In due su un myrmidon

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Vanjan si avventò sulla guardia con tutto lo slancio possibile e gli piantò la spada nel petto. Si accorse dell'altra guardia, alle sue spalle, quando era ormai troppo tardi e la sua lama era ormai incastrata tra le costole della sua prima vittima. La strattonò, cercando di liberarla, senza successo, mentre il nuovo nemico tirava fuori un coltellaccio. Fu a quel punto che Beatrice si mise in mezzo, scaricando una salva dalla sua pistolaccia che mandò anche il secondo soldato al tappeto.

Dalle ombre, fuori, giunsero nuove urla d'allarme. Vanjan era finalmente riuscito a liberare la sua lama. "Bhe, ora sanno dove siamo."

"E qui dovrebbe entrare in gioco il tuo brillante piano... pilota."

Il serraglio delle macchine personali di re Gregoire era desolatamente vuoto. Vanjan lo ricordava quando il re in persona glielo aveva mostrato, per pura ostentazione. Il myrmidon Stradivari circondato da altri otto ORL armati di spada. Quella notte, invece, lì non ce n'era nessuno. Il re aveva richiamato tutti alla battaglia.

"Come potresti capire da te, il piano ha una piccola falla..."

Beatrice versò polvere da sparo nella pistola. "Turala."

Vanjan stava per arrendersi quando notò un sinistro luccichio in fondo al magazzino. Toccò il braccio di Beatrice e glielo indicò, inducendola a correre con lui. Se non altro, almeno, si stavano allontanando dalla porta da cui presto sarebbero entrati i nemici.

"Una terribile fortuna!" esclamò comunque l'ambasciatore di Valerius, quando si trovò al cospetto dell'ultimo ORL disponibile.

"Portarseli via tutti... tranne uno." arricciò il naso perplessa Beatrice, diffidente di natura.

Vanjan prese una scaletta poco lontana e la schiantò contro il ventre della macchina. Si arrampicò sulla scaletta e trovò facilmente gli interruttori per aprire l'abitacolo. Dopotutto il myrmidon che aveva davanti era in tutto e per tutto uguale a quella che aveva pilotato lui nella battaglia della morte rossa. "Vieni!" chiamò poi.

"E io cosa dovrei salire lì a fare?" fece Beatrice. La sua sembrava qualcosa più di diffidenza, una specie di terrore atavico per il mostro.

Ormai l'ORL era aperto, il suo abitacolo era una pozza scura. Il casco con le ottiche sembrava un crostaceo ghignante appollaiato su un mucchio di rottami. "Credi che possa... tenerti sulla spalla come un pappagallo? Presto!"

A spingere Beatrice a obbedire furono i numerosi passi che venivano dall'esterno, passi che li avevano inevitabilmente trovati. Salì la scaletta e, prima che potesse accorgersene, fu trascinata dentro direttamente da Vanjan, che la tirò a sé. Il mondo poi divenne completamente nero, quando il portellone si chiuse, a incassare i primi proiettili sparati dai soldati.

"Vanjan, che tu sia maledetto! Qui non c'è spazio per due persone!"

Il soldato continuò a strattonarla, quasi fosse un pupazzo, fino a incastrarla col sedere in un'intercapedine dietro il sedile. Non era realmente in piedi, anzi, un suo piede era sospeso a mezz'aria. Si aggrappò alla bell'e meglio mentre il soldato si sistemava sul sedile, chiudeva le cinghie e abbassava il casco. "Bhe, dobbiamo scendere a qualche compromesso."

I soldati di re Gregoire, in caccia, avanzavano come una muta di cani. Ma si fermarono subito, paralizzati dalla paura, quando l'ORL stese un braccio davanti a loro.

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