10 - Il pensatoio

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I due ragazzi, tornarono in silenzio in ufficio e iniziarono subito a lavorare.

«Allora, iniziamo dai nostri ricordi e guardiamo soprattutto l'orario dell'omicidio. Cosa facevamo? Abbiamo notato qualcosa? Tutto. Prendi appunti Granger».

L'uno vicino all'altra immersero la testa nel pensatoio e ripercorsero le loro ultime quarantotto ore.

Iniziarono dai ricordi di Draco che quella sera cenò da solo nel suo appartamento. Cucinava e ascoltava della musica jazz babbana di ogni periodo. Da Louis Armstrong a Frank Sinatra, da Nina Simone a Norah Jones passando anche per Michael Bublé.

Cucina in silenzio, ascoltando la musica e muovendo qualche passo di danza da una postazione a un'altra. Hermione non potette fare a meno di sorridere vedendolo ballare in solitudine. Le fece quasi tenerezza.

Trascorsa la cena il ricordo cambiò e si trasferì sulle rive del Tamigi, dove il biondo, quella sera, fece una lunga passeggiata al chiaro di luna. Passeggiava in silenzio, ascoltando il fiume scorrere e il fruscio delle foglie spostate leggermente dal vento.

Quel ricordo fu infinito, sembrò durare ore nonostante fosse velocizzato. Finalmente arrivò il patronus di Shacklebolt e così, risvegliandosi dai suoi pensieri, partì per il ministero.

Ripercorrerono le ricerche a lungo, revisionandole più volte senza trovare nulla di particolare.

Dopo circa quattro ore di lavoro, cambiarono ricordi e selezionarono quelli di Hermione.

La cena con Erik, il regalo, il film e il gufo.

«Era il tuo compleanno?» chiese Draco.

«Si, il 19 settembre» rispose Hermione.

«Beh, auguri in ritardo. Perché hai scelto proprio Moulin Rouge?».

«È uno dei miei film preferiti. Lo conosci?».

«Sì, nel 2001 uscivo con una ragazza babbana. Lo abbiamo visto al cinema e non mi è piaciuto particolarmente. La trovo una storia così triste che non capisco il senso. Un film d'amore che finisce così? Sarà la moda di Titanic!».

«Ehi! Non parlare male di Titanic, tutte le grandi storie d'amore mai scritte raramente finiscono bene. Prendi Romeo e Giulietta, per esempio!».

«Romeo e Giulietta è tutta un'altra storia, quella fine ha un senso. Sono due persone che si amano e che non possono stare insieme a causa del loro sangue e delle loro famiglie. Mostra come le famiglie stesse possono essere la distruzione per i propri figli. Non puoi paragonarmi Romeo e Giulietta a Titanic!».

«Concordo, Romeo e Giulietta è superiore, ma a me piacciono anche gli altri due».

«De gustibus non est disputandum».

Hermione osservò un'ultima volta il ragazzo e senza dire nient'altro si rimisero al lavoro. Tra i ricordi di Hermione notarono qualcosa di particolare. Anna Miller, durante la loro chiacchierata, non toglieva gli occhi di dosso a una guardia, la teneva sott'occhio. Lì per lì neanche Hermione lo notò ma rivedendo i ricordi fu subito ovvio, non si fidava di quella guardia.

Continuarono le ricerche fino a pomeriggio inoltrato, guardarono i ricordi di ognuno. Quelli di Ron furono i più inutili del gruppo, neanche un piccolo indizio. Erano ricordi sfocati, come se avesse la mente da tutt'altra parte.

I ricordi di Harry erano invece molto simili a quelli di Draco, dunque nessun riscontro in più.

«Non abbiamo trovato granché. Solo quella guardia» disse Hermione.

«È già qualcosa» rispose Draco.

«Ma nessuno ha pensato ad Alfred Butler come possibile mandante?».

«Certo, è il primo della lista, ma purtroppo non essendo un uomo con poteri magici non rientra nel nostro campo ma in quello di Scotland Yard».

«Non possiamo proprio parlarci quindi?».

«Direi di no, ma se le prove punteranno a lui chiederemo un permesso. Facciamo una pausa caffè, che ne dici? Sono distrutto. Gli altri saranno ancora a cercare informazioni a Diagon Alley e conoscendo Ron li avrà rallentati tantissimo cercando cibo in ogni luogo possibile e immaginabile, persino al paiolo magico!».

«Non mi fare pensare a quella orribile zuppa di piselli» rispose Hermione con una smorfia di disgusto stampata in faccia «Comunque un caffè mi serve proprio».

I due andarono nuovamente al bar e si accomodarono al bancone sorseggiando una tazza di caffè.

«Cosa hai fatto in questi quattro anni, in cosa ti sei laureata?».

«Letteratura inglese, è lì che ho conosciuto Erik».

«State pensando di sposarvi?».

«Ogni tanto affrontiamo il discorso. Lui mi sposerebbe anche adesso ma sa che ancora non mi sento pronta. Prima di legarmi a qualcuno voglio essere soddisfatta della mia vita, della mia carriera».

«Condivido il tuo pensiero. Credo che sposarsi prima di essersi realizzati possa segnare il fallimento della propria carriera».

«Tu invece, come hai fatto a diventare il capo Auror più giovane della storia?».

«Col sudore e la fatica. Mi sono fatto in quattro per allontanare il mio cognome dai ricordi della battaglia, per far vedere che meritavo una seconda possibilità. È stato Shacklebolt a darmi fiducia altrimenti adesso sarei possibilmente un disoccupato alla ricerca di un lavoro fuori da Notturn Alley o peggio, dipendente di Magie Sinister».

«Con o senza l'aiuto di Shacklebolt sono sicura che non saresti finito da Magie Sinister, si vede che sei cambiato. Questo non significa che mi stai simpatico o che dimenticherò gli anni passati, semplicemente che non provo più il ribrezzo che provavo prima nei tuoi confronti».

«Oh, e questo dovrebbe rallegrarmi Granger? Si vede che hai passato quattro anni da eremita, non sai più cosa sono i rapporti sociali!».

I due ragazzi passarono ancora un po' di tempo seduti su quegli sgabelli a chiacchierare di varie cose e ogni tanto addirittura a ridere. Non sembravano più quei due ragazzini che a scuola si facevano solo del male, a occhi esterni potevano sembrare tante cose: colleghi, amici, vecchi conoscenti o addirittura una coppia.

La giornata andò diversamente per i tre ragazzi in missione a Diagon Alley. La prima fermata fu da Madama McClan alla quale portarono quel pezzo di stoffa. La signora si offrì di osservarlo attentamente ma chiese ai ragazzi qualche ora di tempo e così, senza nulla da fare, rimasero a Diagon Alley a fare la ronda.

Ron più che fare la ronda, optò per camminare con i suoi due amici degustandosi cibo diverso a ogni vicolo. Un gelato dal Signor Fortescue, qualche caramella dal negozio di suo fratello... Mangiò di tutto e di più!

«Raccontaci di Hermione, ti prego Blaise... Vogliamo saperne di più!» disse Harry.

«Non c'è granché da raccontare Harry... è stato un momento tragico, davvero. Si è presentata al Manor con un'espressione afflitta e il braccio completamente insanguinato. Era bianca come un cadavere, aveva perso troppo sangue e se non fossi intervenuto tempestivamente sarebbe morta».

«È terribile...» rispose Harry quasi in lacrime.

«Fi! daffero fevvifile!» disse Ron con la bocca piena.

«Che schifo Ron! Smettila di mangiare! Stiamo parlando di cose serie!».

«Fcufate» disse mandando giù l'ultimo boccone di quell'unto panino.

«Ci sono volute settimane per farle sparire completamente le cicatrici. Ovviamente lo stesso non ha funzionato per la cicatrice che le ha inferto Bellatrix... Non so che incantesimo abbia usato quella pazza, ma sicuramente è irreversibile».

«E quindi in quell'arco di tempo avete legato?».

«Si, abbiamo parlato tanto senza dirci nulla. Mi ha aiutato ad architettare la proposta per Astoria, mi ha dato una mano persino per il matrimonio. L'avrei voluta ma ovviamente, sapendo che Draco non si sarebbe perso il mio matrimonio per nulla al mondo, non ha mai risposto».

«E dopo l'ultima seduta per le cicatrici vi siete visti ancora?».

«Sì. Ogni tanto andavamo a Oxford con Astoria e cenavamo con Erik ed Hermione. Non sapete la fatica che abbiamo fatto per tenere nascosta la nostra natura a quello lì!».

«Quindi anche Astoria lo sapeva! Non ti piace Erik?».

«Sì, per carità! È intelligente, affascinante, colto, non ha un difetto a quanto ho notato. L'unico problema è che è la copia di Hermione, identici! Il detto babbano non diceva "Gli opposti si attraggono"? Beh, loro sono l'eccezione. Io mi annoierei a passare tutto quel tempo con una versione femminile di me».

«Io non lo trovo così attraente» intervenne Ron.

«Hermione con gli opposti ha delle brutte esperienze» disse Harry riferendosi a Ron. I due scoppiarono a ridere e Ron, non avendo capito la battuta, rimase a guardarli senza capire.

Quando tornarono da Madama McClan la signora li accolse nella sua sartoria e li fece accomodare nel retrobottega, dopo aver attentamente chiuso la porta d'ingresso.

«Ha scoperto qualcosa?» chiese Blaise.

«Ricordo a chi ho fatto questo mantello, a un elfo domestico! È stata la richiesta più strana mai ricevuta. È arrivato qui, con un pezzo di pergamena con le misure scritte su e un simbolo da ricamare sopra».

«Ho ancora quel pezzo di pergamena, guardate!» la signora aprì uno dei suoi cassetti e porse il foglio ai ragazzi «Eccolo, il simbolo è questo».

Sul foglio vi era disegnata la testa di un leone e le parole Aetas Bellum, Siccis Futurum scritte attorno.

«Non ha senso... Dobbiamo portarlo agli altri! Signora McClan la ringrazio! Se per caso ricorda qualche altro dettaglio le chiedo di mandare un gufo al Ministero, ufficio del Capo Auror».

«Certo Signor Zabini! L'abito per il matrimonio andava bene?».

«Benissimo, la ringrazio ancora!».

I quattro si allontanarono in fretta, per tornare al Ministero e raccontare le novità agli altri. Avevano finalmente qualcosa tra le mani.

Bentornati! Sono riuscita ad aggiornare di nuovo!

Finalmente c'è qualche novità sul caso, una possibile guardia corrotta e una nuova pista da seguire. Di chi sarà quell'elfo domestico?

Lo scopriremo presto! Nel frattempo fatemi sapere che ne pensate e cosa vi aspettate dai prossimi capitoli!

A presto!

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