12 - Lo scantinato

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«Crucio!»

«Ti prego, ti prego basta!»

«Hai ricevuto visite! Hermione Granger e Draco Malfoy!».

«E chi diavolo sono? Io non so nulla, ti prego lasciami andare. Non dirò nulla, farò finta che questi giorni li ho passati tranquillo a casa mia».

«Ma sei a casa tua Alfred, non riconosci il tuo scantinato?».

«Sì, infatti! Non devo neanche mentire».

«Guardami. Mi vedi? Ho la tua faccia. Sai il perché?».

«Perché sei un mago e con i miei capelli fai una pozione che ti trasforma in me».

«Esatto, se vai via dove trovo i tuoi capelli?».

«Te li lascio! Mi taglio tutti i capelli, non ne porterò neanche uno con me».

«Non dire sciocchezze Alfred, ormai siamo amici. Soffrirei senza di te».

«Oh, ti prego smettila con queste stronzate! Sappiamo entrambi che quando avrai finito mi ucciderai e magari fai pensare che sia un suicidio per senso di colpa!».

«Sei sveglio, per questo mi piaci! Se solo ci fossimo incontrati in un altro modo, adesso potresti essere la mia spalla».

I due, con la stessa identica faccia, si continuarono a guardare intensamente negli occhi, fino a quando il mago non decise di tornare al piano di sopra.

«Tranquillo Alfred, presto sarà tutto finito. Anche la tua insulsa vita» disse guardandolo un'ultima volta prima di voltargli le spalle e sbattere la porta dello scantinato.

Giunti nuovamente al ministero, Hermione e Draco tornarono in ufficio per aggiornare i colleghi delle novità.

«Butler è un occlumante. Non ho potuto strappargli neanche una minima informazione durante l'interrogatorio».

«Quindi è un mago sotto copertura?» chiese Blaise.

«Si, esatto. Hermione ha fatto qualche domanda di rito ma nulla di sensato. Non doveva andare così» continuò Draco sbattendo il pugno sulla scrivania.

«Direi che a questo punto è il nostro primo indiziato».

«C'è di più» continuò stavolta Hermione «Butler ha detto che la notte dell'omicidio era sulle rive del Tamigi, all'angolo con il Blackfriars Bridge».

«E quale sarebbe il colpo di scena?» chiese Ron non riuscendo a capire.

«Quella sera, in quell'esatto punto, proprio durante l'omicidio, c'era Malfoy. Abbiamo rivisto i suoi ricordi così tante volte che avremmo notato Butler se lo avessimo visto. Questo significa che il suo alibi non è attendibile».

«Quindi possiamo chiedere un mandato di cattura al Ministro?» chiese emozionato Ron.

«Io ho un'idea migliore» intervenne Harry «Mi sembra troppo semplice. Il primo indiziato che casualmente è anche colpevole. Sappiamo tutti che raramente succede. Potremmo entrare in casa sua con il mantello e cercare delle prove ancora più attendibili».

«Volevo proporlo anche io» incalzò Draco.

«Ci stiamo massimo in tre. Dobbiamo decidere chi deve andare» concluse Harry.

«Io, te ed Hermione» disse velocemente Draco «Io devo esserci per forza, tu sei un ottimo Auror e sai bene come usare il mantello e l'occhio attento di una giornalista potrebbe aiutarci a trovare qualche dettaglio in più».

Ron e Blaise sbuffarono sonoramente ma lo sguardo glaciale di Draco li fermò prima ancora di buttare fuori tutta l'aria che avevano incanalato.

«Non lamentatevi, e voi due preparate ciò che serve. Io scelgo le pozioni».

I tre si misero al lavoro e riempirono la borsa di Hermione con ogni strumento possibile e immaginabile.

«Andiamo» disse Draco «Non possiamo perdere altro tempo».

Harry, Draco ed Hermione si incamminarono nuovamente verso la casa del candidato. Si smaterializzarono a pochi metri da lì, già nascosti sotto il mantello.

Una volta avvicinati alla porta, provarono a sentire se da fuori si udiva qualcosa.

«Silenzio. Muffliato?» chiese Harry.

«Oppure non è in casa» continuò Draco.

«Alohamora» provò Hermione senza riuscire.

«Granger, abbiamo a che fare con un mago. Avrà sicuramente utilizzato incantesimi di protezione».

Hermione iniziò subito a frugare nella sua borsetta e ne tirò fuori un piccolo portafoglio. Prese una carta di credito e iniziò ad armeggiare con la porta.

«Ma che diamine stai facendo?».

«Gli incantesimi di protezione difendono dagli incantesimi, non dai ladri babbani».

«Sì, se ha lanciato un Repello Babbanum» ribatté saccente Malfoy.

«Ti sembriamo forse babbani? Ecco, allora per favore fammi lavorare. Quando all'Università dimenticavo le chiavi della mia stanza entravo così, ha sempre funzionato».

Qualche movimento e la porta si aprì. La ragazza fece segno ai due di stare in silenzio e insieme, sotto al mantello, varcarono la soglia di casa. Ad accoglierli due voci, molto simili, che parlavano ad alta voce. Non riuscivano però a sentire il tutto nitidamente e quindi iniziarono a camminare silenziosamente in casa.

Alcuni passi dopo, si accorsero di una porta socchiusa e udirono quelle voci nitidamente. Con calma e cercando di non fare rumore, aprirono la porta e scesero delle scale di legno poco rassicuranti e molto probabilmente scricchiolanti. Una volta giunti alla fine della scalinata, si ritrovarono in uno scantinato buio e umido, degno dei migliori film horror americani, ma la cosa più spaventosa la videro appena voltarono l'angolo.

Davanti a loro due Alfred Butler, discutevano animatamente. Capirono subito che la pista che stavano seguendo era completamente sbagliata. Non si trattava di un mago non registrato, ma di un babbano rapito e di un mago sotto effetto di Pozione Polisucco.

Il vero candidato a primo ministro era steso per terra, con le mani legate alle tubature e il volto deturpato dalla sofferenza. Il mago, di fronte a lui, era in piedi e con la rabbia stampata in faccia.

«Tranquillo Alfred, presto sarà tutto finito. Anche la tua insulsa vita».

I tre si guardarono e dopo aver sentito la porta chiudersi, lanciarono un incantesimo di silenzio in direzione dell'ostaggio per poi uscire da sotto il mantello.

Butler cercò di urlare dallo spavento, senza riuscire. Draco si avvicinò subito a lui.

«Siamo poliziotti, siamo venuti a salvarla. Non abbia paura, sta finendo davvero ma non come pensa quel matto».

Butler tirò un sospiro di sollievo mentre Draco lo liberava e lo sollevava da terra.

«Grazie» mimò con le labbra.

«Dovere» rispose Draco serio «Adesso si prepari, non sarà un viaggio piacevole».

Si presero tutti per mano e grazie a una materializzazione congiunta arrivarono in un attimo vicino al ministero.

«Sveglio, ma non così tanto. Nessun incantesimo anti-smaterializzazione» disse Harry.

«L'unico presente in quella casa oltre a lui non poteva smaterializzarsi, quindi non ne aveva motivo» continuò Hermione.

«C'è sempre un motivo per proteggere un luogo dove stai commettendo un crimine. Non è così sveglio come vuole far credere, questo piano ha delle falle e noi le troveremo» concluse Malfoy tirando con sé Butler che sembrava in procinto di vomitare.

I tre, reggendo Butler ancora scosso dalla smaterializzazione, si diressero nuovamente verso l'ufficio Draco per incontrarsi con Ron e Blaise.

«Ce l'avete fatta! Lo avete preso!» esultò Ron.

«Sì, ma non quello giusto» rispose Draco.

«In che senso "quello giusto"» chiese di rimando Blaise mimando le virgolette con le mani.

«Nel senso che questo è il vero Alfred Butler, ma colui che ha ucciso la Dixon è ancora a piede libero. Ha preso le sue sembianze» continuò Draco.

«Oh, miseriaccia! E adesso che facciamo?».

«Interrogheremo Butler per avere il maggior numero di informazioni possibile. Lo terremo qui al ministero fino a quando non avremo preso l'impostore e dopo di che lo oblivieremo. Non possiamo fare altrimenti».

«Obliche? Cosa avete intenzione di farmi? Lo sapevo che non dovevo fidarmi! Forse era meglio stare in quello scantinato con quello psicopatico che mi strappava capelli!».

«Non si preoccupi signor Butler, non le faremo nulla. La terremo al sicuro per essere sicuri che non le accada nulla. Prima però, deve rispondere a qualche domanda. Se la sente?» chiese Draco.

«Va bene, ma vi prego... chiudiamo questa storia il prima possibile. Sono davvero stanco».

Mentre Ron e Blaise accompagnavano Butler nella sala interrogatorio, Draco ed Hermione stabilirono le domande da porgli per poi raggiungerlo.

«Eccoci qui. Iniziamo subito, quando è stato rapito?».

«Il 17 Settembre. Stavo camminando lungo il Tamigi quando mi sono sentito colpire da un fascio di luce rossastra che mi ha fatto svenire. Mi sono risvegliato direttamente nello scantinato con me stesso davanti».

«Non ha visto proprio nulla di lui quando lo ha schiantato? Un particolare?».

«Nulla, mi ha colpito alle spalle».

«La voce, aveva qualcosa di particolare?».

«Non so come facesse ma la imitava perfettamente».

«Questo rende tutto più complicato».

«Riceveva visite ogni giorno da un ragazzo della vostra età. Aveva una voce giovanile, calda. Portava altre scorte di quell'intruglio».

«Perché non se la preparava da solo?».

«Pessimo in pozioni» rispose Hermione.

«Signor Butler qualche altro particolare che può esserci utile?».

«Forse sì, spesso parlava da solo. Diceva "non preoccuparti mamma, ti vendicherò"».

«La ringraziamo per la collaborazione. I nostri colleghi la porteranno in una zona sicura. La faremo uscire non appena avremo risolto il caso».

«Fate presto, vi prego. Voglio tornare alla mia vecchia vita e dimenticare questa terribile esperienza».

«Siamo certi che lo farà. Adesso si riposi» concluse Draco uscendo dall'ufficio con Hermione.

Dopo essersi allontanati un po' dalla sala Hermione chiese se il ragazzo avesse scoperto qualcosa in più grazie alla Legilimanzia.

«Andiamo dagli altri Granger. Dovremo lavorare duramente: l'assassino è un nostro compagno di scuola».

Ebbene sì, sono tornata! 

L'attesa è stata lunga ma spero che ne sia valsa la pena! Purtroppo il lavoro e altri vari impegni mi hanno tenuta lontana dalla scrittura, ma non temete, riprenderò presto il ritmo!

Tornando alla storia: fate partire il totoassassino e ditemi le vostre supposizioni! Sono curiosissima di sapere le vostre idee!

Fatemi sapere!

Al prossimo aggiornamento!

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