In fuga dalle fiamme

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L'immagine assurda dell'ORL che travolgeva il myrmidon rosso e lo buttava a terra, così onirica e fuori dal mondo, paradossalmente riportò Francine alla realtà, riscuotendola da ciò che stava facendo. La ragazza tornò a rendersi conto del mondo intorno a lei, del calore ormai insopportabile esterno, della battaglia che stava combattendo e dei suoi doveri.

Poi le arrivò una voce nota dall'ottoniera. "Ma... madamoiselle?"

"Vanjan?"

Il suo compagno d'armi non poté rispondere, Asylum aveva puntato a terra i suoi arti e si stava rialzando, sbattendo via la macchina che gli era addosso. Una volta tornato in piedi, ammaccato, graffiato e col braccio automatico che ormai gli pendeva ridicolmente di lato, il myrmidon prese una direzione e cominciò a correre via, senza nemmeno prendersi la briga di rivolgere al suo nemico un'ultima frase di disprezzo.

Anche quello, però, lasciò Francine indifferente, tanto erano ormai paradossali i suoi sentimenti. Era più in ansia per la macchina a terra. "Vanjan? Puoi rialzarti?"

"Ci devo provare, tenente."

Poi, tanto per aggiungere cose insensate, dall'ottoniera venne un'altra voce, di donna. "Come cazzo si ritira in piedi un ammasso di metallo del genere? Meglio darcela a gambe!"

E Vanjan le rispondeva. "Se usciamo dall'abitacolo ora arrostiremo, l'ORL è l'unica cosa rimasta tra noi e l'incendio!"

Francine si sentì quasi in imbarazzo. "Vanjan? Chi c'è lì con te?"

"Beatrice, un agente di Valerius qui a Parigi."

"Che modo pomposo di presentarmi soldato! Hai paura che la tua madamoiselle mi creda la tua donna di piacere?"

L'anca dell'ORL aveva evidentemente un qualche danno grave, questo rendeva la procedura standard per rimettersi in piedi faticosa al myrmidon. Francine intervenne col braccio armato del Daikatana, cercando non di brandire la spada, ma di agganciare l'ascella del suo compare. Sia lei che Vanjan giocarono lungamente di giroscopi e alla fine, finalmente, l'ORL fu nuovamente in piedi.

"Può camminare?" chiese preoccupata Francine.

"Camminare si, non correre. Volevo aiutare con l'incendio, ma..."

Francine spostò le ottiche verso le fiamme. La notte aveva smesso di essere notte, le case erano solo ombre annerite. "Non possiamo fare nulla noi, dobbiamo ritirarci lontano dall'incendio." Ammise con sé stessa.

Vanjan provò i primi incerti passi, Beatrice lanciò alcuni acuti gridolini. "Muoviamoci allora!" decise alla fine determinato il soldato.

"Ho qualcosa che continua a pungermi il culo." aggiunse, in modo inopportuno, Beatrice.

Erano in una città ormai pacificata, ma non lo sapevano. Altrove Valerius già stava cercando di mettere assieme squadre per domare l'incendio. Loro però non poterono fare altro che ritirarsi con cautela verso la zona della città non colpita dalle fiamme e da lì riprendere contatto con le truppe.

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