Ardiante e Beatrice

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Ardiante e Beatrice erano uno accanto all'altra, sull'attenti, davanti al sedile di Valerius, sul ponto di comando della nave. Era curioso come il ragazzo, nel progettare il centro nevralgico del vascello, alla fine avesse riprodotto in piccolo una sala del trono, centrata sulla seggiola del capitano che dominava, leggermente rialzata, tutte le altre postazioni. Con la macchina ferma sopra Berlino, in sosta, il ponte era quasi sempre semi-deserto. A regime, invece, ospitava fino a venti persone, ognuna con un ruolo. Questo faceva sì che, nella notte, con solo loro tre, restituisse un'impressione quasi spettrale, come la tolda di una nave fantasma.

Ardiante e Beatrice avevano ricoperto a più riprese il ruolo di balia di Valerius e del suo regno, ma a causa delle vicende si erano sempre trovati a operare lontani uno dall'altra. Nella gerarchia del Bagatto, invece, praticamente avevano finito per occupare due ruoli adiacenti. Valerius, assegnandogli delle pompose e contorte cariche, ne aveva fatto le propaggini del suo potere all'interno della nave. Beatrice aveva potere su tutto il personale addetto alla navigazione, una sorta di primo ufficiale, ma con responsabilità più vaste, mentre Ardiante era responsabile della sicurezza, che era poi un altro modo per dire che si impegnava a far rigare tutti dritto, con l'aiuto di un manipolo di soldati fidati. Vista la natura bizzarra del vascello su cui operavano erano due compiti che procuravano facilmente terribili mal di testa. Chiunque fosse su quella nave aveva dovuto imparare da zero il suo ruolo, aveva dovuto vincere la paura di trovarsi per la maggior parte del tempo sospeso in cielo, aveva dovuto accettare per l'ennesima volta di essere sotto l'autorità di Valerius senza mai però aver imparato a fidarsi di lui. Tutte quelle situazioni provocavano continui strappi nella disciplina che i due dovevano rammendare.

Ardiante e Beatrice, però, alla fine dei conti si piacevano. Erano cresciuti nello stesso ambiente, erano stati entrambi tagliagole pronti a uccidere per un pezzo di pane, conoscevano il codice della strada, combattevano nel modo sporco che ti insegnano lontano dalle caserme regie. Portavano entrambi la divisa di Francia come se gli desse un irresistibile prurito sulla pelle, stringendo i denti per resistere all'istinto di togliersela. 

Ardiante si chiedeva spesso cosa lo avesse spinto a seguire Valerius fin lì. Certo aveva imparato ad apprezzare il ragazzo fino quasi a sviluppare un certo affetto per lui, ma obbedirgli, nella sua testa, avrebbe sempre dovuto dipendere da un contratto di lavoro, perché nessun legame personale poteva scavalcare la sua logica di mercenario. Valerius gli aveva promesso infiniti tesori al termine di quella missione, forse anche un titolo nobiliare, ma comunque era un compito così bizzarro e così assurdo  che una parte di lui continuava a credere che avrebbe dovuto rifiutare. Anche a Parigi avrebbe potuto fare buone cose, avrebbe potuto lavorare per Valerius anche con dei compiti più "normali", magari senza l'ambizione di ottenere tutta la gloria che gli era stata promessa, ma certo assicurandosi un buon futuro. C'era qualcosa nelle sua viscere, forse il suo istinto di sopravvivenza, che gli ricordava continuamente che aveva fatto la scelta sbagliata.

Per Beatrice le cose erano molto diverse. Valerius l'aveva strappata via alla strada, una strada che la guerra aveva distrutto. Avrebbe potuto fare la ladra tutta la vita, ma non nella Parigi divorata dalle fiamme e dalla disperazione. Era riuscita ad aiutare molti dei suoi vecchi compagni, spesso irregimentandoli nella guardia di Valerius e nei suoi collaboratori e più passava il tempo più la disgustava la sua vecchia vita. Il matrimonio con Vanjan, poi, era un chiodo che aveva fissato tutto un nuovo sistema di priorità. Era vero, Vanjan era l'ordine dove lei era il caos, ma più stavano insieme più sentiva che le due cose andavano mischiandosi. Vanjan aveva imparato a cavalcare il disordine, anche perché altrimenti nel suo ruolo di ambasciatore sarebbe già stato ucciso, mentre lei aveva cominciato ad apprezzare le regole. Sembrava una trappola da cui non sarebbe potuta uscire.

Ardiante e Beatrice, quindi, avevano entrambi accettato il loro ruolo e, apparentemente, il loro ruolo era spesso quello di fissare Valerius mentre sedeva cupo sulla sua seggiola, rimuginando. Erano probabilmente le due persone di cui lui si fidava di più, aveva piacere di tenersele vicine persino più della Spada Immacolata di Francia, con cui il rapporto era terribilmente complicato. Lui consegnava loro i suoi silenzi, ma in ognuno dei suoi silenzi poteva esserci un'idea capace di ribaltare il destino d'Europa.

"Il prete si è portato via il miglior ingegnere a nostra disposizione" si lamentò "ho bisogno che impediate che Martino dia di matto e che teniate a bada qualsiasi tedesco cerchi di dettare legge sulla mia nave"

Certo, i suoi silenzi spesso portavano anche un'illimitato carico di problemi.

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