Dritti sulla città

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Bagatto avanzava puntando su Mosca come un ariete. La città, all'orizzonte, era una striscia indistinta nella nebbia, ma l'aeronave stava avanzando verso un preciso obiettivo, esattamente come si cerca la carne molle nelle bestie dotate di corazza. La velocità era tale che tutto il pavimento era attraversato da una leggera vibrazione.

"Se il prete fallisce probabilmente verremo abbattuti." ci tenne a far notare Arcadio. Era l'unico, in plancia, assieme a Beatrice, ai lati del seggio di Valerius. Probabilmente il ragazzo avrebbe comandato anche da solo, ma sia lui che la donna, non impegnati nelle manovre di sbarco, sentivano quello come il posto migliore per partcipare alla battaglia. L'espressione del giovane genio, nonostante la situazione, era imperturbabile. "Bismark, cinque minuti." disse. Sapendo che le ottoniere interne avrebbero passato il messaggio al suo generale, già chiuso nel myrmidon Konsole.

"Non dovrebbe... accadere qualcosa?" chiese Beatrice.

"Dobbiamo massimizzare l'effetto sorpresa" spiegò Valerius "quindi dobbiamo lasciare la nemico meno tempo possibile per reagire." Quasi a sottolineare quelle parole, Bagatto sembrò accelerare ancora. "Un minuto al limite del raggio dell'artiglieria."

L'anti-aerea russa aveva già cominciato a sparare da un pezzo, come ogni volta che li aveva visti avvicinarsi. Valerius sapeva esattamente quanto terreno aveva, con che tempistiche i cannoni russi cominciavano a bersagliarlo nonostante fosse ancora al di fuori del loro raggio d'azione. C'era una grande disciplina nell'esercito dello zar, tutto sembrava regolato a orologeria. Era una cosa che a lui piaceva.

"Adesso." disse, a puro beneficio di Beatrice e Arcadio. "Deve succedere qualcosa adesso."

Inizialmente le esplosioni si confusero con i colpi di artiglieria, indistinguibili, poi fu impossibile non nostare le colonne di fumo nero che salivano a seguito delle detonazioni, più nere del residuo dei colpi dei cannoni e più dense. Nella mattina si stagliava anche bene il lucore degli incendi.

"La frequenza dei colpi è diminuita." fece notare Bagatto.

"Mi state dicendo che quel prete è riuscito veramente ad attaccare l'esercito russo?" chiese Beatrice. Da quando era sul vascello aveva fatto di tutto per stare lontana da Francesco Pupo Torvergata, anche perché era evidente che lui percepiva distintamente il suo passato di ladra.

"Ho visto fare molte cose a quel prete." si limitò ad annuire Arcadio.

La velocità di Bagatto, a quel punto, divenne per loro un notevole vantaggio. Come capitava in quei casi, l'avanguardia dei myrmidon nemici era uscita in campo aperto, per evitare loro di sbarcare macchine d'assalto,  e loro consumarono velocemente la distanza tra quelli e il raggio d'azione delle loro bocche da fuoco. "Concentrare le armi sui myrmidon nemici. Fuoco a volontà."

I cannoni di Bagatto avevano avuto poche occasioni di sparare perché tutta la strategia russa si era concentrata sul non farlo avvicinare a obiettivi da colpire, ma in questo momento, finalmente, era libero di agire. Quasi senza mirare tutte le bocche da fuoco cominciarono a riversare distruzione sui mezzi nemici. Prima che potessero intevenire in qualsiasi maniera i Myrmidon Noah erano stati quasi tutti dilaniati.

Finalmente, in un gesto dettato dall'emozione ormai insostenibile, Valerius si alzò in piedi. "Bismark, tocca a voi."


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