Reika contro l'inquisizione

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Germania

La porta si aprì senza che nessuno la toccasse. L'inquisitore Francesco Pupo Torvergata, seduto dalla scrivania del sindaco della cittadina, arricciò semplicemente il naso e alzò un sopracciglio. Sentì dietro di lui l'esecutore ticchettare di tensione, ma lo tenne fermo con il gesto di un singolo dito.

Reika avanzava, l'aria crepitava intorno a lei. "Credi che io sia tenuta a dover accettare la scelta del re?"

Lui le si avvicinò pacatamente. "Credi che mi rannicchierò in un angolo chiedendo al mio Dio di scacciarti piangendo come un bambino?"

Reika estese il suo potere, non un gesto conscio, un vero e proprio rigurgito di rabbia. L'esecutore cominciò ad avanzare.

"Non posso fermarlo. Se sospetta che tu mi stia plagiando morirai. E non potrò farci niente. Non accetta ordini dalle potenziali vittime."

I passi dell'esecutore erano pesanti e metallici, aveva tirato su entrambe le mani che parevano desolantemente vuote, pur essendo pesanti guanti di metallo. Solo, poco sopra il polso, si notava un ugello affilato come una coda di scorpione.

Reika indietreggiò e cercò di calmarsi. L'esecutore le concesse il beneficio del dubbio. Francesco Pupo lo rimandò al suo posto.

"Avevo già preso in mano la situazione." si lamentò la donna.

"Rimane curioso." continuò irriverente l'inquisitore "Credo di aver combattuto più mutanti io di te, comunque."

"Mutanti a bordo di myrmidon."

Francesco Pupo tornò senza paura nel raggio d'azione della donna per poterla fissare da vicino. Solo da vicino si poteva notare la sua pelle assurdamente liscia, il suo cranio rasato che non presentava nessuna presenza di capelli e le sue pupille rosse, aliene, che alla luce sembravano piccoli animaletti guizzanti. "Sai cosa prova un mutante nel momento in cui viene privato del suo potere anche solo per un momento? Sai quale desolazione assaggia?"

"Hanno dei..." Reika si fermò, le parole le morirono in gola. Aprì gli occhi come se volesse farli saltare via dalle orbite e aprì la bocca, senza respirare, in un urlo muto. Non l'esecutore dietro di lei, non l'uomo macchina che respirava gas, non il mostro. Francesco Pupo Torvergata lasciò la presa psichica e tornò ad allontanarsi. "E' infinitamente peggio di questo."

"Sappiamo tutti e due che l'inquisizione tradirà re Gregoire!"

"L'unico che può tradire è re Gregorie. L'unico che può essere tradito è Dio. L'inqusizione è solo una conseguenza."

Reika tornò a estendere il suo potere, frustrata, lo fece crepitare a pochi centimetri dal volto dell'inquisitore, innocua. "Non credere che lascerò il teatro delle operazioni. Sarò io a piegare la resistenza tedesca. E a ottenere la fedeltà dei mutanti alla nostra causa."

"Per ora, donna, sei solo noiosa!"

Reika uscì, la porta si chiuse dietro di lei come risucchiata dalla sua presenza, sbattendo. Appena solo Francesco barcollò un momento e poi crollò in ginocchio. Guardò per terra la piccola pozza di sangue che si formava dal gocciolare del suo naso.

L'esecutore ticchettò dal suo angolo.

"Una donna di straordinaria forza..." gli disse l'inquisitore "ma se vogliamo controllarla dobbiamo farle capire che siamo pronti a combattere."

Altri nervosi ticchettii.

"Sopravviverò, ma spero di non dovere mai andare oltre con lei. Adesso ho solo bisogno di qualcosa che mi ridia un po' di forza."

Tre secchi ticchettii ancora.

"No, non comprometterà la nostra missione."

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