14 - Vecchi compagni

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Hermione quel giorno si svegliò con il sole ancora basso e la stanza semibuia. Dopo aver mandato un messaggio a Erik per dargli il buongiorno e augurargli un buon fine settimana, si alzò dal letto per prepararsi.

Alle 6.45 il suo cellulare iniziò a squillare.

Draco Malfoy

«Pronto?».

«Granger, sei pronta? Quanto tempo ti serve ancora?».

«Sono pronta».

«Sicura di essere una donna? Sei il primo esemplare di donna puntuale».

«Non iniziamo con questi stupidi stereotipi Malfoy. Potrei schiantarti in men che non si dica!».

«Scherzavo, scherzavo! Metti il cappotto, sto arrivando».

«Cappotto, a fine settembre?».

«Fidati, fa particolarmente freddo oggi» disse staccando la chiamata.

Hermione si infilò il cappotto appena in tempo quando il campanello suonò. Aprì la porta e si ritrovò davanti Malfoy con un vassoio di Starbucks in una mano e un sacchetto nell'altra.

«Buongiorno Granger! Mi sono permesso di portare la colazione».

«Buongiorno Malfoy» rispose Hermione osservando il vassoio con almeno cinque bicchieri sopra «Hai altri ospiti a casa tua?».

«Non proprio, ma non conosco i tuoi gusti quindi ho abbondato. Adesso, dammi la mano. Andiamo a casa mia».

Hermione strinse la mano del biondo, provando una strana sensazione. Quella mano bianca e curata, stringeva la sua con decisione, ma sempre con delicatezza. Pensò all'assurdità di quella scena e le scappò un sorriso. In un attimo si ritrovarono davanti a una villetta a schiera tipica londinese, a Palace Garden Terrace, nel quartiere di Kensington&Chesea.

«Ti immaginavo proprio in un quartiere del genere, Malfoy».

Il ragazzo la osservò accigliato per un attimo, con capendo la frecciatina.

«Vivi in uno dei quartieri più ricchi di Londra, ti si addice».

«Ci vivo perché è un quartiere tranquillo, non mi interessa avere vicini ricchi. Neanche li conosco» spiegò aprendo la porta e facendo gli onori di casa. Le tolse il cappotto e le fece cenno di accomodarsi in cucina, dove poggiò i vari bicchieri di Starbucks e il sacchetto con gli scones.

«Ti piacciono gli scones, vero? Li ho presi sia dolci che salati».

«Li adoro» sorrise Hermione «E in quei bicchieri?».

«Allora, ti faccio la lista. Non so se bevi il caffè, quindi ti ho preso un English Breakfast per andare sul sicuro. E poi tre frappuccini: uno alla zucca, uno al crumble e biscotti e uno al caramello salato. Ne ho indovinato almeno uno?».

«Solitamente vado di English Breakfast, ma visto l'impegno mi vizierò con un frappuccino al caramello salato. Per te non hai preso niente?».

«Donna di poca fede. Ti sembro malato? Io ho preso il mio frappuccino al caffè e menta piperita, un classico».

Si accomodarono sul bancone a fare colazione ed Hermione osservò con attenzione l'arredamento asettico ed elegante della stanza. Sporgendosi un poco in avanti, vide un angolo di soggiorno, vuoto e luminoso.

«Bella casa, è proprio lo stile che piace a me. Moderno ed elegante. Un po' troppo spoglia forse?».

«Gli unici miei effetti personali sono i vinili, in soggiorno» commentò Draco sorseggiando il suo frappuccino «Non ho altro. Ho qualche foto con Blaise, Harry e Ron. Una con Astoria in giro da qualche parte, e una con mia madre».

«Ti ha fatto stare male?».

«Cosa?».

«La storia tra Blaise e Astoria...».

«Oh, no. Era la mia promessa sposa, ma non c'era amore. La considero come una sorella però. Siamo cresciuti insieme, ha sempre fatto parte della mia vita ed è stata una delle poche persone a tentare di far brillare la mia parte migliore. Ti difendeva sempre lo sai? Litigavamo continuamente per te. Daphne i primi anni le raccontava tutto e lei si arrabbiava sempre per i miei atteggiamenti. Quando mi avevi dato quel pugno, al terzo anno, era venuta da me e mi aveva detto "Ben ti sta, Draco! Devi cambiare visione della vita"» disse il ragazzo mimandone la voce «Aveva ragione».

«Dovrò ringraziarla allora. Sai, per la solidarietà femminile».

«Comunque sono felice per lei e Blaise, infatti sono stato il loro testimone di nozze».

«E non ti senti mai solo, in una casa così grande?».

«Sono sempre a lavoro, raramente sono in casa. Comunque non sono solo. Seguimi».

I due si alzarono e si incamminarono in soggiorno. In un angolino, dormiva beatamente un gatto nero.

«Lei è Cassiopea» disse sorridente, abbassandosi verso la gatta e accarezzandola. Hermione, lo imitò e accarezzò di rimando la gatta che, ancora assonnata, aprì gli occhi azzurri.

«Ciao Cassiopea, lo sai che sei bellissima?».

«Lo sa, è più narcisista del padrone. Sta ore e ore davanti alla vetrinetta a guardare il suo riflesso e a pulirsi. Non fa altro. Se non avessi controllato, penserei a un animagus. Comunque, adesso è ora di mettersi al lavoro, andiamo nel mio studio».

Le pareti dello studio erano librerie, compresa quella da cui sono entrati. Libri di ogni genere provenienti da ogni parte del mondo. Hermione non poté fare a meno di guardare il tutto con gli occhi sognanti. Era davvero la casa dei suoi sogni.

«Granger, se non chiudi quella bocca ti si riempie di mosche».

«Hai una casa stupenda. È davvero bellissima».

«Grazie Granger, ma ora dobbiamo lavorare. Lo stomaco è pieno, gli occhi hanno avuto la sua parte, adesso lavora. Hai delle idee?».

I due si misero a elencare i nomi di tutti i compagni di scuola, di tutte le case. Un registro minuzioso con tutti gli studenti, con tutti i dati anagrafici e familiari di ognuno di loro.

«Facciamo varie prove e vediamo le possibilità. Abbiamo detto che potrebbe avere genitori babbani, ma non ne siamo sicuri. Vuoi darlo per scontato?».

«Io non do niente per scontato Granger. Io voglio le prove e voglio tutti i possibili indiziati».

«Allora, non eliminiamo. Sappiamo con certezza che è un uomo però, giusto?».

«Giusto, via tutte le donne dalla lista».

«Magari la madre, babbana o no, viveva a Londra durante la giurisdizione Dixon?».

«Pensi sia viva? Io opterei per scegliere intanto qualcuno con la madre morta... Sai, di solito la vendetta è per qualcosa di grave».

«I genitori di Neville sono ancora vivi, ma avrebbe tutti i motivi per vendicarsi».

«Sono casi rari Granger, molto rari, ma iniziamo come preferisci. Poi cerchiamo anche gli studenti senza madre».

«Questi sono i nomi di tutti gli studenti che hanno o hanno avuto la madre residente a Londra, babbana o meno».

Malfoy iniziò a leggere questa breve lista.

Terry Boot
Dennis Canon
Micheal Corner
Justin Finch-Fletchley
Seamus Finnigan
Anthony Goldstein
Cormac McLaggen
Dean Thomas
Zacharias Smith

«Quindi è uno di loro? Chi di loro ha motivo di vendicarsi?».

Hermione non rispose. Restò a guardare quella lista per diverso tempo. Li conosceva tutti e nessuno secondo lei poteva essere un assassino.

«Non può essere... Abbiamo sbagliato qualcosa».

«Granger, purtroppo può essere. La guerra ha cambiato tutti, non solo te e me. Dobbiamo capire che elementi hanno spinto una di queste persone a fare ciò che ha fatto».

«Io sono fuori dal mondo da anni, non ho idea di cosa sia accaduto a queste persone dopo la battaglia. Non sapevo nulla di Harry e Ron, figurati di loro».

«Beh, te lo dico io. Terry Boot è andato in Australia per studiare gli animali fantastici del luogo. Dennis Canon non l'ho più visto. So solo che dopo la morte del fratello è finito ad Azkaban un paio di volte per reati minori. Micheal Corner ha sposato Cho Chang da poco e sono partiti per la luna di miele in America. Non sono più tornati. Justin Finch-Fletchley non ricordo neanche che faccia abbia, ma Harry e Ron forse possono sapere qualcosa in più. Seamus Finnigan ha avuto una tragedia familiare di recente. Qualche mese fa c'è stata una scossa di terremoto a Londra che quasi nessuno ha percepito, ma il palazzo in cui viveva la madre di Seamus è crollato e lei non ce l'ha fatta. Anthony Gold...».

«Aspetta, è morta la madre di Seamus?».

«Sì, esatto».

Hermione si sedette un attimo per assimilare la notizia. Nel periodo della guerra sua madre si era ricreduta e li sosteneva a distanza, mandando lettere denigratorie alla Gazzetta del Profeta. Seamus si era ripromesso di diventare il direttore della Gazzetta per dare nuova vita al giornale.

«Continua. Gli altri?»

«Anthony Goldstein è finito al San Mungo dopo aver preso il Vaiolo di Drago. Si sta riprendendo, ma nel periodo dell'omicidio era ricoverato in ospedale, quindi lui è da depennare. Cormac McLaggen non ho idea di che fine abbia fatto, dopo la guerra è sparito».

«Non mi mancherà» disse Hermione ripensando a quel ragazzo viscido che le faceva la corte al sesto anno.

«Dean Thomas, altra brutta storia. La madre di Dean era a visitare la madre di Seamus quel giorno. Le uniche due vittime. Nessuno dei due si è visto in giro da quel giorno. Zacharias Smith sta facendo da assistente al Professor Vitious ad Hogwarts. Possiamo interrogarlo per chiedergli dov'era quella notte. In ogni caso la McGranitt ha un registro presenze dei professori. Quando escono lei lo sa».

«Cerchiamoli tutti. Dobbiamo capire chi ha un alibi e chi no e dobbiamo trovare Seamus e Dean».

«Sembrano i primi indiziati, vero?».

«Sì, potrebbe essere uno di loro».

Bentornati! 

Sì, lo so. Come sempre vi faccio aspettare un'eternità tra un capitolo e l'altro, ma purtroppo gli impegni sono quelli che sono e devo ritagliarmi dei piccoli spazi di tempo per poter scrivere. Torniamo a noi. Il caso si sta delineando sempre di più ed Hermione e Draco sono diventati ormai una vera squadra! 

Secondo voi è davvero uno di quei nomi? Se sì, chi? Fatemi sapere.

A presto!

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