mi porta in centrale.

Racconto tutto ciò che si e ricordo dell'accaduto. Firmata la deposizione, mi raccomanda di farmi controllare in ospedale e poi riposare.

<<Vieni andiamo a casa >> mi dice Tyler cingendomi le spalle.

<<Con te non ci vengo>> dico uscendo dalla centrale.

<<Perché fai così. Per favore so che non è stato facile quello che hai passato in questi giorni. Ma devi credermi. Non era mia intenzione. Sono impazzito al pensiero di te in pericolo. Non sapevo dov'eri, non sapevo chi ti avesse rapita. Ti prego. Torniamo a casa. Mi prenderò cura di te >>

<<Non credi di averla messa già abbastanza in pericolo? Averti intorno non le ha fatto bene e sicuramente non le farà bene in futuro. >> dice John puntando un dito contro Tyler.

<<Veronica, puoi stare a casa mia tutto il tempo necessario se preferisci non andare a casa con lui >>

<<Cosa fai ne approfitti della situazione per provarci con lei? Credi che lei sia così facile eh? Ti sbagli. >> dice Tyler rosso in faccia.

<< Anche se fosse quello il mio intento sarà lei a decidere con chi vivere e con chi stare. È una persona adulta non una bambina >> mi dice mentre mi accarezza il viso.

In un secondo Tyler avanza verso John gli sferra un pugno e John indietreggia.

Quella scena mi ha riportato in mente i momenti in cui mio padre faceva così con me. Pensare che Tyler possa fare lo stesso con me, mi fa salire un pesantore alla testa e una nausea incredibile.

<<BASTA!! >>

<<Tyler, io con questa merda non ci voglio avere niente a che fare. Non voglio stare con una persona violenta che mi fa rischiare la vita ogni giorno per le cose che combina.>>

<<Sai che non è cosi, sai che sono cambiato. Lo hai visto. E non ti torcerei mezzo capello. >>

Entrambi mi guardano come per aspettare una risposta. Mi sento come in un bosco, dove mi ritrovo davanti due sentieri. Uno con una luce e l'altro senza.

Decido per una volta di seguire la testa e di essere egoista.

<<John vengo volentieri da te, fino a che non troverò una sistemazione adeguata. >> dico incamminandomi verso la macchina di John

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