Separazione

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Mew

Ho trascorso la notte in bianco, per quanto ci provassi non riuscivo a prendere sonno.
Anche Gulf ha avuto un sonno irrequieto, si é svegliato più volte e ogni volta si stringeva ancora più a me, mi lasciava un bacio o diceva qualcosa di dolce. Nelle mattinate però riesce ad addormentarsi profondamente.
Sono le 7 quando lo scosto da me per alzarmi. Alle 8 passerà Kaownah a prendermi.
Mi alzo, mi vesto, prendo il borsone già pronto e lo porto già davanti al portone, non prima però di aver inserito la t-shirt preferita di Gulf, la porterò con me.
Un messaggio, Kaownah é arrivato e ci aspetta...anzi, mi aspetta giù.
Entro in camera, sta ancora dormendo. Gli lascio un bacio delicato sulle labbra e gli accarezzo lievemente i capelli. Non lo sveglio, ci siamo già detti tutto, sarebbe solo più difficile separarsi dopo.
Mi alzo, mi volto e con il cuore pieno di tristezza vado via.

Trovo Kao appoggiato allo sportello della macchina ad aspettarci...aspettarmi.
-Il cioccolatino dov'è? Vuole farci fare tardi?- Ecco. Esattamente ciò che temevo.
-Non verrà- dico rapidamente.
Kaownah adesso mi guarda meglio, devo avere una faccia terribile, mi poggia una mano sulla spalla mentre io apro il portabagagli per posare il borsone:-Amico mio, é tutto ok?-
Faccio un cenno con il capo ed entro in macchina lato passeggero, abbasso un po il sedile così mi sdraio e chiudo gli occhi.
-Lasciami solo riposare un po, non ho chiuso occhio- Kaownah resta in silenzio, ha sempre rispettato i miei tempi, annuisce e aspetta che io sia pronto a parlare mentre ci dirigiamo a prendere Boss, Win e Jeed.
In macchina il silenzio é surreale così parlo per togliere ogni imbarazzo, racconto tutto d'un fiato sperando di essere forte anche se il tono di voce spesso mi tradisce.
Si limitano tutti a parole di consolazione e qualche pacca sulla spalla ma quando siamo sull'aereo, Kaownah é vicino a me e si sente libero di parlare:-Mew, ce la farete. Se c'è una cosa che ammiro di Gulf é la sua testardaggine. Ha fatto di tutto per averti e tu lo ami tantissimo, non finirà tra voi.-
-É ciò che ho detto a lui. Per dargli forza. Ma ho tanta paura Kao.- Gli occhi iniziano a pizzicare:-paura che ci abitueremo alla distanza, che ci abitueremo a non avere più bisogno l'uno dell'altro.-
-Non devi pensarle nemmeno queste cose. Non é da te, non é da lui. L'amore vero non finisce. Soffrirete molto, questo lo penso. Ma non smetterete di amarvi-
Mi stringe la mano e sono grato di avere almeno lui vicino a me.
Anche se nessuno può colmare il vuoto che sento. Nessuno può impedirmi di pensare che quando domenica tornerò a casa e la troverò vuota sarò devastato, nessuno riesce a togliermi la paura che la distanza possa fargli realizzare che sta bene senza di me.
"Va tutto bene" dico a me stesso traendo un sospiro profondo.
Sono Mew Suppasit, il famoso cantante di una delle band più in del momento, é giunto il momento di inghiottire le lacrime, sopire il dolore e indossare la maschera da indossare quotidianamente, mentre lavoro.

Gulf

Mi sveglio, allungo una mano sul posto accanto a me che trovo vuoto. Sospiro.
Dovrei essere abituato perché negli ultimi mesi mi é capitato di frequente di svegliarmi senza di lui, ma ciò che adesso fa male é la consapevolezza che non sarà solo per pochi giorni. Non ho un conto alla rovescia da fare in attesa che lui ritorni da un qualunque concerto, non ho nulla che riesca a placare la mia ansia.
Mi alzo ed entro in doccia sperando che l'acqua lavi via la tristezza. Ciò non accade anzi quando sono davanti allo specchio per pettinarmi i capelli noto i lividi d'amore sul petto che Mew mi ha lasciato la scorsa notte. Li sfioro con un dito e chiudo gli occhi riportando alla mente le cure che mi ha riservato qualche ora prima. Le lacrime traditrici ritornano senza che me ne rendessi conto. "Ok, ora basta Gulf. Sei forte, smettila di fare il piagnone".
Mi vesto rapidamente ed esco di casa, devo distrarmi, fermo un taxi e vado da Mild, in quella che un tempo era anche casa mia.
Suono il campanello, nessuna risposta.
Suono di nuovo, silenzio.
"Cazzo Mild, dove sei?" Penso disperato. Ho bisogno almeno del mio amico.
Suono un'ultima volta e scatta la serratura. Mild si sfrega gli occhi, si é evidentemente appena svegliato.
-Sei qui, per fortuna...-
-E tu invece? che ci fai qui? Non dovevi partire?- mi guarda meglio e aggiunge poco dopo:-Cazzo Gulf, che é successo?-
Sono consapevole del mio viso stravolto. Mi siedo sul divano buttando la schiena contro la spalliera, chiudo gli occhi e gli racconto tutto.
-Oh, Gulf. Mew ha ragione. Ti sono vicino da sempre, conosco benissimo le tue potenzialità, quanto hai lavorato e studiato. É giusto così-
-Ma perché deve essere proprio dall'altra parte del mondo??- il mio tono é affranto.
-Le cose non arrivano sempre come le desideriamo- si avvicina e mi abbraccia. Ringrazio di avere lui accanto in questo momento in cui mi sento terribilmente solo. Poi si stacca e mi dà uno schiaffetto per farmi riprendere:-Ora basta però, hai...anzi abbiamo, perché ti aiuterò, un mare di cose da fare. Preparo il borsone e andiamo.-
-Dove?- dico ancora confuso. Sono stanco, triste, non ho voglia di fare nulla
-Dobbiamo tornare a casa, devi raccontare ai tuoi che ti trasferirai a Londra, salutarli, stiamo un paio di giorni con loro. Mentre inizia a fare un elenco delle cose che dovrai portarti dietro. Mancherai molto tempo, non devi dimenticare nulla.- mi passa un foglio di carta e una penna- e cosa più importante...- ora mi passa il telefono -...muoviti a chiamare i tuoi superiori e dagli conferma che partirai.- La sua iperattività mi fa tornare in me, ha ragione, non c'è tempo da perdere, ho un mare di cose da fare. É tempo di ricacciare indietro le lacrime e sbracciarmi.
-Mild...-mi guarda con un sorriso a metà tra la gioia e la tristezza. Anche per lui non deve essere semplice lasciarmi andare, siamo insieme sin da piccoli. L'uno parte della vita dell'altro.
-Ti voglio bene Gulf. Ma mi mancherai, lo sai....comunque é ancora presto per i sentimentalismi- si affretta a dire
-...per adesso dobbiamo darci da fare- annuisco, sorrido debolmente e mi decido a chiamare i miei "senior".
Anche se é davvero tutto così fottutamente complicato!

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