Lo sbarco

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Varco di Calendimaggio

Germaine scese dalla barca e si paralizzò. Era scesa per prima, come se comandasse lei la spedizione, ma chi era lei per comandare una cosa del genere? Il vecchio, d'altronde, non si era mosso quando erano approdati e tutti gli altri invece si erano girati a guardarla. Scendere era un atto naturale, ma perché le erano venuti dietro?

Ethienne le venne accanto e la toccò dentro, una spinta virile da camerata "Cos'è? Abbiamo sbagliato isola?"

Lei si guardò intorno. Fango, le avevano parlato del fango e il fango decisamente era lì. "No, non credo."

Tutti i soldati presero a schierarsi, le avevano spiegato che i buoni soldati non avevano bisogno di un comandante per essere ordinati, ma lei era preoccupata del fatto che non ne avessero uno per niente. Urlò come per scacciare la paura. "Ci aspettiamo nemici! Tenete pronti i fucili!"

L'isola sembrava priva di vita, impossibile credere che ci fossero nemici da quelle parti, ma lei sentiva che quella missione doveva finire con una battaglia, era qualcosa che era stato scritto. Cominciò a marciare e si sentì una mano sulla spalla. "Il sentiero a destra è il più diretto, ma ci espone. Andiamo a sinistra." Era la prima volta che il vecchio le parlava sul serio, le si era messo a fianco e subito lei si era sentita più rassicurata. Non era sola, almeno, e in qualche modo dal vecchio sprigionava un'aura quasi magica, che andava oltre la sua anzianità e la sua esperienza. Anche quel suo essere impossibile da definire, dall'immagine sfuggente, significava che non l'avrebbe mai colpita al punto di farle male, significava che era una presenza non ingombrante.

Cominciarono a marciare. In passato Germaine era stata spesso terrorizzata dalla marcia, perché sapeva di rimanere indietro e soffrire. Era indubbiamente ciò in cui il suo fisico da ragazzina la penalizzava di più. I suoi soldati avanzavano di buon passo, ma lei stava tenendo, gli stava a dietro bene e non sentiva di dover cedere. Era cresciuta molto, aveva sofferto molto, ma provò una specie di moto d'orgoglio.

A un certo punto arrivarono a uno spuntone. La strada scendeva, ma il vecchio si portò sul bordo della sporgenza di roccia e lì si accasciò. Lei fece altrettanto e vide, sotto di se, una specie di largo sbrego nel suolo, una bocca buia. Da una parte la parete era spiovente, dall'altra il terreno vi entrava dentro con una curva dolce, quasi fosse una lingua.

"Francine è caduta lì?" chiese Germaine, come se il vecchio dovesse sapere tutto di Francine.

"Era molto diverso allora, suppongo."

"E chi l'ha cambiato?"

"Loro."

Dalla buca risalirono arrancando due figure incappucciate, chiuse in mantelli viola, estremamente esili e all'apparenza disarmate. Sembravano annoiate, intente in attività di routine. Impossibile vedere i volti.

"Preparatevi." disse Germaine

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