Capitolo 5 Un bacio e mezzo

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Dopo la storia del fagiano, la Tyler era stata piuttosto fredda e professionale con Clint.

Lui non aveva affrontato l'argomento né con l'interessata né con Stark e Banner, incontrati in diverse occasioni lavorative e durante un'apericena organizzata da Steve.

Adesso che si ritrovava al tavolo della mensa con sua figlia, il volto gonfio dal pianto e un bernoccolo sulla fronte, si augurò che la donna gli venisse in soccorso.

Prima del pranzo aveva notato che qualcosa non andasse e aveva chiesto alla ragazzina cosa fosse accaduto; ai suoi dinieghi le aveva gridato contro, come al solito, e lei si era chiusa in bagno in preda alla disperazione.

Cosicché, non potendo accedervi, si era piazzato fuori dalle toilette femminili, in attesa.

Passata più di mezz'ora e stava ancora lì.

Johnny, invece, non si era perso d'animo; aveva avuto la geniale pensata di chiamare il Vice Direttore che si era precipitata e Kelly - tempo due secondi - era uscita. Pur se in condizioni disastrose e muta come un pesce, si era convinta a entrare in sala mensa e sedersi con loro.

'Che succede?' suo padre era insistente e fece l'ennesima richiesta.

La ragazzina non rispose.

La Tyler provò a placare il Falco, mettendogli una mano sull'avambraccio. Già sapeva tutto della vicenda occorsa all'arciera 'Mi ha avvisato il Direttore Stark. Stamattina hai fatto a botte con un'altra recluta durante l'intervallo delle lezioni!'.

'Cosaaaaa?' strillò Barton.

'Clint, per piacere! Non interrompermi! L'altra ragazza ha dato la sua versione, ora vorrei sentire la tua. Visto che l'hai stesa...' rise per sdrammatizzare.

'Non è stata colpa di Kelly. Quella stronza l'ha provocata' il rosso la difese e Rafflesia lo squadrò. Le parolacce no, le tollerava poco; il giovane si contenne, continuando 'Scusami! La prende in giro continuamente, oggi ha esagerato. Volevo suonargliele!' concluse, protettivo.

'Picchiarsi non è mai una soluzione. Il motivo?' La mora approfondì.

Kelly era bianca come un lenzuolo 'Mi dice che sono una pezzente, che i miei vestiti fanno schifo, che li compro al mercatino dell'usato...' guardò suo padre, mortificata e quello arrossì coi pugni stretti. Era la verità, purtroppo con poche risorse doveva fare delle scelte e l'abbigliamento non era prioritario.

'Nella vita esistono cose più importanti dei jeans e delle scarpe. Ci parlerò io, con questi soggetti o coi loro genitori superficiali. Tira fuori il nome!' minacciò.

'No, per favore. Rafflesia, aiutami!' la pregò.

'Lasciamo che se la vedano le ragazze. Sai, Kelly, una sola cosa mi viene in mente. Poiché non poteva deriderti per l'aspetto fisico o il tuo grande talento ha trovato un appiglio. Si tratta di una sua debolezza di carattere, di senso di inferiorità nei tuoi confronti. Nella vita ti capiterà spesso e dovrai difenderti, prepararti!'.

Era vero, realizzò Clint. La sua dirimpettaia era stata arguta ed efficace, come al solito.

'Ha ragione, è importante il contenuto, non il contenente; e su quello, non ti batte nessuno carina come sei' Johnny le fece un apprezzamento incredibilmente galante e Kelly sorrise, contenta.

Clint squadrò il proprio allievo con aria assassina, soprassedendo.

Sua figlia aveva iniziato a mangiare e c'era altro di cui preoccuparsi, compresa l'ennesima brutta figura con Rafflesia.

Che era elegante in ogni occasione; indossava un abito di voile grigio chiaro, intero, con una fusciacca in vita e la gonna al ginocchio, morbida, a piegoline, degli splendidi stivali di cuoio nero, alti. Gli parve raffinatissima e inavvicinabile tranne che alla base.

Quest'ultima li informò 'È venerdì e la giornata è iniziata in salita. Ho voglia di svagarmi e Kelly verrà con me. Gli allenamenti sono, momentaneamente, interrotti. Voi maschietti siete liberi. Organizzatevi per un'attività piacevole da svolgere insieme!'.

Il Falco si oppose 'Ho già una figlia e non me ne servono altri'.

Il rosso rimase malissimo, adorava il Falco!

'È un ordine, arciere, adeguati!' fu lapidaria e apparentemente indifferente, alzandosi da tavola e sollecitando la giovane Barton a seguirla.

***

'Che facciamo, Clint?' Johnny, intimidito più del solito, lo chiese con poche aspettative.

Il suo insegnante lo tollerava solo per via del lavoro a causa dell'obbligo imposto dalla Tyler. Ora che dovevano trascorrere del tempo libero assieme, era preoccupato.

'Proposte? Tieni conto che sono al verde!' gli toccava stare col ragazzino dai capelli color carota... e senza idee!

'Così rimane poco! Comunque sono abituato, soldi non ne ho. Qualche volta Rafflesia mi porta con sé, per un cinema o una pizza. Certo, ha la sua vita, mica sempre. Per il resto del tempo libero sto alla base, passeggio, vado a correre, gioco a basket, in biblioteca, eventi gratuiti. Sai, a costo zero! Spulcio il giornale!'.

Si era ingegnato anche lui a suo tempo. Gli sovvenne un pensiero 'Ti piace sparare?'.

Il rosso ebbe un guizzo 'Caspita, sì! Al poligono però è una noia mortale!'.

'Concordo. Ma conosco uno fissato con le armi da fuoco, ha un arsenale formidabile. Beh, lo aveva e non credo che la passione sia diminuita: sono certo che, con la sua roba, ci divertiremo...' si era mosso in fretta in direzione sala relax degli Avengers.

Non ci entrava da cinque anni ma avrebbe scommesso il suo arco che Bucky stesse lì, buttato sul divano, a chiacchierare con l'amichetto del cuore. Come si dimostrò!

Gli fece una strana impressione ma era per una buona ragione e non si formalizzò!

'Ciao, bracciolo, avremmo bisogno di un favore!' andrò dritto al sodo.

Il Soldato d'Inverno sorrise 'Mi mancava il tuo nomignolo. Sorvoliamo, Falco, sei bravo in questo. Che ti serve?' era gentile, come al solito. Steve accanto osservava la scena, sardonico.

'Ci serve, in realtà. Spiegavo al mio allievo che nessuno maneggia le armi come te. Ho pensato potessi darci una dimostrazione, con qualche tuo gioiellino, se ti va! Si tratterebbe di un momento didattico e di approfondimento professionale con un vero maestro' lo solleticò sul vivo.

Il giovane arciere non stava più nella pelle.

'La Tyler approva?' Barnes era titubante.

Clint, un'espressione ambigua, annuì, facendo il vago.

'Quand'è così, preparatevi! Mi sono arrivati dei mitragliatori a canne rotanti dal Mossad e li debbo provare. Sarà uno sballo! Rogers, ti unisci a noi, bello? Io e te contro Barton e figlio?' Buck lo sollecitò e il Capitano lasciò il divano, seguendoli.

***

'Non sono mai stata in un posto del genere! E' fantastico' Kelly girava con Rafflesia all'interno di un negozio di abbigliamento di una nota marca italiana. C'erano vestiti di qualità e molto ben fatti, linee giovanili e sportive, per ragazzi.

In mano aveva una busta di stoffa gigante fornita dalla commessa e l'aveva riempita all'inverosimile di tutti i capi che le erano piaciuti. L'aveva spronata la Tyler, incitandola a provarli nel camerino per comprendere cosa le stesse meglio.

Quando si era spogliata e aveva visto la biancheria lisa e da bambina, la mora si era allontanata, occhi al cielo, per recuperare un intimo decente e più adatto ad un adolescente; col Falco come padre, era il minimo da aspettarsi!

Si era orientata su tre completi, uno color carne, uno bianco ed uno verde chiaro, in pizzo, con reggiseno a balconcino e gli slip di dimensioni adeguate e non gigantesche come la tenda del circo, da cui Kelly proveniva.

'Indossane uno e poi scegliamo qualcosa' la invitò.

'Sono meravigliosi: in che occasioni dovrò metterli?' domandò, ingenuamente.

'Tutti i giorni, Kelly, oramai sei una donna' le ricordò.

'Ha ragione sua madre' commentò la commessa che le stava aiutando 'e le stanno d'incanto!'.

'Ti ha scambiato per mia mamma. In fondo, ci somigliamo un po', per via dei capelli' la fissò, felice, quando si trovarono da sole.

'E' un complimento per me, tesoro, dico sul serio' le dette un bacino affettuoso e sollecitò le sue scelte.

'Che ne pensi?' indicò dei pantaloni scuri e un maglioncino di lana.

'Perfetti; vorrei prenderti tutti gli altri che hai provato, se me lo permetti. Si tratta di un mio regalo. E devi misurare le scarpe. Hai bisogno di un giubbotto nuovo o un cappotto invernale. Tieni su qualcosa e butta i tuoi vecchi abiti nel cestino del pattume!'.

'Non so se posso accettare' era in difficoltà, suo padre come avrebbe reagito?

'Ho capito l'antifona, con Clint parlerò io!' la tranquillizzò senza rendersi conto che non sarebbe stato così semplice.

Quando le vide arrivare, al piano terra della base dove avevano appuntamento, sorridenti e bellissime, infatti, il Falco si inalberò a dir poco!

Kelly, deliziosa, indossava degli stivaletti bassi neri, un paio di jeans blu scuri elasticizzati con delle applicazioni, una camicia chiara ed un cardigan mélange. Sopra, una lunga collana di bigiotteria e una sciarpina colorata, al braccio, una borsa di cuoio, anch'essa nera, e un cappottino grigio. Reggeva diverse buste di carta, almeno quattro e altrettante il Vice Direttore. Dalla forma e dal brand intuì contenessero scarpe e vestiti costosi.

Comprese immediatamente l'accaduto. Intanto che Johnny - gioioso dopo il pomeriggio trascorso - si esprimeva con la sua amica 'Sei splendida', lui cominciò lo sproloquio contro Rafflesia.

Nemmeno la salutò, le si piazzò a dieci centimetri dal viso 'Come ti è venuto in mente di comprare quelle cose a mia figlia? Devi imparare a farti gli affari tuoi, non sei sua madre! Te l'ho spiegato decine di volte che non voglio la carità tua e di nessun altro; e lei non è il tuo giocattolo, la bambolina da vestire' si interruppe, per riprendere fiato, stravolto.

La donna pallida e nervosa manteneva la linea del silenzio.

'Papà, per favore, voleva essere solo gentile, non fare così' Kelly si mise in mezzo perché non lo aveva mai visto tanto furioso.

'Gentile...' si rivolse sempre alla mora, aggressivo e spietato 'Sei un'impicciona, altro che gentile. Lo hai fatto di proposito per umiliarci, per umiliare me, poiché sai che non gliele avrei potute regalare e le hai prese al posto mio senza nemmeno avere la decenza di chiedermelo! Kelly, ridai al Vice Direttore Tyler ciò che ha acquistato, si farà rimborsare! E vai a cambiarti coi tuoi vecchi vestiti!'.

'No! Intendo tenerli e comunque ho gettato via quella robaccia' la ragazza si oppose.

'Cosa?'.

'Li ho buttati, erano indecenti! Questi abiti sono miei, sono un regalo di Rafflesia, non li ho rubati...' iniziò a piangere, silenziosamente.

Per di più, diversi dipendenti e agenti si erano avvicinati per ascoltare la piazzata.

Il Falco la guardò, dispiaciuto e incavolato nero: era tutta colpa della donna di fronte a sé, che lo scrutava, coi suoi occhi magnetici. 'Vedi che hai combinato? Sei il nostro capo e prendo ordini da te. Da qui in avanti, però, sta fuori dalla vita mia e di mia figlia!' fu l'ultimo strillo che gli uscì di bocca perché la moretta si difese, finalmente.

'Clint, ascoltami bene' lo bisbigliò, profondamente addolorata, avvicinandoglisi al viso, ancora di più, e poggiando a terra le buste che teneva in mano 'Ho comperato i vestiti a Kelly perché ritenevo fosse meglio indossasse qualcosa di consono alla sua età e, soprattutto, perché mi faceva piacere. Le voglio molto bene anche se non è mia figlia. L'ho fatto soltanto per questo. Se vuoi vederci qualcosa di terribile è un problema tuo. Puoi riportare gli abiti al negozio o bruciarli, non me ne importa più niente. Decidi come ritieni'.

Barton rimase senza parole vedendola andar via a testa bassa, a seguito delle offese ricevute, e osservando sua figlia in lacrime fra le braccia di Johnny, che le carezzava i capelli!

***

Rafflesia era triste e molto avvilita: la scenata del Falco l'aveva destabilizzata. Aveva spento il cellulare ma la notizia del litigio già si era sparsa e aveva dovuto arginare la preoccupazione di Bucky e le lamentele di Tony.

Si era portata a casa una montagna di carte da esaminare, lasciandole intonse sul tavolo del soggiorno.

Udì il campanello. Non aspettava nessuno. Appena aperta la porta, Kelly - che singhiozzava con uno zaino in spalla - l'abbracciò stretta stretta, mormorando 'Posso stare qui?'.

La fece entrare e sedere sul divano. Portò dei kleenex e un bicchier d'acqua.

'Stai bene? Che succede?' domandò, tesa.

'Ho discusso con mio padre, mi ha ammonito ad avere rapporti personali con te e Johnny. Pure a parlarvi se non per lavoro; domani riporterà i vestiti al negozio. Sono miei e mi sono opposta. Si è arrabbiato e mi ha messo in punizione, in camera mia. Mi sono chiusa dentro e sono scappata dalla finestra. Johnny mi ha dato il tuo indirizzo. Posso rimanere con te, per favore?' lo chiese, ancora, fra le lacrime.

Gesù, la famiglia Barton, che guaio! Rifletté la Tyler.

Le toccò essere chiara 'Sì, certo, a una condizione. Devo chiamare Clint e dirglielo. Sarà preoccupato da morire e non voglio mentirgli. Kelly, non posso evitarlo, vista la discussione odierna'.

'Si precipiterà, mi sgriderà, vorrà che torni a casa, pianterà il solito caos!' piangeva, di nuovo.

'Non credo, fidati' la incoraggiò ma Kelly conosceva il caro genitore piuttosto bene.

Quando il Vice Direttore gli aveva telefonato per spiegare l'accaduto, aveva interrotto la conversazione e non aveva risposto ad alcuna sua chiamata.

Così la Tyler era scesa - in tuta e scarpe da ginnastica - sotto il portone ad attenderlo per evitare di vedere scorrere il sangue sul parquet del proprio soggiorno.

Da lontano lo aveva osservato strombazzare col clacson alle altre auto come un folle, fino a parcheggiare, salendo sul marciapiede col fuoristrada dello S.H.I.E.L.D. che gli aveva procurato.

Era pallidissimo, spettinato, aveva la camicia fuori dai pantaloni; gettò la sigaretta che teneva fra le labbra senza neanche spegnerla appena messo piede a terra. 'Dove cavolo sta?' aveva sibilato.

'E' nel mio appartamento, non vuole vederti. Andiamo a prendere qualcosa da bere? Un caffè? Un cappuccino?' tentò di rabbonirlo.

'No, fammi salire!' sempre più agitato, le rispose in modo sgarbato.

'Calmati, peggiorerai le cose se andrai su contro la sua volontà' ogni ragionamento le parve inutile; non sentiva proprio alcuna ragione quando si trattava della figlia.

'Fammi salireeeee' le strillò in faccia, come alla base, qualche ora prima.

Lei rifletté che non avrebbe potuto impedirglielo, per lo meno fisicamente. E che i suoi metodi, in precedenza, avevano funzionato.

D'un tratto gli si strusciò col viso sulla guancia, languida, e le labbra morbide sfiorarono l'esterno della bocca maschile.

Il Falco si bloccò. Un'altra volta, no! Non ci sarebbe cascato... no, no! C'era di mezzo Kelly!

'Fammi passare, non provarci, non mi fai alcun effetto' le ordinò.

La donna, rimastagli accanto, lambì l'angolo delle labbra con la propria bocca. Lo sentì rabbrividire ed emettere un gemito 'Calmati'.

'Non attacca, spostati!' era una bugia bella grossa: era stato la fine del mondo, si sentiva elettrizzato e con le ginocchia di gelatina. La reazione del suo corpo era innegabile.

Rafflesia lo sbaciucchiò sulla bocca, dando un colpetto con la punta della lingua, proprio all'interno delle labbra 'Se non ti tranquillizzi e vieni a bere qualcosa con me, sarà l'ultimo bacio che ti darò. L'unico. Prendere o lasciare, Barton!'. Non era uno scherzo e non era un gioco.

Cavolo, prendere: in fondo dieci minuti cosa avrebbero cambiato? Nulla! Non si sarebbe fatto convincere a tornare a casa e sarebbe salito per trascinare via Kelly per i capelli! Lui era un duro!

'Hai vinto, Vice Direttore!' le sussurrò.

'Vinco sempre io, Falco...' staccandosi gli indicò una caffetteria all'altro lato della strada 'lì fanno dei cappuccini ottimi!'.

La seguì, ripensando al loro contatto carnale che l'aveva fatto stare così bene, per pochi secondi. Era tanto tempo che non frequentava una donna e Rafflesia era speciale.

Davanti alla schiuma bianca della bevanda, si sentì svuotato, smarrito e molto stanco.

A lei parve un cucciolo abbandonato dal proprietario al bordo dell'autostrada e si intenerì. Senza contare la meravigliosa sensazione della sua pelle sotto le labbra. 'Mi sembra che tu ti sia quietato. Vuoi parlare di quello che ti assilla tanto? Hai un peso sul cuore' lo domandò più dolce e gentile che poté

'Dopo tutto quello che ti ho sputato addosso?' incerto, si stupì dei suoi modi. Aveva intuito come si sentisse, come al solito. Si chiese se leggesse l'anima anche agli altri, augurandosi di aver instaurato un rapporto unico e particolare che andasse oltre la mera collaborazione lavorativa.

'Me ne farò una ragione! Ti arrabbi a morte e poi rifletti, e ti plachi, sei fatto così, hai il tuo carattere. Per di più, cinque minuti fa, ti ho quasi baciato. Fagiano, dai, sfogati!' tentò di farlo aprire, posando un mano sulla sua.

Era sempre tanto aperta, disponibile. Quando la manina delicata lo accarezzò sul dorso della propria sinistra con un leggero massaggio dei polpastrelli, cedette 'Kelly mi odia, con lei sbaglio sempre. Non riesco nemmeno a mantenerla, la prendono in giro per colpa mia; per di più, da quando ci siamo conosciuti, vede la differenza tra noi.

Fra come sei tu e come sono io. Oggi, ad esempio, non solo per i vestiti ma per il litigio con l'altra recluta; non voleva dirmi nulla e a te ha raccontato quanto avvenuto senza colpo ferire. È un disastro, su tutta la linea: per questo ero tanto fuori dai gangheri'.

Rafflesia rise 'Sei uno sciocco! Ti adora, pende dalle tue labbra. Cerca la tua approvazione in ogni cosa, soprattutto quando si allena. Sei suo padre e un uomo, è normale che voglia confidarsi con una femmina con cui può condividere argomenti e pensieri.

Non rammaricartene. Forse dovresti essere un pochino più attento al momento che sta passando ora. Quando si è spogliata nel camerino, ho notato che indossava le mutandine che si comprerebbero a un bebè. Non è più la tua bambina, è una donna. Clint, sembra che tu voglia impedirle di avere contatti di amicizia con me e con Johnny: è vero? Eri serio?'.

L'altro era in difficoltà 'Glielo ho strillato contro in un momento di rabbia, mi aveva esasperato. La verità è vorrei evitare relazioni sentimentali fra i miei allievi: fra lei e Johnny c'è del tenero e non so come arginarlo...'.

'Ah, ecco il punto; devi lasciarle vivere la sua vita. Se non le permetterai di fare quello che desidera o frequentare chi ama, lo cercherà disperatamente. Spesso l'attrazione fra le persone non è controllabile razionalmente' terminò.

Gli sembrò un riferimento evidente ed esplicito a ciò che c'era fra loro 'Che mi consigli?' un piano lo aveva, ne era sicuro.

'Facciamo così. La chiamo al telefono e te la passo: ti scusi, le dici che hai esagerato, che stanotte può dormire a casa mia e che domattina ci passi a prendere per trascorrere la giornata insieme, voi tre arcieri ed io. Anzi, ci vediamo qui alle nove. Avverto Johnny. Fare qualcosa di piacevole, aiuterà' espose il suo progetto, dettagliatamente.

Barton annuì, sicuro che sua figlia non avrebbe voluto parlargli, ma la Tyler la convinse in un baleno. Fece ammenda, addirittura acconsentendo che tenesse i vestiti, con la promessa di incontrarsi il giorno seguente.

Era così contento che, nell'accomiatarsi, abbracciò Rafflesia, traendola verso di sé. 'Grazie di tutto e scusa per prima, a volte sono proprio un fagiano. È non è vero che ti voglio fuori dalla mia vita' le mormorò, gli occhi fissi nei suoi.

Era tanto attraente, la bramava, ci si struggeva nell'anima: non si fermò. La strinse a sé per la vita e accostò il volto al suo 'Quanto sei bella, Vice Direttore'.

La fissò lungamente negli occhi violetti cangianti.

Lei alzò il viso e schiuse le labbra acconsentendo all'unione delle loro bocche

Clint era ardente, avido di lei, del sapore del cappuccino; le lingue si cercarono in un incrocio tenero e intenso.

Fu un unico lunghissimo intreccio di sensi, prima di trovare la forza di lasciarla andare, augurandole la buonanotte.

***

'Mi piace casa tua. E' semplice, elegante. Pensi potrò avere un appartamento simile fra qualche anno, tutto mio?' Kelly lo chiese.

Entrambe erano nel letto matrimoniale, con una pizza in un cartone, nel mezzo, da dividere, e una bottiglia di Coca Cola con due bicchieri. Indosso, per entrambe, i pigiami della Tyler.

'Certo! Puoi diventare quello che vuoi e fare quello che vuoi. Sei intelligente, talentuosa, bella!'.

'Dici? Vedremo! Che fanno i tuoi genitori? Sono molto ricchi? Si vede che hai studiato!' le domandò.

Rafflesia sospirò. Avrebbe dovuto dirglielo, odiava parlarne 'Non lo so, mi hanno abbandonato sul sagrato di una chiesa e non li ho mai conosciuti'.

La ragazzina era sconvolta 'Scusa...'.

'Sono stata data in affidamento a un paio di famiglie, poi, compiuta la maggiore età, mi sono emancipata. Studiavo di notte per l'università e lavoravo di giorno. Per caso, un amico mi parlò dell'Agenzia. Facemmo una selezione; presero me e non lui. Mi sono appassionata alle attività dello S.H.I.E.L.D., sono diventata un'operativa molto apprezzata e Tony Stark mi ha voluto come Vice Direttore, questo è tutto; come vedi, si possono ottenere buoni risultati nella vita e nella professione, anche senza genitori ricchi... anzi, anche senza genitori' rise, amaramente.

'Ho speranze, ne ho uno, pure fagiano!' Kelly fece una battuta e l'altra si sbellicò dalle risate.

'Clint è un ottimo padre' divenne subito seria 'Ha lasciato tutto per te, ciò che più amava, essere un Avenger e tirare con l'arco, al livello in cui lo faceva in Agenzia. Ha mollato i suoi amici. Non credo si possa amare qualcuno più di così'. Gesù, era diventata un avvocato difensore, di quelli bravi. Con un unico cliente!

'E' vero, lo adoro. Certo, ha un caratteraccio in apparenza; in realtà è dolce, affettuoso, premuroso!' la figlia volle tesserne le lodi.

'Nei tuoi confronti, certamente. Nei rapporti con gli altri, meno!' la mora la contraddisse.

'Battibecca sempre con te perché gli piaci molto!' Kelly lo affermò con sicurezza.

'Te lo ha detto lui?' chiese, curiosa.

'No, non ce n'è bisogno, lo conosco; posso farti una domanda intima?' era in imbarazzo.

'Proviamo' stavolta le sfuggiva il nocciolo della questione.

'Ci hai fatto sesso?' era rossa come un peperone.

'Come ti è venuto in mente? No. Stasera, però, mi ha dato un bacio...' le era sfuggito, cavolo! Ce l'aveva in testa, quell'emozione, non l'aveva trattenuta nei pensieri e nella voce.

'Ne parlano tutti, alla base. Stareste bene, insieme, ed io ne sarei contenta. Com'è stato il bacio? E' bravo? Solo uno?' una miriade di questioni.

Fu sincera 'Bellissimo, e diciamo uno e mezzo...' il mezzo quello che gli aveva dato lei; il bacio vero, quello del Falco.

'Beata te! Io non ho mai baciato nessuno' la ragazza si buttò sul letto, supina, a guardare il soffitto, con un trancio di pizza rossa in mano.

'Succederà prima di quanto pensi!' commentò il Vice Direttore.

'Magari! Sai, non posso entrare nei dettagli. Ho incontrato un tipo fantastico' era imbambolata, persa nelle proprie riflessioni, mentre glielo diceva. Non ne fece il nome.

La Tyler una mezza idea l'aveva: intera, per la verità.

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