Ricongiungimento

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Ai miei lettori potrà sembra una debolezza la mia, una concessione al sentimento, ma voglio narrare il momento in cui Valerius e Francine si reincontrarono dopo quella terribile notte. So di aver già descritto l'incendio in tutta la completezza dei suoi orribili 12 giorni quindi quello che chiedo a chi mi ascolta è di fare un piccolo salto indietro, ma vi assicuro che questo piccolo dettaglio ha una sua rilevanza, ve lo assicuro dall'alto del quadro generale che posso vedere.

Francine fu tradita dal Daikatana mentre cercava di ricongiungersi all'esercito di Valerius. Non si esaurirono le sue risorse, comunque ridotte al lumicino dalla battaglia con la Morte Rossa, ma il suo motore andò a pallino a causa del grande calore subito. Il vapore pesante, a lungo rimasto esposto alle alte temperature generate dall'incendio, cambiò la sua composizione meccanochimica smettendo di servire allo scopo a lui assegnato e disperdendosi dagli sfiatatoi in forma liquida. Daikatana si fermò, semplicemente, in mezzo alla strada, piegandosi un po' in avanti quando i rotori ausiliari non riuscirono più a supportare i giroscopi. Quasi contemporaneamente l'ORL di Vanjan, ancor più provato della macchina di Francine, nel girarsi a verificare lo stato della compagna, ebbe la completa rottura della sua anca, accasciandosi contro un palazzo come un vecchio ubriaco.

Da quel punto Vanjan, Francine e Beatrice dovettero continuare a piedi. Fortunatamente si erano già lasciati alle spalle la zona dell'incendio, ma non avevano conoscenza se la città intorno a loro gli fosse favorevole o ostile. Troppo lontani dal palazzo di re Gregoire e consapevoli che quella era la zona più calda e rischiosa per loro che erano a piedi, ripiegarono verso l'osservatorio di Monmatre, dove si trovava Arcadio. Vi arrivarono dopo una marcia estenuante, poco prima dell'alba.

Arcadio li informò dell'esito della battaglia, ma non diede loro nessuna via sicura fino a palazzo. Le comunicazioni erano ancora frammentarie e non erano ben chiari i confini dell'incendio. Impose loro di riposare qualche ora mentre la logistica veniva ripristinata.

Poterono scendere al campo principale solo la mattina seguente e considerando che dovettero nuovamente camminare, si presentarono a mezzogiorno.

Valerius si stava agitando in mezzo agli uomini. Non era chiaro se si fosse riposato dopo la battaglia. Continuava a dare ordini e idee. Si era scoperto che la mistura rallentava l'incendio e considerando che grosse quantità non erano state consumate stava organizzando squadre per portarla sulla linea del fuoco.

C'era molta confusione, ma Francine era comunque Francine. Persino sudicia per la battaglia i suoi capelli lunghi spiccavano su tutto. Valerius non diede idea di averla vista, non si fermò, non esitò, non si sorprese. In lui fu tutto un moto unico. Continuava a vagare tra i soldati, correndo, muovendosi urlando poi, quando la ragazza gli fu a pochi passi si girò verso di lei, le andò incontro e le gettò le braccia al collo.

Francine rimase paralizzata da quell'atto perché, come in tutte le manifestazioni di sentimenti di Valerius, non era corredato dalla corretta comunicazione. Perché la mente di Valerius, che pure amministrava tutto, ogni tanto sceglieva deliberatamente di lasciare i suoi sentimenti liberi di agire, puri, senza filtro.

Francine rimase immobile e in silenzio, mentre Valerius la abbracciava e intanto intorno a loro il rumore e il clamore si calmavano perché Valerius, che ne era il motore, si era fermato.

Poi Valerius le sussurrò. "Ti ho creduta morta."

"Io ho affrontato... una battaglia."

"Soffrivo terribilmente."

Poi quel momento si interruppe, come se fosse passato il suo tempo, come se a Valerius non fosse concessa altra sincerità. Lui si staccò, senza nemmeno aspettare la reazione della ragazza e le mise una mano sulla spalla, stringendo con lei un nuovo contatto, quasi cameratesco. "E' molto importante che tu ti sia salvata, Spada Immacolata di Francia. Molte persone qui hanno bisogno di te."

E detto questo fuggì via, si rigettò nel caos e nel lavoro, riprese a organizzare i suoi uomini col doppio della foga.

Francine riuscì a rivederlo solo a cena, rivolgendogli poche parole, mentre era in mezzo al suo stato maggiore.

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