Valerius conosce il suo benefattore

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Nessuno a bordo sapeva dove stessero andando, ma la nave filava veloce, sotto la guida di Rogoberto de Seuze, verso un qualche porto.

Camminare sul ponte era diventato complicato, con la gigantesca mole dell'Hanged One tra i piedi, ed erano diversi ad aver scelto di rintanarsi nelle cabine che erano state assegnate loro. Ovviamente tra questi non c'era Valerius che invece si agitava irrequieto contro i venti. Vagava pensieroso, agitato da mille progetti e mille paure e non gli sembrò vero di scoprire che il suo più vicino compagno di tormenti era Ethienne, che a sua volta stava appoggiato alla murata a fissare le onde.

Gli si avvicinò. "Credo tu debba rendermi conto di una cosa." gli disse.

Ethienne, che come la maggior parte delle persone mal digeriva la compagnia di Valerius, represse un brivido. "Prego?"

"Ti ho visto caricare i cadaveri di due rettili sulla nave. Perchè?"

"Bhe? Fanno parte di quanto abbiamo guadagnato da questa terribile avventura, no?"

"Impeccabile" insistette Valerius "ma vedi, la mia impressione è che fossero esattamente quello che volevi guadagnare da questa terribile avventura."

Il vento sferzava impedendo di tenere gli occhi ben aperti. Ethienne faticava a fissare Valerius. "Cioè?"

"Chi ti ha mandato da me, Ethienne?"

Ethienne parve rilassarsi, si appollaiò nuovamente sulla murata. "Difficile credere che uno come me venga dietro a uno come te... vero? O che si possa organizzare una spedizione di salvataggio solo perché una ragazz... una come Germaine viene a bussare a una porta."

Più Ethienne appariva disinvolto, più Valerius si tendeva. Congelato nella sua maschera, il suo animo bramava modi di sfogarsi. Nemmeno la sanguinaria comunione con l'Hanged One era bastata. "Esatto, più facile sfruttare una come Germaine per dei secondi fini... quali?"

"Su che nave credi di trovarti, Valerius Demoire?"

"Non ho ancora voluto chiedermelo. So che c'è una cabina dove vive il nostro misterioso beneffatore, ma non gli ho ancora fatto visita."

"E perché?"

Valerius ammiccò con uno sguardo luciferino. "Per non dargli soddisfazione."

"Già, sia mai che Valerius Demoire fa qualcosa di banale" si intromise una voce, urlata per superare il vento.

Ethienne e Valerius si girarono e videro venire verso di loro un uomo in carrozzina, spinto da Arcadio. L'uomo era pelato, con una folta barba bianca e crespa, l'espressione corrucciata illuminata da due occhi intelligenti. Sembrava come accartocciato sulla sedia, come una foglia secca d'autunno. Eppure le sue mani stringevano i braccioli con una incredibile energia. "Questo mi costringe a venire qui, all'aperto, sfidando il vento. Non che un po' d'aria ogni tanto non mi giovi, ma vorrei essere io a decidere quando e come."

Valerius si inchinò in modo beffardo. "Il mio benefattore, immagino."

"Preferisco il ruolo di inaspettato alleato, in realtà."

"Inutile dire che Ethienne ha sempre lavorato per voi."

"Come questa nave, naturalmente."

I due rimasero a guardarsi un momento. Era evidente che erano due menti incredibili che si fronteggiavano gonfie di arroganza, ma anche di rispetto l'una per l'altra. Dietro loro Arcadio, altrettanto incredibile, si godeva lo scontro come uno spettatore voluttoso, divertito da tutta la situazione.

"Valerius Demoire, per servirvi." disse formalmente Valerius, allungando una mano.

Il vecchio sulla carrozzina ignorò la mano, dopo aver valutato la grande fatica necessaria a stringerla. "Sir Charles Darwin. Spero che in mezzo a tutto il suo ferro abbiate avuto occasione di sentir parlare di me."

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