L'ambasciatore di Valerius

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Sulla strada per Parigi una lunga colonna di macchine, un serpente di ferro saturo di calore e potenza, che avanzava relativamente piano, non fosse che a ogni passo mangiava metri su metri.

A un certo punto la città apparve all'orizzonte, senza ostacoli davanti e fu allora che Valerius impose alla carovana di fermarsi. Erano molti più di quanti avevano combattuto alla fabbrica, diversi reparti di riserva avevano disertato e si erano uniti a loro. Raccoglievano consenso e soldati ovunque andassero.

Francine, come suo solito, posizionò il Daikatana leggermente discosto da dove tutti gli altri myrmidon sostavano e scivolò fuori dall'abitacolo. Nello scendere strinse i denti, la sua schiena aveva ripreso a sanguinare.

"Potrei facilmente realizzare una pomata per quella." le disse Arcadio.

Arcadio Martellone non sembrava semplicemente divenuto l'aiutante sul campo di Francine, sembrava proprio il suo tutore oppure, più probabilmente, il suo medico personale. Non si allontanava mai da lei più del necessario ed era sempre disponibile ad aiutarla. Soprattutto quando nei paraggi c'era Valerius era solito disporsi come a schermo per la giovane.

Francine non era abituata a tante attenzioni, nessuno aveva mai osato avvicinarla tanto, ma in qualche modo vi si era abituata, perché sentiva che le intenzioni di Arcadio erano buone.

"Lei non è un chimico, Arcadio, è un meccanico. Qui ci vorrebbe più che altro un farmacista."

"Vi sono teorie che ogni cosa, a suo modo, funzioni alla stessa maniera."

"Certo certo... i myrmidon, le ottoniere, il cuore degli uomini, tutto pur di avere un'occasione per avere ragione, immagino."

Francine, per raggiungere le tende che avevano cominciato a montarsi, seguì un bizzarro percorso che le fece aggirare gli assembramenti di soldati. Mal digeriva gli sguardi stupiti e i sussurri ammirati dei giovani militari.

Arcadio, invece, guardò proprio in direzione dei militari al loro servizio. "Se lei oggi dichiarasse che Valerius Demoire è un criminale e chiedesse la sua testa la otterrebbe. E niente cambierebbe in merito alla conquista della Francia."

"Interessante" fece lei "visto che non voglio né la Francia né la testa di Valerius."

"Sta cominciando a volere troppo poco, Madamoiselle..."

"La insospettisce?"

"Mi mette angoscia, come sempre."

"E lei cosa vuole, Arcadio?"

Arcadio esitò un momento, ricordando Maschera di Ferro e l'infinita schiera di personaggi dietro di lui. "Un'ultima avventura. Per un vecchio."

Arrivarono alla tenda. Appena Francine netrò, Valerius fece un cenno verso Vanjan, che da quando si era unito a loro era diventato uno dei più importanti soldati a loro disposizione. "Cosa ne pensi di lui?" le chiese.

"Di lui per cosa?" fece lei, reprimendo l'irritazione che ormai provava ogni volta che Valerius le rivolgeva la parola.

"Come ambasciatore di pace alla corte di Re Gregoire."

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